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Autore: AllePanda    07/06/2013    2 recensioni
In una ambientazione tutta liceale, Peeta, Gale e Katniss si trovano alle prese con un gioco pericoloso che non ha niente a che fare con gli Hunger Games, ma è molto molto peggio! In palio una borsa di studio per il college, che nessuno dei nostri eroi può permettersi di frequentare senza ottenerla. Cosa saranno disposti a fare? In questa storia ci saranno anche i tanto amati anti-eroi (come a me piace definirli) Cato e Clove e chi più ne ha più ne metta! Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  Solitamente non scrivo queste “cavolate” però ero tanto TANTO giù di morale e quindi ho voluto aiutarmi a ridere un po’ pensando a cose leggere. Spero non risulti antipatica come idea, perché io adoro tutti i personaggi e i loro caratteri. Qui probabilmente mi saranno scappati un po’ OOC ma credo sia inevitabile quando si scrivono scemenze… Se vi piace, se proprio non l’avete mandata giù, insomma, si accettano critiche e recensioni positive  :) grazie. I capitoli della storia non saranno molti, un paio,massimo tre, ero partita con l'idea di una one shot ma poi ho scritto talmente tanto che sarebbe stato troppo! Buona lettura!!

 

"BACI RUBATI"
Capitolo primo: la competizione



Una ragazza solitaria se ne sta seduta per terra, dietro la scuola. Aspetta con trepidazione un ragazzo alto e bruno con gli occhi grigi. Il cuore le martella nel petto così forte che potrebbe scoppiarle. Finalmente si sentono dei passi e dal cumulo di macerie che le sta di fronte, spunta la sagoma slanciata di un giovane diciassettenne bello da mozzare il fiato. – Ehi Gale, sei in ritardo! – esclama la ragazza.
 

-Scusa ma ho dovuto mettere in ordine la palestra – risponde lui. La ragazza sembra squadrarlo per qualche secondo con fare imbronciato, ma subito dopo un sorriso enorme le si forma sul viso. – Il mio migliore amico è proprio un grande atleta, non c’è che dire! – dice riferendosi chiaramente a lui.

Il ragazzo alza un sopracciglio e sbuffa con fare quasi rassegnato. – Già, il tuo migliore amico è proprio un pignolo che vuole trovare tutto al suo posto ogni mattina. E poi beh, se non fossi così bravo nello sport non potrei neanche sperare di andare al College -.  – Già il College – sbuffa lei. I due adesso si fissano senza dire nulla. Poi è il ragazzo a rompere il silenzio: - Allora? cos’hai deciso di fare Katniss? – chiede. Lei per tutta risposta fissa il suo sguardo grigio in quello di lui e dopo diversi secondi sospira e alzandosi in piedi risponde: - Parteciperò! -
(…)
Qualche metro più in là invece, un ragazzo dagli occhi azzurri è alle prese con i propri guai, che in qualche modo sembrano essere collegati con una specie di filo rosso a quelli dei due giovani di cui abbiamo appena parlato. – Ehi Peeta! – si alza una voce nel corridoio della scuola. Il diciassettenne, che aveva appena chiuso a chiave il proprio armadietto e si stava apprestando ad andarsene a casa, ora sembra irrigidirsi. Ha chiaramente riconosciuto quella voce. – Clove! – ansima. La ragazza bruna lo avvicina con fare suadente e sussurra a pochi centimetri dal suo orecchio: - ciao fustacchione, hai sentito della gara indetta dalla nostra scuola? –. Il ragazzo indietreggia immediatamente e sembra che un brivido freddo gli percorra la schiena quasi fosse terrorizzato da quello scricciolo con i nastri rosa nei capelli. – Sì, l’ho sentito ma non ho intenzione di immischiarmi in cose tanto assurde! – taglia corto lui. La giovane sembra scandalizzata dalla risposta di lui perché spalanca la bocca e fa tanto d’occhi. – Non parteciperai? Sul serio?! – chiede. Peeta sospira e grattandosi la chioma bionda con una mano risponde: - scusami Clove, ma anche se per qualche assurdo motivo decidessi mai di partecipare, credo proprio che tu saresti l’ultima persona a cui chiederei di farmi da partener! -. La ragazza fa una smorfia di rabbia e il suo atteggiamento cambia repentinamente: - come puoi parlami in questo modo? Dopo tutto quello che c’è stato tra noi! – grida, tanto che molti altri ragazzi si voltano verso di loro. Peeta pare esasperato. – Vuoi smetterla di gridare, ci sentono tutti! – dice – e poi si può sapere di che cavolo parli? Non c’è mai stato niente tra noi! – esplode. Nel frattempo lui ha già ficcato l’ultimo libro nella cartella e fa per allontanarsi. Clove però lo tira per un braccio come fosse una bambina indemoniata. – Tu mi hai fatta diventare una donna! Non puoi negarlo!! – grida sempre più forte scatenando l’imbarazzo di Peeta e le risa di tutto il resto dei presenti. Lui però non nega. – Hai ragione, è tutta colpa mia e di quella stupida scommessa! Lo sapevo che non dovevo fidarmi di Haytmich e del suo margarita al Pesquito! Se non era per lui non mi sarei trovato in punizione in quell’aula a disegnare fiori! – sbraita di rimando. – Bravo! Dai pure la colpa ad Haymtich! Lui però ha molta più esperienza di te in proposito! – replica Clove. Peeta sembra risentito da quel commento. – Per forza! Sta ripetendo la quinta da almeno mezzo secolo! -. Clove lo fissa in modo maligno e poi confusamente balbetta: - Co-cosa c’entra?!-. Il biondo è così in difficoltà che per fortuna sopraggiunge il professor Crane ad interrompere il loro battibecco. – Che succede qui? – chiede. In men che non si dica il corridoio si svuota. – Comunque lo so che ci andresti con quella! - Clove inizia a frignare e corre in bagno piangendo. Peeta sospira e lancia uno sguardo mortificato al professore e si dilegua a sua volta. Il professor Crane pesta i piedi per terra sentendosi impotente ed ignorato come al solito.
(…)
 Nel frattempo un altro giovane biondo dal fisico niente male è diretto in palestra per rovinare il lavoro che qualcun altro ha appena finito di fare. – Possibile che quel Gale si creda il giocatore di Basket migliore di tutti? – borbotta Cato al suo compare. Marvel è ancora mezzo addormentato dopo la lezione di spagnolo e quindi lo ignora. Dopo aver rovesciato il cesto con i palloni, spostato un materassino di venti centimetri, sparso ovunque palline da ping-pong e da tennis e storto il canestro, Cato comincia a sentirsi meglio e non gli esce più fumo dalle orecchie. Marvel intanto si sveglia. – Ehi Cato, hai sentito del concorso? – bofonchia tra uno sbadiglio e l’altro. – Sì, e mi sono già iscritto. Vincerò, non ho dubbi! – risponde con un sorriso a trentadue denti, poi sputa nel cestino delle cartacce per sentirsi un uomo virile. Marvel sbatte ripetutamente le palpebre, poi emette una specie di grugnito e ripiomba nel sonno.
(…)
Nel bagno della scuola Clove pianifica la sua vendetta nei confronti del biondo che l’ha fatta diventare una donna. Già, perché fino a qualche mese prima, la sua vita era perfetta. Ascoltava Marilyn Manson a tutto volume assordando sua madre ogni giorno, masticava gomme e le appiccicava ovunque, rompeva tutti i vasi di fiori che vedeva in giro (era la sua mania personale) e staccava la testa a tutte le bambole della sua sorellina. Insomma, Clove era un perfetto maschiaccio. Non si curava nemmeno di depilarsi le gambe o le ascelle e quando poteva faceva dei rutti tremendi in pubblico, ridendo di gusto di fronte alle facce scandalizzate delle altre ragazze. Finché un giorno si scontrò con Peeta. Venne messa in punizione per aver calpestato le aiuole della scuola per l’ennesima volta (odiava proprio i fiori!) e si ritrovò a scontare la sua detenzione al corso più odioso di tutti, quello che al liceo non voleva mai frequentare nessuno: il corso di disegno. Seduto accanto a lei c’era questo ragazzo biondo con gli occhi color del cielo, limpidi e luminosi. Era gentile, considerato che nella stanza c’erano solo loro, parecchi fiori da usare come modello, e una vecchia insegnate grassa e con i baffi, a Clove venne un colpo. Dovette per forza sforzarsi di non guardare i fiori, per evitare ulteriori ripercussioni, ma le sembrava di impazzire e l’insegnante non era certo un esemplare di bellezza, per cui alla fine decise di fissarsi su Peeta. Lui era gentile con lei, e ricambiava i suoi sguardi, anche se di tanto in tanto lei si era accorta di come lui fissasse quegli stramaledetti fiori. Ebbe addirittura la sfrontatezza di dipingerli per lei, in segno di amicizia. In quel momento il cervello di Clove impazzì. Decise che forse quel regalo non era così male, che i fiori potevano avere qualche altro uso, non solo quello di essere calpestati per sfogare le frustrazioni. E così si innamorò. Se ne accorse troppo tardi però. Avrebbe dovuto capirlo quando quel pomeriggio si fermò al centro commerciale per acquistare la sua prima ceretta, o forse quando decise di comprarsi una gonna rosa con i fiori. In ogni caso tutti sembrarono fare la sua conoscenza solo in quel momento. Prima veniva bellamente ignorata da tutti, ora che era diventata così femminile perfino Cato, il ragazzo più bello della scuola le stava dietro. Ma per Clove lui era troppo stupido e poi ormai nella sua vita c’era Peeta! Ma quell’essere infame che tanto era abile nel disegnare fiori, aveva già una mostruosa cotta per una sgallettata che amava intrecciarsi i capelli. – Katniss! – grida Clove da sopra la tazza del bagno – giuro che te la vedrai con me! Vedrete cosa sa fare una donna innamorata! Me la pagherai Peeta!!!-. Nel frattempo il professor Crane passa davanti al bagno delle ragazze e sospira. – Questi adolescenti… -
(…)
Manca solamente un giorno alla grande competizione. C’è ancora posto per nuovi iscritti. Al banchetto ufficiale del bando d’iscrizione siede una giovane ragazza bionda dai capelli voluminosi e boccolosi. – Ciao Delly! – saluta Gale. – Oh! Katniss, Gale! Non credevo foste interessati a partecipare! – commenta sorridente la ragazza dal viso paffuto. Lui per tutta risposta lancia un’occhiata imbarazzatissima a Katniss che gli farà da parter in questa assurda competizione. – Ehm….noi veramente passavamo di qui per caso, ciao Delly! – fa dietro front il moro. Katniss sospira e lo spintona di nuovo verso il banchetto delle iscrizioni. – Gale adesso piantala! Tu avrai la tua borsa di studio perché sei uno sportivo e bla bla, ma io non ho speranze di andare al college se non vinciamo questa cosa! – brontola la ragazza tirandogli insistentemente un orecchio. – Ma insomma, ci vedranno tutti! – replica lui. Katniss sembra ferita dalla sua affermazione. – Quindi, ti dà fastidio che ci vedano assieme, cioè, ti vergogni di me? – incalza lei. – No, non è così…- si schermisce lui prontamente. Katniss sbuffa. – E allora che c’è? -. Gale senza più parole per replicare si gira mestamente verso Delly. – Dove devo firmare? –
(…)
Quella notte a casa sua Peeta non riesce a chiudere occhio. Quando finalmente piomba tra le braccia di Morfeo,  sogna Clove che si apposta dietro una aiuola di casa sua e gli tende un agguato mortale. Lo prende a fiori in faccia e grida: “è colpa tua se sono diventata una donnaaaaa!!!”. Quando si sveglia di soprassalto, Peeta ha la fronte imperlata di sudore. Si alza a sedere e sospirando ripensa a tutti i tentativi di avances che la ragazza gli ha fatto negli ultimi mesi. La cosa peggiore è che ha scoperto essere suo vicino di casa. In diciassette anni non si erano mai notati, né visti, né parlati…possibile che adesso quella tizia dagli occhi neri e sinistri lo pedinasse dappertutto peggio di una stalker? Il calvario di Peeta aveva avuto inizio proprio così, in un modo apparentemente normale, con un biglietto: “vuoi essere il mio ragazzo?”. La richiesta era suonata così infantile che lui aveva ben presto cestinato l’invito. E poi c’era già Katniss nella sua vita, o meglio, lei ancora non lo sapeva, ma presto ci sarebbe stata. Peeta infatti passava ore ed ore a contemplarla nei corridoi della scuola. Sapeva tutto di lei, dal suo colore preferito, al suo cibo preferito, della sua tendenza a colpire le persone negli occhi mentre giocava a freccette… (chi è lo stalker adesso?!).
In ogni caso non c’era spazio per Clove. Ma lei lo pedinava, lo inseguiva e al primo biglietto ne erano seguiti altri, dal tenore sempre più minaccioso: da “Se non ci mettiamo insieme ti ammazzo!” a “userò il tuo pesce rosso come gessetto sulla lavagna”…
Peeta se lo aspettava che Clove gli chiedesse della competizione. Ma a lui non importava di andare al College, aveva la sua collezione di tappi a cui pensare. Già, i tappi con i Pokemon (che non finiscono mai!). Fin da bambino aveva speso ore ed ore della sua vita a bere fruttini alla pera per avere quei tappi (e altrettante ore seduto sul wc, per proprietà transitiva)e non poteva gettare tutto all’aria, non adesso. Ma Clove si era fatta sempre più petulante e il fatto che vivesse a pochi metri da lui non aiutava di certo. - Ho deciso – sospira tra sé e sé il nostro Peeta. – Parteciperò e vincerò quella benedetta borsa di studio, così metterò qualche migliaio di chilometri tra me e quella pazza e i miei tappi saranno finalmente al sicuro! Devo solo trovare una partner…-. Oltre al pensiero dei tappi però c’era anche quello di Katniss. – Fa niente, vorrà dire che la sposerò e la porterò con me -. Così dicendo il nostro ragazzo del pane riprende sonno, ora più sereno, mentre due pile dei tappi più anziani lo salutano teneramente dal suo comodino dandogli la buonanotte.

Continua......


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Ora che avete letto, vi prego non uccidetemi! XD A me sembrava divertente, se avete opinioni contrarie e critiche costruittive sono a vostra disposizione :)

  
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