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Autore: IanLaRossa    09/06/2013    1 recensioni
Kurt, Sebastian, un panorama di luci ed ombre e tante parole non dette.
"-Già. Sembra tutto bello da quassù.- faccio un tiro di sigaretta e lascio che il fumo abbracci il silenzio, vezzeggiandolo e coprendolo, senza riuscire comunque a colmarlo. -Non c'é differenza tra qui e New York. Da quassù un grattacielo e una cascina hanno le stesse dimensioni. Da quassù un aereo può essere una stella. Da quassù un bel panorama diventa una vista mozzafiato. Da quassù siamo tutti belli, persino io.- 'Da quassù noi sembriamo qualcosa' non lo dico, ma é ovviamente sottinteso. Le parole che non diciamo rimangono nell'aria, in attesa di essere pronunciate. Povere, rimarranno per sempre fiato mai esalato."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kurt spunta dalla portafinestra per raggiungermi sul balcone e mi si avvicina nell'oscurità, a passi lenti e silenziosi.

Faccio finta di non vederlo e continuo a fumare la mia sigaretta guardando il panorama e le luci.

«Sembra tutto bello da quassù.»  ammette, a voce bassissima più per non rovinare l'atmosfera che per non svegliare Santana e Brittany che dormono dentro la stanza.

«Non è New York.»  ribatto secco.

«No che non lo è. Ma è bellissimo lo stesso,  non trovi?» Non lo guardo neanche, ma sento il suo sguardo trafiggermi. Per un momento sembra che non stia parlando del panorama ma di qualcos'altro. Forse di noi. Forse di me.

«Già. Sembra tutto bello da quassù. »faccio un tiro di sigaretta e lascio che il fumo abbracci il silenzio, vezzeggiandolo e coprendolo, senza riuscire comunque a colmarlo. «Non c'è differenza tra qui e New York. Da quassù un grattacielo e una cascina hanno le stesse dimensioni. Da quassù un aereo può essere una stella. Da quassù un bel panorama diventa una vista mozzafiato. Da quassù siamo tutti belli, persino io. »

“Da quassù noi sembriamo qualcosa”  non lo dico, ma è ovviamente sottinteso. Le parole che non diciamo rimangono nell'aria, in attesa di essere pronunciate. Povere, rimarranno per sempre fiato mai esalato.

Metto la sigaretta nel mio campo visivo, socchiudo gli occhi in modo che lo sfondo diventi solo un vago misto di luci gialle e arancioni confuse e la punta rossa e ardente della sigaretta si confonde esse.

Un'ombra tremula e fievole di noi è riflessa sul muro, ma non so se è causata dalle luci della città o da quel poco che viene dalla portafinestra semiaperta. Nel dubbio faccio un altro tiro di sigaretta.

«Belle parole» biascica dopo un po'. A quanto pare il silenzio non si era fatto bastare il fumo denso.

«Grazie» un mormorio più che un vero ringraziamento.

«Sei sempre stato bravo con le parole»

«Una delle poche cose che so fare. Forse l'unica.»-rigiro la sigaretta tra le due dita. Ma che ore sono?

Pare pensarci su un po', ma dopo esordisce con un debole «Sai amare.»

Mi giro lentamente verso di lui e lo guardo finalmente per la prima volta da quando è arrivato sul balcone e rimango senza parole. É bellissimo. Mentre tutto il resto è indefinito, sfocato, senza forma e maltrattato dall'oscurità, lui invece brilla di luce propria col candore della sua pelle e il ciuffo chiaro all'insù che risplende grazie ai pochi e tenui raggi della luna. So davvero amare? Amo solo lui e ogni volta che lo guardo mi rendo conto che forse tutto ciò che provo non è abbastanza. Mi da la perenne impressione che meriti molto di più dell'appassionato sentimento che il mio cuore, il mio cervello e ogni mio stupido organo funzionante produca per lui. Una persona così bella, un animo così brillante - proprio come le luci di New York- potrebbe mai farsi bastare un amore che a me pare infinito ma che in realtà forse vale talmente tanto poco da non nutrire i suoi desideri?

«Bah, non ne sono più tanto sicuro» sputo fuori dopo un po'. E non mento. Con lui mento davvero poco.

Siccome sono ritornato a guardare la città dormiente ma al contempo viva sotto di me, lui mi afferra il polso per farmi girare. Vorrei oppormi perché sicuramente mi costringerà a guardarlo negli occhi e non reggerei, non reggerei per nulla un confronto con il blu zaffiro delle sue iridi profonde. Mi spezzerebbe nuovamente il cuore.

«Fidati» sussurra avvicinandomi di un po' «Tu sai amare» e per un attimo sembra che mi voglia baciare e dirmi “imparerò ad amarti davvero anche io, imparerò, lo giuro” ma rimaniamo solamente in silenzio a guardarci ed io affondo nel suo sguardo severo ma allo stesso tempo amorevole. Glielo chiedo con gli occhi invece che con la bocca: “puoi amarmi?”. Ma ascolterà mai la mia preghiera?

Intanto la sigaretta brucia, così come il tempo che scorre inesorabilmente lento e poco clemente con noi. Penso a lei, alla sigaretta. Un tempo immaginavo che essa fosse come la vita e una volta mi dissi che “della vita voglio fumarmi anche il filtro”. Ma è arrivato lui, ed è  come quando ti distrai, ti metti a parlare e la sigaretta brucia senza che tu la porti alla bocca, e quando ci ripensi e fai per fumare ti ritrovi la cicca quasi spenta.

Da quando c'è lui se la sta fumando il vento la mia sigaretta.

«Dovremmo rientrare.» bisbiglia.

«Si dovremmo rientrare.»



Nobody puts me in da corner (?)
Saaaalve. Okay, questa OS originariamente era un passo del mio libro (se, convinciti che un giorno sarà un libro) ma non potendo io vivere senza i miei due scemi preferiti, sotto consiglio e benedizione della mia adorata Robs (che ringrazio fino alla morte dato che ha betato e fatto HTML <3) ho swappato i personaggi originali in Kurt e Sebs.
E ne é uscita fuori 'sta merda.
Ok, vi voglio tanto tanto bene, spero che vi sia piaciuta! Vi consiglio di ascoltare la canzone City Lights di Ashley Hicklin, fonte ispiratrice.
Alla prossima!
IanLaRossa.
  
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