PERDUTO
Cammino senza fretta e ogni tanto scivolo sul ghiaccio sporco depositato a terra. Neve mista a pioggia continua a cadere leggera , bianchiccia , irritante , una goccia si intrufola nella mia giacca e scorre malignamente lungo la spina dorsale. Tutto ha assunto contorni indefiniti e gli edifici sembrano sciogliersi nel biancore , annullarsi e fondersi con questo , così come accade a me.
Faccio un passo più azzardato degli altri e il mio corpo cade rovinosamente a terra , ma io non faccio niente.
Riesco quasi a vedermi : immobile , incurante, coperto dalla neve , no , non è possibile , lo sto solamente immaginando ; mi siedo , una passante getta un'occhiata nella mia direzione e continua la sua strada , tac tac tac , il rumore dei tacchi si allontana mentre io spero ardentemente che cada.
Non ho forza di camminare e mi trascino verso chissà quale luogo , anzi lo so , ma non vorrei mai ammetterlo perché non sarebbe un posto adatto a me.
Il portone è accostato e riesco ad aprirlo senza difficoltà : odore di cera , incenso e preghiere mormorate a Lui. Detesto tutto ciò , eppure mi siedo sulla prima panchina , di fronte al Figlio , sotto gli occhi distratti del Padre ; piango , bestemmio il suo nome e lo guardo : sofferente e inchiodato alla croce , rivolge gli occhi al cielo perché Lui lo ha abbandonato esattamente come ha fatto con me. Si avvicina un pastore tarchiatello e vecchio che non avevo notato prima , aggiusta la tunica con le mani rugose e mi chiede se ho bisogno di confessarmi , non rispondo , ma vado via lasciandomi il portone alle spalle. Avrei avuto qualcosa da dire , ma non sarebbe servito a trovare quello che é stato perduto tanto tempo fa.