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Autore: Sonomi    07/06/2013    3 recensioni
Per un momento la paura del futuro, di perdere Jongin, di perdere se stesso si fece da parte e aspettò qualche secondo prima di pronunciare quella frase che sicuramente l’avrebbe condotto al patibolo.
-Jongin?-
-Mh?-
-Balla per me-
(Kaisoo)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: premettendo che questa è la mia prima ff in questo genere spero che non faccia proprio schifo, ci ho messo impegno e tanto lavoro, quindi spero che almeno qualcosina di decente sia uscito fuori :)
Di solito siamo abituati nella “Kaisoo” a vedere un timido Kyungsoo e un impavido Jongin.. Ma.. Qui no. All’inizio potrebbe sembrare di si, ma scopriremo un Kyungsoo molto intraprendente e un Kai che sembra alle prime armi xD spero vi piaccia :)
 
 
 
BALLA PER ME
 
-Questo è il tuo ultimo giorno da liceale. Come ti senti?- 
La voce di Jongin lo raggiunse all’orecchio in un leggero sussurro, facendolo sorridere. 
-Strano. Mi sento come se stessi per dire addio ad una parte fondamentale di me-
Do Kyungsoo viveva la fine del liceo come un evento da rimandare. L’idea di abbandonare le pareti rassicuranti della sua classe o forse, più semplicemente, l’idea di lasciare Jongin, gli depositava sullo stomaco un nodo di malinconia. 
-Non voglio..- borbottò indeciso racchiudendo le ginocchia fra le braccia. Osservò un filo d’erba rimastogli impigliato nella stoffa dei jeans, lasciando che gli ultimi raggi del sole gli baciassero la pelle.
Il tramonto era il momento che preferiva della giornata, un puro attimo di rilassamento e meditazione. I suoi occhi si posarono sulla riva del fiume, studiandone i riflessi dell’acqua, e si ritrovò a pensare che avrebbe voluto fare come lei: scorrere via. 
-Sorridi, Kyung..- affermò Jongin, mettendo il broncio e pizzicandogli una guancia. -Non mi piace sentire questi discorsi uscire dalla tua bocca-
Kyungsoo sorrise di nuovo e posò il mento sulle braccia, guardando l’amico con gli occhi socchiusi. Amava guardare Jongin, soprattutto nei giorni come quello, quando il giovane decideva di raggiungerlo al limitare del fiume. Si perdeva nell’osservare il modo in cui i capelli scuri gli sfioravano la fronte, o come gli occhi scuri brillassero quando venivano colpiti dalla luce del tramonto.
Kim Jongin sembrava una statua greca, in qualunque situazione lo si guardasse. 
-Kyung?-
Kyungsoo sobbalzò leggermente, rendendosi conto di essere rimasto a fissare l’amico forse un po’ troppo. Quello infatti lo stava guardando con divertimento, le labbra piene distese in un sorrisetto malizioso e involontariamente provocante. Quel sorriso che ogni volta era in grado di fargli smuovere le viscere. 
-Scusa, stavo pensando- rispose balbettando e rivolgendo di nuovo lo sguardo verso il fiume. 
-A me?- domandò Jongin sfacciato, inarcando un sopracciglio. Si divertiva decisamente troppo a provocare Kyungsoo. Non sapeva di preciso il perché, o per lo meno faceva finta di non rendersene conto, ma l’unica cosa di cui era veramente certo era quella di sperare in una reazione dell’amico, di qualunque tipo fosse.
Lentamente si avvicinò al ragazzo, posando il capo sulla sua spalla. Sentì immediatamente i muscoli di Kyungsoo tendersi e sorrise. 
-Mi mancherai Kyung. Dico sul serio- sussurrò Jongin accoccolandosi meglio al fianco del giovane. 
-Quanto?-
-Tanto tanto. Come farò senza di te a scuola? Sarà una noia-
-Ti manca solo un anno Kim. E poi non sei solo, c’è sempre Sehunnie con te- 
-Non è la stessa cosa. Lui non è te- 
A quelle parole Kyungsoo sentì il calore salirgli alle guance e gongolò per un attimo.
Era raro che Jongin esprimesse a voce alta i suoi sentimenti e ogni volta che accadeva non poteva fare alto che assorbire quelle parole e chiuderle al sicuro in un cassettino della sua mente. 
-Non dimenticarti di me, ti prego..- proferì ad un tratto Jongin ripiegando leggermente il capo per respirare meglio il profumo dell’amico.
Amava l’aroma di Kyungsoo, sempre dolce, sempre delicato, un po’ come lui. 
-Jongin, sei pazzo?- rise il giovane divertito. -Perché dovrei dimenticarmi di te?- 
-Conoscerai persone nuove all’università. Ti farai nuovi amici. Magari.. Potresti anche innamorarti..- con quelle parole la voce di Jongin si incrinò e fece finta di schiarirsi la gola.
Kyungsoo accolse quell’affermazione con un’altra risata. Innamorarsi? Impossibile. Non quando il suo cuore era già occupato da quel sorriso assassino. 
-Stasera stiamo insieme? Voglio essere partecipe della tua “notte prima degli esami”- propose Jongin rimettendosi seduto composto. Kyungsoo sorrise e annuì lentamente. 
-Cosa vorresti fare?- domandò quest’ultimo.
-Cinese d’asporto. Casa mia. Andata?-
-Andata- 
 
***
 
La risata di Kyungsoo riempì immediatamente il salotto non appena Jongin si fece cadere addosso un raviolo al vapore, macchiandosi la maglietta blu di condimento.
Guardò afflitto l’indumento ormai da lavare, roteando gli occhi al cielo e lanciando una confezione chiusa di salsa piccante addosso all’amico.
In sottofondo uno stupido programma di cucina rendeva il silenzio meno pieno, ma nessuno dei due vi prestava particolare attenzione.
-Non ridere, insensibile. Devo ricordarti tutte le volte che sei caduto scivolando sul pavimento?- sibilò Jongin incrociando le braccia. 
-Scivolare e farsi cadere il cibo di bocca sono due cose diverse tesoro-  
-Non quando cadendo sei finito in una pozzanghera Kyung, o forse lo hai dimenticato?-
-Io almeno so usare le bacchette quando mangio. Sei come un bambino, Jongin. Hai ancora bisogno di essere imboccato- lo preso in giro Kyungsoo tirando fuori la lingua in un’espressione dispettosa. Il giovane al suo fianco voltò la testa dall’altra parte, indispettito, cosa che non fece altro che far aumentare la risata dell’amico. -Avanti Jongin, fai “aaaah”- 
Prima ancora di rendersene conto, il moro si ritrovò fra le labbra un pezzo di raviolo, e osservò sconvolto la mano di Kyungsoo fargli una carezza sulla testa. 
-E bravo il mio bambino!- cantilenò quello, prendendolo in giro e iniziando già ad alzarsi in piedi, sapendo quello che sarebbe accaduto di lì a breve. 
-Yah! Do Kyungsoo!- urlò Jongin scattando come una molla e cominciando a inseguire il ragazzo per l’intero perimetro del salotto, stando ben attento a non colpire nemmeno per sbaglio uno degli adorati vasi di sua madre. Altrimenti si che sarebbero stati guai. Kyungsoo si lasciò cadere sul divano alzando le mani in aria in un gesto di resa, senza smettere di ridere nemmeno per un attimo, neanche quando Jongin gli si avventò contro prendendolo a cuscinate. 
-Basta! Mi arrendo, mi arrendo!- urlò senza fiato, bloccando le braccia di Jongin in una morsa leggera. Quello gli lanciò un’ultima occhiata fulminante e si rimise al suo posto, afferrando con un gesto secco ciò che restava della sua cena oramai fredda. 
Kyungsoo si lasciò scappare un sospiro pronunciato, accovacciandosi meglio fra le morbide pieghe de divano. L’orologio al muro segnava già le 22.30, e sapeva perfettamente di doversene andare a casa a breve, altrimenti sua madre gli avrebbe fatto uno di quei sermoni difficili da dimenticare. E poi il giorno dopo aveva l’esame, doveva riposare bene. Peccato che non avesse la minima voglia di lasciare quell’appartamento. Osservò attentamente Jongin alzarsi di nuovo e dirigersi verso lo stereo, mettendo uno dei suoi dischi di musica preferiti. Le note di un famoso cantautore coreano si dispersero nell’aria e Kyungsoo non poté fare altro che chiudere gli occhi, rilassando i muscoli del corpo e lasciando che la mente si svuotasse di tutti i pensieri. Per un momento la paura del futuro, di perdere Jongin, di perdere se stesso si fece da parte e aspettò qualche secondo prima di pronunciare quella frase che sicuramente l’avrebbe condotto al patibolo.
-Jongin?-
-Mh?-
-Balla per me- 
Le bacchette si fermarono ad un centimetro dalla bocca di Jongin, colto di sorpresa. Osservò per un attimo il profilo rilassato di Kyungsoo e si chiese se avesse sentito bene o se le sue orecchie lo avessero ingannato. 
-Allora?- 
-Vuoi.. Sul serio che io balli per te?- domandò il moro, tentennante, posando la vaschetta della cena sul piccolo tavolino davanti al divano. L’amico annuì con un piccolo sorriso. -Va bene.. Che coreografia vuoi?- 
-L’ultima che avete fatto a scuola-
-Tarantallegra?- 
Kyungsoo annuì nuovamente. Jongin si alzò dal divano e si piazzò davanti allo stereo alla ricerca della canzone necessaria.
Doveva ammettere che quella richiesta così improvvisa lo aveva lasciato un po’ in imbarazzo e non era da lui una simile reazione.
A momenti ballava da quando aveva smesso di mettere il pannolino e non si era mai sentito a disagio nel farlo. Ma quegli occhi, che proprio in quel momento sentiva posati sulla schiena, avevano l’assurda capacità di farlo tentennare. Con un piccolo gesto il suo dito fece partire la canzone scelta e si voltò verso Kyungsoo.
Cercò di portare la mente in modalità “Kai”, quella che lui definiva la sua “personalità di ballerino”, e lasciò che davanti a lui si formassero i passi della coreografia. Cominciò a ballare.
Nello stesso istante un nodo stritolò le viscere di Kyungsoo e il ragazzo quasi si maledisse della sua richiesta.
Guardare Jongin ballare era come entrare in una dimensione senza tempo, una dimensione in cui esistevano solo loro due e le movenze incredibili di quel ballerino.
Il più grande non poté fare altro che osservare i muscoli dell’altro flettersi ad ogni scatto, ad ogni passo, e non riuscì a evitare il leggero calore che iniziò a infiammargli l’inguine.
Quello era uno dei motivi, anzi, forse era il motivo principale, per cui Kyungsoo aveva smesso di andare a vedere i saggi dell’amico.
Quella sera però aveva voglia di essere particolarmente masochista e continuò a guardare Jongin ballare veloce, sensuale in ogni piccolo gesto, con il crescente desiderio di saltargli direttamente al collo.
Si vergogno per un attimo di quel pensiero, ma rilegò la vergogna in un angolino del suo cervello e lasciò che i suoi occhi si beassero di quella vista. 
Da quanto tempo desiderava Jongin? Non lo ricordava nemmeno. Forse da sempre. Aveva perso il conto delle volte in cui aveva sognato di assaporare quelle labbra piene, di accarezzare la sua pelle che sembrava quasi abbronzata. Ma non poteva. Jongin si fermò, ansimante, e lo stereo si spense.
Guardò Kyungsoo per un istante, in attesa della sua reazione, e si perse nell’espressione leggermente languida del ragazzo.
Rimase un attimo sorpreso, ingoiando un quantitativo eccessivo di saliva quando il giovane davanti a lui si alzò dal divano e si avvicinò lentamente. 
-Kyung..?- sussurrò, spaesato, tremando impercettibilmente. Quello che stava alzando una mano in direzione del suo viso sembrava chiunque tranne che il solito Kyungsoo, e la strana luce che gli scorse negli occhi lo fece rimanere di sasso. Quando poi le dita dell’amico gli sfiorarono la nuca pensò sul serio di star dando di matto. 
-Sta’ zitto- fu la risposta secca di quest’ultimo prima di avventarsi senza preavviso sulle labbra di Jongin.
La prima reazione di ‘Kai’ fu quella si spingerlo via e scappare da quella stanza il più in fretta possibile, ma si rese conto che, anche se avesse voluto farlo, la presa di Kyungsoo non gliel’avrebbe permesso. Oltretutto, non appena i denti di quest’ultimo si erano chiusi sul suo labbro inferiore, Jongin aveva chiaramente sentito la sua ragione andare a farsi benedire e la voglia di allontanarsi dal ragazzo era andata a scemare. Quando poi la lingua di Kyungsoo gli sfiorò la bocca umida in una lenta carezza, Jongin decise di mandare tutto all’aria e farsi trascinare dalla situazione.
Cinse le spalle del giovane senza rendersene conto, lasciando che il più grande approfondisse il bacio con una calma disarmante. 
Kyungsoo non sapeva minimamente quello che stava facendo, ma non aveva nemmeno intenzione di pensarci. Stava baciando Jongin, lo stava baciando per davvero.
Lui non lo stava respingendo. Il resto era inutile, non importava.
Sospinse il ragazzo fra le sue braccia sul divano, cadendo con lui. Fissò per un attimo i suoi occhi sconvolti e non trovandoci nessuna traccia di risentimento o vergogna continuò il suo percorso.
Lasciò un ultimo bacio sulle labbra, per poi iniziare a torturare la mascella con piccoli morsi.
Il mugolio che sfuggì alle labbra di Jongin non fece altro che infondergli coraggio e senza il minimo timore prese a percorrere il collo, lentamente, e riuscì quasi ad avvertire sotto le dita i brividi sulle braccia di ‘Kai’. Sorrise, posando per un attimo la sua fronte contro quella del giovane, e lo guardò intensamente analizzando la sua espressione stralunata. 
-Kyungsoo..- sussurrò Jongin, palesemente sconvolto. 
-Si?-
-Non mi stai prendendo in giro, vero?-
L’accusato lo guardò per un attimo, lasciando scivolare due dita ad accarezzargli una guancia.
-Non dovresti nemmeno chiedermelo Jongin..-
-Perché..hai..?-
-Non dovresti nemmeno chiedermi questo- sbuffò Kyungsoo roteando gli occhi in maniera giocosa, per poi sorridere dolcemente. Jongin gli tirò uno schiaffo leggero e mise il solito broncio da bambino. 
-Lo sai che ti sei appena cacciato in un guaio, Do Kyungsoo?-
-Ah si? E perché?-
-Perché adesso non ti libererai di me tanto facilmente-
-Non potevo chiedere di meglio- 
  
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