Fanfic su artisti musicali > B.A.P
Ricorda la storia  |      
Autore: bluebubbletea    06/06/2013    3 recensioni
«Non mi lascerai mai, vero? Non smetterai mai di stringere la mia mano, esatto?»
«No, non lascerò che la mia mano scivoli via dalla tua, lasciandoti stringere il vuoto. Non ti lascerò mai, Jong Up. Promesso»
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Himchan, Jongup
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hold my hand


L'allarme della sveglia risuonava fastidiosamente nella stanza, mentre Jong Up cercava invano il piccolo oggetto rumoroso sul comodino adiacente al letto, gettando a terra tutto ciò che veniva a contatto con le sue dita affusolate, rifiutandosi categoricamente di girare la testa dalla parte opposta e di aprire gli occhi.
Qualche fievole raggio di sole filtrava tra le tende color pesca mal richiuse, che coprivano l'enorme porta-finestra che dava sul terrazzo, illuminando la carnagione abbronzata del ragazzo, che fu costretto ad aprire gli occhi.
Si mise seduto sul letto, maledicendo con tutto sé stesso quella dannata sveglia, cercando di mettere a fuoco la stanza debolmente illuminata, per poi posare lo sguardo sul comodino e soffermarsi su una foto lievemente scolorita, incorniciata accuratamente.
«Buon giorno, Channie» disse, sorridendo dolcemente, per poi dare un'occhiata alla piccola sveglia, che aveva smesso di martellargli la testa con quel suono acuto ed irritante.
Le lancette nere segnavano le 5:30 di un'altra afosa giornata estiva.
Jong Up si alzò mal volentieri, stiracchiandosi per bene, prima di trascinarsi in bagno ed aprire l'acqua della doccia, facendola scorrere per qualche minuto, in modo tale che diventasse abbastanza fresca da alleviare la calura estiva che lo stava lentamente soffocando.
Iniziò a togliersi la canotta e, involontariamente, si voltò verso lo specchio, dove vide il suo riflesso.
Il volto pallido e stanco, delle immense occhiaie violacee e un fisico quasi scheletrico

 

«Uppie, sei di nuovo rimasto in piedi fino a tardi? Hai delle occhiaie spaventose. Guarda come hai ridotto il tuo bel visino, razza di irresponsabile. E questo fisico? Dovresti mangiare di più. Mi chiedo come tu faccia a reggerti in piedi»

 

Gli sembrava già di sentire Himchan lamentarsi per il suo viso sciupato e per il suo fisico asciutto, e non riuscì a fare a meno di sorridere. Himchan era fissato con la cura del corpo e del viso e di certo non poteva tollerare che il proprio ragazzo si trascurasse in quel modo.
Non appena l'acqua raggiunse la temperatura desiderata, entrò nella doccia, lasciandosi andare sotto quel getto freddo, che lavò via ogni sensazione di calore, assieme a tutti i pensieri negativi che popolavano la sua mente.
Lasciò che la schiuma scorresse lungo il suo corpo, per poi avvolgersi nell'accappatoio azzurro cielo e strofinarsi i capelli con un asciugamano bianco. Come era solito fare, lasciò liberi i capelli umidi e si diresse lentamente in camera, dove cercò qualche indumento da mettersi, e soprattutto che non lo facesse morire di caldo. Optò per una canotta bianca, abbastanza larga da nascondere il suo fisico asciutto, un paio di pantaloni corti neri, anche quelli rigorosamente larghi, e delle scarpe da ginnastica che riprendeva i colori dei vestiti.
Stava per lasciare la stanza, quando il cellulare prese a squillare sulle note di “No Mercy”. Lo afferrò, sbuffando, controllando sul display il mittente della chiamata, tramutò la sua smorfia in un debole sorriso
«Good morning, Uppie! A mammoth threw you out of the bed, today?» una voce allegra e squillante prese vita dall'altra parte dell'apparecchio
«Zelo, smettila di sparare stronzate» rispose Jong Up, ridendo
«Siamo nervosetti, eh? Comunque, sbrigati a vestirti e scendi»
«Arrivo, arrivo» concluse il maggiore, riattaccando.
Con estrema lentezza attraversò il corridoio, per poi uscire dall'appartamento e scendere tre piani a piedi. Conosceva quel ragazzino dai tempi del liceo. Il ricordo del suo primo incontro con Zelo era vivido

 

Per l'ennesima volta, tre ragazzi avevano circondato il povero Jong Up, che si stava preparando a prenderle, come spesso succedeva. Il più alto dei tre alzò il braccio, chiudendo la mano a pugno. Jong Up chiuse gli occhi, pregando che il colpo non gli rompesse la mandibola
«Che stai facendo?» udì.
Continuò a tenere gli occhi serrati, mentre il suo corpo continuava a tremare visibilmente per la paura
«Zelo, fatti i cazzi tuoi!» urlò il ragazzo, che aveva ancora il braccio per aria
«Questi sono cazzi miei. Se provi solo a sfiorare quel ragazzino, poi dovrai dire addio al tuo bel faccino» rispose Zelo, avvicinandosi serenamente ai tre, che avevano preso a fissarlo lievemente intimoriti.
Jong Up si fece coraggio ed aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti ad un gigante dal viso angelico
«Ehi, va tutto bene?» chiese dolcemente Zelo, piegandosi leggermente verso Jong Up
«S-Sì» rispose quest'ultimo, cercando di regolarizzare il battito del suo cuore, che aveva preso a martellare violentemente contro il suo petto.
Il più alto dei tre colse l'occasione e si avventò sul ragazzo, mentre dava loro le spalle
«Certo che sei proprio coglione» ghignò Zelo, afferrando il braccio del bulletto, prima che lo colpisse. Il ragazzo lo guardava con occhi impauriti, consapevole d'aver fatto la più grande stronzata di tutta la sua vita. Zelo cominciò a girare lentamente il braccio dell'individuo di fronte a sé, che quasi piangeva dal male
«Ti avevo avvertito» sibilò Zelo, continuando a girare il braccio del ragazzo.
Jong Up e gli altri due ragazzi guardarono la scena impietriti, mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
L'urlo del ragazzo, seguito da un rumore di ossa rotte echeggiò nel piazzale della scuola, lasciando tutti sgomenti ed impauriti.
Zelo si voltò verso Jong Up
«Sono Choi Junhong, ma tutti mi chiamano Zelo. Da oggi sarai mio amico ed io ti difenderò. Oh, so che ora hai paura di me, ma presto cambierai idea» disse, sorridendo.

 

Una volta arrivato davanti alla porta del condominio, intravide Junhong seduto sul muretto del parco giochi dall'altra parte della strada. Tirò un lungo sospiro ed uscì dall'ultima porta dell'edificio
«Forza, Jong Up. In confronto a te un bradipo è come un missile» si lamentò il più piccolo, alzandosi e attraversando la strada
«Sono le sette del mattino, che ti aspetti?» rispose Jong Up, alzando lo sguardo per incrociare gli occhi dell'amico. Era un anno più giovane, ma i suoi 185cm facevano pensare il contrario
«Secondo me stai solo prendendo tempo, perchè sai che oggi ti costringerò ad andare a trovare Himchan» replicò il minore, con un ghigno stampato sulle labbra
«Posso andarci anche domani. Oggi non mi va» rispose Jong Up, tornando serio e portandosi le mani in tasca
«Eh no, mio caro. E' da un anno che non lo vai a trovare, quindi oggi ci vai»
«Certo, certo» disse Jong Up, sospirando
«A te non farebbe piacere che ti venissero a trovare? Sono sicuro che sarà felice di rivederti dopo un anno» continuò Zelo, sorridendo
«Come se potesse vedermi» sussurrò il maggiore, freddo
«Smettila! Adesso vai a comprargli un bel mazzo di fiori e poi vai da lui!» esclamò il minore, spazientito dal comportamento dell'amico
«Dei fiori? E che fiori dovrei prendergli, scusa?» chiese Jong Up
«Sì, sai che a lui i fiori sono sempre piaciuti. Comunque, non lo so, sei tu il suo ragazzo, quindi dovresti sapere quali sono i suoi fiori preferiti» notò Zelo.
Jong Up, rassegnato, continuò a camminare in silenzio accanto all'amico, cercando di aggrapparsi ai ricordi dell'ultimo incontro con Himchan, ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu soltanto qualche immagine sfocata del suo ragazzo. Nell'ultimo periodo erano pochi i momenti in cui riusciva a ricordare il volto del suo amato senza aver bisogno di guardare una foto. Al solo pensiero di doverlo andare a trovare gli si attorcigliava lo stomaco dall'agitazione.
«Eccolo!» esclamò Zelo, distogliendo Jong Up dai propri pensieri
«Bene, adesso entra e prendi ciò che ti piace. Dovrai andare da solo da Himchan, ma sappi che se non ci vai, verrò a saperlo. Buona fortuna» disse Zelo, scompigliando i capelli all'amico e allontanandosi.
Jong Up fissò per qualche istante la struttura apparentemente datata, visti i mattoni scheggiati sulla quale aveva iniziato ad arrampicarsi dell'edera, per poi posare gli occhi sulla facciata principale, la quale era coperta da fiori e piante di vario genere, tutti accuratamente riposti in grandi vasi di metallo, che occupavano gran parte del piccolo piazzale a sua disposizione. Entrò nel negozio, trovandosi davanti una marea di fiori colorati e profumati

 

«Guarda che belli, Uppie. Non ti viene voglia di prenderli tutti?»

 

Sicuramente quelle sarebbero state le parole di Himchan, davanti a quello splendore. Il ragazzino prese a girare per l'immobile, prendendo un fiore qua e là, attento ad abbinare perfettamente le varie colorazioni scelte. Quella situazione lo metteva un po' a disagio, visto che la vecchietta dietro al bancone continuava a fissarlo divertita, ma allo stesso tempo lo faceva sorridere, mentre ripensava alla prima volta in cui era entrato in un negozio di fiori per ritirare il regalo di compleanno per Himchan. Era passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che aveva visto il suo ragazzo e un velo di malinconia gli sfiorò il cuore. Si diresse al bancone e chiese alla proprietaria del negozio di confezionare il tutto su carta trasparente con un nastro rosa a sigillare il mazzo. Una volta pagato, uscì dal negozio e si incamminò per una piccola via poco frequentata della città, circondata da tanti alberi maestosi che animavano la stradina, rendendola piacevole alla vista. In passato aveva percorso talmente tante volte quel viale, che sarebbe sicuramente riuscito ad attraversarlo anche ad occhi chiusi, lasciandosi trasportare dal dolce profumo che si espandeva nell'aria. Dopo qualche istante, arrivò a destinazione.
Superò l'enorme cancello che lo separava da Himchan ed iniziò a percorrere la lunga stradina di pietre, affiancata da un'enorme prato verde e da alcuni alberi brulicanti di fiori colorati. Il suo respiro si faceva sempre più irregolare, mentre il cuore martellava violentemente contro il suo petto. Ogni passo sembrava dannatamente lento, tanto che aveva l'impressione di allontanarsi anziché avvicinarsi a Himchan. L'ansia gli stava attanagliando lo stomaco, mentre le gambe iniziarono a tremare talmente forte che ebbe quasi paura di cadere a terra da un momento all'altro. L'idea di andarsene, di scappare per l'ennesima volta e di rimandare quell'incontro riaffiorò nella sua testa. Ma questa volta non poteva scappare. Il suo cervello continuava a dirgli di andarsene, ma il suo corpo non reagiva.
Il volto perfetto, il suo solito sorriso raggiante e gli occhi traboccanti di gioia.
Era lì.
Himchan era davanti a lui

«Ciao, Channie» sussurrò con il cuore in gola

«Ciao, Uppie»

«Alla fine, Junhong mi ha convinto a venire qui. Oh, quasi dimenticavo! Questi sono per te» disse, porgendo il mazzo di fiori al ragazzo

«Che belli...Allora, ti ricordi ancora quali sono i miei fiori preferiti»

«Rose, fiori d'arancio e Viburnum opulus, ancora acerbi» continuò, Jong Up
«E' già passato un anno dal nostro ultimo incontro. Sono cambiate così tante cose...» sussurrò il ragazzo, portandosi una mano al petto e stringendo la stoffa bianca della canotta

«Già, tutto cambia. Tutto si evolve. Tutto si trasforma, ma tu rimani sempre lo stesso, come se fossi rimasto bloccato nel passato»

«Channie» chiamò, appoggiandosi sulla colonna di cemento affianco a sé

«Jong Up»

I ricordi riaffiorarono vividi più che mai nella mente di Jong Up, continuando a lacerare il suo cuore, ormai consumato dal dolore

 

Quella fredda mattina di Aprile, stavano camminando mano nella mano, percorrendo il viale alberato che si trovava a pochi metri dalla scuola frequentata da Jong Up. A Himchan piaceva quella stradina, specialmente durante il periodo primaverile, in cui gli alberi si risvegliavano dal lungo sonno invernale e davano vita a fiori di mille colori, che danzavano leggiadri con il tiepido venticello. Si tenevano per mano e sorridevano, incantati dalla bellezza di quel luogo
«Channie, perchè devo andare a scuola? Voglio stare con te, voglio continuare a stringere la tua mano in questo modo» disse il più piccolo, accarezzando con il pollice il dorso liscio della mano del compagno
«Come siamo romantici oggi. Comunque, quando uscirai da scuola sarò qui e passeremo la giornata assieme, va bene?» rispose il maggiore, regalando a Jong Up uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
Una strana sensazione percorse il corpo del minore, che continuava a stringere sempre più la mano del ragazzo, mentre delle fitte trafiggevano il suo cuore, che aveva preso a battere sempre più veloce
«Non mi lascerai mai, vero? Non smetterai mai di stringere la mia mano, giusto?» sussurrò, voltando lo sguardo in direzione di Himchan che, sorpreso da quelle domande, lo guardò preoccupato
«Uppie, ma che hai? Sei strano» notò il ragazzo
«Ti prego, promettimelo» sussurrò, anche se sembrava lo stesse implorando disperatamente
«No, non lascerò che la mia mano scivoli via dalla tua, lasciandoti stringere il vuoto. Non ti lascerò mai, Jong Up. Promesso» rispose con convinzione Himchan.
Una lacrima invisibile scivolò dagli occhi di Jong Up, che sentiva quelle parole bruciare come fuoco nel suo cervello. Himchan poggiò le sue labbra su quelle del più piccolo, quasi volesse sigillare la sua promessa in quel dolce bacio. Poi tutto accadde in pochi secondi, secondi che a Jong Up sembrarono eterni. Un bambino attraversò la strada, mentre una macchina sopraggiungeva a velocità sostenuta, senza dar segno di volersi fermare. Himchan lasciò la mano di Jong Up, correndo verso il bambino che continuava ad attraversare la strada senza accorgersi dell'auto, spingendolo via
«HIMCHAN!» l'urlo straziato di Jong Up riecheggiò tra i palazzi circostanti, dissolvendosi assieme al vento, che stava portando via gli ultimi petali staccatisi dagli alberi.

 

Le lacrime scorrevano lungo il viso di Jong Up
«No, non sono in grado di sopportare questo dolore, ma forse con il tempo passerà, giusto? In questo anno, non sono mai riuscito a venire qui. Non sono mai riuscito a provare altro se non rabbia. Rabbia nei tuoi confronti, perchè avevi infranto la nostra promessa, lasciandomi lì a stringere il vuoto. Sono uno stupido, vero? Me la sono presa per una fottutissima promessa mancata. Una promessa che non hai potuto mantenere, non per colpa tua, ma per colpa del destino» sussurrò tra i singhiozzi

«Lo so. So che per colpa mia hai sofferto e ancora continui a soffrire, ma voglio che tu sappia che ciò che provavo per te non è mai cambiato. L'amore che provo per te, Jong Up, non cambierà mai»

«Channie, so che non è stata colpa tua e anche se non potrò più aggrapparmi alla tua mano, voglio che tu sappia che ciò che provo per te non cambierà mai. Ti amo, Himchan» sussurrò il ragazzo, posando sul pavimento formato da tante piccole pietre affiancate, il mazzo di fiori.
Tutto ciò faceva dannatamente male, gli stingeva il cuore, ma sapeva meglio di chiunque altro che non si poteva tornare indietro. No, non poteva cambiare il passato, come non poteva cambiare la sensazione di fragilità che provava da un anno.
«Sei parte di me. Ricorda, questo non è un addio, ma solo un arrivederci, Himchan» sussurrò Jong Up, poggiando le proprie labbra su quelle piccole e fredde del ragazzo, per poi lasciarlo ed incamminarsi verso l'uscita, asciugandosi le lacrime.
A pochi metri dall'enorme inferriata, intravide Zelo aiutare un bambino ad aprire il cancello, quest'ultimo lo salutò con un sorriso raggiante poiché lo aveva aiutato ad arrivare alla maniglia prendendolo in braccio. Il ragazzino corse lungo il viale e si fermò davanti la figura di Jong Up, riconoscendolo
«Ciao, signore. Anche tu sei venuto a trovare Himchan?» chiese il bambino, guardando con i suoi grandi occhi color nocciola il volto del ragazzo che gli stava di fronte.
«Sì, finalmente sono venuto a salutarlo. Sai, se gli parlerai lui ti risponderà» rispose, girando la testa, lasciandosi sfuggire un debole sorriso e poggiando lo sguardo sulla lastra di marmo color avorio in cui era posta la foto di Himchan con affianco una scritta dorata che riportava

 

Kim Him Chan

19.04.1990 – 20.04.2012

 

Himchan aveva rinunciato alla propria vita pur di salvare quel bambino. Anche se esclusivamente qualche giornale parlò dell'atto del suo ragazzo, Jong Up lo considerava come un eroe. Un eroe che lo aveva aiutato a rialzarsi, a ricomporre i pezzi del suo cuore frantumato dall'odio delle persone che lo circondavano, lo aveva amato malgrado i suoi difetti e le sue paure. Si, Himchan lo aveva salvato da quei ragazzi che lo odiavano per la sua timidezza che poteva passare come "mania di superiorità" ai loro occhi. Se non fosse stato per Zelo e Himchan, forse non si troverebbe ancora in questo mondo.
Guardò per l'ultima volta il viso radioso del piccolo, che continuava a fissarlo, scompigliandogli affettuosamente i capelli per poi salutarlo e andarsene.
All'uscita trovò Zelo appoggiato sul tronco di un albero che contornava il camposanto . Jong Up si diresse verso l'amico
«Allora, come ti senti?» chiese il ragazzino.
In quel momento, Jong Up, sentì uno strano calore avvolgere la propria mano.
Sorrise.
«Bene. Sai, Himchan non ha mai smesso di tenermi per mano e non ha mai smesso di starmi accanto» rispose, volgendo lo sguardo verso il cielo.

 


Angolo autrice

Hi everyone~
So che alcune di voi vorranno uccidermi (giusto per restare in tema), visto che non aggiorno "The Dickhead & The Stars" da un mese, ma giuro che sto cercando di scrivere decentemente il nuovo capitolo.
Intanto vi lascio con questa one shot scritta un po' perchè non sapevo che fare e un po' perchè volevo scrivere qualcosa di triste.
Lo scopo di far scoprire solo alla fine che Himchan non c'è più?
Boh, mi piaceva l'idea di Zelo che continuava a parlare di lui come fosse ancora accanto a loro.

Spero d'essere riuscita a trasmettere ciò che volevo provaste e di non avervi annoiato troppo n.n
Ci tengo a ringraziare MENTICIDE e Maru, che mi hanno sopportata in questi giorni ed hanno letto e corretto la one shot ♥
Ringrazio in anticipo chi leggerà questo disastro.
A presto :3

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > B.A.P / Vai alla pagina dell'autore: bluebubbletea