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Autore: koopafreak    09/06/2013    5 recensioni
Una stagione è trascorsa senza un solo sequestro di fanciulla ed il Re Koopa sembra essere sulla buona strada per non ricadere nei vecchi vizi. I legami tra vicini iniziano a consolidarsi, la vita nel Regno dei Funghi evolve per il meglio e grandi rivelazioni emergono in questo periodo di pace che minaccia di reggere assai più a lungo delle previsioni. Eppure un singolare sortilegio nascosto in un dono innocente è tutto ciò che occorre per riportare finalmente una sana dose di caos ed unire la volontà di due sovrani opposti nell'ardua ricerca della soluzione di quello scherzo del destino, fino a dover saldare i conti con un passato lontano.
Nel frattempo dovranno abituarsi alle loro nuove sembianze, con relativi pro e contro. E non saranno da soli.
[Seguito de “L'ultimo rapimento”] Come sempre, rischio di eventuale BowserxPeach.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Bowserotti, Peach
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Peach aprì gli occhi con la brezza mattutina che filtrava dalla finestra smuovendo dolcemente le tende di seta e portando nella sua camera l'odore inconfondibile della primavera. Ancor prima di alzarsi un sorriso le fiorì sulle labbra nella consapevolezza di quanto fosse speciale la giornata che stava per cominciare. E lei non vedeva l'ora.

« Vostra Altezza, i miei più sentiti auguri di compleanno » l'accolse il suo mentore e tutore in fondo alla gradinata che separava i suoi alloggi dallo spazio in comune del castello. « Ogni giorno che crescete serena è una gioia per questo vecchio toad a cui resta ormai poco da insegnarvi. » Dietro le lenti rotonde gli occhi vispi ma segnati dall'età luccicavano di commozione a quel nuovo meraviglioso traguardo della sua principessa, finalmente quasi matura nel corpo e nello spirito da poter presto muovere i propri passi senza la sua guida negli impegnativi doveri della reggenza. Eppure, tutte le volte che il suo sguardo si soffermava sul viso delicato di lei, vedeva ancora nitidamente la bambina in fasce che aveva accudito dal primo giorno in cui era venuta al mondo.

« Grazie, Mastro Toad. » Già dalla cima delle scale Peach aveva scorto il sacco due volte le dimensioni del toad dietro quest'ultimo. « Cos'è? »

« Corrispondenza indirizzata a voi. »

« Tutta quella? » Anche riepilogando l'intera lista delle sue amicizie non riuscì a capacitarsi del numero di lettere di auguri contenute lì dentro.

« Certo che no. Koopostino sta tornando con ciò che resta » rispose placido l'anziano consigliere. Come un'evocazione il parakoopa percorse in volo molto faticosamente una linea retta dall'entrata del salone fino a loro e sfinito depositò il secondo sacco che non aveva nulla da invidiare al primo.

« Buon compleanno, Vostra Maestà » farfugliò il corriere scivolando giù dal suo carico e rimettendosi goffamente in piedi per omaggiarla con un inchino. « Forse potrebbe essere rimasto qualcosa in ufficio. Ve lo consegnerò quanto prima » si scusò raddrizzando gli occhialoni che si ostinavano ad andargli di sbieco. Peach osservò costernata l'ingente mole di posta a cui avrebbe dovuto presto rispondere, chiedendosi quante di quelle buste racchiudessero ben più che una mera premura di circostanza nel farle semplicemente le felicitazioni per l'anno in meno che la separava dal suo ultimo giorno di principessa ed il primo da regina e tutte avrebbero preteso la sua seria considerazione.

« Sai benissimo quali doveri ci spettano una volta raggiunte le soglie di una certa età, per altri è una scelta ma per noi no .» Le parole di Bowser le riaffiorarono in mente col vago senso di inquietudine che racchiudevano quando le aveva ascoltate e, per un secondo, immaginò se anche la calligrafia del koopa fosse stata là in mezzo.

« Grazie, 'Postino. Perché non ti fermi per una fetta di torta dopo pranzo? » Anche se i koopa erano ancora preceduti dalla loro reputazione, alcuni di loro come il giovane corriere si erano integrati e perfettamente amalgamati all'armonia nel Regno dei Funghi da molto tempo. Koopostino da anni consegnava personalmente missive al castello ed era una presenza ormai abituale per le strade di Fungopoli, perennemente indaffarato con la sua borsa traboccante di lettere che qualche volta ci mettevano più del solito a raggiungere i loro destinatari, ma era tanto benvoluto in città che nessuno vi aveva mai dato peso ed era sempre stato agli occhi di Peach un esempio di quella piccola scintilla di speranza che aveva conservato viva in lei, nonostante i guai passati e gli anni di mutua diffidenza, a dimostrazione che poter vivere in pace con la Terra Oscura non fosse stata un'utopia.

Il parakoopa batté gli occhi sorpreso ed arruffò timidamente le ali. « Magari... in pausa pranzo... potrei passare... per un pezzo di torta... » rispose imbarazzato facendo un altro inchino e faticando a sostenere il suo sguardo. « Grazie, Principessa. » E schizzò via dalla finestra con la faccia in fiamme, lasciandosi dietro qualche piumetta a volteggiare per aria.

Dopo un momento in silenzio osservando divertita il postino sparire oltre le fronde degli alberi, Peach si accorse del fitto brusio provenire proprio oltre le porte della sua dimora e riportò l'attenzione su Mastro Toad. « Mi stanno già aspettando? » Non erano nemmeno le otto della mattina e si sentiva l'ultima arrivata.

« Alcuni già dall'alba, Altezza. »

Quando la Principessa uscì sotto il sole, le acclamazioni dei suoi sudditi che avevano occupato l'intero cortile esplosero insieme ad una pioggia di coriandoli e petali mentre dalle prime file riservate esclusivamente ai bambini si alzò un musicale coro di auguri a cui poi tutti, guardie del castello comprese, si unirono con immenso entusiasmo. Tanto fu l'affetto sincero che lesse sulle centinaia di visi tutt'intorno, da farla sentire amata come non mai, che Peach commossa giunse la punta delle dita e le portò a sfiorare le labbra stese a corrispondere il calore dei toad. Finito di cantare gli stessi bambini le corsero incontro a braccia aperte e la circondarono come un nugolo di passerotti tirandole dolcemente il vestito e porgendole piccoli omaggi di fiori appena colti e disegni che avevano fatto per lei, mentre l'accompagnavano a Fungopoli dove tutti altri toad nei dintorni si erano riuniti e attendevano pronti per riceverla.

Appena giunti alle porte della città fu accolta con maggior intensità se possibile ed i sudditi che non avevano trovato posto in strada la salutavano sbracciandosi dalle finestre e alcuni lanciando petali di rosa al vento per propiziarle quell'ultimo anno dall'incoronazione ufficiale dalla dea della fortuna. Peach rimase esterrefatta nel vedere coi propri occhi che nella piazza della città si erano raccolte manciate di bancarelle, giochi e che addirittura uno dei luna park ambulanti, soliti fare il giro del regno e tappa a Fungopoli nel bel mezzo dell'estate, si trovasse lì in larghissimo anticipo realizzando che era stato chiamato per l'occasione in cui tutti volevano non solo celebrare il suo ultimo compleanno da principessa, ma anche il primo nella storia scritta del regno senza alcuna macchia d'insicurezza e l'ombra di pericoli da parte di un certo turbolento vicino.

Tanta sicurezza da parte dei toad avrebbe potuto apparire decisamente prematura considerando che dal giorno in cui Peach aveva fatto ritorno al suo castello stringendo quel giuramento straordinario inciso nero su bianco, accompagnata non meno dal Re Koopa in persona, non fosse poi trascorso molto tempo e sicuramente non abbastanza da reggere il confronto con decenni di soprusi, torti e dispetti. Ciononostante, in quei pochi mesi contati sulle dita di una mano le speranze del popolo del Regno dei Funghi non erano state nutrite solo dalle promesse della loro Principessa, ma i primi concreti segnali di collaborazione anche dall'altra parte erano regolarmente giunti dal mattino seguente quando le palizzate e le trappole piazzate ai confini della Terra Oscura vennero rimosse ed al loro posto istallati i primi ponti di comunicazione.

Con ancora qualche riserbo gli iniziali timidi contatti stavano iniziando a fortificarsi ed acquisire maggiori certezze nel clima di pacifica e mutua serenità, che sembrava non trovare più argini contro quella cortina di refrattaria ostilità ormai svanita e le originarie diffidenze venivano lentamente sopraffatte dalla genuina curiosità di scoprire il cuore del regno limitrofo. Da qualche settimana era stato progettato ed avvallato da ingegneri sia della Terra Oscura che del Regno dei Funghi il disegno di una linea ferroviaria diretta a cui vi avrebbero lavorato simultaneamente partendo da entrambe le mete fino ad incontrarsi nel mezzo.

La Principessa ed il Re si erano impegnati ognuno a fare rispettivamente la propria parte per estinguere col tempo il timore ed il sospetto che ancora resistevano. Peach aveva fatto del suo meglio per mostrare al suo popolo la serietà delle intenzioni di Bowser, il quale aveva acconsentito alle visite di gruppi di ambasciatori tra i toad che erano rimasti strabiliati quanto lo era stata lei la prima volta dalle meraviglie che offriva quella da secoli creduta una terra arida e sterile, riscoperto essere invece un mondo opposto celato dietro uno sbarramento naturale di rocce e lava e custodito con suprema gelosia come un tesoro in cassaforte. Un episodio in particolare era tuttavia riuscito a sbloccare il buon animo dei toad e lasciare una traccia indelebile nel nuovo capitolo di riconciliata coesistenza.

Non prima che la neve avesse cominciato a sciogliersi una manica di lupi di mare era spuntata improvvisamente al levare del sole per razziare e seminare terrore tra i paesini più inermi lungo la costa e ancora tutti ricordavano troppo bene la tensione e la pena che avevano gelato il sangue alle implorazioni di aiuto immediatamente giunte al castello. Peach aveva prontamente radunato le truppe di soccorso ed inviato una staffetta a chiamare Mario, ma un ulteriore nefasto sviluppo aveva segnato la situazione: le condutture di trasporto verso la zona colpita erano state manomesse e né il suo eroe né i suoi soldati avevano modo di accorrere in difesa dei bisognosi. Disperata per la sorte dei suoi sudditi abbandonati a loro stessi, la Principessa aveva rivolto le sue preghiere all'unico che avrebbe potuto udirle in tempo.

La risposta di Bowser non aveva tardato e, carichi di soldati ben preparati, cinque vascelli della sua potente flotta avevano coperto il cielo sopra l'ultimo villaggio assaltato, ma nel momento in cui avevano fatto il loro arrivo i pirati avevano già tolto il disturbo, lasciandosi fieramente alle spalle civili derubati, sconvolti ed attorniati dal disastro più totale. Il drago non aveva demorso e aveva battuto mare e cielo intorno all'intera zona prima di scovare finalmente i colpevoli, gongolanti e intenti a dileguarsi verso il largo.

Il Re impose i giusti e dovuti provvedimenti e, una volta circondata da una fila di cannoni lucenti, la ciurmaglia di bucanieri venne neutralizzata, immobilizzata e gettata nella stiva a tempo di record. La nave pirata fu requisita e fatta sparire dalle truppe dell'esercito che aiutarono i cittadini, doppiamente sbigottiti da coloro cui erano stati da sempre abituati a doversi guardare, a porre rimedio ai danni causati nell'incursione e sotto l'ordine del loro sovrano restarono a pattugliare la costa per scongiurare la minaccia di un altro agguato.

E ancora si trovavano lì mentre Peach ricordava cenni di quell'evento nel discorso che i toad raccolti intorno a lei l'avevano affettuosamente esortata a pronunciare. Se tutti non lo avessero testimoniato coi propri occhi, avrebbero pensato che si fosse trattato di una pura invenzione e anche di dubbio gusto.

Più tardi, chiusi nelle loro spettatissime celle delle prigioni nella Terra Oscura, i corsari avevano confessato di aver danneggiato nelle tenebre della notte le condutture per isolare l'area completamente priva di qualsiasi difesa, quindi come se i residenti se le fossero cercate apposta. Bowser non le aveva permesso di vedere in faccia i responsabili di quell'atto ignobile e Peach non glielo aveva chiesto, preoccupata solo di aiutare i suoi sudditi a rialzarsi in piedi ed assicurarsi che in futuro scorribande del genere non si sarebbero più ripetute.

La Principessa era una sovrana dotata di tutte le virtù che detenere la reggenza esigeva, ma solo una era stata trascurata nella sua formazione e purtroppo non faceva parte delle qualità che avevano il dono di esserle innate: la competenza militare e strategica. Lezioni impartite dal Re Oscuro in persona stavano provvedendo nel più breve tempo possibile a colmare tale lacuna e gli incontri tra i due sovrani si stavano facendo sempre più frequenti per rifinire insieme i dettagli di un'innovativa rete di sorveglianza nelle zone maggiormente a rischio.

Quando Peach concluse rinnovando ancora una volta la sua promessa per un futuro sempre più solare non solo per il Regno dei Funghi e ringraziando tutti i tuoi amati sudditi per aver riposto in lei anche questa volta la loro fiducia e soprattutto per averle concesso l'onore di poter ricoprire quel ruolo per cui stava costantemente cercando di fare del suo meglio in nome di ogni singolo toad, l'intera giornata di giochi, canti, musica e festeggiamenti ebbe inizio nella trepidazione generale. La Principessa passò la mattina circondata dalla compagnia dei cittadini unendosi all'euforia collettiva e spizzicando dal generoso buffet a cui avevano aggiunto il loro contributo le orgogliosissime padrone di casa, le quali fremevano e si spingevano l'una con l'altra in una sorta di pogo spietato per riuscire ad offrire almeno un assaggino delle proprie specialità culinarie alla loro affezionatissima sovrana.

Facce su facce si succedevano davanti ai suoi occhi per farle gli auguri, porgerle complimenti e addirittura raccontarle storie che terminavano sempre con risate allegre. Facendosi timidamente avanti appena la folla si fu dissipata e spinta dal comprensibile timore di essere dimenticata per la fortuita coincidenza che purtroppo finiva per svantaggiarla, una bambina le confessò in un sussurro che compisse gli anni quello stesso giorno e, prendendola per mano, Peach invitò tutti i presenti a cantarle una canzone di buon compleanno solo per lei e rimasero vicine a divertirsi come due amiche che avevano deciso di festeggiare insieme. Dopo il secondo giro sulla giostra delle tazze rotanti la piccola toad, in collo alla Principessa per acchiappare il filo di uno dei palloncini impigliati ai rami di un albero, le sussurrò un domanda all'orecchio.

« Adesso il Re cattivo non è più cattivo? »

Peach le sorrise. « No, non lo è più. »

« Allora è diventato buono? »

La fanciulla non rispose subito. « Un po' alla volta, ma si sta impegnando. »

« Peachy! » Una voce inconfondibile catturò la sua attenzione e si ritrovò stritolata in un abbraccio energico che fece sgranare gli occhi sia a lei che alla bimba coinvolta nella morsa amorevole. Gli occhi di Daisy risaltavano sul suo volto armonioso limpidi come il mare d'estate in contrasto con la tinta bronzea della pelle che aveva assorbito il sole delle valli ardenti di Sarasaland. Una cascata di ciuffi castani si frappose nella visuale, ma riuscì comunque a scorgere Mario e Luigi avvicinarsi con frotte di toad ad accoglierli cinguettando entusiasti.

Peach aveva il dono di saper leggere sul viso ciò che le parole non dicevano e inoltre conosceva così bene quello del suo paladino da notare immediatamente il fondo di inquietudine che il sorriso poteva camuffare, invece il fratello era esattamente l'opposto trasudando pura esultanza mentre i suoi occhi restavano magnetizzati su Daisy. Peach era già al corrente della ragione di quegli sguardi poiché la sua amica glielo aveva comunicato da giorni: quella sera Luigi avrebbe seguito la Principessa dei Fiori a Sarasaland dove si sarebbe trasferito per starle finalmente accanto come avevano tanto desiderato.

Le condizioni di pace in cui ultimamente il suo regno gioiva e prosperava avevano permesso che il sogno dei due innamorati avesse una chance di concretizzarsi e senza indugi avevano approfittato di quell'imperdibile occasione, entrambi al settimo cielo e colmi di speranze che nulla si sarebbe più messo in mezzo a loro. I Mario avevano passato la mattina a fare i bagagli ed impacchettare la roba del fratello che stava per lasciare la casa, caricando tutto sullo stravagante dirigibile con cui la fanciulla in giallo era arrivata. Ma la prospettiva dell'imminente partenza di Luigi aveva lasciato scosso suo fratello più di quanto si avesse immaginato e, nonostante la solidarietà per quella legittima ambizione, nel suo profondo Mario stava veramente accusando quella separazione e Peach ne era pienamente consapevole ancor prima di aver letto la conferma negli occhi cerulei.

« Tra un anno esatto dovrai raccontarmi come ci si sente ad essere regina, Peachy. » Si staccò Daisy stringendole le spalle.

« Ci separano solo pochi mesi di differenza. »

« Ancora non ci credo che quello scapestrato abbia messo la testa a posto. Ti giuro che si respira tutta un'altra aria qui, non ho mai visto Fungopoli così smagliante. Sembra quasi un altro regno! » trillò la Principessa dei Fiori giuliva.

« Buon compleanno, Peach! » Nemmeno il tempo di riprendersi che la fanciulla si ritrovò avvolta in un secondo paio di braccia. Anche Luigi condivideva il medesimo stato d'animo e non si imbarazzava a manifestarlo apertamente, grato come non mai a colei che gli aveva rimosso un fardello talmente pressante sulla coscienza da avergli intimamente impedito di assecondare i suoi sentimenti per tanto tempo.

Quando toccò a Mario, fu Peach a stringerlo più forte e si rassicurò percependo la tensione nell'idraulico diminuire per quello che segretamente da un gesto di felicitazioni si era trasformato in un'offerta di conforto. Il suo paladino le rivolse il sorriso più bello che avesse mai visto e non la lasciò andare subito, scambiandosi un semplice sguardo di intesa che in un secondo valse come mille parole.

« E lei chi è? » domandò poi spostando l'attenzione sulla piccola toad, ancora in braccio alla sua Principessa e reduce dagli ultimi minuti un po' sbalestrata ed in estremo imbarazzo di fronte ai suoi eroi.

« La prima festeggiata » sorrise Peach facendola arrossire violentemente mentre cercava di sparire dietro il colletto del suo abito alle loro espressioni divertite.

« Scegli il peluche che ti piace di più e Luigi lo vincerà per te! » Daisy indicò nella direzione delle bancarelle del tiro al bersaglio con grappoli di pupazzi imbottiti di tutti i colori e dimensioni affissi in bella vista e, tentata ma ancora timorosa, la bambina si rilassò leggermente cogli occhietti colmi di curiosità senza osar chiedere.

« Certamente, Madamigella. Sarò il tuo cavaliere per la festa » rispose pronto l'idraulico piegandosi in un'elegante riverenza col berretto in mano. Il viso della piccola toad riassunse lo sgargiante scarlatto che aveva appena perso, ma non ebbe il tempo di farfugliare una sillaba di ringraziamento o sorpresa che Luigi l'aveva già caricata sulle sue spalle ed insieme si mescolarono nell'allegra baraonda in cerca del premio prediletto.

Mario rise e fece per commentare quando venne all'improvviso accerchiato da un nugolo di toad ansiosi di scoprire se sarebbe riuscito a battere il suo record alla prova di forza col martello e venne letteralmente portato via di peso, lanciando un'occhiata di scusa alle due fanciulle mentre il suo pubblico cortesemente lo reclamava altrove. Le principesse approfittarono della loro momentanea assenza per sedersi con una fetta di crostata e parlare tra loro.

« Sono talmente felice che torni a casa insieme a me che mi sembra ancora incredibile. »

« Mi dispiace che molte cose lo abbiano trattenuto qui tanto a lungo, ma adesso avete tutto il tempo di dedicarvi a voi stessi. »

Daisy annuì osservando con insopprimibile affetto Luigi fermarsi davanti ad una bancarella mentre la bambina indicava un enorme peluche blu a forma di unicorno. « Ti sono arrivate delle lettere? »

« Sì, domani mi ci vorrà tutta la mattina per rispondere. » Peach smise di guardare il suo eroe studiandosi le dita intrecciarsi nervose.

« Sai da chi? »

« Non le ho ancora lette. Ma sono sicura che un paio di mittenti non siano una novità. »

« Io ho preferito non dirlo a Luigi, ma dal mio ultimo compleanno sto ricevendo numerose pressioni da un conte imparentato col mio pro-pro-prozio, di una provincia a nord di Sarasaland. Ha intenzioni molto serie, ma per me non c'è discussione. » Non rivelò altri dettagli perché la turbava solo ricordare il soggetto in questione.

« Glielo hai fatto capire? »

« Certo! Ma pensi che sia bastato a dissuaderlo? Non ho mai visto qualcuno così sgradevole e arrogante. Si è messo a ridere, dandomi della bambinetta presuntuosa e dicendomi di sbrigarmi ad uscire dal mondo delle favole ed imparare a stare al mio posto in quello reale. Gli ho affondato un tacco nel piede sinistro e non ha riso più. Ma non ha intenzione di lasciarmi in pace, Peach, è molto conosciuto e gode di una grande influenza in buona parte del regno. »

« Non importa, è una persona esecrabile. » dichiarò ferma la sua migliore amica cingendole una mano tra le sue.

« In questo momento chiunque crede di avere il diritto di intromettersi nella mia vita con la prosopopea di saper scegliere meglio di me per me stessa. Ma io sto già aspettando qualcuno... » Gli occhi di Daisy si fermarono nuovamente sulla figura di Luigi mentre prendeva la mira, lucidi di struggimento. Il timido eroe non se ne era ancora reso conto, ma le porte per il cuore della sua adorata Principessa erano già spalancate solo per lui da molto tempo e Peach si commosse nel vedere la sua unica amica d'infanzia in balia di emozioni e timori tanto forti che si portava costantemente dentro, mettendo in mostra il lato più fragile di sé che anni di severa disciplina e lotte continue per guadagnarsi il proprio rispetto le avevano insegnato a nascondere sotto il suo solito temperamento combattivo.

« Adesso che non c'è più niente a tenervi lontani, vedrai che tutto si risolverà per il meglio » le fece coraggio auspicandosi che Luigi si sarebbe dato una mossa a dichiararsi. Entrambe ritrovarono il sorriso osservando l'espressione sbalordita e raggiante della piccola toad appena l'idraulico le porse il suo unicorno e preparandosi per il bis mentre una truppa di bambini gli si disponeva intorno trillando eccitati.

« E tu e Mario invece? Ora che Bowser non è più un problema, o almeno così mi auguro, cosa avete intenzione di fare? »

Le guance di Peach avvamparono e tornò a rimirarsi le dita come se fossero la cosa più interessante al mondo. « Non lo so. Ho avuto tanti di quegli impegni in questi ultimi mesi che non ci ho neppure pensato. Sono talmente presa dal cercare di far funzionare questa alleanza che certe settimane sono volate stando fuori di casa tutto il giorno e nemmeno me ne sono resa conto » ammise a voce bassa.

« Be', i primi tempi, dopo tutto quello che quel guerrafondaio vi ha fatto passare, posso capire che ce ne voglia per saldare i rapporti. Da quanto non vi siete visti prima di oggi? »

« Da quasi tre settimane. Ero talmente di fretta che non ho trovato cinque minuti per prendere un tè con lui. Spero che non ci sia rimasto male... Mi sono addirittura dimenticata di fargli una torta per chiedergli scusa » confessò Peach in preda ai sensi di colpa.

« Non credo proprio che Mario sia uno sprovveduto, sa quanto ti stia dando da fare in questo momento per il tuo regno e quanto sia cruciale questa faccenda. Appena tu ed il tartarugone avrete finito di sistemare tutto, avrai modo di rimediare con lui. » Le diede un colpetto di gomito facendola arrossire come una scolaretta alle prese con la sua prima cotta. Un coro di acclamazioni alzatosi poco lontano segnalò che l'idraulico in questione avesse stabilito il suo nuovo miglior punteggio nella prova col martello.

« Io... non so nemmeno se lui mi consideri in quel modo. Ci conosciamo da così tanto tempo... »

« Non fare l'ingenua perché non lo sei. È stato da sempre ovvio che tu sia molto, molto di più per lui che un'amica o una D.I.D. tra le tante. »

« Una che? »

« Donzella In Difficoltà. Sul serio, Peach, io mi chiedo cosa gli sia rimasto da fare ormai per dimostrarti quanto tu sia importante per lui. » Il tono di Daisy le ricordò parecchio quello che aveva usato Bowser, lo scorso inverno, quando l'aveva raccolta dalla neve per cercare di farla ragionare e si sorprese enormemente che proprio tale ricordo le fosse affiorato nella memoria in quel momento.

« No, ha fatto tutto il possibile e anche l'impossibile » concordò la Principessa in rosa annuendo con gravità. Quando i suoi pensieri volgevano al suo eroe, a quel sorriso che conservava solo per lei quando le appariva davanti dopo aver attraversato un regno intero per riportarla a casa, si sentiva la donna più fortunata al mondo, anzi nella galassia come ne aveva ricevuto la prova più di una volta. Peach nutriva un'ammirazione inscalfibile per Mario, nulla avrebbe mai intaccato la stima e la sicurezza che riponeva in lui e gli avrebbe riservato tutta la vita immensa riconoscenza per ogni singolo gesto di riguardo nei suoi confronti. Se non fosse stato per il suo eroe, il Regno dei Funghi sarebbe andato incontro al suo crepuscolo in troppe occasioni per rammentarsele tutte.

Nulla era stato mai chiesto in ritorno e troppo invece era stato fatto in nome di un altruismo senza pari che aveva reso un singolo uomo un pilastro su cui un intero popolo aveva potuto sostenersi quando lei non era bastata. Ed era sempre stata lei in persona la prima a farvi completo affidamento. Ma quest'occorrenza si era ripetuta così tante volte che un'impresa dopo l'altra, un rapimento dopo l'altro, un salvataggio dopo l'altro, aveva iniziato a dubitare di se stessa.

Il recente episodio dell'incursione pirata era stato l'ultimo granello della clessidra per comprendere nitidamente la realtà: di fronte a qualsiasi difficoltà aveva avuto bisogno di qualcuno ad assisterla, che fosse stato Mario, Luigi o addirittura Bowser. Il tempo non rallentava per nessuno e senza nemmeno accorgersene era arrivata al punto in cui ad un anno da quel giorno sarebbe stata incoronata Regina, ancora dipendente dall'aiuto degli altri per badare al suo reame. E inoltre come avrebbe potuto considerarsi degna di quel ruolo se non era stata allo stesso modo capace di impedire che persino una manica di farabutti l'avesse vinta sui suoi sudditi?

La convinzione che ad ogni problema vi fosse sempre davanti una soluzione pacifica costituiva le fondamenta della sua politica ed era pienamente condivisa dal suo popolo, avverso come lei per natura alla violenza, ma i sani principi venivano meno se alla fine dei conti chi doveva pagare le conseguenze di quella che per troppi fosse stata solo debolezza, cui lei aveva incoscientemente permesso di perdurare immutata nonostante i numerosi segnali, erano proprio coloro i quali lei doveva salvaguardare: unico scopo non solo della sua reggenza, ma della sua vita. Come aveva finalmente ottenuto la pace nel proprio regno, ora si sentiva pronta a difenderla con le unghie e coi denti ed aveva giurato a se stessa che quello sarebbe stato l'ultimo colpo che suoi toad erano stati costretti a subire.

Ecco perché non si dava tregua da mesi, ecco perché aveva trovato l'umiltà di chiedere a Bowser di insegnarle ciò che le mancava per essere una sovrana forte ed ecco perché non sapeva più vedere con limpidezza nel guazzabuglio di emozioni che l'aveva messa in discussione. Sentiva di aver perso il proprio equilibrio e l'unica cosa che aveva chiara al momento era trovare finalmente il modo di porvi rimedio e smettere una volta per tutte di recitare il ruolo dell'eterna donzella in difficoltà. Poi sarebbe riuscita a dedicarsi alle priorità personali...

« Peachy. » La voce della sua amica d'infanzia la ridestò dal suo rimuginare. « Dimmi cosa c'è che non va. » Forse sarebbe riuscita a mentire ad un bravo psicologo, ma Daisy la conosceva fin troppo bene.

« Nulla, pensavo ad una notizia particolare che mi è giunta al castello di recente. » Lo fece comunque e l'altra naturalmente se ne accorse, tuttavia non insistette ed accettò il diversivo. Peach le avrebbe confessato spontaneamente ciò che l'angustiava a suo tempo.

« E cioè? »

« Dopo aver catturato i pirati, i soldati di Bowser sono rimasti per dare una mano coi lavori di ricostruzione, ricordi? Si è sparsa la voce che ci sia stato un colpo di fulmine tra uno di loro e una ragazza del luogo. E che sia rimasto lì con lei. » Quella notizia fu un'ulteriore prova che le cose tra il suo ed il regno del Re Koopa erano radicalmente cambiate con quel piccolo seppur significativo episodio avvenuto proprio tra le fila del suo temutissimo esercito.

« Caspita! Venderei la corona per vederla coi miei occhi una scena del genere. »

« Tornerò quanto prima da quelle parti per ringraziare personalmente le truppe. »

« Parlando invece di un certo drago, come vanno adesso le cose tra voi due? »

« Non potrebbero andar meglio, credo. Ed il lusso di dormire finalmente con le finestre aperte mi mancava. »

« Questo sarebbe il primo compleanno in cui non ne ha combinata una delle sue. » Daisy guardò in giro con aria circospetta come se qualunque minaccia avesse potuto prendere forma per smentirla. « Niente imboscate, cannoneggiamenti, assalti in grande stile, torte-trappola giganti, vascelli fluttuarti a due centimetri dalla faccia... »

« No, quello è un capitolo che abbiamo definitivamente chiuso insieme e messo sotto chiave. Ora abbiamo imparato a collaborare, i risentimenti si sono spenti e soprattutto niente e nessuno potrà mai rovinare questo compleanno! » dichiarò Peach con indissolubile certezza sfidando chiunque a dimostrarle il contrario.

Un gruppetto di musicisti si era raccolto su un piccolo spalto al centro dello spiazzo e trascinarono i presenti sul ritmo di tamburi e flauti in un'allegra danza tradizionale, formando un cerchio per esibirsi a turni di coppie, volteggiando sulle punte e tenendosi per mano. Daisy venne sbalzata dalla panchina con un gridolino sorpreso poiché Luigi lesto l'aveva sollevata come una sposa per portarla immediatamente sulla pista da ballo improvvisata, dando libero sfogo alla gioia travolgente che pulsava nelle sue vene sfoggiando mosse quasi funamboliche con le risa divertite della Principessa dei Fiori che si confondevano tra le acclamazioni del pubblico ed il suono degli strumenti.

Peach si unì agli applausi a tempo di musica e notò con un sorriso che molte delle toad presenti indirizzassero alla coppietta una certa invidia senza riuscire a staccare gli occhi dal giovane in salopette, il quale era riuscito a conquistarsi completamente la folla nell'ultimo giorno da eroe ufficiale del Regno dei Funghi. Quando anche Mario, di ritorno dal sequestro dei suoi fan, le chiese l'onore di un ballo porgendole la mano e rivolgendole ancora quel sorriso solo per lei, pochi restarono coloro che non avevano preso parte al ballo e persino i bambini nella loro infantile e deliziosa goffaggine imitavano con impegno i passi degli adulti, agganciati per il gomito e girando in tondo finché non crollavano storditi.

Ballare con Mario era come lasciarsi portare dalla corrente, senza invadere il suo spazio e conducendola delicatamente come se sapesse prevedere ogni suo movimento, Peach perse la concezione del tempo mentre la musica continuava a cambiare e le danze ed i festeggiamenti non si interruppero per un solo secondo finché il cielo non si tinse di rosso. Tutte le volte che gli occhi cerulei si fermavano sui suoi, le farfalle nello stomaco si scatenavano fino a farle salire il formicolio alla punta delle dita e per un secondo il rumore intorno a loro smetteva di raggiungerla, crogiolandosi solo in quella piacevole agitazione.

Per un po' la Principessa riuscì a distrarsi dalle nuove tensioni interiori all'approssimarsi della fatidica incoronazione e Mario ebbe modo di lenire la sua tristezza per la partenza del fratello. Tuttavia il momento di quella separazione alla fine arrivò crudelmente presto e, ritiratisi dalla festa ancora lungi dal terminare, tornarono al castello per salutarsi nella rispettosa riservatezza. L'atmosfera si impregnò di una tangibile malinconia, specialmente da parte di chi sarebbe restato.

« Questo è il nostro regalo. Spero davvero che ti piaccia, ero così indecisa! » Daisy le porse un pacchetto bianco talmente leggero da lasciar supporre che contenesse null'altro che aria.

La Principessa lo aprì con attenzione e ne estrasse una lunghissima striscia di tessuto rosa dalla consistenza setosa ma non più pesante di una ragnatela, fatta per essere avvolta intorno al collo e le braccia mentre quel sottilissimo filo di vento era sufficiente a farla galleggiare nell'aria. Peach l'apprezzò così tanto che la mise all'istante prima di cingere i due in un abbraccio di saluto, augurando loro il meglio che il destino poteva riservargli.

Mario non offrì molte parole, ma l'emozione era chiara nel suo sguardo ed il sorriso commosso e un poco impacciato in quello che non era un estremo saluto, ma che segnava comunque una grande distanza dal suo unico fratello la cui presenza aveva sempre dato per scontata vicina, non valse meno dei pensieri espressi dalla Principessa. Con un abbraccio da incrinare le costole, anch'egli auspicò ogni bene ad entrambi ed osservò il dirigibile farsi sempre più lontano sopra il mare e le sagome di Daisy e Luigi fondersi nel cielo.

Dopo un lungo silenzio in cui il peso che sentiva sul cuore gli aveva rimosso ogni volontà di parlare, Mario tirò su col naso e si girò verso Peach che rispose al suo sguardo con un sorriso carico di conforto. La morsa al petto si sciolse un poco e d'istinto portò la mano alla scatolina che aveva tenuto in tasca per tutto il giorno, dissipando ogni dubbio riguardo quella decisione che l'aveva tenuto sulle spine per settimane intere in cui non era nemmeno riuscito a rivedere il suo viso. Fin da piccolo aveva trovato il modo di dominare la paura e sconfiggerla. Il timore di restare ferito, soffrire, addirittura morire, non l'aveva mai fermato dal fare la cosa giusta e mettersi in gioco per gli altri, nemmeno nelle situazioni più disperate, ma ciò che provava adesso era legato a ben altre ragioni e non riusciva a controllarlo. Una sola sillaba di Peach avrebbe avuto il potere di rovesciare l'esito di quella sera e, a giudicare dal dubbio affiorato negli occhi cristallini, la fanciulla parve aver forse intuito qualcosa mentre lui raccoglieva il suo coraggio.

Un rumore di scoppi e bagliori scarlatti ad illuminare le nuvole colse entrambi di sorpresa facendoli girare. Mario avvertì la sensazione di un sasso freddo nello stomaco scorgendo una delle navi da battaglia portanti l'effige del Re Koopa e la polena raffigurante il suo ruggito di guerra più feroce, come simbolo della propria pomposità, mentre si avvicinava in tutta libertà in direzione del castello rilasciando decine di altri fuochi d'artificio ad avvisare della visita.

« Sono in anticipo » commentò tra sé Peach credendo che il rumore dei giochi pirotecnici avesse coperto la sua voce, ma Mario invece sentì benissimo e fu come mandar giù una seconda pietra.

« È meglio che vada ora » disse ritirando fuori la mano vuota dalla tasca. Il dirigibile di Daisy era quasi del tutto sparito, un minuscolo puntino sopra il tramonto ormai inoltrato, mentre l'ombra del vascello volava sopra le case dei toad senza un grido di allarme: una scena quasi surreale, come un sinistro presagio che però egli stava vivendo davvero. Luigi se n'era andato, Bowser stava arrivando e lui non poteva fare altro che restare a guardare. Si convinse che non fosse il suo posto lì.

« Ti prego, rimani ancora » gli chiese Peach. « Sono qui solo per farmi gli auguri. Non vogliono creare problemi. »

Ciò non migliorò l'umore dell'idraulico che si avvicinò, le prese la mano e vi poggiò sopra le labbra. « Buon compleanno, Peach. » Un vago senso di colpa si infiltrò nella sua ribollente inquietudine incontrando lo sguardo amareggiato della Principessa, ma era certo di non voler trattenersi un minuto di più insieme alla nuova compagnia che la fanciulla aveva iniziato a frequentare. « Ti auguro una buona notte. » E si congedò senza attendere la risposta od ulteriori preghiere che gli avrebbero spezzato il cuore.

Non si stava comportando bene e ne era pienamente consapevole, ma perdere Luigi e dover vedersi davanti il suo ex nemico come ospite d'onore in un giorno solo era veramente troppo anche per lui. Sentì lo sguardo di Peach non lasciarlo andare finché non fu sparito oltre l'ombra dei cancelli e si incamminò senza alcuna fretta verso casa, lottando contro il buonsenso di tornare indietro per chiederle scusa e l'impulso di allontanarsi il più possibile prima che il rumore rimbombante della voce del drago gli giungesse alle orecchie, mandandolo inevitabilmente in bestia per aver ancora trovato la maniera di mettersi in mezzo nel più subdolo dei modi, sbandierando amicizia, in un momento così importante per lui.

Mario era certo di essere rimasto il solo ormai a nutrire grandi esitazioni su quell'alleanza perché conosceva la natura recidiva ed ottusa del koopa. Sapeva che pochi mesi non sarebbero certo bastati a migliorarla e soprattutto quanto avrebbe potuto ferire Peach, molto più di come stava facendo lui adesso, se avesse commesso un solo passo falso questa volta. Voltandosi in tempo per vedere la nave scendere a terra e coprire un lato intero del castello, l'idraulico si chiuse la porta alle spalle osservando come il salotto gli sembrasse così vuoto.

« Mama! » trillò Junior correndole incontro a braccia aperte. Dopo il più giovane uscirono Wendy e poi Ludwig composti come sempre, contemplando con un certo sdegno gli altri fratelli rotolare giù dal ponte tutti insieme in una palla di bowserotti che esplose sul prato con ringhi e lamentele irritati dopo aver inciampato per fare a gara a chi avrebbe raggiunto per primo la Principessa.

« A volte mi piacerebbe poter dire che non vi conosco » commentò asciutto il più anziano passando sopra il corpo di Iggy per omaggiare la sua pseudo-mamma insieme alla sorella mentre Junior la riempiva di feste e si lasciava felicemente tenere in braccio. Bowser fu l'ultimo a scendere e la sua ombra oscurò la sagoma della fanciulla come una cappa minacciosa appena si portò di fronte a lei. Anche se il sole era quasi sparito dietro il mare, le iridi cremisi del koopa brillavano di luce propria mentre gli angoli del muso si sollevavano in un'espressione priva di ogni traccia di malizia: quel sorriso un po' avvenente e un po' spiritoso che sfoggiava ogni volta che si guardavano.

« Allora buon compleanno, Peachy » rombò dolcemente la voce cavernosa. I giovani koopa fecero eco alle sue parole, ansiosi di scoprire se i regali che ognuno avevano portato sarebbero stati graditi.

« Erano belli i fuochi d'artificio? » domandò Larry elettrizzato mentre si raccoglievano nel salone prendendo posto intorno alla fanciulla sui divanetti che non sarebbero mai riusciti a sostenere la mole del koopa genitore che si limitò a piazzarsi dietro la fanciulla.

« È stata una mia idea! » asserì Junior in piedi sui cuscini accanto a Peach.

« Sì, ma sono stato io a procurarli » aggiunse Iggy.

« Io li ho accesi! » contribuì Lemmy.

« Anch'io ho fatto qualcosa di inutile per cui mi va di vantarmi. »

« Sta' zitto, Roy. »

« Ripetilo, avanti. »

« Chi vuole una bella fetta di torta? » intervenne la Principessa per stroncare già dall'inizio l'imminente battibecco con possibile colluttazione. L'esca funzionò, gli animi si placarono e si procedette a scartare uno per volta gli omaggi partendo da quello del bowserotto più giovane e trepidante. Si sorprese non poco nello stringere tra le mani un fazzolettone di stoffa bianca grossolanamente ripiegato ma lindo.

« Dai, aprilo » la esortò Junior con gli occhietti neri luccicare impazienti. Peach obbedì e rimase per la seconda volta senza parole. « È un portafortuna! E se qualcuno ti da fastidio, con questo gli farai paura e lo manderai via » le spiegò paziente indicando quello che aveva legato al collo per rendere l'esempio. Il disegno che aveva fatto sul fazzolettone della sua mamma era quasi identico al suo, con l'unica differenza che intorno ai denti affilati aveva usato un pennello fucsia per conferirgli un aspetto più femminile.

« Non è difficile da credere » commentò Wendy alzando un angolo delle labbra.

« Ti piace? » Il bowserotto col ciuffetto rosso ci aveva lavorato così tanto su quel fazzolettone per renderlo perfetto e fissava Peach colmo di aspettative.

La Principessa si tolse il foulard di Daisy e se lo provò lasciando scoperti solo gli occhi azzurri sopra la macabra smorfia. « Come mi sta? »

« Ah, benissimo » sorrise Roy mettendosi in bocca un'altra forchettata di torta alla panna.

« Ho i brividi » ridacchiò Iggy all'effetto più buffo che intimidatorio.

Junior rimase assolutamente soddisfatto udendo le risposte che proprio voleva sentire e si lasciò cadere sul posteriore accanto alla sua temibile mamma, consumando il suo dolce con un'espressione estremamente compiaciuta. Poi fu il turno di Larry che aveva deciso di regalarle la sua banda per capelli portafortuna con cui aveva vinto il torneo scolastico di tennis. Morton le aveva portato un raccoglitore con tutte le foto che aveva scattato da quando aveva cominciato a coltivare questa segreta passione. Wendy le aveva preso un cappellino che aveva decorato personalmente con fiori e perline. Roy le diede delle fasce con pesi che usava per allenarsi quando era più piccolo, garantendole che dopo solo tre settimane di regolare allenamento fratturare mascelle sarebbe stato come rompere grissini. Lemmy le donò la sua stupenda collezione di biglie e Ludwig le aveva composto un intero spartito.

Bowser osservava in disparte la Principessa ed i suoi figli legare in totale armonia mentre il suo primogenito eseguiva alcuni dei pezzi a lei dedicati su un piano senza gambe a fluttuare sul pavimento, materializzato grazie alla magia dello scettro del bowserotto, e Wendy le sistemava il cappellino in testa per provarlo (attentissima a non rimuovere il fazzolettone di Junior). Amava vederli insieme e sapeva che quelli erano momenti davvero importanti per i suoi eredi, i quali avevano chiesto un giorno di permesso dal collegio per stare solo con lei e tutti i doni che le avevano portato avevano un significato molto personale a confermare la grande considerazione che le riservavano. Più li guardava e più era convinto che nessuna sarebbe riuscita a prendere quel posto speciale che Peach si era conquistata lì in mezzo a loro.

« Adesso tocca a papà Re! » annunciò Junior interrompendo il terzo movimento di Ludwig che ci rimase un po' seccato. Gli elogi della fanciulla placarono la sua scontentezza e l'abbraccio che ricevette lo ammutolì mentre gli altri se la ridevano sotto i baffi.

« Ma non era necessario, Bowser. Questi regali sono tutti meravigliosi. » Peach non si sarebbe mai aspettata di ricevere tanti riguardi in ogni singolo dono e la sensibilità riservatale dai giovani principi era stata una sorpresa impareggiabile.

« Non penserai sul serio che mi sia presentato al tuo compleanno a mani vuote? » E tirò fuori tra gli artigli ricurvi una scatolina di velluto rosso sigillata da un fiocchetto. La porse alla fanciulla che delicatamente la strinse fra le dita sottili e l'aprì con una certa curiosità sotto lo sguardo vigile dei cuccioli riuniti intorno a lei, anche loro all'oscuro dell'identità del contenuto.

Dentro c'era l'opale più bello che la Principessa avesse mai visto, dalla forma liscia e ovale, portante i suoi colori precisi armonicamente uniti insieme dall'inconfondibile lucentezza perlacea ed iridescente di quella particolare pietra. Di una cosa fu sicura appena la vide: nessun altro tra milioni sarebbe stato altrettanto giusto per lei, perfetto per lei. Sollevando lo sguardo incontrò il sorriso sornione del koopa che evidentemente condivideva i suoi stessi pensieri.

« Sembra fatto apposta per Mama Peach. »

« Ha i suoi stessi colori. »

« È vero, è proprio il suo. » E anche i bowserotti erano della medesima opinione.

« Bowser, non so che dire. » Le parole non bastavano a descriverne l'effetto che le ricordava l'immagine un'incantevole nebulosa ingabbiata nel vetro. Gli opali erano diversi da ogni altra gemma perché non solo erano incomparabili nel loro genere, ma non ne esistevano due uguali al mondo e come tutte le pietre preziose avevano una loro leggenda alle spalle, anche quella singolare gioia conservava la propria che raccontò ai koopa:

Un uomo dall'animo di ferro, ricco signore di una nobile casata, padre di un'unica figlia di ineguagliabile splendore, promise di concedere la sua mano a colui che gli avrebbe offerto in dono la gemma che meglio avrebbe reso giustizia alla di lei beltà. Poiché l'amore per la figlia era troppo grande, egli rifiutò l'arroganza dei più ricchi principi che gli portarono i più grossi diamanti mai visti in tutto il reame.

Né la perla dalla rotondità più perfetta né le ametiste dal viola più regale fecero vincere ai giovani pretendenti l'ambito premio, finché un cavaliere virtuoso ma di umili natali non giunse ai piedi del suo scranno con una gemma dalle caratteristiche straordinarie: plasmata di mille e più pietre diverse, incredibilmente racchiuse in quella sola.

« Io non vi offro una perla più perfetta delle altre né un diamante più grosso degli altri, poiché la bellezza di vostra figlia non è soltanto superiore a quella delle altre fanciulle. Essa è unica. Così io vi offro una pietra come non ne troverete mai di uguali in tutto il pianeta, perché ogni Opale in sé è diverso da tutti gli altri, ed è unico. »

Come aveva fatto a sapere Bowser che fosse la sua pietra preferita? Non lo aveva mai rivelato a nessuno, nemmeno ai suoi cari più stretti. Doveva essere stata una semplice coincidenza, ma che comunque le avesse donato un opale e proprio quello che giaceva nelle sue mani era un caso straordinario. Dall'espressione stupita del drago appena terminato quel breve racconto, comprese che anche lui come i suoi cuccioli era rimasto ignaro del valore intrinseco dell'oggetto fino a quel momento.

« L'ho preso perché mi ha ricordato di te appena l'ho visto » ammise ancora sorpreso che quella pietruzza colorata nascondesse un significato tanto profondo. Se l'avesse saputo prima, gliene avrebbe regalate una carriola piena.

« È favoloso. Non so davvero come ringraziarti. »

« Un bacio? » buttò lì senza sembrare troppo speranzoso.

« Un abbraccio? »

« Preso. » Ci si poteva accontentare per quella sera.

Dopo che i Koopa tornarono alla loro dimora, Peach stremata da quella giornata di festeggiamenti, danze ed emozioni si coricò col sorriso ancora sulle labbra. Junior si era addormentato con le braccine abbarbicate intorno al collo assolutamente deciso a non sciogliere la morsa desiderosa di contatto e si era trovata a riconsegnarlo quasi malvolentieri al padre divertito. Il gelo lasciato da Mario era stato dimenticato e sostituito dal calore dimostratole dai bowserotti, i quali aveva dovuto salutare tutti con un certo dispiacere per attendere l'inizio delle vacanze estive fino alla loro prossima occasione di rivedersi. Non era la loro mamma e non era una koopa, ma questo non le impediva certamente di volergli bene. E perfino Bowser era riuscito a contribuire in positivo quel giorno.

« Tutto sommato, è stato il miglior compleanno di sempre » considerò prima di scivolare dolcemente nel sonno.

Accanto alla collezione di biglie di Lemmy, la scatolina di velluto rosso stava appoggiata sul suo comodino e dalla strettissima fessura filtrò lento un alito di magia più nera della fuliggine che serpeggiò nella stanza alla famelica ricerca della sua vittima, infilandosi sotto il letto, arrampicandosi su una gamba e strisciando tra le pieghe delle coperte attratto dal calore. Privo di consistenza e peso, del suo passaggio non lasciò né tracce né indizi e avvicinandosi al viso della fanciulla completamente assopita si lasciò respirare come veleno.


Nota d'autrice:

Ricapitolando, la Nintendo ha promosso almeno un gioco per ogni personaggio principale come star: Mario, Luigi, Yoshi, Peach e addirittura Wario... Io quanto ancora devo aspettare per averne uno con Bowser?!? E no, Mario Kart, Super Smash Bros. Brawl e tutti gli altri con contesti sportivi o in cui è solo un personaggio di gioco opzionale non contano.

Scusatemi per questo breve sfogo :]


Mario, Luigi, Peach, Daisy, Bowser & Co. © Nintendo

  
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