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Autore: _Zexion_    08/06/2013    1 recensioni
Una cosa risaputa, era certamente che la Teikou era una scuola media decisamente grande. Contava molti studenti divisi per le aule per le lezioni del primo, secondo, terzo anno.
Inoltre bisognava contare che vi erano anche molti club, forse anche troppi e che altrettanti avevano dunque una sede, degli spogliatoi nel caso fossero serviti, separati in più edifici e sicuramente altro ancora.
Per questo non era difficile immaginare qualcuno non trovare chi stava cercando, a meno che non fosse un incontro programmato.
Le probabilità dunque che Aomine vedesse Kise Ryouta, famigerato modello circondato quasi sempre da ragazzine erano comunque del 30%.
Il giorno in cui, quindi, lo vide, se ne sorprese.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Phases.
Fandom: Kuroko no Basket
Rating: Verde
Avvertimenti:  One - Shot
Note: Pure!Mine is coming BD Notiamo il lieve Shonen-ai che ne uscirà da questa fic, lieve lieve. Ho pensato che io certe cose proprio non le so scrivere quindi, antecediamo il tutto.
Così, ecco l’AoKise formato medie, con un Kise nascosto (per questo avvertimento OOC, dato che sono solo mie supposizioni su come potrebbe comportarsi in determinati casi) e le fasi di un Aomine preso solo dal basket che scopre l'amore(?), cercando di dare un giusto senso alla mia giornata. (SEH).  Un giorno scriverò qualcosa di schifosamente FLUFF.  O forse no.
Comunque.  Le parti in corsivo sono i pensieri di Aomine.
Vi lascio alla ff, enjoy ;w;/

Phases.

 
Pensandoci lucidamente, Aomine non era mai stato il tipo di persona che si interessava a qualcuno o a qualcosa facilmente.
Era un semplice ragazzo fissato con il basket che non faceva altro che rincorrere la palla, avanti ed indietro, reputando importante solo il suono che facevano le scarpe sul parquet, il ritmo, il modo in cui ogni volta si muoveva per tenere il controllo, scartare, correre, tirare,volare sul campo.
Pensava, in qualche modo, che gli sarebbe bastato solo quello. Parlare di ragazze o di qualsiasi altra cosa come gossip od il resto non rientrava nel suo interesse, parlandone passivamente con qualche compagno di classe, pensando in realtà solamente a quando sarebbe arrivato l’orario per scendere in palestra e nuovamente riprendere ancora ed ancora con la sua routine sportiva, unico interesse.
Obiettivamente, quindi, non riusciva proprio a comprendere perché dovesse importargli molto delle chiacchiere su quel modello famoso già alle medie e corteggiato a non finire.
Non lo riusciva a comprendere, ma  che fosse per il continuo sentirne parlare o quant altro, istintivamente il suo sguardo iniziò a seguirne i movimenti.

Una cosa risaputa, era certamente che la Teikou era una scuola media decisamente grande. Contava molti studenti divisi per le aule per le lezioni del primo, secondo, terzo anno.
Inoltre bisognava contare che vi erano anche molti club, forse anche troppi e che altrettanti avevano dunque una sede, degli spogliatoi nel caso fossero serviti, separati in più edifici e sicuramente altro ancora.
Per questo non era difficile immaginare qualcuno non trovare chi stava cercando, a meno che non fosse un incontro programmato.
Le probabilità dunque che Aomine vedesse Kise Ryouta, famigerato modello circondato quasi sempre da ragazzine erano comunque del 30%.
Il giorno in cui, quindi, lo vide, se ne sorprese.

Kise Ryouta. Pensò, mentre lo vedeva passare nel corridoio dell’altro edificio, attorniato come sempre da ragazze. Alcune  lo tenevano a braccetto ed una sembrava abbastanza temeraria persino da offrirgli dei biscotti. E’ alto. Ma non credo quanto me. Non mi sembra così speciale come dicono tutti.
Giocava con la penna, assorto nei pensieri mentre dal suo banco vicino alla finestra non era poi tanto difficile riuscire a vedere cosa succedeva nel cortile e per i corridoi dell’altro edificio.
Storse appena al naso al sorriso che vide fiorire sul volto del biondo e la penna gli sfuggì dalle mani, facendogli distogliere lo sguardo.
Cosa ci trovano le ragazze in lui? Sospirò, rimettendosi seduto e tornando a guardare verso il ragazzo notò che era rimasto solo. Inclinò appena il capo, poggiando il mento sulla mano e non riuscendo davvero ad immaginare cos’avesse di speciale.
Poco dopo, tuttavia, si ritrovò sorpreso nell’osservarlo gettare nel cestino i biscotti che poco dopo gli aveva dato quella ragazza.
Oh.  Pensò, nel vedere Kise volgere lo sguardo verso di lui. Credo mi abbia beccato.
Non fece nessun gesto per scusarsi od altro ma istintivamente separò il mento dalla mano quando lo vide sorridergli e portare un dito sulle labbra, intimandogli il silenzio, prima di riprendere a camminare e rientrare in classe.
Aomine rimase fermo in quella posizione, senza alcun intenzione di muoversi per un po’, almeno sino a quando non portò una mano tra i capelli, scompigliandoseli.
… Allora non è solo tutti sorrisi e moine. Chissà perché, si ritrovò a pensare che avrebbe voluto conoscere tutto di lui.

Vederlo dopo quel giorno fu inaspettatamente difficile. Prima di farcela davvero passarono tre settimane, settimane nella quale aveva sentito più voci su di lui riguardo al passare da club a club cercandone uno alla quale unirsi.
Sembrava essere capace in tutto, ma niente che lo prendesse davvero.
Aomine non lo capiva.  In un certo qual senso per lui era stato istantaneo innamorarsi di uno sport, amore perfettamente ricambiato per quel che ne concedeva e dunque tutta quella storia era particolarmente strana.
Fu proprio perché era sovrappensiero come poche volte che durante l’allenamento la palla gli sfuggì dopo aver mancato un passaggio di Tetsu.
Quando si girò per andarla a prendere, vedere contro chi era finita lo sorprese, chiedendosi dunque se era sarcastino il destino.
E’ lui. “La palla è mia! Scusa, mi è scivolata.” Gli sorrise, mentre il volto altrui assumeva un’espressione quasi imbronciata.
“Stai più attento.” Si sentì dire e poco dopo riottenne ciò che era andato a prendere.
Lo vide girarsi e respirò più a fondo, guardandolo andare via. Credo non si ricordi di me.
In qualche modo, tutto quello lo infastidiva.

“Aominecchi! Di nuovo!”
“Eh? Ancora? Non sei stanco di farti battere, Kise?”
“Stavolta ti batterò, ne sono certo!” Aomine roteò gli occhi, sbuffando e asciugandosi il sudore con la maglia, mentre lo osservava alzarsi di nuovo. In qualche modo sembrava proprio che Kise fosse predisposto a sua volta ad amare il basket. La cosa gli piaceva, facendolo sentire più vicino a lui di tanti altri ma al tempo stesso ancora distante.
Stava per rispondere, quando notò l’ombra di qualcuno sulla soglia della palestra e si fermò, facendo rintoccare la palla sul parquet.
“Per oggi basta.” Lo sta aspettando. Indicò col viso in una direzione e quando Kise si girò lo vide sembrare sorpreso, prima di sorridere. Beh è la sua ragazza.
Si girò, per andare negli spogliatoi , ignorando i richiami di Kise, stringendo la presa sulla palla.
Quella cosa, davvero, iniziava ad infastidirlo.

Quando avevano cacciato Haizaki dalla squadra non era stato ne felice, ne triste. Aveva altri pensieri per la testa e benché quest’ultimo fosse stato un suo compagno di squadra molto forte, era più occupato a credere in Tetsu e nelle sue parole, per non farsi prendere dall’angoscia di essere arrivato ad un punto di non ritorno, che altro.
Tuttavia, in un momento di lucidità si sentì cattivo.
Perché nel momento in cui Haizaki aveva rubato la ragazza a Kise e a quest ultimo non aveva veramente dato problemi, non aveva potuto fare a meno di sentirsi felice.
Probabilmente c’era davvero qualcosa di sbagliato in lui.

“E quindi Tetsu-kun ha fatto… Dai-chan, mi stai ascoltando!?” La voce gracchiante di Satsuki lo fece sospirare, mentre abbassava lo sguardo verso di lei, camminando verso casa.
Ogni volta era sempre la stessa storia con Tetsu qui, Tetsu là, Tetsu ha fatto questo, Tetsu mi ha sorriso e tanto altro. Troppo.
Che noia. Forse perché era una ragazza o forse perché non gli interessava, ma sentirla parlare era l’ultimo dei suoi problemi.
“Oi, Satsuki.”
“Mh?”
“Come hai capito che ti piaceva Tetsu?” La vide arrossire, prima di toccarsi la gonna in maniera così… femminile. A volte Daiki si dimenticava che la propria amica di infanzia era tale.
“Beh… come si innamorano tutti no? Il batticuore quando ti sorride, la gelosia quando qualcuno che non sei tu si avvicina troppo… la paura di perderlo…  il… sentimento per… “ La vide arrossire di più, prima che un poderoso schiaffo gli arrivasse in mezzo alla schiena, facendogli cadere il ghiacciolo e mugolare di dolore.
“OI, MA CHE CAV- “
“DAI-CHAN NON SI CHIEDONO QUESTE COSE AD UNA RAGAZZA! STUPIDO!” la vide correre via e sospirò di nuovo, confuso e dolorante.
“Ragazza… sei più un mostro…” Borbottò, rimettendo a posto la borsa a tracolla, camminando sino a fermarsi vicino ad un edicola, dove su una rivista in piena copertina spiccava la foto di Kise.
Non la prese ne altro, solamente rimanendo a guardarla.
Il batticuore quando ti sorride. Osservò quella fotografia fino a quando delle ragazze non la presero, ridacchiando e facendo qualche commento, entrando in negozio per pagarla. La gelosia quando qualcuno si avvicina troppo… Ma ora Kise era single. La paura di perderlo. Anche se era costantemente circondato da ragazze che gli facevano il filo…
Portò le mani in tasca, arrivando così davanti al super market dove solitamente si incontravano con gli altri della squadra, vedendo uscire proprio l’oggetto dei suoi pensieri con un sorriso sul volto che avrebbe potuto far invidia a chiunque.
Sentì una stretta al petto, prima che lo notasse.
“Aominecchi!” Non gli andò incontro, non ricambiò il saluto a parole, limitandosi ad un gesto del viso, osservandolo attentamente quando fu vicino.
Lo sentiva parlare a più non posso come al solito senza ascoltarlo veramente.
Immagino che quello che non ha detto riguardi la lussuria. Pensò, mentre lo sguardo si puntava sulle labbra di Kise, senza molta consapevolezza.
“Aominecchi?”
“Uh?”
“C’è qualcosa che non va? Ti vedo un po’ assente…” Il silenzio durò ancora un po’, mentre la morsa al petto di Aomine aumentava guardandolo in volto.
Girò il capo a destra e a sinistra, inclinandolo e passandosi una mano dietro il collo, prima di sospirare.
“Oi, Kise.” Iniziò, mentre l’altro gli prestava totalmente attenzione, come il cagnolino che era solito essere.
“Vuoi uscire con me?” e forse lo sguardo sorpreso altrui gli fece nutrire dei dubbi, ma quando lo vide mordersi le labbra un po’ in imbarazzo ne fu sicuro.
Dopotutto, credo proprio mi piaccia.
  
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