Trafalgar Law non era il tipo d’uomo che sapeva tenersi un insulto, soprattutto quando a farglielo era uno che con la sua lingua lunga voleva dettar legge e comandare tutti a bacchetta, Eustass Kidd.
Lo sguardo del ragazzo, di ghiaccio, passò su tutto il volto del capitano dai capelli rossi, lo squadrò e gli trapassò l’anima. Lo guardava con un’intensità da far paura a chiunque, da far tremare la terra, da squarciare il cielo, da impaurire chiunque, ma non lui, Kidd.

‘Beh, e quindi? Per quale dannatissimo motivo mi stai fissando in questo modo, chirurgo da quattro soldi? Ti sei forse innamorato di me? Non farmi ridere!’
Law a quelle parole strabuzzò ancora di più gli occhi e rispose:’ Cosa stai insinuando, brutto scemo!? E chi è che stai offendendo tu? Voglio che tu te ne renda conto prima di finire all’Inferno!’
‘Sai, sei divertente. Alza il culo e vieni qui, immediatamente. Prima che mi incazzi sul serio.’
‘Non darmi ordini, rosso. E poi, perdi più facilmente le staffe tu che un qualsiasi altro animale con le palle girate...’
‘Mi stai forse paragonando ad un animale, razza di idiota!?’
 
Law si alzò dalla sedia dove era divinamente appoggiato, tolse le mani da dietro la nuca e si avvicinò pericolosamente al Capitano in pelliccia.
‘Tu razza di idiota non mi chiamerai mai più, d’accordo?’
Kidd si stava trattenendo dal ridergli in faccia, lo guardava con gli occhi pieni di lacrime.
‘Che hai da ridere, impiastro?’
Il rosso continuava a piegarsi in due dalle risate, adesso non tentava nemmeno di trattenerle.
‘Non mi hai ancora risposto! Cos’è che ti fa ridere così tanto? Prima mi chiami chirurgo da quattro soldi, prima ancora imbecille tatuato ed ora mi scoppi a ridere in faccia? Che problemi hai!?’
Kidd si asciugò gli occhi e, continuando a ridere, si lanciò verso Trafalgar che lo guardava basito.

‘Oh... Lo sai che anche se sei un chirurgo da quattro soldi rimani sempre il mio preferito!’- e detto questo, prese Trafalgar alla sprovvista e lo baciò con tutta la forza che possedeva nel suo corpo, gli morse le labbra fino a fargliele sanguinare e lo tirò a sé.
Trafalgar dal canto suo gli tirò i capelli così forte che quasi gliene stava staccando una ciocca.
‘Oh, Eustass-ya, tu rimani sempre un animale con le palle girate nonostante tutto!’
‘Hm, ma davvero? E tu con quei tatuaggi sembri appena uscito dal circo.’- e gli morse di nuovo le labbra.
‘Almeno il mio nome non può essere cambiato con qualsiasi aggettivo. Giusto, Stupistass?’- rispose, quando finalmente il rosso lo lasciò riprendere fiato.
‘Questa me la paghi. Ti farò urlare talmente tanto che pregherai di non essere mai nato.’-E gli tolse la felpa di dosso.
‘Questa la voglio proprio vedere, Eustass-ya, sul serio.’ – E gli tolse la pelliccia.
‘Non mi sfidare, chirurgo. E togliti quell’insulso cappello!’- Continuò a dirgli mentre gli mordeva le scapole.
‘Ti toglierò col mio bisturi quel sorrisetto stupido’- e percorse con le dita la bocca di Kidd, soffermandosi sugli angoli delle labbra.
‘Sfidami’- Ed il rosso gli tirò il pizzetto con le mani, mordendogli nuovamente le labbra.


E caddero rovinosamente a terra, in preda dei loro sentimenti e delle loro emozioni continuando a  battibeccare su chi dovesse primeggiare sull’altro.

Anche in quel momento.