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Autore: Mrs C    08/06/2013    4 recensioni
Sono qui perché l'intero corpo dell'MI6 pensa che io sia sconvolto dalla scomparsa di Bond, ed è così.
Sono sconvolto, frustrato e stanco. E sa perché sono sconvolto, frustrato e stanco? Perché tutti tendono a trattarmi come una mogliettina in lutto. Non lo sono. Sono un uomo, e un hacker.
[...]
E non posso. Non posso permettermelo. Non adesso, e neanche dopo. Non è la prima persona che perdo, so sopportare il dolore.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, James Bond, James/Q, James/Q, Q
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 settembre 2012

Prima seduta

Ore 11:23

 

 

 

 

 

 

Mia madre si chiamava Frances. Era una scrittrice. Mio padre, un ambasciatore nostrano in Francia, ha vissuto lì tutta una vita, finché non è morto schiantandosi contro un camion in autostrada.

Nei rapporti ufficiali dicono si sia trattato di un semplice incidente.

Uno di quelli che capitano ogni giorno. Non sono mai state trovate prove del contrario.

A tredici anni, ho hackerato i sistemi della DGSE [1] e ho scoperto tutte quelle che erano state seppellite, per non far trapelare un sostanzioso scambio di ostaggi fra la Libia e il governo francese, tenuto sotto stretto silenzio. Niente di strano, dirà lei. Capita, a volte, di dover lasciar andare qualche prigioniero per riprendersi uno dei nostri.

Ma non è così, questa volta. Ero uno scambio sotto banco, se mi passa l'espressione, non approvato dal governo di Francia, ma nascosto dagli altolocati coinvolti nella faccenda.

Tre dei nostri, accusati dello sterminio di un villaggio libico, per uno pulito.

Il figlio di un Generale, credo.

Mio padre aveva scoperto questo traffico, non so come, ed era intenzionato a far venire a galla tutto ma gli hanno chiuso la bocca prima che potesse farlo.

Mia madre ha lasciato la sua casa quasi subito, ed è partita per gli Stati Uniti. Io ero molto piccolo.

Ci abbiamo vissuto insieme per quasi vent'anni, come una famiglia normale. Potrei quasi dire che eravamo felici. Perché per un po' lo siamo stati.

Non si è mai risposata, e quando anche lei è morta – una malattia cardiaca congenita – io sono tornato qui, nell'unico posto in cui avrei potuto realmente fare qualcosa. Di buono o cattivo, non lo so.

Ho causato un sacco di guai, prima di quel momento. Sono stato arrestato un paio di volte per furto e guida in stato di ebrezza. Non voglio dire che il mio comportato è da imputarsi alla mancanza di una figura paterna, perché sarebbe nascondermi dietro una scusa che non esiste e io non sono quel tipo di persona.

All'alba del terzo arresto, quando rischiavo il carcere a vita e un'accusa di omicidio pendente sulla testa, ho deciso di fare qualcosa.

Non ero implicato in quel caso, ma mi sono trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

Se capisce cosa voglio dire.

Non sapevo come uscirne. Ci ho pensato a lungo. Così ho deciso di fare ciò che so fare meglio: barare.

Mister Groucho [2], così si chiama il detective che mi stava interrogando, ha rischiato un ictus

quando gli ho rivelato che sapevo perfettamente dei traffici di prostituzione e droga in cui era implicato l'allora primo ministro.

Ovviamente lui non era al corrente dei particolari, ma i vizi del nostro altolocato politico non erano cosa nuova, specie per chi era di casa...

Non avevo prove, se non la mia parola, ma sono stato abbastanza convincente dal far arrivare l'FBI al mio interrogatorio. Credo sia stato quello, il momento in cui ho deciso di giocare tutte le carte che avevo, ad aver cambiato la mia vita.

Ho una memoria eidetica [3], ricordo ogni cosa dopo averla letta una volta. E i server dei servizi segreti francesi non sono gli unici che ho hackerato...

Ho imparato che per essere giusto devi essere anche al sicuro. E per essere al sicuro, negli anni, ho raccolto più informazioni della CIA e l'FBI messi insieme. In modo da usarle al momento opportuno.

Se avevano intenzione di tapparmi la bocca, sarebbero andati incontro al sistema automatico che avevo creato [3].

Devo riprogrammarlo entro un momento preciso della giornata, altrimenti tutto quello che ho raccolto, viene spedito in ogni parte del mondo.

Dalla Cina, all'Inghilterra, Italia, Portogallo, passando per ogni server a cui posso arrivare.

Può immaginarlo? Ogni malaffare degli americani – ogni loro più piccolo e torbido segreto – di dominio pubblico nel giro di un'ora, causando il tracollo finanziario e politico di tutta la nazione.

Erano disposti a rischiare così tanto? Ovviamente no. Non ero un mitomane. Glielo avevo già provato, trascrivendo parola per parola un file secretato degli archivi nazionali, di cui hanno avuto l'accortezza di verificarne l'esistenza.

Non sapevano cosa fare con me. Non potevano arrestarmi, perché sarebbe stato condannarli a morte, e non potevano lasciarmi libero perché ero un'arma di distruzione di massa su gambe.

A me non importava. Non mi è mai importato niente, non fino a questo momento almeno.

Inaspettatamente, in mio soccorso venne M.

Suppongo l'abbia conosciuta, prima che... beh. Un paio di giorni dopo essere stato messo sotto protezione, fui portato via da un paio di uomini che non avevo mai visto e ficcato a forza dentro una limousine in cui mi stava aspettando. Mi guardò per qualche istante, cercando qualcosa nei miei occhi che ancora adesso non riesco a capire bene e a comprendere.

Ma lei era così, per cui non dovrei sorprendermi. Giusto?

“Voglio che sia messo bene in chiaro, ragazzino. Sei sotto la mia supervisione, da ora in poi, e se farai anche un solo sbaglio – uno solo – io non ci penserò due volte a farti sparare in fronte. Non sei l'unico hacker abile che controllo. Capito?”

Fu la sua presentazione e l'inizio di una vita che sarebbe stata, per me, incredibile.

Se mio padre fosse vivo oggi, non crederebbe mai che suo figlio è il caporeparto della Q-Branch dell'MI6 britannico.

Voglio dire... ho sempre avuto un animo ribelle fin da ragazzino, non ho mai creduto di poter fare qualcosa di così importante nella mia vita.

Non è sminuirmi, credo, si tratta solo di saper inquadrare bene la prospettiva.

Sono intelligente, e maledettamente bravo in quello che faccio, ma a volte essere intelligenti e bravi non è abbastanza.

Bisogna avere una possibilità, e non tutti sono disposti a rischiare per dartela, specie una persona con problemi relazionali come me. M ha rischiato tanto e tutto. Avrei potuto fare qualunque cosa, avendo accesso ai computer dei servizi segreti, compreso far esplodere questo palazzo, e il suo culo ancorato a quella poltrona.

Ma non l'ho fatto. E sa perché? Perché glielo devo. Le devo questo, a M, l'avermi dato un'occasione.

E se sono venuto oggi, è per questo motivo: perché glielo devo.

Non sono qui, perché lei è stato convincente nel suo discorso patetico da medico in carriera, Dottor Lecter. Non una sola parola è rimasta nel mio cranio abbastanza a lungo per fare breccia nel mio cervello o, peggio, nel mio cuore.

E l'unica persona che aveva questo privilegio, come lei ben sa, non è più qui per dimostrarglielo.

Sono qui perché l'intero corpo dell'MI6 pensa che io sia sconvolto dalla scomparsa di Bond, ed è così.

Sono sconvolto, frustrato e stanco. E sa perché sono sconvolto, frustrato e stanco? Perché tutti tendono a trattarmi come una mogliettina in lutto.

Non lo sono. Sono un uomo, e un hacker, gioco con le stringhe di codice dalla mattina alla sera – e, mi creda, non c'è niente di più freddo di una serie di intervalli e numeri che ti guardano impietosamente in attesa che tu riesca a sbrogliarne il significato nascosto – e so quando posso e non posso essere sentimentale.

E non posso. Non posso permettermelo. Non adesso, e neanche dopo. Non è la prima persona che perdo, so sopportare il dolore.

Per cui, se lei e tutti gli altri volete che io venga qui, a perdere un'ora e mezza del mio tempo, benissimo: lo farò.

Parlerò della mia famiglia, dei miei problemi, di come mi sento e di quanto mi da fastidio che qualcuno cerchi di scavare dentro di me senza permesso.

Sono disposto ad assecondare questa terapia, ma non cerchi di psicanalizzarmi.

Tutti nascondiamo dei segreti, Dottore. Se lei farà qualcosa che non sarà di mio gradimento, farò in modo di scoprire i suoi. E, mi creda, sono bravo in questo, è il mio lavoro. Sono il migliore.

 

 

 

 

 

 

       

14 settembre 2012

Prima seduta

Ore 12:19       

 

Il paziente presenta un accentuato disordine psicosociale. Probabile presenza di Asperger, anche se non in forma completa. Rifiuto della realtà, e chiusura nei confronti dell'esterno. Si richiede l'aumento delle ore di terapia durante la settimana.

 

 

Firma del Dr.

Hannibal Lecter

 

 

 

 

 

 

 

Ps. I'm a Serial Addicted

 

[1] Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE), i servizi segreti francesi che si occupano delle trattative con l'estero.

[2] Un piccolo omaggio al personaggio di Dylan Dog XD

[3] Un altro piccolo omaggio a tre/quarti dei miei personaggi di telefilm preferiti che hanno, appunto, una memoria eidetica: Mike Ross (Suits), Spencer Reid (Criminal Minds), Patrick Jane (The Mentalist).

[4] Copiata spudoratamente da un episodio dell'ultima stagione di Supernatural. Messa come l'ho messa io, non è spoiler, tranquilli XD

 

 

Ordunque, siamo giunti! Hello everyone! Come avrete sicuramente notato è una fanfiction un po'... particolare. Tanto per iniziare quando ho deciso di metterci in mezzo lo psichiatra, non avrei potuto sceglierne un altro se non il Dottor Lecter di Hannibal (tv), di cui mi sono pazzamente innamorata sdnskdmsmdsdsihushdeuh ma non è un Crossover o una AU e non lo sarà, ecco, chiariamolo XD in secondo luogo, ho deciso di esplorare un po' la mente di Q, a cui mi sento molto affine. Ho cercato in tutti i modi di capire, come poteva sentirsi a perdere l'unica persona a cui tenesse, e come avrebbe potuto reagire. E questo è il risultato. Ho pensato molto a come poteva essere arrivato all'MI6, ed è uscito così. Spero di non aver sminchiato troppo il suo personaggio, ho cercato di mantenerlo nei limiti di ciò che sappiamo (che, purtroppo, non è molto). Good, considerando che in questo momento ho tanto tempo libero, credo e spero che il prossimo capitolo sarà a breve. Non saranno molti, forse una decina. Dipende da come e quanto decido di sviluppare 'sta cosa! Vi lascio un abbraccio, e una strizzata u.u see you later!

 

Ps. il titolo è preso da I'm good, i'm gone di Lykke Li.

 

Jess

   
 
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