<< Ryaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!!!!!!!!!!!! >> un urlo disumano fece in frantumi la quiete di casa Evans e perforò i timpani del piccolo Ryan, facendolo saltare giù dal letto e correre in camera di sua sorella. Dovevano compiere 8 anni quel giorno, e per quanto lui amasse la sua gemellina, non avrebbe mai e poi mai pensato di doverla avere anche come sveglia. Spalancò la porta della sorella e la vide, seduta sul letto, con le lacrime agli occhi.
<< Che succede sorellina? >> chiese
preoccupato, entrando di soppiatto nella camera rosa. Sharpay saltò giù dal
letto e gli saltò al collo, piangendo come una disperata. Ryan la strinse,
confuso al massimo. Non aveva idea di cosa era successo alla sorella.
<< Ryan… - sussurrò la piccola, strusciando la testolina
bionda sulla maglia del pigiama del fratello. – papà ha detto che non mi compra
la macchina fotografica come la tua… ma io la volevo… >> pianse ancora
più forte e il bambino la strinse con affetto. La sua sorellina, era sempre
stata così indifesa e sensibile. In quel momento prese una decisione. In fondo,
lui era il suo fratellone, e doveva proteggerla e darle il buon esempio. Le
accarezzò i capelli biondi e inspirò il profumo alla vaniglia della sorellina.
Era così dolce.
<< Dai Pay… devi essere forte sai? Altrimenti poi
ti si rovina la faccia. >> la staccò da sé e la guardò negli occhi con un
sorriso dolce sulle labbra. La bambina si asciugò le lacrime e tentò un
sorriso.
<< Se poi si rovina la faccia, chi mi da le
caramelle? >> trillò la piccola, con un sorriso raggiante. Ryan scoppiò a
ridere, trascinando con sé anche la gemella. Rimasero così a ridere, quando per
sbaglio Sharpay fece cadere un suo cuscino sul viso del fratello. Da lì,
cominciarono una vera e propria battaglia con i cuscini. Lui saltò sul letto e
colpì la schiena della sorella, che ricambiò con una cuscinata in testa. Si
urlavano di tutto e di più, finché non caddero sfiniti sul lettone rosa. Si
misero ad ansimare, guardando il soffitto bianco. << Ti voglio bene twin.
>> sussurrò la bionda, per poi appoggiare la testolina sulla spalla esile
del gemello. Lui sorrise raggiante.
<< Ragazzi?? Filate a farvi la doccia, che tra poco
arrivano i parenti! >> urlò mamma Evans ai due bambini che scattarono in
piedi. Si divisero e, mentre lui andava di filato nel bagno vicino a camera
sua, lei andò in quello confinante con la sua cameretta. Aprì la porta e si
mise nella doccia. L’acqua calda le scivolava dolcemente sui lunghi capelli
biondi, mentre lei canticchiava una canzoncina dei cartoni animati. Dall’altra
parte del corridoio, Ryan era impegnato a frugare nella sua roba. Doveva essere
da quelle parti, assolutamente. Era sicuro di averla messa nella libreria, ma
lì non c’era. Guardò sotto i cuscini, sotto il letto, nelle ante dell’armadio,
in mezzo ai vestiti… ma di quello che cercava non c’era traccia. Poi, il suo
sguardo azzurro si posò sul cielo. Era estate e faceva caldo. Passò gli occhi
da una parte all’altra della finestra, fino a finire sulla scrivania. In bella
mostra, sopra tutti i libri di scuola, c’era una bellissima ed ultramoderna
macchina fotografica, grigia metallizzata. Il bambino la guardò un attimo, poi
sorrise e prese una busta rossa. Ci mise dentro la macchina e chiuse tutto con
un colpo di pinzatrice. Poi uscì dalla camera trotterellando, andò nel bagno a
farsi la doccia, come aveva ordinato la mamma.
Dopo cinque minuti, si trovò fuori dalla sua camera con
l’accappatoio azzurro e davanti alla camera di sua sorella, Sharpay con il suo
accappatoio rosa. Si guardarono negli occhi, tanto diversi quanto uguali, e
sorrisero. Si divisero per la seconda volta, per vestirsi.
Ryan scese le scale per primo, vestito con un completo
nero e un papillon sulla camicia bianca. La mamma non gli aveva permesso di
vedere la sua gemella, proprio come quando ci si sposa. Lui non può vederla. In
salone vide entrare tutti i suoi parenti, ma lui era disinteressato. Sorrideva
meccanicamente a tutti quelli che gli mettevano in mano un pacchetto.
Ringraziava con voce spenta tutti quelli che gli facevano gli auguri di buon
compleanno. Perché lui voleva la sua sorellina, la sua gemella. L’altra parte
di lui. Guardava con ansia le scale, in attesa di vedere scendere la sua Pay,
ma ogni sguardo andava a vuoto e si fermava tristemente sui freddi gradini di
marmo italiano. All’ennesimo sguardo, sbuffò e si appoggiò alla colonna
portante in mezzo al salone. Scese la mamma dalle scale, per poi prendere un
coltello e batterlo sul bicchiere. Tutti gli invitati si voltarono verso la
donna dagli occhi celesti e lei sorrise al suo piccolo ometto.
<< Bene, la principessa sta per raggiungere il
principe. >> disse sorridendo, e il piccolo Ryan fece saettare gli
occhioni sulla scalinata. In cima a tutti, c’era la sua gemella, con un
vestitino rosa confetto e una fascia alla vita bianca panna, delle scarpette
bianche e dei nastrini rosa che le scendevano dai capelli lisci. Sulla fronte,
troneggiava un piccolo diadema argentato e le mani erano fasciate da
elegantissimi guanti panna. Il bambino si illuminò tutto e aspettò trepidante
che sua sorella scendesse le scale. Papà Evans accese lo stereo e la musica si
espanse nel salone, inducendo tutti i presenti a ballare. I due gemelli Evans
erano due ballerini provetti, dati tutti i corsi che seguivano. Ryan si
avvicinò lentamente alla gemella che, appena lo vide, sorrise raggiante.
Cominciarono a ballare ridendo e scherzando sotto voce. Ogni tanto passavano
accanto ai genitori, che si stringevano si più nel vedere a che bambini
stupendi avevano dato vita. La piccola si appoggiò al gemello, sussurrando
frasi che lui non riuscì a capire.
<< Cos’ hai detto Pay? >> chiese curioso. Lei
lo guardò negli occhi ed un pizzico di malizia se ne impossessò, facendoli
brillare.
<< Non te lo dico. >> gli fece la lingua per
poi ridere allegramente. Ryan si imbronciò, ma continuarono a ballare, finché
la musica non si spense.
<< Ora, Sharpay e Ryan, che ne dite di scartare i
regali? >> chiese dolcemente la mamma Evans, sedendosi sul divano. I due
gemelli si presero per mano e si avviarono in cucina, dove c’era un sacco,
letterale, di pacchetti. Lo trascinarono in salone e si misero a scartare i
regali in mezzo, sotto gli sguardi estasiati di tutti gli amici e i parenti.
Passarono circa un’ora a scartare i regali, e dopo
un’altra ora si misero a fare tutti i ringraziamenti. Fecero pranzo all’una in
punto, come era stato stabilito.
Ed anche l’ultimo invitato uscì di casa, dando un piccolo
bacio sulla fronte della piccola e un buffetto sulla spalla del bambino. I due
si guardarono negli occhi, prima di venir rispediti di sopra dai genitori.
Prima che la bionda entrasse in camera, però, il gemello la fece deviare e la
portò nella sua di stanza.
<< Fratellone, io devo andare di là… ho sonno…
>> finì con uno sbadiglio, che fece sorridere il fratello. Lui andò alla
scrivania, prese un pacchetto dal cassetto aperto e lo porse alla sorella, che
si illuminò tutta. Non era il sorriso che aveva sfoderato davanti a tutti i
parenti. Quello era un sorriso falso, di convenienza. Ma quello che stava
donando a suo fratello… avrebbe sicuramente fatto competizione con il Sole per
quanto luccicava. Scappò in camera sua e tirò fuori da sotto al letto un
pacchetto rosso con un bel fiocco azzurro. Tornò trotterellante dal gemello e
glielo porse. Si scambiarono i regali di compleanno e li scartarono insieme. Le
reazioni furono pressoché simili. Ryan aprì il suo pacchetto e dentro trovò un
braccialetto azzurro tutto decorato, con una piastrina d’oro. C’era scritto:
“Ryan Evans, proprietà privata di Sharpay Evans” sorrise radioso e se lo infilò
al polso. Gli stava un po’ largo, ma era bellissimo comunque. Invece, Sharpay,
quando aprì il suo pacco, rimase a bocca aperta. Era la macchina fotografica
del suo gemello. Quella che voleva con tutto il suo cuore di bambina. Guardò
con gli occhi lacrimosi il gemello, che sorrideva soddisfatto. Lanciò la
macchina sul lettone e saltò al collo di Ryan, abbracciandolo stretto. Cominciò
a piangere, strusciandosi sulla camicia bianca del gemello che sorrise. Aveva
fatto bene a regalarle la sua macchina. Non bastavano tutti i soldi del mondo
per eguagliare il sorriso dell’altra parte di se stesso.
<< Pay! >> la bionda si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi nocciola. Sorrise a quel ricordo. Erano passati esattamente 8 anni da quel giorno e la macchina fotografica era sempre rimasta sulla sua mensola, piena zeppa di fotografie. << Paaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaay!!!! >> urlò di nuovo Ryan, facendola scendere dal letto. Si mise le babbucce rosa e scese le scale, strofinandosi un occhio ancora mezzo chiuso. In salone c’erano sua madre e suo padre, intenti a mettere a posto alcune cose nella stanza. Ma non erano loro due che l’avevano brutalmente risvegliata dal suo bel sogno del passato. Sbadigliò e salutò i suoi genitori con la mano, mentre si dirigeva a passo lento verso la cucina. Si guardò attorno ma non vide nessuno. All’improvviso, una testa bionda e due occhi azzurri brillanti le spuntarono davanti al viso, facendola saltare per lo spavento. Il ragazzo rise di gusto, appoggiandosi all’isola della cucina, mentre sua sorella riprendeva il suo solito colorito rosa pesca.
<< Ryan sei un’idiota. >> sibilò la ragazza, mettendosi una mano sul cuore. Ma poi rise anche lei, lasciandosi andare. Ryan si bloccò dopo un po’, sorridendo radioso alla gemella. La prese per mano e la portò in camera sua, come 8 anni prima. Le diede un pacchettino rosa confetto con un bellissimo fiocco bianco lucente. Gli occhi caramello, come quella sera lontana, si illuminarono e andò in camera sua a prendere il suo regalo. Tornò dal gemello e glielo porse. Stava per aprirlo, quando la voce di Ryan la fermò.
<< Come 8 anni fa, ricordi? >> sorrise e Sharpay annuì.
<< Ragazzi! Vestitevi che stanno per arrivare! >> urlò mamma Evans da sotto le scale. I due si strizzarono l’occhio, per poi sparire nei rispettivi bagni.
<< Ehi Ryan! Ragazze? >> chiese zio Duncan, il fratello di suo padre. Ryan sorrise ma scosse la testa. No, non era ancora interessato. A lui bastava sua sorella. Come otto anni prima, aveva uno smoking, che però metteva in mostra il fisico scolpito da tutto il ballo e la palestra che faceva con la sorella. Si appoggiò alla colonna in mezzo al salone, in trepida attesa di vedere sua sorella e di ballare con lei come era ormai solito fare tutti gli anni il 1 agosto. E come se qualcuno l’avesse sentito, la gemella comparve sulla cima delle scale, con indosso un vestito argento fino al ginocchio e una cintura nera in vita. Portava un cerchietto nero a tenere i capelli a boccoli, mentre ai piedi portava delle eleganti scarpe nere. Ryan sorrise. La sua gemella era sempre più bella. Partì la musica e i due gemelli si misero a ballare, come facevano sempre. Risero e scherzarono, fino a quando la bionda non si accorse di una piccola differenza con il passato. Sussurrò una frase appoggiata al petto del gemello, che non la sentì.
<< Hai detto qualcosa? >> le chiese, inclinando la testa di lato. Ma lei gli fece la lingua e scosse la testa.
<< Non te lo dico. >> e rise, vedendo il broncio del gemello.
A fine ballo, scartarono i regali dei parenti, per poi pranzare su una tavola imbandita a festa.
Quando anche l’ultimo invitato uscì da casa Evans, i due corsero di sopra, nella camera del biondo, ad aprire i regali.
Ryan aprì la sua scatolina argentata e ci trovò una catenina d’oro, con esattamente sedici anelli, quanti erano i suoi anni. Sorrise radioso e se la mise subito al collo, sotto lo sguardo soddisfatto della gemella. Questa, aprì anche lei il suo pacchetto e ci trovò un braccialetto rosa con delle perline bianche e una piastrina d’oro. C’era scritto: “Sharpay Evans, proprietà privata di Ryan Evans.” Se lo mise subito al polso e gli saltò al collo, come aveva fatto quando era piccola. Gli diede un bacio sulla guancia, per poi buttarsi sul lettone e scoppiare a ridere. Ryan la imitò subito dopo e rimasero sdraiati a guardare il soffitto. Poi lei appoggiò la testa sulla spalla del gemello, che la strinse.
<< Ryan? >> chiamò, ed incontrò gli occhi azzurri del fratello. << Sai cosa ho detto oggi e anche 8 anni fa? >> chiese, sorridendo dolcemente. Era arrivato il momento di dirglielo. Se l’era ricordato per otto anni, era finalmente arrivato il momento.
<< Cosa? >> fece lui curioso, inclinando la testa di lato. Lei gli fece la lingua e gli strizzò l’occhio.
<< Ho detto: “Sei il gemello migliore del mondo” >> lui le sorrise e le baciò la tempia, stringendola di più a sé.
Okay… questa è il ricambio del pensiero che mi ha fatto Ash Snape. Una delle mie tante sister xD. Beh, spero che vi piaccia. ^^ bacioni a tutti e BUON NATALE!