Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Vic 394    09/06/2013    3 recensioni
Once-ler ha distrutto ogni cosa bella che esisteva nella valle, costringendo tutti a condurre una vita priva di natura, come tutti sappiamo. A meno che...
-“Magrolino? Magrolino, svegliati” esclamò Lorax spaventando l’interessato che si alzò di scatto facendolo cadere dal letto.
Once-ler si guardò intorno: quella non era la sua stanza con le pareti muffite, era la sua vecchia abitazione, quel tendone in cui viveva prima di diventare ricco e famoso. Prima di distruggere ogni cosa.-
Ho pensato di scrivere qualcosa di diverso dal solito, spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lorax, Once-ler, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era fatta. Tutte le promesse che aveva fatto erano state infrante, così come la valle era stata distrutta senza nessuna pietà, nessun rispetto o scrupolo.
Once-ler era lì, imbambolato a fissare le conseguenze della sua avidità. Avrebbe potuto evitarlo, dire di no finché era in tempo. Ora che tutti gli alberi di truffola erano stati abbattuti non aveva più nessuna speranza di cambiare le cose.

Come aveva potuto essere così cieco? Possibile che lo avesse fatto solo per compiacere la sua famiglia?
Era stato abbandonato, sia da loro, sia dagli animali, perfino Melvin. E da Lorax, che gli aveva lasciato solo una frase incisa su una pietra: a meno che.
A meno che… cosa?
Once-ler si chiuse nella sua vecchia fabbrica a pensare, per anni, a cosa quella frase potesse riferirsi.

Poi, dopo una vita di pentimento e riflessioni, la risposta al suo enigma bussò alla sua porta, letteralmente.
Un ragazzino come tanti altri, che però teneva a quel qualcosa dimenticato da tutti gli altri: gli alberi. Sì, Ted aveva riportato la speranza nella vita dell’ormai vecchio e stanco inventore, aveva piantato l’ultimo seme di truffola e ora lentamente le cose stavano tornando come prima.
E Lorax. Lorax era tornato dal suo amico (pardon, conoscente) Magrolino, per congratularsi con lui.
Le cose erano finite per il meglio, ma Once-ler non poteva fare a meno di pensare a come tanti anni prima sarebbe bastato un semplice “no” per impedire a tutti quella sofferenza inutile.

“Magrolino? Magrolino, svegliati” esclamò Lorax spaventando l’interessato che si alzò di scatto facendolo cadere dal letto.
Once-ler si guardò intorno: quella non era la sua stanza con le pareti muffite, era la sua vecchia abitazione, quel tendone in cui viveva prima di diventare ricco e famoso. Prima di distruggere ogni cosa.
Istintivamente si diresse verso lo specchio. Gli venne restituita l’immagine non di un vecchio, ma di un ragazzo nel fiore degli anni, con i capelli scuri e gli occhi blu come il cielo, vispi e vivaci. Non aveva neanche un accenno di baffi. Cosa gli era successo?
Possibile che fosse stato tutto un sogno? Un viaggio interdimensionale? Eppure gli era sembrato tutto così realistico… Che qualcuno lassù avesse udito le sue preghiere, accordandogli una seconda occasione?

“Oncie caro, finalmente sei in piedi” esclamò sua madre entrando senza grazia nella stanza, mentre Lorax sgusciava fuori.
“Sto andando a dare ai tuoi fratelli il via per buttare giù qualche piccolo albero, a te serve qualcosa?”
Once-ler si fermò a riflettere velocemente. Se davvero fosse stato tutto un sogno o no non lo avrebbe saputo stabilire, era così reale. Aveva visto le conseguenze delle sue azioni negli anni, il disboscamento non si sarebbe fermato a “qualche albero”, ora se ne rendeva conto. Ma aveva ancora la situazione in mano. Aveva il potere di cambiare le cose. Sarebbe cominciato tutto daccapo, a meno che…
“A dire il vero puoi dirgli di fare i bagagli. Ho deciso di bloccare il progetto” esclamò sicuro.
“Ma cosa vai farfugliando Oncie, devi pensare alla tua azienda, alla tua mamma…”
“Non esiste nessuna azienda, mamma. Non è mai esistita e non ho nessuna intenzione di metterla in piedi. Non ho bisogno del vostro aiuto per distruggere un ecosistema”
Sua madre impallidì di colpo e Once-ler potè giurare di aver visto un bagliore di tristezza nei suoi occhi.
“Beh, mi hai delusa davvero moltissimo Oncie: hai la possibilità di diventare qualcuno amato da tutti, di diventare ricco, e decidi di buttarla via così per metterti a fare il naturalista. Dovresti solo vergognarti” rispose la donna girando sui tacchi e sbattendo la porta.
Poco meno di un’ora dopo il ragazzo sentì il rumore del camper che si allontanava sempre di più. Meglio così.

Quando uscì dalla sua casetta trovò Lorax ad aspettarlo.
“La tua famiglia. Se ne sono andati” constatò il guardiano stupito.
“Si, beh, diciamo che li ho mandati via”
“E come la metti con la tua invenzione?”
“Venderò gli thneed che mi sono rimasti e a esaurimento scorte archivierò la faccenda. Preferisco trovare un impiego che non danneggi questo posto” sorrise mentre accarezzava distrattamente la corteccia di una truffola.
“Sei stato saggio, Magrolino” Lorax venne sorpreso dall’abbraccio che ottenne per risposta, a cui si aggregarono presto anche tutti gli animaletti, Quisquilia primo tra tutti.
Once-ler si sentiva sollevato e sereno dopo tanti anni… o solo pochi giorni, cosa importava?
“Ora dove te ne andrai?” Chiese Lorax.
“Ti  dispiace se resto qui? Mi sembra un bel luogo dove vivere”
“Mi dispiace eccome, ma a me basta che non ti fai venire in mente altre idee strane” gli fece l’occhiolino. Once-ler sorrise.

Non avrebbe mai ottenuto il rispetto dalla sua famiglia e tentare di comprare l’amore di sua madre non avrebbe portato a nulla di buono, ma ora aveva degli amici a cui teneva davvero e che anche se non lo davano a vedere gli volevano bene, come una piccola, brontolona e a volte irritante palla di pelo arancione.
“E ora, chi vuole dei pancake?”


46 anni dopo

Once-ler era seduto sulla panchina del parco di Greenville, mai diventata la Thneedville senza natura che aveva immaginato tempo prima. Ma qui, immerso nel verde, con alberi che pulsavano di vita, non poteva immaginare un mondo privo di alberi ed erba. Accanto a lui sua moglie guardava giocare con la palla il loro piccolo amore, il loro unico nipotino.
“Nonno Oncie? Se divento tanto ricco poi piaccio a Audrey?” chiese il bimbo di appena cinque anni indicando una bambina dai capelli rossi che intrecciava fiori all’ombra di un albero, poco più in là.
Once-ler guardò il bambino con amore, aveva talmente cose da imparare sul mondo e sul valore delle cose…
“Non esistono solo i soldi al mondo Ted, ricordatelo sempre” lo ammonì.
“Io stesso per esempio se fossi diventato ricco e famoso non avrei mai conosciuto tua nonna” aggiunse lanciando un’occhiata dolce alla donna accanto a lui.
“E se tu e nonna Norma non vi conoscevate che succedeva?” chiese il piccolo Ted con grande curiosità.
“Voglio raccontarti la storia di un uomo che una volta mi è apparso in sogno” rispose il vecchio prendendo in braccio il nipote.
“Tutto è cominciato tanto tempo fa…”





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Angolo Vic
Mi è piaciuto da matti scrivere questa storia, nonstante tutto :D ne sono entusiasta.
La dedico a Violetta che mi ha fangirlizzato tutto il tempo, a Claudia e Diletta, che sono state le prime a cui ne ho parlato e infine a Chiara, che ascoltato i miei scleri sul film durante l'ora di... e chi si ricorda, le stavo parlando di pesci che camminano per la miseria!
Insomma, mi è piaciuto scrivere qualcosa di differente, anche con personaggi vecchi e nuovi le fanfiction su questo film hanno sempre lo stesso succo: gli alberi vengono tagliati eccetera. Le ho lette, mi sono piaciute tutte molto, ma ho preferito variare leggermente, spero solo di non essere risultata troppo pretenziosa o arrogante :)
Grazie a coloro che recensiranno, come sempre accetto anche commenti negativi.
Che dire, alla prossima!!

Vic
   
 
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