Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: myos    10/06/2013    0 recensioni
Di recente ho letto un libro in cui l'autore racconta di una coppia sposata, ma descrive un momento di odio da parte dell'uomo nei confronti della donna, a cui non si sente più legato. Quest'uomo cerca di cogliere tutte le occasioni che gli si presentano per tradirla. Dopo averlo letto pensavo a come mai quest'uomo non lasciasse semplicemente la moglie e ho iniziato a fantasticare su questo genere di rapporti. Questo racconto è incentrato più sul desiderio, ma tra le parole c'è l'immagine di una coppia in cui il rapporto si conserva grazie agli amanti, finchè è l'uomo ad essere a conoscenza della situazione l'equilibrio si mantiene, invece si rompe quando è la donna a scoprire di essere tradita, nonostante tradisca lei stessa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BLAKE
Camicie, pantaloni, scarpe...va tutto nelle tre valigie. Per oggi ho un'ora per prendere una parte delle mie cose... Lea è uscita urlando e piangendo, sarà andata dal suo amante a farsi consolare: ne ha uno, lo stesso, da tre anni e ci va appena può, inventandosi le scuse più disparate. Non sa mentire così io l'ho scoperto dopo appena due settimane, pensavo di parlarle ma poi ho incontrato Veronica e tutto è cambiato: lo stress, le litigate al lavoro e casa, tutto svaniva tra le lenzuola di uno dei tanti alberghi. Io e Lea funzionavamo grazie ai nostri amanti, dividevamo la casa, le spese, la vita, ci siamo amati per un certo periodo, ma poi è finita la voglia di impegnarsi e anche di andare a letto insieme.
Ieri è stato l'ultimo giorno della nostra convivenza forzata. A pranzo da sua madre non ne potevo più, ma la mia voglia d'uscire era nascosta grazie ai messaggini di Veronica, che facevano sì che sorrisi impazienti mi nascessero sul viso. Mi eccitavano sempre di più, uno dopo l'altro...volevo vederla, non potevo più resistere e cercavo di inventare una scusa, il lavoro, un amico, una cosa qualsiasi, bastava che mi facesse uscire velocemente per saltare sulla macchina, la metro, sarei saltato anche su uno skate tanto mi avevano smosso quei messaggi, che a chiunque sarebbero sembrati eccessivamente sconci ma di cui ormai non potevo più fare a meno. Un lusso da tenere segreto e di cui godere e basta. Riuscii ad uscire da quella casa grazie ad una riunione improvvisata e cercai l'indirizzo scrittomi nell'ultimo dei messaggi. In 10 minuti ero alla reception di un albergo del centro. Prima di chiedere la chiave sentii la sua voce: «Per me un Campari».
Le sussurrai un ‘ciao’ e lei abbandonò il campari e mi disse di aspettare di fronte all'ascensore.
Le porte non fecero in tempo a chiudersi che le saltai addosso, e lei mi accolse con lo stesso impeto. Sussurravo il suo nome mentre eravamo ancora nel corridoio, ma una volta entrati nella stanza i sussurri divennero urla, la volevo adesso, era mia. Distrattamente con un telecomando chiudemmo le tende e la luce e ci sfilammo i vestiti rimastici addosso.
Neanche si era svegliata che mi alzai, mi feci la doccia e me ne andai. Come d'abitudine non un bigliettino, niente...solo metà della stanza pagata alla reception ed ero già in metro. L'avrei ricontattata io nell'arco di due giorni.
Tornato a casa Lea era già in lacrime, aveva chiamato in ufficio: non mi ero mai presentato, non avevo avvertito, un errore da principiante...
 
VERONICA
Una giornata noiosissima...una lezione a cui hanno costretto me e tutti i miei colleghi. Neanche ho capito su cosa sia, sono seduta tra gli ultimi posti, sola. Beh non proprio sola...Blake mi ha raccontato che oggi è dalla madre di sua moglie, ma io voglio vederlo...è diventato una specie di droga, all'inizio era sono divertente ed eccitante, ma ora il suo solo nome mi fa venire in mente le notti passate insieme e non posso fare a meno di desiderare che ce ne sia ancora un'altra, e un'altra e ancora e ancora.
Non posso essere solo io così assatanata e se non lo è anche lui è meno divertente. Voglio vederlo oggi, tra poco, ma devo liberarmi un po’ di questa eccitazione e passargliela. Senza accorgermene sto già scrivendo messaggi su messaggi. Non può rispondere ma so che eccitano anche lui e alla fine gli scrivo un indirizzo e un orario, e facendo finta di prendere una telefonata esco dall'aula e scappo via.
All'albergo non è ancora arrivato e ho tempo di sistemarmi e riempirmi del rossetto rosso che gli piace tanto, anche se potrebbe essere un dettaglio insignificante per lui. Non fa in tempo ad arrivare il mio Campari che sento il suo ‘ciao’ e scatto alla cassa, mi aspetta all'ascensore. Non c'è bisogno che si dica nulla che siamo già avvinghiati l'uno all'altra, riconosco il corridoio, il numero della stanza...concentrata sui vestiti che gli sto levando apro la porta e mi abbandono completamente alle sensazioni, all'istinto e al suo corpo.
Alla mattina la stanza è vuota e la doccia ancora bagnata. Mi chiamerà lui la prossima volta.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: myos