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Autore: Sakura Honda    06/06/2013    4 recensioni
{Dal testo}
Alfred fu distorto dai suoi pensieri dal fratellino – Alfred, posso chiederti una cosa?
-Spara- rispose Alfred.
Ci fu un piccolo silenzio, poi Matthew si decise a parlare.
-Perché nessuno mi vede? – chiese il canadese, con la sua solita vocetta.
Mio debutto su Efp, spero vi abbia incuriosito!
Sakura Honda
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vero eroe sei tu, Matthew!




Alfred era assorto a guardare il panorama che si vedeva dal ponte di Brooklyn, in compagnia di Matthew e il suo orsetto.
Era un bellissimo tramonto e strano a dirsi, ad Alfred piaceva tanto.
Gli uccellini disegnavano delle piccole macchie nere sullo sfondo arancione infuocato. Il cielo si volgeva alla sera e il ponte sembrava stranamente deserto, quasi tutti volessero lasciare in pace America e Canada e lasciarli soli a parlare.
Matthew era affascinato alla vista del tramonto.
-Bello – commentò il canadese.
-Già – rispose l’americano, assorto nei propri pensieri.
Era da una vita che non passavano un po’ di tempo insieme.
Alfred, tra Arthur che rompe le scatole, impegni diplomatici e vari film horror con Kiku, aveva dimenticato com’è stare un pò col proprio fratellino.
Sapeva che Matthew aveva bisogno di lui, come lui aveva bisogno di Matthew. In fondo, tra fratelli è così. Purtroppo, per Alfred è stato sempre difficile. Da piccoli erano legati ma dopo tante guerre e cose varie ognuno è andato per la propria strada: il maggiore è diventato il “megalomane” delle Forze Alleate, il minore è rimasto ai margini degli Alleati (addirittura, Ivan si era seduto sopra di lui) tanto che neanche Kumajirou lo considerava. Anzi, era sempre scambiato per il fratello e per questo Matthew soffriva.
Soffriva perché non era considerato una nazione come tutte le altre.
Per questo aveva paura di esporsi con gli altri, anche con suo fratello stesso.
E Alfred lo sapeva.
S’incolpava di tutto ciò che succedeva al fratellino.
Perché non poteva proteggerlo?
Perché non poteva essere il suo eroe?
Alfred fu distorto dai suoi pensieri dal fratellino – Alfred, posso chiederti una cosa?
-Spara- rispose Alfred.
Ci fu un piccolo silenzio, poi Matthew si decise a parlare.
-Perché nessuno mi vede? – chiese il canadese, con la sua solita vocetta.
Alfred rimase spiazzato dalla domanda del fratello minore – ehm… Matthew…
-Rispondimi, ti prego – i due si guardarono negli occhi. Matthew si era pentito amaramente di aver fatto quella domanda. Perché sapeva bene che nessuno gli avrebbe risposo.
Sapeva fin troppo bene che nessuno lo considerava una nazione, tanto da non notarlo mai.
-Io... io… - Alfred, dal canto suo, era mortificato. Sapeva bene che non c’era una risposta alla sua domanda. Perché nessuno lo vedeva? Perché nessuno lo considerava una nazione? Nessuno avrebbe risposto a questa domanda, ma l’americano aveva una contromossa.
-Tu invece, rispondi alla mia di domanda… perché non fai di tutto per essere notato dagli altri? – Alfred se ne pentì amaramente del suo gesto.
Matthew rimase spiazzato di fronte alla domanda del fratello. Non sapeva cosa dire.
-C’ho provato, ma non ci sono riuscito – rispose il canadese dopo una pausa.
-Matthy – il maggiore dei fratelli fece un respiro profondo - se c’è una cosa che ho imparato con l’età e una guerra… – a ricordare la “guerra” che tanto aveva sofferto, quella guerra in cui il suo destino e quello di Arthur era appeso a un filo, quella guerra tanto sofferta, odiata e amata allo stesso tempo, Alfred parve emozionarsi e sembrò avere gli occhi lucidi, ma continuò a parlare, nonostante tutto - è che… bisogna imparare a non farsi mettere i piedi in testa… prima di essere un eroe per gli altri, bisogna essere sempre l’eroe di se stessi.
Matthew mise a sedere Kumajirou sul cornicione del ponte e guardò fisso negli occhi il fratello maggiore.
-Alfred? – il canadese aveva gli occhi gonfi di lacrime.
-Si? – chiese l’americano.
-Tu sei il mio eroe – Matthew fece un lieve sorriso, contento di aver dichiarato finalmente la verità a suo fratello.
Alfred sorrise di fronte alla dichiarazione di suo fratello.
-No, Matthew, il vero eroe sei tu – Alfred aveva uno strano luccichio negli occhi, quasi era commosso da quella manifestazione di amore fraterno.
Matthew, dal canto suo, sembrò non capire.
Kumajirou, invece, aveva inteso bene le parole dell’americano. L’orsetto si avvicinò all’amico canadese e fece una cosa strana: lo abbracciò.
-Va tutto bene! – esclamò Kumajirou.
-Lo vedi? – Alfred sorrise – tu sei il vero eroe, fratellino, tu hai il cuore più grande di tutti – sul viso dell’americano spuntò una lacrima.
Matthew non sapeva rispondere.
Alfred aveva colto nel segno.
Finalmente, dopo tanto tempo, l’americano, egocentrico e megalomane, aveva regalato al timido canadese il regalo più bello di tutti: l’affetto di un fratello. E mai nessuno glielo avrebbe tolto, quel ragazzo, sangue del suo sangue, al quale teneva più di tutti al mondo. Neanche Francis, per lui, era così importante come suo fratello. Amava il francese con tutto se stesso, anche se non lo ammetteva, ma il fratello sarebbe stato sempre a un gradino in più rispetto a Francis o a qualunque nazione. Alfred era al primo posto, prima la famiglia e poi gli altri. Un po’ come Feliciano e Lovino, separati quando erano piccoli ma ora uniti più che mai.
-Alfred – rispose dopo un po’ Matthew, tra le lacrime – ti… ti… ti voglio bene! – Alfred, di scatto, abbracciò il fratello.
-Matty, anch’io! – l’americano cominciò a piangere.
Il ponte s’illuminò delle luci notturne. La luna era alta nel cielo e le stelle le tenevano compagnia, in quel cielo di velluto rosso in cui le stelle erano i diamanti luccicanti.
-Andiamo a casa, fratellino? – chiese Alfred.
-Si! – esclamò Matthew, con voce flebile.
Si alzò in piedi, fece un respiro profondo.
-Pancakes? – chiese il fratello maggiore – stavolta cucino io, non sono come Arthur che non sa mettere insieme due cose.
­-Lo faresti per me? – chiese Matthew ridendo sommessamente alla battuta del fratello.
-Ma è ovvio – rispose Alfred – per una volta, le attenzioni saranno su di te.
 
 
E in quel momento, Matthew Williams capì di essere per davvero un eroe.
L’eroe del fratello maggiore.
E questo, francamente, gli bastava.
Gli bastava davvero.
 
 





-Angolino dell'autrice-
Salve salvino! *sbuca* eccomi qui, con il mio debutto su Efp!
Allora, non vorrei dilungarmi troppo. Questa fanfiction è dedicata alla mia fantastica, unica, inimitabile, indescrivibile _Chibitalia_ che mi ha spinto a lanciarmi in questa sfida, quindi questa è per te, darling!
Una piccola cosina riguardante la fanfiction. Il mio povero cervellino ha partorito questa spazzatura storia così di getto, colpa della mancanza di sonno di fine anno scolastico. Amo America e Canada, sono tra i miei personaggi preferiti e amo il loro rapporto familiare. E poi trovo Kumajirou così carino *modalità fangirl: on* 
E scusate per l'accenno piiiiiiiiiiccolissimo di UsUk e Franada, ma non ho saputo resistere! xD
Va bene, spero che vi sia piaciuta!
Alla prossima!
Sakura Honda

 
   
 
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