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SasuSaku – Naruto

Sakura era sempre rimasta indietro, a guardarlo andare avanti.

Sasuke correva mille volte più veloce di lei, le sue gambe erano più forti e, probabilmente, il suo cuore era più sicuro.

La verità era che Sasuke era mille miglia avanti a lei e, per quanto lei lo chiamasse, Sasuke non si fermava mai.

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«Sasuke-kun» chiese Sakura, una volta.

«Nani*, Sakura?» le rispose Sasuke, continuando a guardare la pergamena.

«Sasuke tu…» cominciò, tendendo una mano verso di lui. Ma Sasuke continuava a non guardarla e Sakura scosse la testa. «Nulla, Sasuke-kun»

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Sasuke non l’aveva mai guardata, l’aveva solo osservata, con la mente rivolta a tutt’altro e questo le faceva male. Tanto male.

Così si sbracciava, si metteva in mostra e sperava che quel “Sasuke-kun io sono qui!” prima o poi arrivasse al ragazzo.

E sperando si stancava, logorandosi pian piano.

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«Daijobu*, Sakura?» le chiese Sasuke, guardando verso l’alto, mentre con una mano la sorreggeva.

Sotto di lei il vuoto, per miglia e miglia, ma Sasuke la stava tenendo. E “Sì, meravigliosamente, Sasuke-kun” era tutto ciò che riusciva a dire.

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Sakura lo sapeva di essere invisibile. Più invisibile di tutti gli altri, almeno.

Sasuke era un Uchiha, era il genin più forte della foglia. Dio, era Sasuke e questo bastava.

Naruto era il prediletto da Jiraiya, aveva dentro di se il demone enneacoda ed era forte e determinato. E brillante.

Kakashi era un jonin incredibilmente forte ed era l’unica persona, all’esterno del clan Uchiha, ad avere lo sharingan. Era anche più che splendente.

Sakura era una ragazza dai capelli corti che non riusciva a fermare due idioti che combattono.

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«Sasuke-kun» sospirò, Sakura, mentre la lingua dell’altro le sfiorava un capezzolo.

Sasuke non rispose, scendendo verso il ventre, lasciandoli piccoli morsi per tutta la sua pancia.

Sakura mugugnò più forte, chiedendogli di andare avanti e Sasuke alzò lo sguardo verso il suo.

Gli occhi di Sasuke-kun erano dilatati, constatò Sakura, sconvolti dall’eccitazione, sì. Ma Sakura se ne accorgeva che Sasuke continuava a non guardarla.

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Sakura non era forte, non era la più brillante. Ma era la più intelligente.

Mentre Naruto le diceva “Tranquilla, Sasuke è troppo intelligente per accettare”, Sakura stava già aspettando, sopra una panchina, di dire addio a Sasuke-kun.

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«Io ho una famiglia, ho degli amici, però se ti perdessi per me, sarebbe come rimanere sola» aveva detto.

«Portami con te, ti prego» gli aveva urlato.

Sasuke le aveva risposto “Grazie” con quella voce gentile ma un po' roca. E Sakura non aveva capito.

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Sakura ha continuato a cercarlo per tanto tempo. Lo ha ritrovato nelle parole di Naruto, nelle foto ricordo e nel suo stesso cuore. Quando però l’ha avuto davanti, non l’ha ritrovato più.

Ha capito, solo in quel minuto, che Sasuke è dentro un profondo abisso e sebbene la sua pelle scotti al solo pensiero di averlo vicino, quello non è il suo Sasuke.

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«Sasuke-kun» gli aveva detto, un giorno di tanto tempo prima, dopo che avevano appena finito di fare l’amore «perché non mi guardi mai?»

Sasuke le aveva stretto la mano, e non aveva parlato per un bel po'. Sakura stava quasi per addormentarsi quando Sasuke le aveva risposto “E’ perché, di solito, tutto quello che guardo svanisce. Devo solo… abituarmi… Stai al mio fianco fino a quel minuto”

E solo quando ci pensava, Sakura capiva perché Sasuke le avesse detto grazie.

Note: Seconda fic SasuSaku… argh. E’ vero che il natale rende tutti più buoni (e forti di stomaco) Buon natale a tutti <3

Nani= Cosa

Daijobu= Stai bene