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Autore: Akane    13/09/2004    0 recensioni
L’aveva assaggiato, l’aveva avuto, l’aveva posseduto, l’aveva amato, l’aveva vissuto ed ora il resto gli sembrava così noioso e privo di senso, vuoto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hitonari Hiragi, Akane Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL BELLO ADDORMENTATO

IL BELLO ADDORMENTATO

 

Sembrava solcasse il cielo azzurro mentre saltava.

Appoggiò i piedi a terra piegando le ginocchia con elasticità dopo aver fatto un bellissimo dunk.

Nessuno spettatore questa volta, solo il solito campetto di cemento dietro casa sua, due canestri vecchi e una caldissima giornata estiva.

Lasciò cadere la palla senza prenderla come in quel momento faceva cadere tutte le gocce di sudore dalla sua fronte e dalle tempie.

Akane si fermò ignorando il sudore che gli appiccicava i neri capelli spettinati al volto e i vestiti anch’essi bagnati al corpo.

Ansimava leggermente e il caldo e il caldo era soffocante.

Quella era giornata di mare ma si sarebbe dovuto accontentare del suo solito fiume solitario per rinfrescarsi.

Senza tradire la sua espressione imbronciata per chissà quale motivo astruso, prese la sua palla sottobraccio e con passo strascicato si incamminò verso il suo fedele rifugio.

La collinetta verde era in pendenza sotto il sole ma ben areata, ai suoi piedi scorreva il fiume che sfociava poco più in là nel mare. In quel pomeriggio afoso quell’acqua fredda era terribilmente invitante.

Lasciò cadere la palla sull’erba e senza aspettare altro si tolse la maglietta larga che aderiva al suo torace e alla sua schiena rivelando una nuda pelle imperlata di sudore.

I capelli inguardabili presto trovarono vendetta quando immerse letteralmente e completamente  la testa nel fiume.

Inginocchiato sul prato era buffo da vedere: a carponi con la testa nell’acqua.

L’alzò subito perché effettivamente era fredda e creò un arco di gocce sopra di lui che finirono per bagnargli la schiena e in seguito i larghi jeans scoloriti e strappati. Un lungo brivido lo percorse, cosa più che comprensibile, ma non ci fece caso visto che immerse anche le mani a coppa e si buttò addosso quanta più acqua poteva.

Dopo questa bella rinfrescata dove si trovò più bagnato che asciutto, tornò soddisfatto sul pendio morbido e vi si buttò così com’era. Capelli strafondi sugli occhi, mani dietro il capo e gambe incrociate.

Una visione piuttosto piacevole con quella pelle lucida e umida.

Mantenendo un espressione  corrugata e infantile posò lo sguardo dritto davanti a se, su nel cielo terso dove nemmeno una nuvola correva.

Un senso di insoddisfazione lo pervase. Senso che gli teneva compagnia già da un bel po’, da quando una certa persona era dovuta partire per un paio di giorni. Da quella volta Akane si trovava dalla mattina alla sera ad annoiarsi….non che prima facesse qualcosa di diverso, ma si annoiava con questa certa persona!

Pazzeggio totale. L’aveva sempre fatto ma da quando si era messo con Hitonari gli pareva di non aver più passatempi divertenti. Le sue giornate non si riempivano e a lui sembrava non piacergli più.

L’aveva assaggiato, l’aveva avuto, l’aveva posseduto, l’aveva amato, l’aveva vissuto ed ora il resto gli sembrava così noioso e privo di senso, vuoto.

Sbuffò seccato. C’era dentro fino alla testa, chiappe comprese! Non era da lui ma del resto non aveva molta scelta…c’era caduto e ci sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. Ci stava bene, no? E allora perché pensare diversamente?

Chiuse gli occhi con quella di dormire un po’ e prese a ricordare le volte in cui erano stati insieme.

Quella pelle fredda ma liscia, bianca e profumata, quel corpo perfetto e avvolgente, quei capelli così chiari, quasi bianchi, quegli occhi nocciola riflessivi e attenti, quei lineamenti delicati e semplicemente belli, quelle mani curate,  quella voce staccata che sapeva dire verità sconvolgenti ma anche cattiverie con freddezza impressionante e furia terribile.

Lui capace di essere staccato, logico, lucido e razionale ma anche passionale, rabbioso, pericoloso e ribelle.

Si erano insegnati a vicenda tante cose e insieme erano cambiati, cresciuti, camminato a fianco, litigato per poi riavvicinarsi sempre più.

Era impossibile pensare di fare a meno di lui, sarebbe dovuto tornare a giorni.

Quando una settimana fa era partito, Akane aveva percepito solo che se ne sarebbe andato per qualche giorno. Dove e perché non lo ricordava.

Si era solo accertato che sarebbe tornato. Solo quello importava.

Ma si sapeva che il moro era la persona più impaziente sulla faccia della terra e non sapeva quanto sarebbe resistito.

Tutto ciò che gli rimaneva era il ricordo del suo corpo nudo e umido sul suo, della loro lingua intrecciata, delle carezze frenetiche, dei baci pieni di passione, del fuoco che vedevano insieme, del paradiso e dell’inferno vissuto, dell’orgasmo raggiunto mille e mille volte, di tutte le volte che facevano l’amore.

Quanta voglia di farlo di nuovo, di toccarlo, di abbracciarlo, di sentirlo dentro, di vederlo, di star con lui. Un desiderio gli cresceva dentro, un’eccitazione che perfino il suo corpo rivelava.

Lo voleva. Voleva Hitonari ora.

Era così immerso nei suoi ricordi piacevoli, in quelle immagini così forti e vive che non si accorse di chi aveva accanto.

Una figura silenziosa si era seduta vicino a lui e continuava a guardarlo fisso interessato. Una figura che sembrava essere stata evocata dai pensieri di Akane steso sull’erba.

Hitonari era tornato.

Non parlò e non si fece notare, sapeva che non dormiva e dai movimenti del suo corpo si poteva capire anche a cosa stesse pensando. Fece un sorriso malizioso appena accennato e alzò la mano mettendo l’indice all’altezza dell’inguine senza toccarlo.

Il bel biondo non era tipo da fare quel tipo di sorprese, per cui iniziò il viaggio immaginario risalendo, sempre senza toccarlo, lungo il torace. Il vento non soffiava e lui tratteneva il respiro mentre ascoltava quello più seccato del compagno che ignorava la sua presenza.

A modo suo anche Akane era affascinante, eccome!

Aveva quei lineamenti e modi di fare selvaggi che ricordavano esattamente un  ribelle unico.

Hitonari non mostrava mai troppo i suoi sentimenti ma quello che provava in quel momento  era grande e quasi intrattenibile.

Dopo una settimana esatta di separazione forzata, il desiderio del ragazzo era tanto.

La mano arrivò alla bocca del moro e quando pensò che era decisamente arrivato il tempo, sostituì la bocca alla mano, chinandosi veloce e fluido come se fosse il famoso principe  che risveglia la bella addormentata.

Il paragone era assurdo e poco probabile, faceva proprio ridere, ma in quel momento sembravano proprio loro in versione moderna e rivisitata.

Il bacio all’inizio fu leggero e appena accennato…era comunque strano vedere Hitonari fare una cosa simile!

Fu la reazione di Akane più veloce di qualsiasi altra cosa.

Come al solito precipitoso, non riconobbe subito il compagno che colpì con un pugno istintivo di media forza!

L’altro cadde steso a terra con la schiena sull’erba si teneva il volto che rivelava una piccola smorfia di disapprovazione.

Quando Akane realizzò chi aveva colpito si inginocchiò buttandoglisi sopra di slancio dicendo:

- Oh, sei tu…sei tornat -

non riuscì a finire la frase che si trovò la suola di Hitonari sul volto e volò nuovamente a terra dolorante.

Dopo un paio di imprecazioni si guardarono in cagnesco e iniziarono, come saluto, a prendersi un po’ a pugni…evidentemente era il loro saluto personale!

Altro che bello addormentato e principe azzurro…questi sembravano la Bestia e Gaston tratti da La Bella e la Bestia!

Finirono per rotolare sull’erba e cadere quasi sul fiume come dementi cronici!

In quel cm di terra fra il pendio e l’acqua si fermarono ansimanti e leggermente ammaccati.

Akane era sopra a cavalcioni  con le mani appoggiate ai lati della testa del biondo e si guardavano negli occhi seri.

- Stavolta ho vinto…ti ho battuto!-

non ricevette risposta l’uscita trionfale di chi si poteva benissimo immaginare.

- Mi sei mancato, porco cane!-

Una rivelazione mista ad imprecazione detta in fin dei conti nel modo più semplice possibile, come solo Akane sapeva fare. Gli diceva sempre le cose più importanti nel modo più naturale. Era veramente un animale strano!

Hitonari fu colpito da questa ammissione ma non lo diede a vedere.

Attese semplicemente che lui si avvicinasse per portare a termine quella buffa scena.

- E non mi saluti?-

Senza dire altro, finalmente riuscirono  a toccarsi con le labbra e finire quel che avevano iniziato.

Non un bacio superficiale e semplice, bensì uno profonda e provocante, di quelli che non si scordano nemmeno fra 20 anni.

Si erano ritrovati dopo 7 giorni di distanza, si erano salutati e ora potevano abbandonarsi  a quei sentimenti travolgenti e a tutto il desiderio possibile.

Ora chi li avrebbe più separati?

 

FINE

   
 
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