Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Me91    23/12/2007    14 recensioni
Eccomi tornata con una one-shot. Spero davvero che vi piaccia. Visto il periodo, il tema è natalizio. Ambientata nel periodo prima della venuta di MajinBu, questa short è un misto di comicità, come le mie solite, romanticismo e tenerezza. Qual'è il desiderio più grande di ogni bambino? Vedere Babbo Natale. E' questo ciò che desidera molto il piccolo Goten, ma purtroppo lo attende una grossa delusione, visto che Babbo Natale non esiste. Goku osserva il figlio dall'Aldilà e certamente non vuole farlo soffrire... perciò cerca un sostituto del simpatico omone da mandare, per una notte, a far visita al figlio. E chi troverà come presunto Babbo Natale?
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti. Sono tornata con una ona-shot particolarmente lunga, ma che considero come un piccolo tesoro. Dopo quasi tre settimane di lavoro finalmente la posso pubblicare. Spero che piaccia. Ho voluto mischiare una punta di comicità con tanto, tanto romanticismo e tenerezza. Buona lettura, quindi! ;)

Babbo Natale per una notte, please!

Una giornata tranquilla, nell’Aldilà.
Pace e allegria regnano nel Paradiso, dove le anime si divertono a rincorrersi e a chiacchierare.
Una giornata tranquilla è anche nel bel pianeta di re Kaioh della galassia del nord, dove i guerrieri che hanno avuto il permesso, il privilegio, di mantenere il loro corpo, si allenano costantemente per diventare più forti e prepararsi al prossimo torneo tra le galassie che si sarebbe svolto a giorni.
Una giornata tranquilla, ancora per poco...
«GOKUUUU!» la voce di re Kaioh, prorompente e furiosa, si levò forte all’improvviso.
«Piantala di abbuffarti!» ringhiò ancora re Kaioh, gonfiandosi come un tacchino.
«Maf io pho pfame!» fece Goku a bocca piena, con ancora una coscia di pollo in una mano e una forchetta, con una bella matassa di spaghetti avvolti, nell’altra.
«Hai spazzolato tutta la dispensa! Mi dici che mangiamo domani?!» lo rimproverò ancora la divinità.
«Beh...» Goku mandò giù a fatica ciò che aveva in bocca «Domani è domani, oggi è oggi.»
«E questo che vuol dire?!»
«Vuol dire che oggi morivo di fame, mi dice come avrei fatto a rimanere a digiuno?» spiegò Goku, addentando il cosciotto.
Re Kaioh si infuriò ancor di più:
«Ma che discorsi fai?! Ti rendi conto che giorno è domani?»
«Non lo so...» confessò Goku, bevendo un sorso d’acqua.
«Domani è Natale!» urlò re Kaioh, così forte che tutti i guerrieri che passavano nelle vicinanze si avvicinarono, curiosi di sapere cosa stesse succedendo.
Goku, stupito da quella notizia, sputò tutta l’acqua, tra l’altro proprio in faccia a re Kaioh, ed esclamò:
«Come è Natale? Ma... ma... di già?»
«“Di già”?!» ripeté re Kaioh, cercando di mantenere la calma... ma invano.
«Che vuol dire “di già”?!» sbraitò paonazzo «E’ una settimana che ti ricordo che Natale è alle porte!»
«Eh, eh!» Goku si portò una mano dietro la nuca, in imbarazzo «Sa che ho la memoria un po’ corta, no?»
«Grrr! Meglio che sto zitto, va!» re Kaioh indicò poi la dispensa, tristemente vuota «E ora mi spieghi che mangeremo domani?! Quel cibo di cui ti sei così voracemente ingozzato doveva bastare per una dozzina di persone, almeno, al pranzo di Natale!»
«Ecco...» il Saiyan lanciò un veloce sguardo al tavolo di fronte a lui, strapieno di ciotole vuote e pentole svuotate «... io... beh...»
«Oh, lascia perdere!» re Kaioh prese a raccogliere le poche pietanze rimaste e i pochi vassoi ancora pieni e iniziò a disporli di nuovo sulla dispensa e nel frigo, anch’esso miseramente deserto.
«No! Re Kaioh, non può privarmi del mio sostentamento!» si disperò Goku, cercando di salvare almeno una decina di pietanze, sottraendole alla presa dell’altro «Ho bisogno di cibo!»
«Goku, vedi di non fare storie!» esclamò re Kaioh, tirando con entrambe le mani, per un’ala, il pollo abbrustolito a cui Goku era saldamente ancorato.
«La prego!» supplicò Goku, non cedendo.
«Goku!» ringhiò l’altro, tirando troppo forte e quindi cadendo indietro, con in mano solo l’ala del pollo.
Goku sorrise soddisfatto e tornò a sedersi a tavola, con il “premio” stretto saldamente tra le braccia.
«Vede, re Kaioh, il bene trionfa sempre!» sentenziò il Saiyan, affondando affamato i denti nella tenera carne, mentre la divinità scuoteva il capo senza parole.

***

«Goten! Ehi, Goten! Vieni qui!» sussurrò il piccolo Trunks, facendo cenni all’amico.
«Sì?» Goten gli si mise al fianco e Trunks lo trascinò dietro un albero. Dopo di che, il piccolo Saiyan dai capelli lilla sbirciò che non ci fosse nessuno nelle vicinanze e si voltò verso l’altro Saiyan, mostrando un sorrisino da furbetto.
«Sai mantenere un segreto?» domandò Trunks, continuando a sorridere.
«Certo!» rispose innocentemente Goten, entusiasta.
Trunks si assicurò ancora una volta che non ci fosse nessuno nelle vicinanze. Il parco era una confusione di bambini che ridevano e si rincorrevano e pazienti mamme che li controllavano in un angolo. Il Saiyan, sicuro che nessuno potesse sentirlo, si avvicinò all’amico e sussurrò con enfasi:
«Ho visto Babbo Natale, ieri.»
Goten trattenne il fiato a questa notizia.
«No!»
«Invece ti dico di sì.» confermò Trunks, annuendo energicamente con il capo. Si sporse in avanti, con una mano sul fianco e un dito dell’altra ben dritto davanti a sé, e continuò, soddisfatto di aver stupito l’amico:
«Si aggirava in modo sospetto intorno a casa mia. Credo che stesse studiando la situazione.»
«In che senso?» chiese Goten, meravigliato da quelle parole.
«Oh, certo che sei proprio lento!» sbuffò Trunks scuotendo il capo «Babbo Natale porta i suoi regali solo ai bambini che hanno fatto i bravi. E ieri, sicuramente, si stava annotando gli indirizzi delle case dei bambini buoni, per ricordarsi a chi deve portare i regali.»
«E tu sei tra i bambini bravi, Trunks?» domandò subito Goten, con foga.
Trunks si portò le mani ai fianchi ed esibì un sorriso convinto:
«Ma certo.»
«E... e... e io?» lo interrogò il piccolo Goten, eccitato.
«Tsk, certo che sei nella lista dei bambini buoni!» Trunks gli fece l’occhiolino «In fondo sei mio amico, no? E se io sono un bambino buono... lo sei anche tu!»
«Ti prego, Trunks... anche io voglio vedere Babbo Natale! Mi porti da lui?» lo supplicò il Saiyan dagli arruffati capelli neri, con gli occhi che brillavano dall’entusiasmo.
Trunks sembrò pensarci un attimo, con una mano al mento, poi si aprì in un sorriso, dicendo:
«Certo che ti ci porto! Andremo subito, forza: seguimi!»
«Sì!» gridò Goten, contento, seguendo l’amico che già era partito di corsa, diretto alla Capsule Corporation.

Aveva iniziato a nevicare. Il campanellino suonava allegramente nella semioscurità di quel pomeriggio, mentre la risata dell’omone riempiva l’aria:
«Oh! Oh! Oh!»
Cauti, due piccoli visini sbucarono da dietro un bidone della spazzatura per sbirciare un istante e sparire subito dopo.
«Allora, Goten? Che ti avevo detto? E’ lui!» sussurrò Trunks, riferendosi a ciò che avevano appena visto.
«Impossibile!» fece Goten, a corto di parole dall’incredulità.
«Ma è lui ti dico!» insistette Trunks e afferrò Goten per la sciarpa, costringendolo a riaffacciarsi di nuovo con lui da dietro il bidone.
«Vedi? E’ Babbo Natale!» ribadì Trunks, indicando l’omaccione vestito di rosso, con un buffo berretto in testa e un campanellino in mano, che regalava caramelle e castagne ai passanti e ai bambini, in cambio di una piccola offerta.
Il viso di Goten si contrasse in una smorfia poco convinta.
«Però è strano... non deve venire questa notte?» domandò Goten all’amico, esprimendo i suoi dubbi.
«Già...» Trunks doveva ammettere che Goten non aveva torto del tutto «In effetti è strano sia ancora qui. A quest’ora dovrebbe andare a preparare la slitta...» in quel momento il bambino si rese conto di una cosa e quindi esclamò, agitato:
«Ehi, se non va subito poi magari non farà in tempo a portarci i regali!»
«Che disgrazia!» si disperò Goten, potandosi una mano alla bocca.
I due piccoli Saiyan si guardarono e, ad un cenno d’intesa, uscirono fuori dal loro nascondiglio e corsero verso Babbo Natale.
«Oh! Oh! Oh! Tieni piccolo, una caramella.» allegramente, l’omaccione vestito di rosso passò una caramella ad una piccola ragazzina, ben imbottita con cappotto, sciarpa, cuffia e guanti, per proteggersi dal freddo e dalla neve, che ora cadeva sempre di più.
«Ma io sono una bambina...» fece notare la piccola con una voce cristallina, afferrando intanto la caramella.
Il viso dell’omone divenne dello stesso colore del vestito.
«Oh! Oh! Oh! Ma certo, scusami!» rise gioviale, in imbarazzo.
«Babbo Natale, vero che mi porti tanti bei regali?» domandò la piccola, facendo gli occhi dolci.
«Ehm... ma certo.» rispose ancora quello, non sapendo cos’altro dire.
«Oh, grazie!» la bambina gli abbracciò una gamba per un attimo, poi corse via allegramente.
«Vedi, Goten, con che naturalezza svolge il suo lavoro?» bisbigliò Trunks, avvicinandosi a Babbo Natale con le mani in tasca.
Goten, al suo fianco, annuì con il capo più volte.
«Sì, sì!»
Trunks si fermò alle spalle dell’omone e allungò una mano, fino ad andare ad afferrare l’orlo della giacca rossa.
«Signor Babbo, mi scusi...» esordì con sicurezza il Saiyan dai capelli lilla «... può girarsi un attimo?»
«Oh! Oh! Oh!» rise l’omaccione, voltandosi ed esibendo un sorriso cordiale «Salve, bei bimbi.» frugò un attimo in una tasca, poi porse ai due Saiyan un paio di caramelle «Tenete, queste caramelle sono per voi!»
«Oh, grazie!» Goten allungò subito la mano per afferrare i dolci, ma Trunks gli bloccò bruscamente il braccio.
«Ma Trunks...!» si lamentò Goten, mentre l’amico scuoteva il capo, sotto lo sguardo stupito di Babbo Natale, e gli ricordava, con tono serio:
«Non ricordi? Babbo Natale deve andare. Non abbiamo tempo da perdere.»
«Uffa, io ho fame.» borbottò Goten, allontanando la mano, mettendola in tasca ed esibendo un’espressione imbronciata.
Trunks lo ignorò e tornò a rivolgersi all’omone, con aria da saputello:
«Non dovrebbe essere ancora qui, sa signor Babbo? Si sbrighi a caricare la slitta con le renne, se no non farà in tempo a portarci i regali.»
Il signore, per un attimo rimasto spiazzato, tornò poi a ridere allegramente, dicendo:
«Oh! Oh! Non preoccupatevi! E’ già tutto pronto! Tra poco me ne vado, così posso partire. Va bene?»
«Uhm...» Trunks non sembrava molto convinto, ma alla fine cedette, incrociò le braccia e fece:
«Um, va bene. Si ricordi però che noi l’aspetteremo questa notte, proprio davanti il camino! Guai a lei se non si farà vivo!»
Babbo Natale, non sapendo come allontanare quei due, li liquidò, esclamando gioviale:
«Contateci! Scenderò a mezzanotte in punto! Aspettatemi, eh?» e con tutto se stesso si augurò che per quell’ora quei due mocciosi fossero già a letto a dormire.
Trunks e Goten si aprirono in due radiosi sorrisi a trentadue denti.
«Va bene!» esclamarono insieme.
«Andiamo, Goten. E’ tardi, meglio rincasare.» disse poi Trunks, facendo cenno all’amico di allontanarsi, mentre l’omaccione tornava a distribuire dolci e castagne ai passanti.
«Eccomi!» Goten lo seguì, poi però si fermò di colpo. Trunks lo vide girarsi e tornare sui suoi passi, verso il signore.
«Goten! Dove vai?» gridò Trunks, non capendo l’intenzioni dell’amico.
«Aspettami! Arrivo!» Goten raggiunse l’uomo e richiamò la sua attenzione, tirandogli una manica timidamente.
«Sì?» domandò gentilmente l’omone, voltandosi a guardare il bambino.
Goten, rosso d’imbarazzo, guardandosi le punte dei piedi, confessò:
«Ecco... mi chiedevo se... signor Babbo... mi poteva dare le caramelle.»
Trunks, esasperato, si passò una mano sul viso, mentre Babbo Natale, sorpreso, si sbrigava a pescare un paio di caramelle per il piccolo Saiyan. Già, Goten è fatto così!

«Non vedo l’ora sia domani!» Trunks, felice, fece una piroetta su se stesso e tornò a guardare Goten con occhi che brillavano dall’eccitazione.
«Ti immagini, Goten?» Trunks afferrò l’amico per le spalle, sorridendo «Avrò tantissimi nuovi giocattoli! Non sai che lista lunga ho spedito a Babbo Natale, più lunga dell’anno scorso!»
«Davvero, Trunks?» si stupì Goten «Ma hai già tantissimi giocattoli!»
Trunks alzò le spalle e allungò la mano sul cancelletto del cortile della Capsule Corporation.
«Lo sai che non sono mai abbastanza.» affermò il piccolo Saiyan, entrando nel cortile.
«Già...» si limitò a commentare Goten, da sempre invidioso dei tanti giocattoli posseduti dall’amico.
«Beh, allora ci sentiamo domani, va bene?» chiese Trunks, accucciandosi bene nel suo cappotto, visto che ora faceva ancor più freddo.
«Goten? Goten, mi hai sentito?»
Però l’attenzione di Goten era stata attratta da un individuo che, in fondo alla via, aveva appena svoltato l’angolo. Sorpreso si sbrigò a voltarsi e poco distante notò così lo stesso identico individuo che ancora stava distribuendo dolci ai bambini. Goten si stropicciò gli occhi e osservò ancora. Sicuro di non essersi sbagliato si girò subito verso Trunks ed esclamò:
«Trunks, ho visto Babbo Natale!»
Trunks, sorpreso, alzò un sopracciglio.
«Sicuro di stare bene, amico? Ci abbiamo pure parlato con Babbo Natale, appena cinque minuti fa.»
«Ma no! Ti dico che ne ho visto un altro!» Goten indicò l’angolo in fondo alla via «E’ passato proprio laggiù!»
Trunks si voltò lentamente a guardare, ma non vide assolutamente nulla a parte una coppietta che passeggiava sotto la neve con l’ombrello.
«Ma cosa...?» Trunks non fece in tempo a finire la frase. Infatti Goten era già partito di corsa per il marciapiede, con tutto l’intento di verificare quanto visto. Trunks, scuotendo la testa, decise di seguirlo.
«Goten! Ehi, aspettami!»
«Vieni a vedere, Trunks!» gridò esterrefatto Goten, sbirciando da dietro l’angolo.
Trunks lo raggiunse e quel che vide lo fece rimanere di stucco.
Babbi Natale ovunque. La via affollata su cui i bambini si erano affacciati, era una festa di rosso e bianco. E un Babbo Natale vicino ad un negozio. Ed ecco, un altro di fianco a un grande albero di Natale. Uno nei pressi di una scuola. Un altro davanti un supermercato e così via.
Goten aveva letteralmente la mandibola che toccava terra dalla meraviglia, non certo meno di Trunks, i quali occhi azzurri brillavano dallo stupore.
«Tr... Trunks? Dovremo... preoccuparci?» balbettò Goten, in fondo un po’ spaventato da quell’esercito anomalo di Babbi Natale.
«Ma che, scherzi?!»
Goten si voltò a guardare sorpreso l’amico. Trunks, con un sorriso da un orecchio ad un altro e gli occhi che continuavano a brillare di una strana luce, esclamò eccitato:
«Ti immagini quanti regali in più riceveremo? Wow, non vedo l’ora!»
«Per me ti sbagli.» lo contraddisse Goten, che continuava ad avere i suoi dubbi «Babbo Natale è solo uno. Chi sono tutti questi? Magari vogliono fregargli il lavoro! Allora dobbiamo aiutarlo!»
Trunks scosse energicamente il capo e tornò serio. Con un cenno indicò tutti i Babbi Natale per strada e disse:
«Uhm, ok, concordo con te: Babbo Natale è solo uno. Anche se questo mi dispiace... Però!» si riprese subito, deciso «C’è una spiegazione a tutto! Sicuramente Babbo Natale ha incaricato questi “finti Babbi” di fare il giro delle strade e annotarsi gli indirizzi dei bambini buoni, così sta notte farà prima! Logico, no?» il bambino incrociò fieramente le braccia, soddisfatto di aver risolto la cosa.
Goten alzò un sopracciglio, poco convinto, e lanciò ancora uno sguardo ai Babbi.
«Boh... a me sembra che donino solo caramelle e castagne...» confessò il piccolo Saiyan, pensoso.
Trunks sorrise e gli mise una mano sulla spalla.
«Credimi Goten...» avvicinò il viso all’orecchio dell’amico, che si fece ben attento, e bisbigliò:
«Fanno così solo per non attirare l’attenzione.»
«Ah...» Goten osservò allora le campanelle che i Babbi facevano allegramente tintinnare «E quelle campanelle? Non attirano troppo l’attenzione?»
«Oh, ma fa tutto parte del piano.» Trunks annuì con il capo, con fare convinto «Si sono ben immedesimati nella parte, per non destare sospetti, ma nel frattempo... eccoli lì pronti ad annotare gli indirizzi! Guarda!» e indicò un Babbo Natale proprio di fronte a loro sul marciapiede opposto, intento ad annotare, su un foglietto di carta, la somma di tutte l’offerte ricevute quella sera «Vedi? Sta già scrivendo la via e il numero! Sicuramente si sta segnando la mia casa...»
«Ma io non ho visto alcun “finto Babbo” intorno casa mia!» si lamentò Goten, preoccupato «E che il vero Babbo Natale si dimenticasse di me?»
Trunks cercò di sorridere per confortarlo.
«Fidati Goten: Babbo Natale non si dimenticherà di te.»
Goten non disse nulla, fortemente rattristato. Aveva paura che quella notte Babbo Natale non gli avrebbe consegnato i regali come gli anni precedenti... magari avrebbe dovuto aspettarlo, per assicurarsi che non si fosse dimenticato di lui, nella piccola casetta sperduta tra i Monti Paoz... Sì, aveva deciso: lo avrebbe atteso a mezzanotte, come gli era stato promesso.

***

«Complimenti mamma, la cena era ottima!»
«Grazie, tesoro.» Chichi sorrise grata al figlio maggiore.
Gohan si pulì la bocca con un tovagliolo, mentre il fratellino, al suo fianco, si esibì in un bel rutto.
«Goten!» lo riprese Chichi, non potendo, però, non sorridere. Quello era il modo di suo figlio di dirle che aveva apprezzato il pasto. Eh, come le ricordava qualcuno...!

Calò il buio profondo, sui Monti Paoz. Una notte gelida e bianca. La neve continuava a cadere e brillava nell’oscurità.
«Buonanotte, Gohan!» Chichi stampò un bel bacio sulla guancia del Saiyan «Oh, il mio tesoro!»
«Sì... ’Notte anche a te, mamma.» Gohan sorrise imbarazzato e sparì in camera.
Chichi sospirò e tornò sui suoi passi, percorrendo il corridoio, diretta alla camera del figlio minore.
«Buonanotte, Got...» si fermò bruscamente, verificando che la camera del bambino era vuota.
In preda all’agitazione, Chichi corse in salotto e proprio lì trovò il piccolo, seduto a gambe incrociate davanti il camino spento, con una coperta sulle spalle per proteggersi dal freddo.
«Goten! Che fai qui? Mi hai fatto davvero spaventare!» esclamò Chichi, avvicinandosi al figlio.
Goten le rivolse uno sguardo innocente.
«Aspetto Babbo Natale.» confessò sinceramente, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
Chichi, pronta a sgridarlo, richiuse invece la bocca e rimase immobile a guardarlo, con uno sguardo comprensivo e intenerito.
«Piccolo mio...» si mise seduta al suo fianco, sul tappeto «Babbo Natale verrà, questo è sicuro. E’ tardi, dovresti andare a letto.»
«Lo so che verrà.» approvò Goten, annuendo con il capo «Io lo aspetto.»
Chichi sospirò, non sapendo cosa dire per convincere il figlio ad ascoltarla.
«Non credi che Babbo Natale voglia farti una sorpresa?» chiese allora la donna, sorridendo dolcemente al bambino «Magari non si vuole far vedere da te, perché non vuole farti vedere i regali che ti ha portato, almeno fino domani mattina.»
A Goten il ragionamento sembrò filare abbastanza, però su una cosa non era d’accordo.
«Io voglio vedere il vero Babbo Natale.» specificò il piccolo Saiyan.
Chichi lo guardò sorpresa.
«Che significa: il vero Babbo Natale?»
«Oggi ne ho visti almeno venti! Tutti uguali!» spiegò Goten, incrociando le braccia «Ma quelli sono falsi, io voglio vedere quello vero!» si impuntò.
Chichi capì subito a quali “Babbi Natale” si riferisse Goten, perciò sorrise di nuovo e cercò di rassicurarlo:
«Vedrai, questa notte ci sarà quello vero. Devi sapere che è molto timido... per questo non si fa vedere in giro. E ti assicuro che è uguale a tutti quei finti che hai visto in giro. Perciò... perché non vieni a dormire, adesso, così domani ti svegli presto e con tuo fratello andate subito a scartare i regali?»
Goten la guardò poco convinto, fece una smorfia e si stropicciò gli occhi. Sbadigliò e poi si convinse:
«Va bene. Vado a dormire... ho molto sonno.»
«Bravo, piccolo mio.» Chichi gli diede un bel bacio sulla fronte. Lo prese in braccio e lui si accoccolò teneramente a lei. Chichi lo distese poi sul letto e gli sorrise ancora, tirandogli su le coperte.
«Dormi bene, tesoro.» sussurrò la donna, spegnendo la luce.
«A domani, mammina.» mormorò Goten, chiudendo gli occhi.
Chichi chiuse la porta e tutto fu buio.

00:05
Gli occhi puntati sulla sveglia digitale.
00:05
Il cuore sembra impazzito. Tum... Tu-tum... Tu-tum... Il battito è irregolare e nervoso.
00:05
Le orecchie tese, stanno aspettando di captare un qualche rumore... un suono qualsiasi... qualsiasi...
00:06
Basta, Goten non ne può più.
Balzò seduto sul letto, scansò di scatto le coperte e balzò a terra. A piedi nudi e camminando sulle punte, si diresse silenzioso in salotto.
La casa buia era illuminata solo dalle lucine colorate dell’albero, vicino il camino. E’ lì che si posizionò Goten, mettendosi seduto sul tappeto e incrociando le gambe, in attesa. Mezzanotte era passata... dov’era Babbo Natale?
Goten sbirciò sotto l’albero. Niente. Nemmeno un regalo.
Il bambino tornò a fissare trepidante il caminetto. Non si udiva nulla.
“Magari ha tardato per qualche motivo...” ipotizzò, diventando di colpo triste.
Cercò di rassicurasi, sicuro che alla fine sarebbe stata questione di minuti e l’omone sarebbe sceso dal camino. Tentò di sorridere.
“Forse una delle renne era stanca e Babbo Natale si è dovuto fermare per farla riposare!” ragionò “Sì, è andata così sicuramente. Beh... tanto tra poco arriva. Me lo ha promesso.”

02:01
Le lacrime iniziano lentamente a scendere lungo le sue guance. Una profonda tristezza lo assalì dentro, sfogandosi in quelle calde lacrime che andavano a solcare la fredda pelle del viso. E così... non era arrivato. Per due ore il piccolo Goten aveva atteso Babbo Natale e lui... non era arrivato. Gli era stato promesso che sarebbe arrivato, eppure... non c’era.
Goten tirò su con il naso, gli occhi lucidi di lacrime.
«Me lo avevi promesso...» mormorò, continuando a piangere in silenzio «Allora... allora... questo vuol dire che non sono un bambino buono...»
Si abbracciò le gambe e continuò a piangere silenzioso, nella semioscurità.

Fu uno strano presentimento a svegliare Goku in quel momento. La festa di Natale era finita appena un’ora prima, poi tutte le anime erano andate a dormire, per prepararsi per il gran pranzo che si sarebbe svolto il giorno dopo. Però Goku non riusciva a dormire. Qualcosa lo aveva svegliato e avrebbe scoperto a tutti i costi di cosa si trattava.
Si alzò dal letto e uscì all’esterno, inspirando la fresca aria notturna. Si stiracchiò per bene e, con decisione, si diresse da re Kaioh, che dormiva in un appartamento vicino.
«Ehi, re Kaioh? Ehi, mi sente?» sussurrò Goku, scuotendo la divinità che russava beata.
«Um... no... non ti sento... Goku...» sbiascicò re Kaioh, voltandosi dall’altra parte.
«Ah...» fece Goku, sorpreso «Non mi sente... va bene, parlo più forte.» inspirò un istante e poi esclamò, ad alta voce:
«Re Kaioh! Mi sente adesso?»
«Gokuuuu!» ululò re Kaioh, cadendo pesantemente a terra, spaventato.
«Meno male... mi ha sentito.» si sollevò Goku, poi tornando a sorridere «Le devo parlare.»
«Sei impazzito?!» strillò re Kaioh, balzando in piedi di colpo, tutto rosso «Ti pare questo il modo?! Mettersi ad urlare in piena notte!»
«Eh, eh!» Goku si portò una mano dietro la nuca, sorridendo «Mi dispiace, ma... non riuscivo a dormire.»
«E allora hai svegliato me?!» re Kaioh scosse il capo, senza parole.
Goku si fece serio di colpo.
«Ho bisogno del suo aiuto.» confessò Saiyan, con tono grave.
Re Kaioh sembrò capire la sua preoccupazione. Quando il giovane assumeva quell’espressione seria, c’era sicuramente qualcosa che non andava.
«La prego, re Kaioh, si sintonizzi sui Monti Paoz.»
La divinità storse un attimo le labbra in una smorfia indecisa, poi cedette:
«D’accordo. Facciamo in fretta, però.»
«Promesso!»
Re Kaioh sospirò e chiuse gli occhi. Le sue antenne si drizzarono un attimo, per poi rilassarsi di nuovo.
«Vieni, Goku.»
Goku annuì e si avvicinò. Dopo aver posato la mano sulla spalla della divinità, chiuse gli occhi.
«Perché mi ha mentito? Io... io... io non sono un bambino buono...»
Il silenzio della casa era rotto dai rochi mormorii del dolce bambino dai capelli arruffati, accucciato vicino il camino. Quella scena faceva sussultare il cuore e la pietà che trasmetteva... era tanta. Vedere un bambino che piange così disperatamente, soprattutto per un genitore, è uno spettacolo straziante.

Goku riaprì subito gli occhi e arretrò di un passo, con lo sguardo basso e un’espressione seria. Re Kaioh si voltò lentamente a guardarlo, in silenzio.
«Mio figlio...» sussurrò Goku con amarezza «E’ triste...»
«Purtroppo non puoi farci nulla, Goku.» sospirò re Kaioh.
Il Saiyan alzò lo sguardo e guardò con decisione la divinità. Con un tono determinato, sentenziò:
«Il mio primo obiettivo è sempre stato la felicità della mia famiglia. Devo per forza fare qualcosa.»
«Forse hai tralasciato un piccolo particolare... Tu sei morto, Goku. Come credi di aiutare tuo figlio?»
Goku si morse un labbro, rendendosi conto che re Kaioh aveva ragione. Che fare, allora?
«Ci sono!» esclamò improvviso il Saiyan, tornando a sorridere.
Re Kaioh, sorpreso, lo guardò con aria interrogativa.
«E’ semplice! Mio figlio vuole vedere Babbo Natale, giusto?» Goku si diede un pugno sul palmo della mano, soddisfatto della sua trovata «Allora troveremo Babbo Natale e lo manderemo a casa mia!»
«Goku... Babbo Natale non esiste.» gli ricordò re Kaioh, alzando un sopracciglio.
Il giovane sorrise ancora di più.
«Lo so. Però basterà trovare qualcuno che finga di esserlo, non trova?»
«Ah, certo, e dove lo trovi uno che ha voglia di mettere in scena questa pagliacciata alle due e mezzo del mattino?» fece scettico re Kaioh.
Goku ritornò ancora una volta serio. Si portò una mano al mento, assumendo un’aria pensierosa.
«Uhm...» ragionò, iniziando a camminare in cerchio, con lo sguardo rivolto verso l’alto «Ci serve...»
«Ci?» ripeté re Kaioh.
Goku si fermò a guardarlo. La divinità scosse forte il capo e affermò:
«Io ho sonno. Torno a dormire. Tu fa come ti pare, ma io sono stanco. Buonanotte!»
Mentre re Kaioh si metteva sotto le coperte, Goku tornò a camminare, ignorandolo.
«Allora... mi serve una persona un po’ goffa... grassa... burbera... con un bel vocione... ma soprattutto che sia disposta a collaborare a quest’ora...» il Saiyan si fermò di colpo. Un sorriso andò a delinearsi sul suo viso, mentre si voltava lentamente indietro.
Re Kaioh si sentì osservato.
Infastidito, si mise seduto sul soffice letto, verificando che effettivamente Goku lo stava fissando con un bel sorriso stampato in faccia.
In una frazione di secondo, la divinità realizzò.
«NON PENSARCI MINIMAMENTE!» urlò re Kaioh, rosso d’imbarazzo.
«Su, re Kaioh, non faccia così...» cercò di convincerlo l’altro.
«Io non sono adatto!» sbottò la divinità, incrociando le braccia.
«Perché no? Lei è perfetto! Basta che si metta una finta barba e voli con una slitta e...»
«IO NON SONO GRASSO! NE’ SONO DISPOSTO A COLLABORARE A QUEST’ORA!» ringhiò re Kaioh, sempre più imbarazzato.
Goku decise di usare il suo asso nella manica.
«La prego!» facendo gli occhi dolci, il ragazzo si avvicinò al letto e congiunse le mani «La prego! Lo faccia per Goten!»
«No!» insistette re Kaioh.
«La supplico! Per mio figlio! Non soffre nemmeno un po’ nel saperlo così triste?»
«No, nemmeno un po’!»
«Neanche un senso di colpa piccolo piccolo?»
«Ho detto no.»
«Un po’ di pietà?»
«Goku! Piantala!» re Kaioh saltò giù dal letto e si diresse a passi pesanti fuori «Trovati qualcun altro!»
Goku sospirò, sconfitto.
«Già... ma chi?» si mise seduto sul ciglio del letto, per pensare «Uhm... qualcuno che ricordi Babbo Natale... Babbo Natale... uhm... Il Genio? Mah, lui più della barba bianca non ha...»

«Goku deve essere davvero impazzito se pensa che io ceda alle sue suppliche!»
Borbottando, re Kaioh si mise seduto sotto un albero e afferrò il telecomando del suo televisore.
«Uff, tutta questa agitazione mi ha fatto passare anche il sonno. Spero di addormentarmi guardando qualcosa di rilassante in tv...»
Appoggiò la schiena all’albero e puntò il telecomando verso lo schermo.
«Pmf, sensi di colpa... io?» sbuffò con un mezzo sorriso «E perché mai?»
La televisione si accese.
Una donna, piangendo, si disperò:
«... Non ti senti roso nell’animo? Non hai un
peso sulla coscienza per quel che hai fatto?»
Re Kaioh fece una smorfia e cambiò canale.
Un giovane puntò il dito contro lo schermo e, con aria minacciosa, sbottò:
«Tu!
Meschino che non sei altro! Come hai potuto fare questo?»
La divinità, scocciata da quei insulsi programmi, cambiò di nuovo canale.
Un signore in giacca e cravatta, seduto dietro una scrivania di uno studio televisivo, inclinò leggermente il capo di lato ed esordì con professionalità:
«Buonanotte, cari telespettatori. Questa notte, ospite qui con noi, abbiamo un uomo che,
preso dai sensi di colpa, è pronto a raccontarci la sua storia. Ecco in studio Tom. Salve, Tom. Raccontaci. Ti senti in colpa, vero? Perché non ci dici cos...»
Re Kaioh, infastidito, premette con una sorta di raptus il pulsante del telecomando per andare avanti con i canali. Si fermò su un canale che trasmetteva un bel documentario.
«...Il Gran Canyon. Una delle più spettacolari strutture della Terra...»
Re Kaioh si rilassò nell’ascoltare il dolce e monotono suono della voce del commentatore. Sospirò e socchiuse gli occhi, continuando a seguire le belle immagini di quelle rocce rossicce.
«...Grande attrazione per i turisti. Un bellissimo spettacolo naturale. Il Gran Canyon. Una delle più profonde... profonde... profonde, profonde... depressioni del nostro Pianet...» *
«Grrr!» con rabbia la divinità spense il televisore e strinse forte il telecomando «Accidenti a te Goku e alla mia stramaledetta coscienza!»
«Mi ha chiamato, re Kaioh?» Goku spuntò da dietro l’albero, esibendo un radioso sorriso.
«Sì!» ruggì re Kaioh, alzandosi in piedi «D’accordo, d’accordo! Mi hai convito! Sarò Babbo Natale per una notte!»
Goku non poté fare a meno di abbracciarlo.

«Ah! E’ perfetto, re Kaioh!» Goku si allontanò di un paio di passi, per consentire alla divinità di guardarsi allo specchio della stanza.
«Davvero?» si sorprese re Kaioh «Beh, questo vecchio costume non credevo sarebbe risultato utile un giorno.»
Si portò quindi davanti allo specchio, per osservarsi. Lentamente il suo viso divenne dello stesso colore della giacca e del buffo berretto che portava.
«Ma cos’è, mi prendi in giro?!» si infuriò la divinità, togliendosi subito il berretto e buttandolo a terra «Sono ridicolo!»
«Si fermi, re Kaioh!» Goku lo bloccò per le braccia, prima che la divinità potesse togliersi anche la giacca rossa.
«Non intendo farmi vedere in giro vestito così!» sbottò re Kaioh, tentando di liberarsi dalla ferrea stretta di Goku.
«La prego! Solo per questa notte! Me lo ha promesso!» gli ricordò il Saiyan, lasciandolo.
Re Kaioh gli rivolse uno sguardo torvo, poi sbuffò:
«E va bene... Però non chiedermi più favori, Goku! Da qui all’eternità che ti aspetta!»
«Ha la mia parola!» Goku gli sorrise, grato.
«Ora manca solo la renna.»
Re Kaioh, stupito, si voltò a guardare il Saiyan e fece scettico:
«E dove credi di trovare una renna?»
«Beh... il costume lo abbiamo.» Goku gli mostrò un completo marrone e peloso.
«Ma quello è un cane! E’ una maschera di carnevale!» esclamò la divinità.
«Andrà bene lo stesso.» lo zittì Goku e osservò bene il costume. Fece un smorfia.
«Uhm... è piccolo.»
«Lo vedo.» sbottò re Kaioh «E’ per un bambino.»
Goku si illuminò.
«Non solo...» e si aprì in un sorriso, mentre la divinità lo fissava stupita.

02:52
La stanza era buia e silenziosa. Gli unici suoni erano il dolce fruscio delle coperte che si udiva ogni tanto e un leggero russare.
Stava dormendo beatamente accanto la sua donna, quando fu svegliato di colpo da una voce:
«Ehi, ciao, amico!»
«Argh!» strillò, balzando seduto sul letto.
«Um? Che succede?» gli domandò la moglie, accendendo la luce.
«Mi... mi è sembrato di udire la voce di... Goku.» confessò il compagno, in imbarazzo.
La donna lo guardò storto e si coricò di nuovo, spegnendo la luce e sentenziando:
«Mi sa che hai bevuto un po’ troppo, questa sera.» si riaddormentò subito.
«Già...» Crilin scivolò lentamente sotto le coperte e sospirò nel buio, richiudendo gli occhi.
«Mi senti?»
«Goku!» esclamò Crilin, tornando a sedersi di nuovo con uno scatto. Questa volta C18 non si svegliò e Goku proseguì:
«Sì, sono io!»
«Amico mio, è da tanto che non ci si sente!» Crilin era felicissimo «Sai che...»
«Scusa, ma ora non c’è tempo.» lo interruppe il Saiyan, con tono grave «Ho bisogno del tuo aiuto.»
Crilin sbirciò l’ora e, assonnato, fece una smorfia.
«A quest’ora...?»
«Grazie, amico, sapevo avresti accettato!» fece entusiasta Goku «Sei un vero amico!»
Crilin storse un po’ le labbra.
«Figurati...»

Il vento gelido fece roteare la neve per i Monti Paoz. Sì, ancora stava nevicando. Un Natale innevato. Bellissimo... Freddissimo.
Uno starnuto risuonò nell’aria.
«Salute.» fece re Kaioh, sospirando.
«Grazie...» Crilin tirò su con il naso e rabbrividì ancora «Goku non mi aveva spiegato che avrei dovuto trainare un carretto al freddo... e... e... e... etchiù!» starnutì ancora.
«E allora, io, cosa dovrei dire?» si lamentò re Kaioh, muovendosi a disagio sul sedile «Mi sento ridicolo, vestito così.»
«No, io credo la snellisca quell’abito, re Kaioh.» lo contraddisse Crilin, tirando poi ancora su con il naso.
«Sei sicuro?» domandò scettica la divinità «A me sembra che tu e Goku mi state prendendo in giro...»
«Si sbaglia. E’ Goku che ha preso in giro entrambi.» specificò Crilin, con un’espressione sconfitta e stanca.
Re Kaioh non rispose, si limitò ad annuire con il capo.
Stavano sorvolando i Monti. Crilin trasportava in volo un vecchio carretto in cui era seduto re Kaioh. Entrambi erano mascherati. La divinità aveva un po’ il suo daffare con un paio di bottoni che non volevano saperne di chiudersi e Crilin doveva lottare con quel costume da cane che sembrava essere infestato dalle pulci.
«Grr! E’ insopportabile!» protestò Crilin, grattandosi ovunque «Ma le pulci erano in dotazione?»
«Piantala di agitarti! Tra poco mi fai cadere!» lo ammonì re Kaioh, reggendosi forte al carretto.
«Ah, mi scusi.» Crilin sbirciò in basso ed esclamò:
«Ecco! Siamo arrivati!»
«Finalmente, direi...» commentò la divinità, affacciandosi a guardare la simpatica casetta tra la neve.

03:23
Un leggero fruscio.
Vento freddo.
Bisbigli...
Goten aprì di un poco gli occhi, impastati dalle lacrime. Si era addormentato, vinto dalla stanchezza e dalle lacrime.
Era accucciato sul tappeto, di fianco all’albero di Natale. Aveva freddo.
Si mise seduto e si stropicciò gli occhi.
Bisbigli e altri fruscii.
Goten si mise subito all’erta, balzando in piedi. Notò della cenere cadere giù dal camino. Sorpreso si avvicinò e vi si affacciò, tremante dall’eccitazione. Altra cenere gli finì un po’ sui capelli.
«C’è... c’è nessuno?» sussurrò Goten, strizzando gli occhi per cercare di vedere meglio.
Si udì un tonfo all’improvviso e, con un urlo, qualcosa precipitò giù dal tetto all’esterno della casa. Goten vide chiaramente, dalla finestra, qualcosa di peloso cadere al suolo urlando.
Stupito, il bambino corse alla finestra e sbirciò fuori attraverso il vetro. Nel buio e tra la neve riuscì a distinguere una sagoma marrone affossata nella neve. Era una renna? No... al bambino sembrava proprio un cane.
«Ma cosa...?» Goten non finì la frase perché udì un chiaramente qualcosa scivolare giù di scatto dal camino e... andarsi ad incastrare, accompagnato da un «No!», soffocato.
Incerto, il piccolo Saiyan si avvicinò lentamente al caminetto. Notò degli stivali a penzoloni che si agitavano freneticamente e gli occhi gli si illuminarono.
«Babbo Natale!» sussurrò Goten estasiato, con gli occhi simili a due stelline luminose.
«Sono incastrato! Dannazione!» si agitò questi, scalciando più che mai.
Si udì il presunto “Babbo Natale” prendere un bel respiro per ritirare la pancia, così che riuscì a scendere del tutto dal camino.
«Ooooh!» si meravigliò Goten, arretrando di un paio di passi.
Re Kaioh tossicchiò una attimo e si pulì la giacca sporca di fuliggine, borbottando:
«Accidenti a Crilin... cadendo dal tetto mi ha spinto dentro il camino! Tra poco rimanevo incastrato e poi chi mi tirava fuori?» si interruppe, notando che il bambino lo stava fissando con immenso stupore.
«Ehm...» re Kaioh arrossì tutto, ricordandosi di doversi comportare come Babbo Natale «Oh! Oh! Oh! Ehm... Auguri! Oh! Oh!»
L’espressione sorpresa di Goten mutò, divenendo confusa e diffidente.
«Uhm... tu sei Babbo Natale?» indagò il bambino, portandosi le mani ai fianchi.
«Certo!» rispose subito la divinità, esibendo un sorriso «Non vedi? Berretto rosso... giacca... renna...»
«Dov’è la renna?» lo interrogò il piccolo Saiyan, curioso.
«Ehm... là fuori?» propose re Kaioh, indicando fuori dalla finestra.
Goten si voltò subito verso il vetro, vedendo, all’esterno, un bizzarro pupetto rialzarsi a fatica in piedi e scrollarsi la neve di dosso. Goten fece una smorfia poco convinta.
«Ma quello è un cane.» commentò il piccolo, innocentemente.
“Mannaggia a Goku!” imprecò mentalmente re Kaioh “Mi aveva assicurato che Goten non si sarebbe accorto che il costume era di un cane!”
«Beh...» re Kaioh non sapeva cosa dire «Eh... no. E’ solo una renna... particolarmente brutta.»
«Ah.» Goten si rivoltò a guardare “Babbo Natale”.
Lo scrutò per bene, storcendo la bocca, incerto.
Re Kaioh iniziò a sudare freddo.
«C’è... c’è qualcosa che non va?» domandò cauto.
«Sicuro che è Babbo Natale?» chiese Goten, incrociando le braccia.
«Sì... sicuro.» la divinità rise a disagio «Perché... non si vede?»
«Mah...» Goten guardò storto i piccoli occhiali da sole che portava re Kaioh. Poi il suo sguardo analizzò le anomale antenne che fuoriuscivano dal cappello, fino a soffermarsi sullo strano colore della pelle della divinità.
Re Kaioh capì che doveva fare qualcosa o il suo travestimento sarebbe saltato.
«Allora, Goten... ehm... Hai fatto il bravo, quest’anno?» domandò la divinità, sorridendo in imbarazzo.
Goten si aprì in un sorriso a trentadue denti.
«Sì, sì!» confermò, annuendo forte con il capo «Io sono buonissimo! Lo dice anche la mia mamma! Tranne quando non ho voglia di fare i compiti...»
«Oh, i compiti vanno fatti...» re Kaioh si ricordò che Goku diceva sempre che Chichi era davvero fissata con la scuola... anche troppo.
«Lo so, me lo dice anche mio fratello!» annuì Goten, poi tornò a scrutare “Babbo Natale”, con uno sguardo indagatore.
«Ma... i regali?»
I regali?
Re Kaioh prese a sudare freddo.
Quali regali? Goku non gli aveva parlato di nessun regalo!
«Signor Babbo Natale? Dove sono i regali?» chiese ancora Goten, incominciando ad insospettirsi.
«I regali? Eh... beh... ma certo, i regali...» farfugliò re Kaioh, maledicendo mentalmente Goku.
Ah, certo! Poteva contattare telepaticamente il Saiyan e chiedergli cosa fare.

«Goku? Goku, mi senti?» richiamò re Kaioh.
«Um?» Goku si mise subito all’erta, inghiottendo la fetta di panettone che aveva in bocca «Re Kaioh? E’ lei?»
«E chi altri potrebbe essere, scusa?!»
«Mi scusi! Non si scaldi così, però!» Goku addentò una fetta di pandoro e chiese:
«E’ sucfesso qualcfosfa? Comfe sta andanfdo lì?»
«Goku! Non dirmi che ti stai abbuffando! Non capisco nulla di quello che stai dicendo!» si agitò la divinità.
«Chi?» Goku sbirciò un istante la tavola a cui era seduto, bandita di ogni sorta di panettone, pandoro e torroni, tutti mangiucchiati «Io?»
«Insomma!» riprese re Kaioh, decidendo di ignorarlo «Ascoltami bene! Sono in un pasticcio ed è tutta colpa tua! Tuo figlio vuole un regalo! E mi dici che gli devo fare io?!»
«Oh!» Goku smise di mangiare di colpo e abbassò lo sguardo.
Suo figlio voleva un regalo. E lui non aveva nulla da dargli.
«Goku? Vuoi rispondermi, insomma?»
«Chiedilo a lui.» mormorò Goku, facendosi serio.
«Come?» re Kaioh non capiva l’improvviso cambiamento di tono del Saiyan.
«Chiedi a lui che cosa desidera.» si spiegò Goku, con lo sguardo perso nella semioscurità della stanza in cui si trovava, rischiarata solo dalla luce della Luna.
«E... re Kaioh.» aggiunse il Saiyan, alzando in alto il suo sguardo, come a cercare la divinità «Mi faccia sentire.»

“Chiedilo a lui...” si ripeté re Kaioh, guardando il piccolo Saiyan che lo stava fissando a braccia incrociate, impaziente.
«Allora?» insistette Goten, iniziando a preoccuparsi. Che Babbo Natale avesse finito tutti i regali?
«Che cosa desideri, Goten?» gli domandò re Kaioh.
Goten si sorprese a questa domanda. Che cosa desiderava?
«Beh... io, prima di tutto, volevo vedere Babbo Natale.» confessò il piccolo.
«Ora mi hai visto.» lo assecondò re Kaioh «Quindi... nient’altro? Oh! E’ stato un vero piacere conoscerti, ci si ved...»
«No, aspetti!» lo fermò Goten «Io... io vorrei... ho sempre avuto un desiderio... particolare.»
Re Kaioh alzò sorpreso le sopracciglia.
«E quale sarebbe, piccolo?» lo interrogò, sperando davvero che fosse qualcosa che poteva realizzare.
Goten abbassò timidamente lo sguardo.
«Io...» sussurrò, incerto «Io... io vorrei... vorrei... abbracciare il mio papà.»

Il cuore del Saiyan sussultò.
Sentì chiaramente salirgli le lacrime agli occhi.
Suo figlio... voleva lui.
«Oh... Goten...» mormorò Goku, stringendo i pugni.

«Ecco...» re Kaioh era proprio messo male.
Che fare? Come poteva far incontrare i due, padre e figlio, se Goku era morto? Il piccolo Saiyan non poteva esprimere desiderio più impossibile di quello.
«... Goten... io... io non...» la divinità era davvero a corto di parole. La sua preoccupazione era anche dovuta al fatto che Goku aveva udito tutto, perché le sue antenne erano sintonizzate in modo che il Saiyan potesse sentire ciò che diceva suo figlio.
Goten alzò lo sguardo e, mordendosi un labbro, fissò insicuro il suo Babbo Natale. Sperava davvero di vedere espresso il suo desiderio.
Re Kaioh era stato proprio messo alle strette. Cos’altro fare, se no confessare di non essere il vero Babbo Natale e andarsene? Però, facendo così, avrebbe dovuto anche chiarire al piccolo che il padre era morto e che non avrebbe mai potuto abbracciarlo. Beh... ma c’era un’altra soluzione?
Un brutto presentimento si fece largo nella mente della divinità. Concentrandosi, richiamò Goku mentalmente:
“Goku... che intenzioni hai?”

Buffo. Buffo davvero quanto fosse perspicace re Kaioh.
Goku non poté fare a meno di sorridere.
Si alzò in piedi, continuando a tenere lo sguardo basso.
La sua aureola brillò nel buio.
Re Kaioh aveva capito.
Il Saiyan si portò due dita in fronte e chiuse gli occhi, concentrandosi.
«Goku?» lo chiamò ancora la divinità «Goku... non fare pazzie. Lo sai... lo sai che sei morto... Goku? Che stai facendo?»
«Sto tornando a casa.» sussurrò in un soffio il Saiyan.
Aprì di scatto gli occhi e... sparì.

«Che cosa?!» esclamò ad alta voce re Kaioh «Ma è pazzo?!»
Goten non fece nemmeno in tempo a domandare che cosa fosse accaduto.
Un abbraccio caldo e rassicurante.
Un profumo dolce e buono.
Un respiro calmo e regolare.
Il bambino sgranò gli occhi dalla sorpresa, rimanendo paralizzato dallo stupore.
«Sono io, Goten. Sono tuo padre.» sussurrò Goku stringendolo ancor più forte a sé.
A re Kaioh si rizzarono le antenne dall’orrore. Goku era lì, in quella stanza!
Goten non sapeva cosa pensare. Era abbracciato... da un fantasma.
Il bambino non vedeva nessun altro in quella stanza a parte il presunto Babbo Natale. Eppure... qualcosa... qualcuno, lo stava abbracciando. Un abbraccio d’aria e calore. Nient’altro. Però... era bellissimo.
Goten chiuse gli occhi, mentre le lacrime rigavano il suo volto.
«Papà... sei qui...» sul suo viso si delineò un piccolo sorriso di felicità.
Era felice. Tanto felice.
Goku era inginocchiato davanti a lui e lo abbracciava forte, con il viso a sua volta rigato dalle lacrime. Sorrideva, stava abbracciando suo figlio per la prima volta.
Re Kaioh, invece, era letteralmente terrorizzato. Goku aveva violato una regola fondamentale: un morto non può lasciare l’Aldilà se no espressamente autorizzato. Doveva subito portarlo via da lì. Subito!
«Goku! Ma sei matto? Vattene!» bisbigliò re Kaioh, agitato.
«Sssst...» Goku si voltò lentamente verso di lui, con un dito sulle labbra, sempre accompagnato da quel sorriso «Si è addormentato...»
Goku si alzò pian piano in piedi, tra le braccia suo figlio, teneramente addormentato con un sorriso sulle labbra.
«Dobbiamo andarcene, però!» insistette la divinità, seguendo Goku.
«Mi aspetti un attimo, re Kaioh. Solo un minuto, non chiedo di più.» lo pregò il Saiyan a mezza voce «Un solo minuto.»
Re Kaioh sospirò, arrendendosi.
Goku gli sorrise, grato, ed entrò silenzioso in camera del piccolo Goten. Lo posò dolcemente sul letto e lo ricoprì con le coperte. Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò, chiudendo la porta.

Goku, entrato in camera di Gohan, si avvicinò al figlio.
Una carezza sulla guancia e un bacio sulla fronte.
Gohan si voltò nel sonno, ma non si svegliò.

«Ti amo...» sussurrò il Saiyan, abbassandosi sul viso della donna, addormentata sul letto matrimoniale.
Un leggero bacio sulla bocca, un sospiro e poi... sparì.
«Goku!» Chichi balzò seduta sul letto, verificando che lì non c’era nessuno.
Portandosi una mano alle labbra, sorrise.

Goku e re Kaioh erano ritornati nell’Aldilà.
A momenti sarebbe stata l’alba.
Il Saiyan, con lo sguardo perso all’orizzonte, sospirò.
«Mi dispiace, re Kaioh.» confessò Goku, abbassando lo sguardo «Io non dovevo farlo, lo so, solo che...»
«Fare cosa, scusa?» lo interruppe la divinità.
Goku si voltò a guardarlo e si unì al suo sorriso.
«La ringrazio.»
«Figurati.» sorrise re Kaioh e si allontanò.
Goku tornò a guardare malinconicamente il cielo. Poi sorrise di nuovo, divertito.
«Chissà quando si accorgerà, re Kaioh?» si domandò il Saiyan, poi prese a contare:
«Uno. Due. E...»
«GOKUUUUU!» strillò re Kaioh, svegliando tutti sul pianeta «Ti sei mangiato quasi tutti i dolci che erano per domani!»
Goku rise e si portò una mano dietro la nuca.
«Beh... avevo fame!» confessò, continuando a ridere.

Per il resto della notte, quel giorno, re Kaioh continuò ad inveire contro Goku che si era fatto fuori metà dispensa.
Chichi non riuscì a chiudere occhio, sicura che il suo Saiyan fosse stato, anche se solo per un istante, lì con lei.

Ma... Crilin? Che fine aveva fatto?

*

Un cane peloso e marroncino era solo, in mezzo alla neve, completamente gelato.
Battendo i denti, si lamentò:
«Ma capitano tutte a me?!»

*

FINE

*Questa parte della televisione l'ho ripresa da un cartone animato che guardava mio fratello... ^^' Mi era sembrata carina e particolarmente adatta per la mia storia e quindi... eccola qui!

Ne approfitto per fare gli AUGURI a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di arrivare fin qui e vi ringrazio di aver letto. Ciao a tutti! ;)

  
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Me91