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Autore: Syryus90    09/06/2013    2 recensioni
dopo un incidente per salvare un bambino, Jack comincia a ricordare pezzi della propria nuova vita che aveva dimenticato.
Grazie ad un dente cadutogli nell'incidente e a Dentolina, accederà ai ricordi perduti.
Cosa avrà ricordato?
chi avrà ricordato?
cosa centrano un drago e un ragazzo vichingo?
se volete scoprirlo non vi resta che leggere ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles Of Winter Spirit '
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Dopo quella giornata passata a giocare con i bambini, Jack volò da Dentolina per darle il proprio dente, era sicurissimo che sarebbe stata felice di riceverlo, ma quando arrivò al suo palazzo ebbe un sussulto al cuore, era come se qualcosa lo stesse chiamando di nuovo.
“ Jack” diceva la voce “ Jack” urlò improvvisamente continuando a chiamarlo con insistenza.
Jack nel sentire quella voce si ricordò a chi appartenesse “ Hiccup”, ecco come si chiamava quel ragazzo del suo sogno.
 
Dentolina in lontananza vide Jack all’entrata del suo palazzo appoggiato ad un muro con la mano sulla testa, preoccupata gli andò in contro.
Dentolina: Jack come mai da queste parti ? non ti senti bene? – gli chiese preoccupata.
Jack: non è niente ero venuto per… per – si interruppe.
Fu così che gli venne in mente che i dentini contenevano i ricordi delle persone e che dentro quel suo dente forse vi era la risposta alle sue domande.
Jack: ero venuto a chiederti un favore – disse serio in volto e supplicante.
Dentolina : dimmi pure Jack.
Jack: Devo accedere ai ricordi di questo dente, me lo ha dato una bambina è  il dente che ho perso il giorno dell’incidente – spiegò lui – il fatto è che da quel giorno ho cominciato a ricordarmi di un periodo della mia nuova vita come Jack Frost che per qualche motivo ho dimenticato – disse lui – vorrei capire perché – chinando il capo e osservando il proprio dente nella mano.
Dentolina: oh Jack, se vuoi ricordarlo deve essere davvero importante per te – disse mettendogli una mano sulla spalla – ti aiuterò però non ti posso garantire che ciò che ricorderai ti piacerà.
Jack: Lo so ma voglio farlo ugualmente – disse deciso.
Dentolina: Allora segui mi, andiamo a farti ricordare – disse lei con un sorriso.
Jack: grazie e scusa se non ti do subito il dente che ti avevo promesso – disse lui.
Lei rise per tutto il tragitto e Jack non poté far altro che sorridere dinanzi al suo perfetto umore.
Scesero giù verso il laghetto del palazzo dove vi era l’affresco della fatina dei denti, arrivati lei chiese a Jack di sedersi e di rilassarsi mentre cercava di accedere ai ricordi del dente; lui era teso e non sapeva cosa aspettarsi da quel dente, aveva molta paura di ciò che avrebbe scoperto, dopotutto il ragazzo dei suoi ricordi sopiti ormai era sicuramente morto e nessuno lo avrebbe potuto riportare in dietro.
Jack: Dentolina ci ho ripensa… – non poté finire la frase.
Dentolina lo aveva già scaraventato nel suo passato e lui non poteva far altro che rivivere i propri ricordi.
Si era risvegliato su una lastra di ghiaccio galleggiante, solo, intorno nient’altro che mare e cielo; si stava lasciando trasportare dalle onde stesse chiedendosi: perché era al mondo? Quale era il suo scopo? Perché nessuno lo vedeva? Tutte le domande che dal giorno in cui era nato come Jack Frost erano rimaste senza alcuna risposta.
 
Dal cielo, proprio in quel momento, si sentì un boato seguito da un ruggito quasi demoniaco, il rumore spaventò Jack che si alzo tenendo in mano il proprio bastone con le mani tremanti. Ancora un ruggito, seguito da un battito di ali sempre più forte e vicino, Jack allora si voltò e li vide, erano dei ragazzi che cavalcano delle bestie spaventose, le guidavano e esultavano per ogni acrobazia che riuscivano a fare, sembravano allenarsi tutti insieme. Ad un tratto i ragazzi scesero in picchiata in sella alle loro bestie e passarono vicino a lui, nessuno lo vide ovviamente; ma la bestia a capo della fila, un drago nero dagli occhi grandi e gialli, voltò in dietro il muso a guardarlo incuriosito.
Jack: oh-o – disse preoccupato – lui mi può vedere – si confermò vedendo che andava verso di lui.
Il drago si avvicinò a lui planando sul pezzo di ghiaccio; Jack , spaventato chiuse gli occhi convinto che lo avrebbe mangiato, ma non fu così, il drago lo stava annusando e improvvisamente si accucciò per far si che anche il suo amico che aveva in spalla lo vedesse. In sella al drago nero vi era un ragazzo della stessa età di Jack,  aveva dei capelli medi marroni e gli occhi verde muschio, una gamba mezza mutilata e un armatura leggera per proteggersi da eventuali attacchi, lui cercò inutilmente di direzionare il proprio drago nuovamente davanti alla fila.
Ragazzo: sdentato cosa fai? – disse guardando negli occhi il drago – dobbiamo rientrare e informare papà di quello che abbiamo trovato, non abbiamo tempo per dei pezzi di ghiaccio in mezzo all’oceano – disse tirando su il muso del drago per fargli riprendere quota.
Il drago annusò nuovamente Jack e scosse la testa dopo di che una ragazza in sella ad un altro drago li chiamò.
Ragazza: Hiccup, sdentato, dobbiamo andare – urlò.
Hiccup: ecco visto? – disse seccato – ora Astrid ci farà la ramanzina, su bello andiamo ora.
Il drago guardò ancora una volta quel ragazzo, aveva una strana espressione mentre lo fissava, come se si chiedesse il perché nessuno lo vedesse a parte lui; nonostante ciò prese il volo e si diresse verso il gruppo.
 
Jack guardo il drago dai grandi occhi teneri prendere il volo e ne rimase incantato, l’eleganza con il quale si librava in volo lo faceva sentire euforico; curioso di capire dove stessero andando li seguì fino al loro villaggio che si stagliava su una piccola isola poco lontano da dove erano prima. Era un villaggio formato da poche case di legno e paglia che si adagiavano sconnesse per tutta la pendenza della collina a strapiombo sul mare, più in la vi era un campo dove c’era un piccolo recinto con degli animali da fattoria, tra i quali molte pecore, e una grande costruzione in cima al villaggio, la cosa che colpì di più Jack però era che, ad ogni angolo vi era un drago con colore e forma diversa da ogni altro, non credeva ai suoi occhi era come se le leggende del nord fossero divenute realtà.
 
Non sapeva più dove guardare, i draghi sembravano vederlo e si spostavano per lasciarlo passare mentre camminava nel villaggio, nessuno notava niente di strano in loro e tutti, come sempre, non vedevano Jack; la cosa per la prima volta non lo toccava minimamente. In lontananza, tra la marea di draghi e di persone, Jack vide sdentato e Hiccup  andare verso l’enorme costruzione in cima al paese, incuriosito li segui e quando entrò nel lungo, capi essere una sorta di sala comune del villaggio. Restando attento a non farsi vedere da sdentato, ascoltò le varie conversazioni.
Stoik: Allora figliolo, come è la situazione sull’isola dei draghi? – chiese ansioso .
Hiccup: ne sono arrivati di nuovi giusto oggi tra i quali dei Bizzippi e degli Incubi Orrendi – disse con tutta calma – sembra che abbiano deposto delle uova che si schiuderanno molto presto – disse sorridendo.
Stoik: ne sono lieto – disse anche’gli sorridendo – ora va pure con sdentato a divertirti, se avrò ancora bisogno di voi vi manderò a chiamare da Astrid – concluse.
Hiccup: grazie papà a dopo – disse correndo fuori insieme a sdentato.
 
I due uscirono e spiccarono il volo così velocemente che Jack non riuscì a vederli partire, rimase a osservarli mentre si libravano in alto liberi da ogni triste pensiero e felici di avere qualcuno accanto, era quasi invidioso; Jack senza rendersene conto li inseguì in volo e si affiancò a sdentato lo osservò attentamente facendo attenzione hai dettagli, era davvero un magnifico drago; involontariamente il suo sguardo fin’ sul ragazzo che in quel momento stava sorridendo divertito dalle acrobazie del suo amico drago, Jack lo guardò intensamente pensando che se lui lo avesse visto …sicuramente sarebbero diventati ottimi amici, poi senza nemmeno pensarci lo toccò sulla spalla come se volesse dirgli che lui era li; la sua mano però lo attraversò e si fermò sulle squame del drago nero, era una sensazione che gli era molto mancata, toccare qualcuno di vivo, il calore che il drago emanava era davvero intenso, non si stupiva se il ragazzo non aveva freddo nonostante la bassa temperatura.
Sdentato improvvisamente virò verso un laghetto in una conca ovale, sembrava infastidito da qualcosa, Jack pensò fosse colpa sua perché ad una creatura così calda un tocco freddo come il suo doveva dare davvero fastidio. Li segui al laghetto, ormai si stava facendo buoi e la luna cominciava ad alzarsi in cielo, Hiccup liberò sdentato dall’imbracatura e lo lasciò libero di girare e di nuotare mentre lui osservava la luna.
Hiccup: che bella la luna questa sera, illumina di più del fuoco – disse ironico osservando il fuocherello che aveva acceso.
Sdentato uscendo dall’acqua vide Jack in lontananza e gli andò in contro di soppiatto, lui però non se ne era accorto, stava osservando la luna, ma rispetto a Hiccup in lei vedeva solo le sue domande senza risposta e le sue paure.
Jack: potresti dirmi perché sono qui? – chiese alla luna come ogni notte – come mai mi hai tirato fuori da quel laghetto? Perché nessuno mi vede? Cosa devo fare perché qualcuno mi veda? – ogni domanda era seguita dal silenzio.
Sdentato, arrivato alle spalle di Jack, lo afferro per i vestiti e lo trascino via con se.
Jack: Ma che?.. cosa stai facendo? Lasciami ! – supplicò lui.
Ma sdentato lo trascinò ugualmente di fronte a Hiccup. Quando gli fu davanti Jack lo fissò negli occhi, era molto che non guardava qualcuno negli occhi ed era un po’ imbarazzato anche se lui non lo vedeva; sdentato lo lasciò e lo spinse verso Hiccup che non capiva cosa stesse facendo il suo drago.
Hiccup: sdentato cos’ai? Ti comporti in modo strano sai – disse mentre il drago gli indicava Jack in tutti i modi possibili – sarà meglio che andiamo a casa, altrimenti ci prenderemo un raffreddore – disse trascinando via il drago.
 
Ad un tratto, mentre Hiccup guardava nei grandi occhi dolci il suo drago ci vide riflesso un ragazzo con un bastone lungo e i capelli bianchi proprio dietro di se, spaventato si girò di scatto ma quando lo fece non vide nessuno, solo il silenzio della notte.
Hiccup, confuso, prese il volo assieme a sdentato e tornò al villaggio, ogni tanto però si girava a guardare dietro di se come se sentisse che qualcuno lo stava seguendo di soppiatto.
Jack: mi ha visto, anche se solo come un riflesso, lui mi ha visto – ululò nel cuore della notte.
 Era felicissimo, continuava a volteggiare e a danzare saltellando di qua e di la.
Jack: mi ha visto – disse gettandosi a terra e sdraiandosi sull’erba con un sorriso enorme.
Decise così che non sarebbe più andato via da quel laghetto dove un drago aveva realizzato, in parte, uno dei suoi più grandi sogni.
 I giorni si susseguirono tutti uguali per più di un mese, lui li aspettava li, entrambi, ogni giorno e ogni giorno Hiccup vedeva quel riflesso di un ragazzo negli occhi del proprio drago, a volte però lo ignorava perché si credeva pazzo, poi arrivò un giorno nel quale Jack non vide arrivare nessuno dei due; il suo cuore, prima pieno di gioia era divenuto triste e sconsolato, per far passare il tempo decise di congelare il resistente laghetto che nonostante le basse temperature e l’inverno imminente non si era ancora ghiacciato, mentre lo congelava sembrava ci pattinasse sopra, elegante e agile come solo lui poteva essere; nel cielo a fargli compagnia, facendosi spazio tra le nuvole invernali, vi era la luna che lo illuminava contemplando la sua tristezza.
Poco distante da li Hiccup e sdentato stavano arrivando al laghetto per rilassarsi un po’ nonostante l’ora tarda, quando mancò poco al laghetto però sdentato si nascose tra gli alberi facendo quasi cadere Hiccup.
Hiccup: sdentato sei impazzito? stavo per cadere – lo rimproverò lui mentre il drago gli indicava il laghetto col muso – cosa vuoi farmi vedere? Il ghiaccio che si forma sul laghetto?... – si interruppe – ma il ghiaccio non può formarsi su un lago in quel modo –disse guardando attentamente il lago.
Fu allora che gli venne l’illuminazione; prese il viso di sdentato e lo regolò facendo si che i suoi enormi occhi riflettessero ciò che aveva alle spalle come fossero un specchietto.
Dopo qualche minuto lo vide, il ragazzo che continuava a vedere da li a un mese, il ragazzo invisibile a lui se non attraverso gli occhi di un drago, “uno spirito del’inverno” pensò lui. Nel momento in cui si girò si aspettava di non vederlo più come tutte le altre volte, ma non fu così, il ragazzo che non poteva vedere ora era li, sopra l’acqua ghiacciata del laghetto che fissava la luna.
Hiccup: è vero! lui esiste! – disse tra se e se stupito.
Hiccup ordinò a sdentato di aspettarlo li nascosto e si avviò verso il laghetto scendendo sulle roccie , mano a mano che si avvicinava cominciava a sentire le suppliche del ragazzo che faceva alla luna, erano tristi e solitarie, sembravano una richiesta disperata; Hiccup cominciò a pensare che quel ragazzo non avesse nessuno accanto e che magari avrebbe potuto farci amicizia se ne avesse avuto il coraggio, d’altronde era pur sempre uno spirito secondo lui e i vichinghi sono molto superstiziosi, non oserebbero mai far arrabbiare uno spirito del grande odino. Arrivato al laghetto, vide il lineamento di quel giovane che rifletteva la luce della luna, sembrava fosse fatto di ghiaccio e di neve, non si accorse nemmeno di essersi avvicinato troppo, così tanto che un suo passo incerto lo fece inciampare su un sasso e il ragazzo sul lago si girò.
 
Jack: Che strano – disse – Hiccup oggi è venuto senza il suo drago, peccato così non potrà.. vedermi – disse sconfortato fin che non notò che Hiccup lo fissava a bocca aperta – aspetta – disse avvicinandosi a lui – tu mi vedi?!
Hiccup annuì
Jack: Tu Mi Vedi! – esultò svolazzando su e giù – ma come è possibile? – chiese a Hiccup.
Hiccup: ……. – era sbigottito, ci mise un po’ a trovare le parole – be io… ho cercato sempre di vederti da quando…. ho visto il tuo riflesso negli occhi del mio drago – disse incerto – ma tu chi sei?
Jack: Io sono Jack Frost – disse frenetico.
Hiccup: come fai a conoscere il mio nome? –chiese tenendo le distanze e girandogli attorno.
Jack: be io è da un po’ ormai che seguo te e il tuo drago nelle vostre avventure – disse imbarazzato.
Hiccup: questo spiega perché mi sentivo osservato – disse ridacchiando, poi allungò incerto la mano – allora piacere Jack.
 Jack afferrò la sua mano felicissimo, non poteva cederci, qualcuno finalmente lo vedeva e gli parlava; Hiccup dal canto suo non si sarebbe mai aspettato un sorriso così dal ragazzo che poco prima sembrava triste, invece ora riusciva a paragonare il sorriso che si trovava di fronte al bianco della neve appena caduta.
Hiccup: Posso chiederti cosa sei? un fantasma o uno spirito del grande odino o… non so – cercò altre cose ma non ne trovò.
Jack: Sono uno spirito che porta il gelo e la neve, ma non so dirti di più perché prima di essere così io non esistevo nemmeno – disse mettendo la mano dietro la testa imbarazzato perché nemmeno lui sapeva rispondere a quella domanda semplice – tu invece come hai fatto?
Hiccup: Fatto cosa?
Jack: il drago, come lo hai addestrato? – chiese indicando sdentato tra gli alberi sopra il lago.
Hiccup: bè .. è una lunghissima storia, se vuoi te la racconto un’altra volta – disse lui .
Jack: vuoi dire che verrai anche domani? – chiese con gli occhi colmi di gioia.
Quando Hiccup annuì Jack volteggiò in punta di piedi sul suo  bastone .
Jack: ti aspetterò volentieri – disse guardandolo negli occhi.
Hiccup fece fatica a sostenere lo sguardo di Jack e arrossì abbassando gli occhi, poi annuì e lo salutò tornando da sdentato che da lontano lo fissava felice, una volta raggiuntolo Hiccup lo ringraziò.
Hiccup: Ora capisco perché volevi sempre venire qui, grazie bello – gli disse salendo in sella e accarezzandogli la nuca – forse abbiamo trovato un nuovo amico per merito tuo.
 
La notte calo profonda mentre i due presero il volo, Jack rimase a guardarli speranzoso di una loro nuova visita, non riusciva a far altro che saltare volare e gridare, poi guardò la luna e per la prima volta la ringraziò, non capiva bene perché, ma non la odiava più .
Le nubi si chiusero e cominciò a nevicare, segno che Jack Frost era di buon umore.

se vi piace la storia vi prego, recensite, aspetto con ansia i vostri commenti e le vostre opinioni :)

  
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