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Autore: RevolutionVoltage    09/06/2013    0 recensioni
Dalla storia: Cercò di non sembrare troppo innervosita nel camminare ma la postura rigida delle sue spalle la tradiva e si ritrovò a sperare che nessuno se ne accorgesse, in modo da non rovinare ulteriormente quell’uscita.
Arrivata all’antibagno, si fermò e prese un bel respiro. Si diede una veloce sistemata al vestitino arancione e si accostò decisa alla porta del bagno maschile.
Una voce arrivava da dietro la porta in mogano, una voce bassa e roca.
Sospirò e poggiò la mano sulla maniglia, spingendola per entrare.
Di: RevolutionVoltage
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, il titolo è orribile. Che dire di questa storia? Avevo scritto una Haylor (che poi è diventata la storia a 3) e Starlight mi aveva chiesto di scrivergliene un'altra. La richiesta cascava a pennello perchè il giorno dopo sarei dovuta andare a Verona per una gita in giornata quindi avrei avuto il tempo del viaggio. Così, munita di carta e penna, ho partorito questa cosa tra Autogrill e sorpassi azzardati (ovviamente guidava mio padre, non sono una sprovveduta u.u).
Sto pensando che forse sbaglio a chiamarle tutte Haylor dato che alla fine - date le mie personali convinzioni - non esiste una relazione amorosa tra Taylor e Harry ma oramai va così.
Hope you enjoy it!
Re.Voltage

 
 
 
 
Taylor si scostò la frangetta bionda da davanti agli occhi. La sedia sulla quale era seduta era irrimediabilmente scomoda, nonostante fosse imbottita, e lei non riuscì a trattenere un versetto di fastidio mentre si sistemava meglio contro lo schienale.
 
Incrociò le braccia sotto il seno e sbuffò scocciata con lo sguardo fisso sul piatto di risotto che aveva smesso di fumare da tempo.
 
Maledette le suore che le avevano insegnato ad aspettare che tutte le persone fossero sedute a tavola prima di cominciare a mangiare. Il posto davanti al suo era stato abbandonato oramai, controllò l’orologio della Guess che le circondava il polso, 37 minuti e lei stava morendo di fame.
 
All’ennesimo brontolio del suo stomaco, si arrese e con un sonoro (e decisamente poco signorile) gesto di stizza (che avrebbe poi negato fino alla morte davanti alle telecamere di tutto il pianeta), si alzò dal tavolo.
 
Lanciò uno sguardo preoccupato alla schiera di paparazzi che la fissavano attraverso il vetro adiacente al loro tavolo. Quando si voltò per dirigersi verso il bagno, vide con la coda dell’occhio che una decina di flashes stavano immortalando le sue azioni, da dietro il vetro.
 
Cercò di non sembrare troppo innervosita nel camminare ma la postura rigida delle sue spalle la tradiva e si ritrovò a sperare che nessuno se ne accorgesse, in modo da non rovinare ulteriormente quell’uscita.
 
Arrivata all’antibagno, si fermò e prese un bel respiro. Si diede una veloce sistemata al vestitino arancione e si accostò decisa alla porta del bagno maschile.
 
Una voce arrivava da dietro la porta in mogano, una voce bassa e roca.
 
Sospirò e poggiò la mano sulla maniglia, spingendola per entrare.
 
Il bagno era pulito, le sue piastrelle in ceramica erano candide e rispecchiavano il perfetto stile di un bagno in un ristorante lussuoso del centro di Londra. Le tre cabine avevano porte pesanti argentate ed esattamente opposti a loro c’erano tre lavandini, anch’essi argentati, incastonati in un piano bianco ed argento in granito.
 
Harry era seduto a gambe incrociate sul piano dei lavandini, il cellulare all’orecchio ed un sorriso dolcissimo sulle labbra. Non si accorse subito di lei e Taylor non fece nulla per attirare la sua attenzione.
 
-Anche tu mi manchi, Lou.-
 
Un sospiro sfuggì ad entrambe le persone in quella stanza.
 
-No, Taylor è perfetta, davvero! Ma, lo sai, preferirei comunque di gran lunga essere con te. E magari schiaffeggiare Eleanor se prova un’altra volta a viaggiare troppo a sud con le sue manacce.-
 
Passò una  manciata di secondi e una risata deliziosa sferzò l’aria, finendo sulle mattonelle di ceramica.
 
-Ma dai! Taylor è troppo perbene per fare questo tipo di cose. Bella e talentuosa quanto vuoi, ma a sensualità siamo ai livelli di un procione. E non lo dico perché preferisco il pene.-
 
Nel suo angolino, Taylor si indignò e mise su un broncio adorabile che, involontariamente, la portò ad assomigliare al suddetto procione ancora di più.
 
Decise che, prima di ritrovarsi ad ascoltare cattiverie gratuite sul suo conto (d’altronde i ragazzi di quell’età sono sempre un po’ meschini), si sarebbe fatta sentire con un colpo di tosse.
 
Così fece e lo sguardo del riccio si posò sul suo viso.
 
Sussultò portandosi una mano al petto ed il suo sorriso si allargò, mentre abbassava le palpebre.
 
-Amore, devo andare. Taylor è venuta a recuperarmi. Ci sentiamo appena arrivo in albergo?-
 
Taylor si avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sul ginocchio mentre lui si districava per poi saltare giù dal piano lavandini. Le sorrise.
 
-Si, d’accordo Lou. Ti amo.-
 
Per un momento, vedendo l’adorazione pura che aleggiava dietro le iridi di Harry al solo sentire la voce del suo Louis, si dimenticò di essere infuriata con lui.
 
L’amore, anche se non sperimentato in prima persona come in questo caso, tirava sempre fuori il meglio di lei. Faceva riaffiorare la ragazza sensibile, ma anche forte, che scrive hit da primi posti in classifica sulle sue disavventure amorose. Mentre Harry sussurrava un ultimo saluto al suo amante, pensò che non sarebbe male poter scrivere una canzone su quei due, una volta placata questa bufera della copertura.
 
Il suo cervello aveva appena scovato il perfetto riff d’apertura, quando la voce del riccio le arrivò alle orecchie.
 
-Allora Tay, è arrivato il primo?-
 
D’un tratto le tornò in mente che era venuta a cercarlo con lo scopo di rigirarlo per bene.
 
-Sì, Harry. Mezz’ora fa.- sibillò sperando che lui cogliesse il tono di rimprovero nella sua voce.
 
Non aveva intenzione di urlargli contro; era pur sempre la graziosa e posata Taylor Swift.
 
-Ah.- esalò Harry abbassando lo sguardo sui suoi stivaletti, improvvisamente più interessanti degli occhi blu di Taylor. -Mi dispiace.-
 
Strofinò il tacco per terra, proprio come un bimbo che viene scoperto dalla mamma con il dito nella marmellata e il musino sporco di fragola.
 
Nuovamente, quell’immagine le fece tenerezza. Probabilmente a ruoli invertiti, anche lei si sarebbe chiusa da qualche parte per parlare con la persona che amava piuttosto che chiacchierare del nulla con un mezzo sconosciuto.
 
Però doveva cercare di far capire al ragazzo davanti a lei (che ora si grattava il collo in imbarazzo, aspettandosi una paternale epica) che lo stavano facendo per proteggerlo e che meglio recitavano, più lui e Louis potevano stare tranquilli.
 
Forse perché aveva qualche anno meno di lei, forse perché apparteneva a quel mondo da meno tempo o forse perché i maschi sono generalmente meno sagaci delle femmine, Harry non sembrava esserci arrivato. O comunque non sembrava tenerlo troppo in considerazione.
 
Taylor si schiarì la voce.
 
-Harry, ci sono decine di paparazzi fuori che mi stanno fotografando attraverso il vetro da ore.-
 
-Beh, fantastico, no?- sorrise il ragazzo, sul viso la tenue speranza di scamparsi la ramanzina.
 
-Lo scopo dell’uscita era sì farsi fotografare, ma insieme.-
 
Taylor parlò lentamente, scandendo bene le parole. Quando il riccio non diede segno di voler formulare una risposta, la ragazza si avvicinò e gli prese ad accarezzare un braccio.
 
-So che per te è più difficile, okay? Nessuno dice di no. Ma vorrei permettermi di farti notare che questo dovrebbe essere un appuntamento romantico e tu hai abbandonato la tua ragazza al tavolo, completamente sola, per sparire in un bagno tre quarti d’ora. Cosa credi che penserà la stampa?- chiese Taylor cercando di presentargli la situazione nel modo più oggettivo possibile.
 
-Che ho fatto un pranzo molto pesante?- tentò di scherzare, Harry, ma la nota di malinconia nella sua voce mostrava che aveva capito.
 
La ragazza sospirò, di nuovo.
 
-Volevo solo sentire come stava, tutto qui. Giuro che non avevo intenzione di lasciarti lì tutta la sera. Ti sarai annoiata a morte, Tay. Mi dispiace, mi dispiace tantissimo.-
 
-Non è questione di noia, Harry. Ho un I-Phone e mille applicazioni, ho giocato tutto il tempo ad Angry Birds, non mi sono annoiata. E’ che se vogliamo far sì che questa cosa funzioni, dobbiamo metterci un po’ più impegno.-
 
Harry annuì; i ricci gli ricaddero sugli occhi e se li spostò quasi subito da davanti con un movimento veloce delle dita lunghe. Si morse un po’ il labbro e la guardò negli occhi.
 
-Hai ragione. Hai completamente ragione. Sto mandando all’aria gli sforzi di tutti e due e sto mettendo a rischio la mia relazione con Lou. Dio! Mi sento una merda. Perché non ci sono arrivato prima?- gemette Harry quasi in preda al panico.  Le mani cominciarono a torturarsi i lembi della maglietta e i suoi denti continuavano a tornare a martoriare il labbro inferiore. Più Taylor passava del tempo con lui, più ai suoi occhi Harry era un adorabile bimbo lanciato in pasto ai leoni troppo presto.
 
Gli sorrise e gli strofinò calorosamente una mano sul braccio, tentata di abbracciarlo. Esitò indecisa: d’altronde era solo la loro terza uscita e non sapeva se il ragazzo sarebbe stato a suo agio con il gesto. L’ultima cosa che voleva fare era mettere a disagio quel ragazzo che ora aveva solo bisogno di un po’ di conforto e di un’amica.
 
Spesso le persone si fanno troppi problemi, si sa.
 
Harry la avvolse, le braccia intorno alla sua stretta vita e il viso affondato nei suoi capelli. Lei, superata la sorpresa, si rilassò nell’abbraccio e presto si trovò ad appoggiare la testa sulla spalla del ragazzo.
 
-Sono contenta che tu voglia collaborare, Harry. E che ti stia dimostrando maturo.-
 
Il riccio si staccò e un sorriso grato comparve sulla sua bocca quando rispose.
 
-Scherzi? Sono io che ti devo ringraziare. E’ la mia relazione quella in gioco. Tu avresti potuto lasciarmi qui, andartene ed io sarei rimasto solo con il mio, come dire, problema. Invece sei venuta a cercarmi nel bagno degli uomini, rischiando un severo richiamo da parte del personale di questo lussuosissimo posto… - Taylor rise -… per aprirmi gli occhi. Sono io che ti ringrazio, Tay.-
 
Le sorrise nuovamente e le stampò un bacio secco sulla guancia.
 
Fu la volta della bionda di sentirsi un po’ fuori posto ma nulla di irrimediabile.
 
-La prossima volta che vuoi sentire Louis e siamo fuori insieme, non dovrai fare altro che avvisarmi. Io sono dalla tua parte, Harry. Ci apparteremo con una scusa, tu farai la tua telefonata e quando torneremo sotto le luci della fama, tu avrai la maglietta al contrario ed io i capelli spettinati. Che intendano quello che vogliono.- concluse il suo piano con un occhiolino che fece ridere Harry a crepapelle.
 
Magari non era proprio capace di fare la sexy. Magari Harry era onesto, quando parlava con il suo ragazzo. Avrebbe indagato a riguardo.
 
Nel frattempo, questa loro conversazione a cuore aperto fece dimenticare per l’ennesima volta alla ragazza di aver avuto in principio qualcosa da rinfacciare al ragazzo.
 
-A proposito…- cominciò Harry malizioso -Che ne dici di testare subito questa tua idea geniale?- concluse con un sopracciglio alzato. -Mi pare di capire che ci sono dei fotografi da ingannare, là fuori. Occasione perfetta per valutare la funzionalità di questo piano.-
 
Sentitelo, pensò Taylor, ora è tutto preso dal lavoro!
 
Comunque rise e per tutta risposta si girò verso lo specchio, sciogliendosi i capelli biondissimi e scuotendoli. Li sistemò arruffati sulle spalle e quando si voltò verso Harry, lui si era già sfilato la maglia e l’aveva già rimessa tutta stropicciata e al contrario, cuciture in vista.
 
Entrambi soffocarono l’ennesima risatina condivisa.
 
-Sei pronto?- scherzò la ragazza avvicinandosi ‘sensualmente’.
 
-Come sempre, baby.- rispose Harry.
 
La prese per mano ed uscirono dal bagno.
 
Si riavviarono verso il loro tavolo, dove i primi erano oramai congelati nei piatti di ceramica di quel ristorante a 5 stelle, camminando lentamente, godendosi ogni comico secondo della loro messa in scena.
 
Una volta seduti, si sorrisero complici quando i flash impazzirono. I paparazzi stavano cominciando a notare qui dettagli fuori posto e probabilmente stavano anche già progettando la vacanza europea che si sarebbero potuti pagare con i soldi di quelle foto.
 
In fondo, se quella cosa sarebbe dovuta continuare, almeno che si divertissero un po’! E Taylor, guardando Harry ridere sotto i baffi, cominciava a pensare che loro due ne avrebbero combinate di tutti i colori. Cominciava a pensare che forse, questa storia della copertura poteva non essere la palla al piede che pensava sarebbe stata. Certo, comunque un impegno lavorativo; ma con un nuovo amico come Harry al suo fianco, forse tutto sarebbe andato per il verso giusto.
  
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