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Autore: Feel Good Inc    10/06/2013    4 recensioni
{ Dragon Trainer x Le 5 Leggende x Rapunzel x Ribelle }
#I. La ragazza dai lunghissimi capelli biondi si voltò a guardarlo e solo in quel momento il tempo tornò a scorrere, la realtà rivestì i panni dell’assurdità che era – un viaggio senza senso, la cima di una torre solitaria, un patto raffazzonato a cercare di dare un significato a questo nuovo mondo ancora tutto sconosciuto per entrambi.
«Mi farai volare?»

~
#IV. Il mattino seguente, il ghiaccio aveva formato una pozza ai piedi del letto, ma la mamma non aveva voluto credere alla sua storia e l’aveva sgridata perché non aveva voluto fare pipì prima di dormire.
~
#V. «Andiamo a vivere insieme, tu e io, un giorno. In un posto qualsiasi, ma insieme.»
~
#X. «Come sta?» le venne di nuovo in aiuto la voce di Jack, lontana.
Rapunzel li raggiunse. «C’è Sdentato con lui» disse soltanto, come se nient’altro contasse.

~
#XI. «Si può sapere che hai, Merida? Oggi non sei in te.»
«Oh, scusa, Punzie. Ho fatto uno strano sogno...»

{ Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel }
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~ a thousand {years} more.

 

 

 

 

 

 

 

# neve

 

 

 

L’aveva osservata spesso. A volte, quando gli era stato concesso, l’aveva persino seguita, e quel giorno in cui era quasi stata aggredita dall’orso lui aveva sfogato la tensione e la preoccupazione imbiancando completamente il mare del Nord. Gli piaceva guardarla e illudersi di conoscerla, perché lei era diversa, lei credeva. E se anche tra le verdi colline scozzesi non c’era mai stato spazio per la leggenda di Jack Frost, pure quella principessa così diversa da tutte le altre – persino da quelle che non sapevano di esserlo – aveva gli occhi pieni di fate e folletti e coboldi e magari, sì, magari prima o poi sarebbero anche potuti essere pieni di lui...

Da molti anni, volente o nolente, Jack Frost portava il gelo nel mondo: così tanti che ormai si era quasi abituato all’invisibilità, all’essere ignorato da tutti. Quasi. Qualche volta, però, gli capitava di vedere qualcuno per cui valeva la pena ricominciare a sperare. E il minimo che potesse fare, allora, era cercare di ricambiare il favore.

Al compleanno dell’orso ne erano seguiti tanti altri e oggi la principessa Merida, costretta in una lunga veste che imprigionava letteralmente il suo corpo sempre pronto a correre e saltare e fuggire, guardava imbronciata da una finestra i preparativi per un banchetto. Jack non aveva capito moltissimo di quella storia di alleanze e fidanzamenti, ma sapeva bene che c’era qualcosa che avrebbe potuto cancellare quel broncio – e nel suo campo non aveva rivali.

Balzò giù dal bastone su cui era rimasto appollaiato a osservarla, portandosi alle sue spalle; i suoi piedi nudi e impalpabili non producevano rumore sul pavimento di pietra, ma il modo in cui lei s’irrigidì gli disse che di certo percepiva il freddo. Quello, oh, lo sentivano tutti.

“Lo so che non puoi vedermi. Ma puoi vedere questo.”

Il soffio di Jack agitò i capelli ancora sciolti della principessa, le sfiorò la guancia, facendola rabbrividire, e poi si condensò in una scia azzurrina, che volò fuori dalla finestra e si mescolò alla...

«Neve.» Merida sussurrava tra sé, incredula. Qualche volta faceva cose del genere. «Sta nevicando... E siamo in piena estate

Di fuori, gli uomini di re Fergus sollevarono sguardi esterrefatti verso un cielo che fino a pochi istanti prima era stato di un blu miracoloso. Si affrettarono a fissare funi e assestare assi, ma in breve tempo la nevicata fuori stagione li sparpagliò, sconvolti e impacciati. La preparazione del banchetto di benvenuto per i pretendenti della principessa era chiaramente rinviata.

Non era molto, rifletté Jack, ma era pur sempre qualcosa. Dal canto suo Merida saltellava sul posto, vincendo le resistenze del vestito, radiosa come – be’, come Merida.

«Grazie, grazie, grazie, grazie...» Si voltò, e per un istante assurdo Jack ebbe la certezza altrettanto assurda che lo stesse guardando negli occhi. «Chiunque tu sia.»

 

 

~

 

 

Sulla finestra appannata dal calorifero, nella sala comune, qualcuno ha disegnato una faccina circondata da una massa di riccioli indomati. Jack è quasi sicuro di sapere chi è stato, quando si ferma a osservare i fiocchi di neve che s’intravedono oltre il tratto sicuro del dito di...

«Mi somiglia, vero?» Merida è al suo fianco, sorridente come la sua piccola copia bidimensionale. «Disegniamo qualcosa anche noi.»

Jack scrolla le spalle, ma non protesta quando la mano di lei guida la sua sul vetro, senza rabbrividire al contatto della sua pelle sempre così fredda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

La cosa buffa del mio modo di shippare Jack/Merida è che, contrariamente a tutte le altre ship coinvolte nel mio OT4, in questo caso si è trattato di un gusto graduale, non immediato. All’inizio non mi convincevano per niente, non riuscivo nella maniera più assoluta a vederli insieme. Invece poi, quando ho iniziato a concepire questa storia – che ho deciso essere una foursome in modo da renderli in qualche modo tutti felici e contenti – scrivendo su loro due in particolare mi sono resa conto che le loro personalità per certi versi così simili non lo sono in modo da renderli incompatibili, ma anzi, fanno da presupposto per un’intesa perfetta. È quanto ho voluto accennare in questo capitolo, anche se, ne sono consapevole, ancora una volta emerge molto poco di quanto volessi dire...

Siete sempre meravigliosi a essere qui, #sapevatelo. :3

Cronologicamente parlando questo episodio è la diretta conseguenza del precedente. Ora, chi manca all’appello? Dai che lo sapete.

Aya ~

   
 
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