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Autore: Allegra_    09/06/2013    3 recensioni
“ Non sapevo cosa avesse Allegra di così speciale, eppure di una sola cosa ero ormai certa: era riuscita a far innamorare Leon.”
Violetta è finalmente riuscita a trovare un equilibrio apparentemente perfetto nella sua vita: studia musica allo Studio 21, suo padre ed Angie sono felicemente sposati, i suoi amici l’adorano, Thomas è ritornato dalla Spagna, Diego si è fidanzato con Ludmilla e lei e Leon si amano come non mai.
Nulla potrebbe sconvolgere questa sua situazione ideale, se non l’arrivo totalmente inaspettato di una ragazza dal cuore di ghiaccio e l’anima accantonata in un angolo, una ragazza dal passato oscuro e che inaspettatamente si rivelerà essere la sorella che Violetta non ha mai saputo di avere.
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Nuovo personaggio, Violetta
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Prologo


Violetta.
Il solo leggere il suo nome su quel quaderno per un attimo gli fece spuntare un sorriso sulle labbra.
Leon pensava a lei e alla sua incantevole bellezza, a come era riuscita a prendergli il cuore.
Adesso che stavano insieme e che erano davvero certi di amarsi nessuno avrebbe potuto separarli: lui ne era convinto.
Se ripensava ai tempi in cui litigava con Thomas e Diego anzi, un altro sorriso gli spuntava sul volto, un sorriso divertito.
Era buffo rendersi conto che adesso quei due che un tempo avrebbe bruciato vivi erano diventati i suoi migliori amici !!
Dopotutto, anche se Leon aveva impiegato tempo ad accorgersene, non erano per niente male.
Appena Thomas era ritornato dalla Spagna l’aveva abbracciato come se fossero stati vecchi amici, e da lì tra canzoni e compiti di gruppo aveva scoperto in lui una dolcezza ed una lealtà che l’avevano davvero colpito.
Stringere con Diego era stato più difficile in effetti, soprattutto dopo tutto quello che entrambi si erano fatti passare a vicenda.
Poi però si era riconosciuto in quel carattere a doppia faccia del ragazzo: dopotutto anche lui era stato così un tempo, e sarebbe stato da ipocrita non ammetterlo.
Perciò, dopo aver fatto insieme due o tre allenamenti di moto cross, anche con Diego era nato un bel legame.
Leon era contento di avere due migliori amici come loro: così diversi eppure entrambi fondamentali ormai per lui.
Distolse la mente da quei pensieri e si concentrò sulla canzone che stava componendo.   

E se un giorno al nostro risveglio, tutto cambiasse ??
Se in un lampo fossimo in un castello, con la musica regina,
Ti prenderei la mano, mia principessa,
E balleremo sulle note dell’amore,
sulle note di questo nostro amore.   

Aveva scritto soltanto queste poche righe, eppure Leon se ne sentiva soddisfatto.
Immaginava lui e Violetta in un enorme salone, con indosso quegli abiti sfarzosi ed una musica romantica, che volteggiavano abbracciati.
Era un sogno e per Leon la musica era lo specchio dell’anima, dove lasciar uscire tutto ciò che non è possibile esprimere con le parole, come quell’immagine meravigliosa che gli tornava sempre alla mente.
<< Tesoro, vieni un secondo di la ?? Io e tuo padre abbiamo bisogno di parlarti >> ad un tratto la voce di sua madre lo risvegliò da quei meravigliosi pensieri.
La sua famiglia era perfetta.
Aveva una madre apprensiva al punto giusto, simpatica, intelligente e comprensiva, un padre sempre a lavoro, ma totalmente disponibile una volta tornato a casa, e un fratello di quattro anni e mezzo iperattivo, ma dolcissimo: Matias.
Scese le scale arrivando nel soggiorno, dove i suoi genitori erano comodamente seduti sul divano e Mati si divertiva a tormentare il loro cagnolino lanciandogli un osso per tutta la stanza.
Leon rise prima di accomodarsi a sedere accanto sua madre e suo padre.
<< Ditemi tutto >> sorrise tranquillo.
<< Beh, vedi figliolo,  tua madre l’altro giorno è andata a visitare il riformatorio della città per scrivere un articolo >> cominciò suo padre.
Già, la signora Vargas scriveva ormai da anni su Buenos Aires Hoy, il giornale più famoso della città, e cercava sempre di presentare ai lettori qualcosa di innovativo, recandosi nei posti più impensabili.
<< E quindi ?? >> Leon non capiva dove suo padre volesse andare a parare.
<< è rimasta molto colpita in modo particolare da una ragazza e ha deciso di chiedere al riformatorio l’affidamento, almeno temporaneo, qui a casa nostra >> continuò l’uomo serio << Io sono d’accordo con lei e volevamo sapere cosa ne pensavi per ultimare le pratiche >>
Per Leon non c’era alcun problema.
Dopotutto una persona in più per casa non avrebbe fatto altro che allargare la famiglia, e magari sarebbe stato interessante conoscere qualcuno proveniente da un mondo così diverso dal suo.
<< Perfetto >> sorrise il ragazzo semplicemente, per poi alzarsi e dirigersi di nuovo verso la sua camera.
Era circa a metà delle scale quando gli sorse in mente una domanda.
<< Come si chiama la ragazza ?? >>
<< Allegra>> esclamò sua madre entusiasta.

***

Due settimane dopo

Era incredibile come lo Studio 21 fosse già in piena attività alle otto del mattino.
Gruppetti di ragazzi ballavano, altri improvvisavano rap e strofe di canzoni, altri ancora semplicemente chiacchieravano.
E poi c’era chi, come Leon e Violetta, spruzzava amore da tutti i pori.
<< A che punto sei con la canzone ?? >> gli domandò lei giocando con le dita della mano del suo ragazzo, così grandi rispetto alle sue.
<< Mi manca soltanto la ripresa finale >> sorrise quello lasciandole un piccolo bacio sulla punta del naso.
 Violetta rise appena abbracciandolo di slancio.
Ad un tratto una ragazza gli corse in contro sbracciando goffa: tipico di Nata.
<< Leon, sei qui !! >> esclamò affannando << Ho incontrato tua madre per strada e mi ha detto di ricordarti assolutamente che oggi arriva la ragazza a casa tua >>
<< Quale ragazza ?? >> domandò Violetta già palesemente gelosa.
<< Quella che mia madre ha deciso di prendere in affidamento >> rispose lui semplicemente.
A dire il vero Leon aveva totalmente dimenticato di quel nuovo arrivo a casa sua: gli era sfuggito di mente perché dopotutto, con la vita perfettamente in ordine che aveva, una novità non attirava più di tanto la sua attenzione.
<< Poi voglio conoscerla >> sorrise Vilu facendo sorridere anche lui di rimando.
<< Certamente >> le prese la mano conducendola verso la classe di danza.

***

Una macchina camminava adagio su un dissestato sentiero di montagna.
<< Sono così emozionata !! >> esclamò la signora Vargas sorridendo al marito.
Lui faceva ancora fatica a capire il perché di quella strana eccitazione della moglie, eppure per lei la cosa era più che normale.
Suo marito non aveva conosciuto quella ragazza, non poteva sapere che effetto facesse.
Ripensò a quel momento e le immagini del loro incontro le invasero la mente.
 
<< Può intervistare tutti i ragazzi qui presenti, buon lavoro signora >> le aveva detto la guardia  lasciandola in mezzo ad un gruppo dalle persone ben diversificate, per età, aspetto e impressione.
Lei si era sistemata in mezzo ad alcuni ragazzi, chiedendo loro informazioni sulle loro vite pre e post riformatorio, non ottenendo però le risposte interessanti che si aspettava.
Ad un tratto un rumore aveva attirato la sua attenzione: la guardia che aveva incontrato poco prima correva veloce dietro una ragazza, la quale stringeva tra le mani un enorme pezzo di pane.
<< Piccola ladruncola! >> strillava << Sei un demone! >> ripeteva.
Alla signora Vargas si illuminarono gli occhi: era curiosa come non mai di conoscere quella ragazza.
<< Mi scusi signore, voglio intervistare lei >> aveva chiesto alla guardia calma.
<< Non le conviene affatto, è una pazza! >> aveva strillato quella, ma lei non gli aveva dato ascolto e si era diretta verso lo spirito ribelle che tanto l’affascinava.
Prima di tutto si era soffermata sul suo aspetto: era davvero bella, nonostante i capelli annodati, la pelle secca e disidratata,  i graffi e i lividi sparsi un po’ ovunque.
Poi aveva iniziato a parlarle.
<< Come ti chiami ??>>
<< Allegra >> aveva risposto quella sputando quasi fuori quella parola.
<< Perché lo dici con questo tono? >> le aveva allora chiesto la signora Vargas.
<< Perché è un nome stupido per me che mi trovo qui. Chi potrebbe essere allegro e spensierato in questa prigione? Qua è un miracolo se riesci a sopravvivere !! >> c’era tanta di quella rabbia nella sua voce che la donna sentiva di dover fare qualcosa per alleviarla almeno un po’.
<< Ti porterò fuori di qui >> aveva detto quasi senza pensarci, e per un attimo aveva visto la ragazza sorridere.
<< Non ci riuscirai mai >> un sorriso triste, se non di più.
<< Fidati di me >>
 
Ed ecco che stava andando lì a liberarla finalmente da quella realtà che tanto odiava.
Era così contenta, perché finalmente il nome di quella ragazza avrebbe preso vita, finalmente avrebbe potuto davvero essere Allegra, a tutti gli effetti.
<< Siamo arrivati >> esclamò suo marito e il cuore della signora Vargas perse un battito.

***

Per la prima volta in vita sua Allegra poteva definirsi quasi contenta.
Contenta perché finalmente sarebbe andata via da quella prigione dove era rinchiusa da anni, ma con quel quasi davanti perché non riusciva ancora a crederci, non l’avrebbe fatto fino a quando quelle mura grigie e fredde non sarebbero state solo un lontano ricordo.
Indossava quel paio di pantaloni larghi e quella camicia sformata da ormai troppo tempo, e con i capelli appiccicaticci e il corpo magrissimo, era convinta che nessun essere del sesso opposto l’avrebbe anche solo guardata.
Soprattutto al di fuori di quel riformatorio, dove l’estetica era davvero tutto.
Si domandava come sarebbe stata la sua nuova vita e si rispondeva che era troppo presto anche solo per pensarlo.
Bisognava prima ultimare un capitolo per cominciare a scrivere quello seguente.
E quella mattina sarebbe toccato a lei.


 

Piccolo Angolo Di Luce
Hola!! È la prima long che scrivo in questa sezione e spero davvero vi piaccia.
L’idea mi è venuta così, per caso, e mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate.
A presto, un bacino <3
xoxo

   
 
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