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Autore: Silver_    09/06/2013    3 recensioni
Lara e Alessandro erano amici.
Poi sono cresciuti, i loro interessi sono cambiati e si sono allontanati.
Il culmine è arrivato con il trasferimento di Alessandro.
A Lara in quel momento non importò del loro allontanamento: non aveva bisogno di Alessandro, dopotutto, se lui l'aveva abbandonata voleva dire che non meritava il suo affetto.
Il menefreghismo verso il ragazzo viene però sconvolto dal suo ritorno, cinque anni dopo.
Quei pensieri erano frutto della lontanza, della convinzione di non dover vedere più quel ragazzo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Alessandro era tornato a far parte della mia vita all’improvviso, era l’unica cosa che veramente non mi aspettavo, e soprattutto l’unica cosa che non pensavo mi avrebbe sconvolto così tanto.
Vivere in un piccolo paese implicava che tutti si conoscevano, e a scuola non c’erano così tanti alunni da dover avere più sezioni, o se vogliamo esagerare, più scuole.
Avevo conosciuto Alessandro più o meno all’asilo. Eravamo dello stesso anno ed, insieme ad altri 20 bambini, formavamo un bel gruppetto da gestire.
Ovviamente un bambino di 4 anni non sa cosa voler dire voler bene a qualcun altro, ma adesso, ripensando ai gesti e ai comportamenti, devo ammettere che io e Ale eravamo veramente buoni amici: spesso ci ritrovavamo a giocare insieme; lui preferiva la palla e l’andarsi a infangare in mezzo al prato del piccolo cortile dell’asilo. Altre volte, però, soprattutto quando la pioggia ci costringeva a stare dentro, riuscivamo a convincere i nostri compagni all’intramontabile gioco del “mamma e figlia”, e Ale era quasi sempre o mio marito o mio figlio – mi viene da ridere a pensarci ora. –
Sì, all’asilo eravamo buonissimi amici.
Poi arrivarono le elementari. La classe era più o meno la stessa, forse c’erano un paio di persone in più, che avevano frequentato asili in città, però principalmente eravamo sempre noi.
Durante le elementari i rapporti tra i bambini cambiano molto: è proprio durante questi anni che ci si convince che i maschi devono giocare col pallone e le femmine invece si devono dedicare a ballare e fare cose “da donne”.
Questo influì con il rapporto che avevo con i miei compagni, incluso Alessandro: non ero mai stata un maschiaccio, non avevo mai sentito il desiderio – come invece altre compagne di classe – di provare ad andare a giocare con loro: avevo semplicemente accettato quella decisione, che, per inciso, condividevo (ignara che sarebbero bastati pochi anni a farci ricredere su tutto). Poi, ovviamente, c’erano le festicciole di compleanno, le attività a scuola e molto spesso ci ritrovavamo a giocare insieme quando le nostre mamme decidevano di passare un pomeriggio in compagnia: quindi restavamo comunque buoni amici. 
Tutto cambiò alle medie, per ben due motivi: il primo, più che palese, è che alle medie gli ormoni impazziscono e si torna a considerare le ragazze come esseri umani attraenti, ovviamente mi riferivo a Alessandro: si era fatto un bel giovanotto, furbo e sveglio, che non ci aveva messo molto ad aprire gli occhi e a cercare nella classe una ragazzina che le potesse piacere; non ci mise molto a trovarla, certamente non ero io, ma una certa Valentina Gastoni, o era Valentina Guzzandi?
Comunque la loro “relazione” – che durò 3 settimane – e le altre tre che seguirono ci allontanarono molto, fino al punto che quasi non gli parlavo più, troppo occupata a preoccuparmi di quanto potessero essere difficili le medie – se avessi saputo cosa mi aspettava dopo avrei desiderato non uscire mai più da quella scuola. –
E da Valentina passò ad un’altra ragazzina,poi ad un’altra ancora, e così via.
Ora non eravamo più amici, il nostro legame si era completamente spezzato.
Poi partì.
I suoi genitori avevano ottenuto un nuovo lavoro a Roma e si trasferirono nella casa di sua zia della capitale. Non fu un addio doloroso, almeno per me: l’ultimo giorno insieme a scuola lo passò con i ragazzi a cui sembrava non importare la sua partenza – anche se i giorni successivi erano parecchio giù di morale – e con la fidanzata del momento, Lucrezia, che passò tutta la giornata piangendo, come se stesse per partire il suo grande amore di tutta una vita, mentre in realtà stavano insieme da poco più di una settimana.
Io non piansi, ci mancherebbe altro, non c’era nulla che mi legasse a lui, almeno da quando avevamo smesso di essere “amichetti”. Avrei dimenticato anche la sua faccia se non ci fossero state così tanto mie foto accompagnate da quel bambino sorridente dai capelli castano scuro.
Da quel giorno erano passati 5 anni.
Non avevo più sentito Ale, non che non ci avessi provato: due anni fa avevo ottenuto da un mio amico il suo numero di cellulare: gli inviai un semplice sms:

“Ciao Ale! (: Sono Lara... va tutto bene lì a Roma? :3 “

Non mi rispose, né dopo un minuto, né dopo un mese, quindi intuì che non lo potevo considerare neanche un conoscente.
Anche questo non mi importò molto: dopotutto, non l’avrei dovuto più vedere!
Invece su questo mi sbagliavo.
«
Indovina chi è tornato in paese? » era un pomeriggio di fine Maggio, quando mamma tornò così allegramente dal lavoro, mentre io studiavo per le ultime verifiche dell’anno.
«
Chi? » domandai distrattamente, mentre cercavo di memorizzare Odi et Amo di Catullo.
«
Alessandro! » esclamò contenta, mentre io alzavo la testa, scandalizzata.
« CHI? Quell’Alessandro? » Questo proprio non me l’aspettavo proprio.
« Si! Oggi ho visto sua madre, che mi ha detto che si sono trasferiti qui due giorni fa! »
« Quell’Alessandro? » La nota sorpresa della mia voce era palese, ormai ero convinta di non averlo più dovuto vedere.
« Li ho invitati a cena sabato! » squittì allegra mamma.
« COOOOSA? » non riuscì a trattenermi, come non sarei riuscita a trattenermi davanti a lui, se avesse passato un’intera serata a casa, con me. Per 5 anni me n’ero fregata di come non mi avesse più parlato, ma sono perché non c’era. Sarebbe stato molto più difficile non insultarlo se me lo trovavo davanti.
« Merda! Non sono passata a prendere il pane » mamma ignorò completamente la mia domanda, come al solito.
« Tranquilla, vado io » colsi la passa al balzo: dopo una notizia come quella, il minimo che potessi fare era distrarmi un po’ e un giro in scooter, mi avrebbe fatto solo bene.
Invece fu un pessima idea.
Una terribile idea.
Lo riconobbi subito, nonostante fosse di spalle a me.
Era seduto su un tavolino del forno, e chiacchierava con altri ragazzi del paese.
Per la prima volta in vita mia, avrei preferito essere rimasta a studiare. Ormai, però, ero obbligata a parcheggiare vicino ai tavoli, mi sarei limitata ad ignorarlo.
Scesi dallo scooter e riposi il casco nel sottosella.
« Lara, sei tu? » Merda. Dov’era andato il ragazzo che mi considerava invisibile? Da quando aveva imparato a riconoscermi pure da dietro?
Mi girai lentamente – cercavo di temporeggiare con tutte le mie forze – verso di lui.
« In carne ed ossa » risposi acida.
Cavolo se era cambiato!
Era cresciuto, e anche bene. Ad occhio doveva essere arrivato ad un metro e ottanta, fisico asciutto, – probabilmente aveva continuato con il calcio, ne era sempre stato appassionato – i tratti del viso erano più adulti, ma la sua espressione sorridente era la stessa delle foto.
I suoi occhi color nocciola mi fissavano, con un misto di allegria e sorpresa.
Io lo fissavo scettica, cercando di nascondere la mia sorpresa nel trovarlo -  odio ammetterlo – veramente figo.
« Wow! Sei così cambiata! Stai benissimo! » commentò con tono ammirato. Io mi infuriai ancora di più. Certo, ora ero cambiata. Non ero più la ragazzina sfigata che passava i pomeriggi a studiare, cioè, in realtà continuo tutt’ora a studiare, e molto, ma lo era anche il fatto che anch’io – come lui – ero cresciuta: l’acne adolescenziale era sparita da un pezzo, la pallavolo stava dando i suoi frutti sul mio fisico e avevo finalmente iniziato a prendermi cura del mio corpo (dopotutto mens sana in corpore sano!).
Ci avesse pensato prima che potevo cambiare, invece di abbandonarmi per fare il rubacuori dopo 8 anni di amicizia (inutile nascondere che il suo ritorno aveva riportato a galla vecchi rancori che consideravo già archiviati)!
« Anche tu, prima non mi parlavi » ribattei piuttosto risentita, ed entrai nel forno.
Non tardò molto a raggiungermi dentro al locale.
« Che ti prende, Lara? » chiese completamente spiazzato, evidentemente aspettava un’altra accoglienza.
« Nulla, non mi va giù il tuo comportamento » Feci spallucce e chiesi il pane.
« Quale comportamento? » ora stava realmente esagerando: aveva alzato la voce, troppo per essere dentro un locale.
« Abbassa la voce, - lo presi per un braccio e lo trascinai fuori - arrivederci »
« Quale comportamento? Mi chiedi qual è stato il tuo comportamento? – ora ero furente anch’io – tu, mio caro, mi hai trattato da schifo, hai smesso di considerarmi una persona da quando hai messo piede alle medie e ti sono esplosi gli ormoni, ora torni qua come se non fosse successo nulla! Ti sembra normale? Ti ho anche scritto un messaggio che hai totalmente ignorato! Fammi un piacere, fai come prima, non mi parlare. » gli rinfacciai tutto,dalla prima all’ultima parola, con il sangue che ribolliva e il mio sguardo fisso sui suoi occhi.
Rimanemmo così alcuni istanti, il mio sguardo era pieno d’odio, nonostante guardarlo mi stesse rilassando – anche se probabilmente era la conseguenza dell’avergli rinfacciato tutto quello che mi aveva fatto.
Fui io ad interrompere quello scambio di sguardi.
« Ci si vede, Alessandro. » lo salutai, montando sullo scooter e partendo, anche se ormai era troppo tardi: avevo gettato benzina vicino ad un falò, non ci avrebbe messo troppo a prendere fuoco.

 

 

 

Nota dell’autrice.

 

Ah, l’ispirazione, gioca così tanti brutti scherzi! Questa doveva essere una one-shot, frutto di un sogno-fantasticheria che volevo mettere per inscritto. Ma andando avanti i personaggi hanno preso vita da soli ed hanno allungato il tutto, trasformando la storia in una mini storia (non so se fare due o tre capitoli, anche se credo la seconda!).
Spero che vi affezionate a Lara e Alessandro quanto mi sono affezionata io! Sono stata la mia compagnia in questi ultimi giorni di scuola, il caratteraccio di Alessandro e la confusione di Lara – caratteri che si vedranno meglio nel prossimo capitolo – mi hanno aiutato a resistere fino a venerdì!
Penso di riuscire ad aggiornare la settimana prossima, comunque per spoiler, annunci e per tutto il resto mi trovate su facebook e sulla mia pagina! Dopodiché vi lascio anche il contatto di ask, così da potermi far domande veloci su cosa volete, oppure farmi belle domande complicate che facciano sforzare il mio cervello e non lo facciano andare in coma! AHAH
Wow, le note sono più lunghe della storia xD
Alla prossima!

 

 -Alex

   
 
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