Days

SasuSaku – Shot

Erano passati anni da quel giorno, Sasuke aveva smesso di contarli tanto tempo prima, ma il tempo continuava a scorrere su tutto quello che era esterno alla loro casa.

Gli alberi, anno dopo anno, diventavano marroni, si insecchivano fino a perdere tutte le foglie e Sasuke sapeva che era arrivato l’autunno.

Andava in giardino, la mattina presto, e raccoglieva tutte le foglie più vicine alla loro casa e le bruciava. Il fumo si alzava lentamente verso la finestra della sua camera e Sasuke guardava in alto mentre la finestra veniva aperta.

Sakura si affacciava dalla finestra – una Sakura un po' stanca, con gli occhi chiusi e i capelli arruffati – e sorrideva.

«Sasuke-kun…» diceva, aumentando il sorriso e voltando la testa verso il basso «…è arrivato l’autunno, eh?»

Sasuke annuiva prima di dire, ad alta voce «Sì, Sakura» perché lei non avrebbe mai potuto vedere il movimento della sua testa.

C’era qualcosa di tremendamente triste, per lui, nell’odore delle foglie bruciate e questa tristezza era tutta rinchiusa nelle palpebre chiuse di Sakura. C’era la tristezza di una colpa e il dolore di un rimpianto e poi c’erano lacrime, tante lacrime, per un qualcosa di scomparso.

Sasuke entrava in casa, a quel punto, salendo le scale per arrivare nella loro camera e Sakura era ancora affacciata alla finestra, a gustare il suo odore dell’autunno e Sasuke non poteva fare altro che guardarla e logorarsi, a poco a poco.

Tsunade-sama aveva fatto il possibile per ripristinare i suoi nervi ottici, aveva cercato in libri per giorni, aveva passato nottate intere sveglia a cercare ma Sakura, aprendo gli occhi, non aveva visto che buio da quel giorno di tanti anni prima.

La battaglia finale è, di solito, quella che nelle favole si conclude in un trionfo di felicità e gioia, per loro era finita piena di tristezza; che senso aveva avere vinto se Sakura non poteva più vedere? Che senso aveva avuto vincere se Naruto non poteva più rompere loro le scatole?

Sasuke era stato felice della condizione di Sakura solo una volta, in tutto quel tempo: quando il corpo morto di Naruto aveva sfilato davanti ai suoi occhi, Sasuke aveva solo ringraziato perché Sakura – almeno lei – non l’avesse visto.

«Sasuke-kun…» lo chiamò Sakura, la Sakura del presente – quella cieca e un po' più alta – alzando un braccio verso di lui, tendendogli la mano con tutta la fiducia che poteva dargli.

Sasuke avanzò, coprendo la distanza che li separava in pochi passi, e la prese tra le braccia, baciandole prima una guancia e poi la tempia.

Sakura gli sorrise, in quella maniera incredibile che sapeva fare soltanto lei, e gli prese una mano tra le sue.

«Sasuke-kun, di che colore è il cielo, oggi?» gli chiese, come faceva ogni giorno e Sasuke nemmeno lo guardava il cielo. Non gli importava sapere se era nuvoloso, se pioveva o se c’era il sole a Sakura non interessava realmente.

«Azzurro, l’azzurro più limpido» le disse, continuando a guardarla, ma Sakura non avrebbe mai saputo che Sasuke non lo guardava mai il cielo, ma che le bastasse guardare lei per sapere che sarebbe stata una bellissima giornata.

Fine

Note: Prima delle due shot che ho DOVUTO fare alla mia amorina Chiku per Natale. Odio le SasuSaku, sì è^è linciatemi ma io sono una slasher convinta ma ho provato e TADAAAN XD

Se non fossi stata ripagata con i miei disegnini avrei pianto, probabilmente X)