~ a thousand {years}
more.
# neve
L’aveva osservata spesso. A
volte, quando gli era stato concesso, l’aveva persino seguita, e quel giorno in
cui era quasi stata aggredita dall’orso lui aveva sfogato la tensione e la
preoccupazione imbiancando completamente il mare del Nord. Gli piaceva
guardarla e illudersi di conoscerla, perché lei era diversa, lei credeva. E se anche tra le verdi colline
scozzesi non c’era mai stato spazio per la leggenda di Jack Frost, pure quella
principessa così diversa da tutte le altre – persino da quelle che non sapevano
di esserlo – aveva gli occhi pieni di fate e folletti e coboldi e magari, sì,
magari prima o poi sarebbero anche potuti essere pieni di lui...
Da molti anni,
volente o nolente, Jack Frost portava il gelo nel mondo: così tanti che ormai
si era quasi abituato all’invisibilità, all’essere ignorato da tutti. Quasi.
Qualche volta, però, gli capitava di vedere qualcuno per cui valeva la pena
ricominciare a sperare. E il minimo che potesse fare, allora, era cercare di
ricambiare il favore.
Al compleanno
dell’orso ne erano seguiti tanti altri e oggi la principessa Merida, costretta in una lunga veste che imprigionava
letteralmente il suo corpo sempre pronto a correre e saltare e fuggire,
guardava imbronciata da una finestra i preparativi per un banchetto. Jack non
aveva capito moltissimo di quella storia di alleanze e fidanzamenti, ma sapeva
bene che c’era qualcosa che avrebbe potuto cancellare quel broncio – e nel suo
campo non aveva rivali.
Balzò giù dal
bastone su cui era rimasto appollaiato a osservarla, portandosi alle sue
spalle; i suoi piedi nudi e impalpabili non producevano rumore sul pavimento di
pietra, ma il modo in cui lei s’irrigidì gli disse che di certo percepiva il
freddo. Quello, oh, lo sentivano tutti.
“Lo so che non
puoi vedermi. Ma puoi vedere questo.”
Il soffio di
Jack agitò i capelli ancora sciolti della principessa, le sfiorò la guancia,
facendola rabbrividire, e poi si condensò in una scia azzurrina, che volò fuori
dalla finestra e si mescolò alla...
«Neve.» Merida sussurrava tra sé, incredula. Qualche volta faceva
cose del genere. «Sta nevicando... E
siamo in piena estate.»
Di fuori, gli
uomini di re Fergus sollevarono sguardi esterrefatti verso un cielo che fino a
pochi istanti prima era stato di un blu miracoloso. Si affrettarono a fissare
funi e assestare assi, ma in breve tempo la nevicata fuori stagione li
sparpagliò, sconvolti e impacciati. La preparazione del banchetto di benvenuto
per i pretendenti della principessa era chiaramente rinviata.
Non era molto,
rifletté Jack, ma era pur sempre qualcosa. Dal canto suo Merida
saltellava sul posto, vincendo le resistenze del vestito, radiosa come – be’,
come Merida.
«Grazie,
grazie, grazie, grazie...» Si voltò,
e per un istante assurdo Jack ebbe la certezza altrettanto assurda che lo
stesse guardando negli occhi. «Chiunque tu sia.»
~
Sulla finestra appannata dal
calorifero, nella sala comune, qualcuno ha disegnato una faccina circondata da
una massa di riccioli indomati. Jack è quasi sicuro di sapere chi è stato,
quando si ferma a osservare i fiocchi di neve che s’intravedono oltre il tratto
sicuro del dito di...
«Mi somiglia,
vero?» Merida è al suo fianco, sorridente come la sua
piccola copia bidimensionale. «Disegniamo qualcosa anche noi.»
Jack scrolla
le spalle, ma non protesta quando la mano di lei guida la sua sul vetro, senza
rabbrividire al contatto della sua pelle sempre così fredda.
Spazio dell’autrice
La
cosa buffa del mio modo di shippare Jack/Merida è che, contrariamente a tutte le altre ship coinvolte nel mio OT4, in questo caso si è trattato di
un gusto graduale, non immediato. All’inizio non mi convincevano per niente,
non riuscivo nella maniera più assoluta a vederli insieme. Invece poi, quando
ho iniziato a concepire questa storia – che ho deciso essere una foursome in modo da renderli in qualche modo tutti felici e
contenti – scrivendo su loro due in particolare mi sono resa conto che le loro
personalità per certi versi così simili non
lo sono in modo da renderli incompatibili, ma anzi, fanno da presupposto per un’intesa
perfetta. È quanto ho voluto accennare in questo capitolo, anche se, ne sono
consapevole, ancora una volta emerge molto poco di quanto volessi dire...
Siete
sempre meravigliosi a essere qui, #sapevatelo. :3
Cronologicamente
parlando questo episodio è la diretta conseguenza del precedente. Ora, chi
manca all’appello? Dai che lo sapete.
Aya
~