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Autore: MerahKegilaannya    09/06/2013    3 recensioni
Da piccolo Loki aveva avuto il vizio di rintanarsi nella stanza di Thor, stava immobile sul ciglio socchiuso ad osservarlo dormire placidamente nel bozzolo delle coperte mentre al di la delle ampie vetrate il maltempo imperversava borioso su Asgard, stava li, a tremare di freddo, strofinando i piedini mezzi congelati tra di loro per riscaldarsi finché non si svegliava e scorgendo con la coda dell'occhio la familiare figurina sulla porta non sbuffava calciando gli strati di coperte con le gambe, " Su, che aspetti?!" (...)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'No more children. '
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STORM 2



# Storm #


Da piccolo Loki aveva avuto il vizio di rintanarsi nella stanza di Thor, stava immobile sul ciglio socchiuso ad osservarlo dormire placidamente nel bozzolo delle coperte mentre al di la delle ampie vetrate il maltempo imperversava borioso su Asgard, stava li, a tremare di freddo, strofinando i piedini mezzi congelati tra di loro per riscaldarsi finché non si svegliava e scorgendo con la coda dell'occhio la familiare figurina sulla porta non sbuffava calciando gli strati di coperte con le gambe, " Su, che aspetti?!" gli diceva e una volta arrampicatosi sul materasso rilasciava le coperte avvolgendoglielo dentro, Loki era sempre stato caratterizzato fin da bambino da quel modo di fare altero, orgoglioso e parecchio testardo che negli anni non aveva fatto che accentuarsi e ingigantirsi, e allora stava in posizione fetale, rincattucciato sul bordo dell'enorme letto dando insistentemente le spalle al fratello, che puntualmente, nonostante le membra intorpidite dal sonno e la mente ben poco lucida allungava un braccio per tirarselo contro, quello strofinava le gambe gelide su quelle del maggiore riscaldandosi e con il naso premuto nell'incavo della spalla si addormentava passandogli le dita tra i capelli biondi, per cui da bambino aveva avuto una vera e propria fissazione.

Crescendo, quando Thor aveva incominciato a svilupparsi fin troppo velocemente, lo aveva fatto sempre meno spesso, l'ultima volta era stato durante un temporale, un'estate in cui entrambi erano già troppo cresciuti e varcata la porta della stanza aveva trascinato le piante dei piedi sul marmo,  l'ultima volta era stato quando erano entrambi più bassi di venti o trenta centimetri,  le ciocche corvine gli ricadevano scompostamente dietro le orecchie, Loki stava attraversando quel periodo in cui i ragazzi, divinità norrene comprese, erano un agglomerato di ossa spigolose ed epidermide sottile tesa sulle ossa che sembravano voler bucare i lineamenti, era magro e allampanato, quasi dinoccolato eppure per una volta si era lasciato scivolare sul materasso caldo, accanto al corpo scompostamente abbandonato al sonno di Thor, le lenzuola appallotolate intorno alle caviglie , e respirando il più silenziosamente possibile aveva premuto il viso sul petto nudo, non aveva dormito, solo alle prime luci dell' alba bigia degli strascichi del temporale estivo che aveva imperversato tutta la notte era scivolato in un sonno inquietato con l'odore della pelle di Thor sulla punta della lingua.

Quando Thor si era svegliato, nella tarda mattinata, se l'era sentito addosso, rannicchiato in posizione fetale contro il petto e le gambe troppo lunghe incrociate alle sue, era tanto che non lo vedeva da così vicino, i lineamenti spigolosi corrucciati nel sonno, le labbra appena schiuse nei respiri cadenzati.

Thor lo aveva stretto tra le braccia sfiorando con i polpastrelli le  ciocche corvine sulla nuca,  li stava facendo crescere, poi semplicemente aveva serrato le ciglia bionde sulle iridi chiare fingendo di dormire e dopo poco, troppo poco,  lo aveva sentito sgusciare via dalle sue braccia, fuori dal suo letto, i passi attutiti dai tappeti sul pavimento lucido e il tonfo sordo della porta che sbatteva sui cardini, Thor aveva steso le membra terribilmente pesanti sul letto vuoto, stiracchiandosi le braccia, si era stropicciato gli occhi e sentendo il vento sbattere e fischiare contro le ampie vetrate, aveva sorriso , il cielo plumbeo gravido di pioggia, un sorriso senza un motivo ben preciso, gli occhi chiusi e la consistenza morbida delle labbra sottili dell'altro sotto i polpastrelli.
İ tuoni avevano squarciato il cielo mentre le nuvole prene gettavano un nuovo temporale su Asgard e la corte rimbombava cupa sotto lo scrosciare dell'acqua.

Era stata l'ultima volta in cui Loki si era infilato nel suo letto durante un temporale, certo, dopo un interessante pomeriggio passato in biblioteca giusto qualche mese dopo aveva però incominciato ad infilarsi nel suo letto molto più spesso per motivi ben più piacevoli e Thor in quelle nottate stava sempre ben attento a chiudere a chiave la porta massiccia della stanza  impregnata da gemiti rumorosi, un po per evitarsi spiacevoli interruzione, un po, anche se probabilmente non lo avrebbe mai ammesso, per evitare una silenziosa fuga notturna.






~Ink.
   
 
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