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Autore: flwsniall    10/06/2013    0 recensioni
' «Ti amo»
«Ti amo anche io» furono le ultime parole di Caitlin e Harry prima che una lucce accecante li colpisse. '
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«FOTTUTI RICORDI? CAITLIN..STO CERCANDO DI AIUTARTI.....
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The heart’s memory”


«Ti amo» 
«Ti amo anche io» furono le ultime parole di Caitlin e Harry prima che una lucce accecante li colpisse.



«Oggi può andare a casa» mi disse un’infermiera togliendo dal mio braccio la flebo
«Forse lei non ha capito che senza mia moglie non vado da nessuna parte.» replicai duro alzandomi lentamente dal letto, a causa dei giramenti di testa
«Si, nell’ultima ora l’avrà detto sessanta volte, se non di più. Faccia con calma a vestirsi, ha subito un trauma cranico, avrà per un po’ giramenti di testa, nausea, e sintomi analoghi. Se vuole, può venire con me da Caitlin.» mi sorrise, e mi affrettai a vestirmi, stando attento. Avevo graffi dappertutto, faccia, gambe, braccia. Ovunque. Non avevo ancora visto Cait. Era più di una settimana che mi ero ripreso ma non avevo ancora avuto la possibilità di vedere mia moglie.
«Le lascio un po’ di tempo. Se ha bisogno mi trova alla stanza accanto» annuì e lentamente entrai nella sua stanza. Odiavo quel ‘bip’ ripetitivo, ma almeno sapevo che era ancora con me, che il suo cuore batteva. Il suo splendido viso era colmo di graffi. La testa fasciata e la pelle bianca come il latte. Mi sedetti di fianco al letto e le presi la mano libera dalla flebo, tra le mie. Era ghiacciata, sembrava stessi toccando un cadavere.
«Ehy Cait, sai…mi hanno dimesso oggi? Contenta? Io no, insomma, è un mese che non ti vedo, mi manchi così tanto…Mentre ero costretto a letto, immaginavo te che mi portavi la colazione, che mi accarezzavi i capelli, che mi sporcavi di proposito, come quando ero malato con la febbre. Mi hanno detto che hai preso una bella botta alla testa, altrimenti detto ‘trauma cranico’ ma, mi fa paura solo dirlo. Ti svegli? Voglio rivedere i tuoi occhi scuri mentre mi scrutano attenti, rivoglio la ragazza che due anni fa mia ha giurato amore eterno, e io a lei. Mi stai almeno pensando mentre sei lì? Io si, sei sempre stato il mio pensiero fisso. Manchi a tutti, ai tuoi genitori, a tuo fratello, a mia madre, a Gemma a Robin, a mio padre…e a me. Ah, non sai le ultime sui ragazzi… Liam è tornato dal viaggio di nozze con Jessica, Niall sta uscendo con una certa Devonne, Zayn sta sempre con Marie, Louis tre giorni fa si è lasciato con Amie…e poi ci siamo io e te. I primi che si sono sposati.» fui interrotto da una leggera pressione sulla mia mano. Alzai lo sguardo e ne incontrai uno…spaventato. Si era svegliata, ma non era la mia Cait «DOTTORESSAAAA»
«Ma cos?? Oh, è sveglia…signorina Styles, come si sente?» domandò dolcemente la Dottoressa Sullivan.
«Styles? No si sbaglia…io sono Caitlin Harver.» rispose lei tranquilla. Fu come essere schiacciato da una tonnellata di pietre
«Ok signorina Harver, mi sa dire qualcosa di lei?» chiese la Dottoressa, parecchio preoccupata
«Certo. Sono Caitlin Harver, sono nata il 6 dicembre 1994. Siamo nel 2013, ho 19 anni e frequento il primo anno di Arte e Fotografia, all’Università. Ho un fratello maggiore, e un fidanzato. Louis.» a quel nome dovetti sedermi per non cadere a terra svenuto. La memoria l’aveva persa si, ma solo quella degli ultimi sette anni, ovvero quando ci incontrammo per la prima volta. «Tu chi sei?» domandò rivolta a me
«Come chi sono Cait…sono tuo marito.» risposi disperato
«Io non ho un marito…e poi, non ti ho mai visto prima. Sto con Louis da tre anni, e mi chiedo dove sia» ribattè testarda lei. Ecco un’altra cosa che amavo di lei, la sua testardaggine.
«Si sono io tuo marito da due anni. Siamo sette anni dopo quel che ricordi. Ci siamo conosciuti l’8 giugno duemilatredici, ossia due mesi dopo che ti lasciasti con Louis. Trafalgar Square alle sette di sera? Pic-nick sotto le stelle per il primo appuntamento? I 4 anni di convinvenza? Il matrimonio? Niente?» domandai disperatamente sperando fosse tutto uno scherzo
«No ok? Non so chi tu sia. Voglio il mio ragazzo adesso, ok?» annuì reprimendo le lacrime e uscendo con l’intenzione di chiamare Louis
«Signor Styles, come avrà di certo capito, la signorina è rimasta a sette anni fa, quando ancora andava all’Università e usciva con questo Louis. A quanto ho capito, ricorda il periodo prima di conoscere lei. Adesso è necessario che questo…Louis, le spieghi tutto lentamente. È l’unico di cui si fida. Gli dica di spiegarle in che anno siamo, e come è proceduta la sua vita. Lei deve conquistare la sua fiducia, portarla nei luoghi significativi della vostra storia, e vedrà che piano piano ricorderà. L’importante è che lei rimanga calmo e l’aiuti a ricordare. Non la sforzi, d’accordo?» la dottoressa aveva ragione. Avrei dovuto stare calmo ed aiutarla. Ed è proprio quello che farò. Chiamai Louis e in circa mezz’ora arrivò con i ragazzi, e le ragazze a seguito.
«Sei sicuro Louis?»
«Certo, farei di tutto per il mio migliore amico e per sua moglie, nonché mia migliore amica. Vi conosco da anni, e non aiutarvi, mi sembra ignobile» rispose accennando un sorriso. Entrò e crollai, non riuscì a trattenermi e piansi tra le braccia di Niall, che mi accolsero immediatamente
«Inutile chiederti come stai, vero?» domandò Liam ridacchiando
«Già. Capite? Non si ricorda nulla…Ahh che rabbia» quasi urlai, mi trattenni pensando che mi avrebbero portato in Psichiatria, se mi fossi messo a gridare come un ossesso
«Immagino..ma ti ama, e il vostro amore è più forte di qualunque cosa. Non dimenticarti mai di questo Harry, ok? Pensa a lei, e ricordati che devi aiutarla» disse comprensivo Liam. Era sempre stato lui quello che riusciva a calmare le situazioni più…accese
«Grazie ragazzi per essere qui. Zayn dov’è?» chiesi asciugandomi le lacrime
«È andato a prendere Marie al lavoro, mezz’ora e arrivano» rispose Jessica leggendo un messaggio sul cellulare
«Come va con Devonne?» domandai a Niall che arrossì
«Bene, è stupenda. Oh giusto non l’hai mai vista…beh ha gli occhi azzurri, capelli biondi…ecco una foto» me la fece vedere e non si poteva dire di certo, che fosse una brutta ragazza..anzi
«Si, hai ragione. Scusa se non ti salto addosso, come avrei fatto, in un’altra circostanza» mi scusai accennando un sorriso
«Ti pare? Anche io farei cosi, anzi, mi stupisco di come tu sia calmo»
«La verità è che non sono calmo. Mi conosci abbastanza da sapere che mi tengo tutto dentro, e che quando esplodo è una brutta cosa. Il pianto di prima non è niente»
«Harry» mi girai e vidi Louis sulla soglia della porta «Le ho parlato, le ho detto tutta la verità. Mi ha sputato, ma non è questo il punto. Ha accettato la storia, ed è disposta a essere aiutata da te. Questo te lo dico io: probabilmente la memoria non le tornerà. Devi farla innamorare di te, di nuovo» ci sarei riuscito?
«Come posso?»
«Andiamo…ci sei riuscito una volta, sette anni fa. Vuoi dirmi che hai paura di non riuscirci più?» mi chiese Liam
«Ho paura, paura che non succeda. Che rimanga sposata con me, contro la sua volontà. Come vi sentireste voi?» confessai alzando la voce
«Ehi sta calmo. Mi dispiace, non volevo farti scaldare» si scusò Liam
«Scusa te» mormorai abbracciandolo
«Se vuoi parlarle lei è d’accordo. Ah, e magari parlale un po’ di voi, ok?» annuì a Louis, ed entrai in camera. Si girò verso di me, guardandomi con occhi gonfi e rossi
«Come ti chiami?» chiese. Crack, fece il mio cuore
«Harry. Harry Styles. Come stai?»
«Harry…che bel nome. Ah, non lo so, in effetti non so più niente di me, a quanto sembra. Mi dispiace» mormorò guardandomi negli occhi
«E per cosa, scusa?»
«Per non ricordarmi di te, di noi.»
«Cait…non è colpa tua. Non sentirti colpevole. Adesso ti lascio rilassare, tornerò quando ti dimetteranno, d’accordo?» mi alzai per andarmene
«Certo, a presto» le sorrisi, o meglio, cercai di sorriderle e uscì dalla camera
«Eccoci…come sta?» chiese Zayn affannato. Come stava ‘mia moglie’? boh.
«Come sta? Sta che non ricorda niente degli ultimi sette anni»
«E non ricorda di te? Scusa, ma non vi conoscete da sette anni voi?» disse Marie confusa
«Si…no. Ricorda fino a quando stava ancora con Louis. Ovvero, tre mesi prima che ci conoscessimo» spiegai stanco
«Cazzo. Immagino, che adesso voglia riposare. Noi andiamo…chiama quando la dimettono» disse Zayn, per poi allontanarsi con Marie.
«Andiamo anche noi. Chiama, ok? Voglio essere sicuro che stia bene» disse Liam, allontanandosi con Jessica, la quale era piuttosto scossa. La sua migliore amica, non si ricordava di lei
«Andiamo, ti accompagno a casa.» mi disse Niall alzandosi seguito da me
«Vengo anche io» mormorò Louis
«Niall, a te ti ricorda. Vai a salutarla» esclamai. Si conoscevano dall’età di 10 anni. Erano cresciuti insieme, di lui si ricordava. Non ricordava me, Zayn e Marie.
«Vengo domani, andiamo dai» sorrise, cercai di ricambiare. Uscimmo tutti e tre dall’ospedale. Andai con Niall che mi portò a casa «Io rimango. Mi fido, ma ti conosco. Ti conosco abbastanza da sapere che la tua impulsività potrebbe portarti a fare cose non giuste.» esclamò entrando in casa subito dopo di me
«Bene…e cosa potrei fare, secondo te?» ridacchiai, sapendo benissimo che aveva perfettamente ragione
«Sai bene cosa potresti fare Harry…ora ti preparo da mangiare. Due giorni fa sono venuto e ti ho fatto la spesa.» mi informò entrando in cucina ed armeggiando con vari utensili
«Che cosa farei senza di te…vado a lavarmi va, puzzo» annunciai salendo in camera e chiudendomici dentro. Mi spogliai e entrai in doccia. Per un’ora buona restai sotto l’acqua bollente. Uscì solo quando sentì Niall urlare che era pronta la cena. Mi infilai dei boxer regalatomi da Caitlin per il mio compleanno, e una tuta malandata grigia, una tshirt nera slabrata dei Ramones, e scesi in cucina.
«Vai a cambiarti con una mia tuta. La metto io la pasta nei piatti» dissi permettendogli di cambiarsi. Scese dieci minuti dopo in calzini e tuta
«Non per dire ma…è la miglior pasta che io abbia mai cucinato» esclamò Niall soddisfatto, pulendosi le labbra con il tovagliolo
«Niall, amico, hai aperto un pacchetto di pasta, l’hai versato nella pentola e poi ci hai versato sopra un fottuto barattolo di sugo. Non hai fatto nulla di speciale» spensi il suo entusiasmo ridacchiando per la sua espressione
«No..ma che simpatico Hazz. Domani ordiniamo due pizze, così evito lo sfottò» risi ancora di più dopo la sua esclamazione e lavai piatti, bicchieri, e posate.
«Partita alla Play?» proposi mostrandogli il joystick, che accettò volentieri. Giocammo per circa due ore. Interruppi il gioco a causa di una fitta alla testa. Sembrava stesse per esplodere
«Stai bene?» domandò Niall preoccupato inginocchiandosi davanti a me
«No. Ho una fitta assurda alla testa, e se potessi me la staccherei dal collo. Meglio se prendo le pastiglie che mi hanno prescrit….CAZZO, non le ho prese» sbottai sdraiandomi e sbattendomi più volte la mano sulla fronte
«Calmati, te le vado a prendere io. La Farmacia all’angolo fra la Rafter Street e la Alimond, fa il turno di notte. Ci lavora la moglie di Greg…vado e torno» disse infilandosi le sue Supra bianche e il giubbotto di Jeans. Prese le chiavi di casa e macchina e alcune Sterline, per poi uscire di corsa. Accesi la televisione e vidi che su ITV2 stavano dando in porgrammazione il film preferito di Caitlin ‘Dear John’. Sorrisi istintivamente e mi misi a guardarlo. Probabilmente mi addormentai perché mi svegliò a suon di scossoni Niall, che mi porgeva una pastiglia e un bicchiere d’acqua
«Dear John..adesso capisco te addormentato con il sorriso sulle labbra…Ma adesso ingoia» mezz’ora dopo passò tutto. Non proprio tutto, ma almeno non provavo il desiderio di staccarmi la testa a morsi.
«Vado a letto…scusa se non sono di compagnia» mi scusai alzandomi e dirigendomi al piano superiore
«Ti sei scusato troppe volte Harry. Sei appena uscito dall’ospedale dopo un incidente per miracolo NON mortale, hai avuto un trauma cranico ed è normale sentirsi male. Vai tranquillo, so dove andare a dormire» gli sorrisi grato e salì le scale diretto in camera. Mi sdraiai nel letto a pancia sopra, mentre osservavo il soffitto. Feci l’errore di girarmi verso la ‘parte’ di camera di Caitlin, piena di foto scattate da lei nel corso degli anni. Mi salì addosso una sensazione di nostalgia e malinconia assurda. La volevo lì sdraiata accanto a me mentre, come suo solito, mi accarezzava il petto con le esili dita. Volevo mia moglie…era chiedere troppo?
Una settimana dopo ero nuovamente all’ospedale, questa volta per prendere Caitlin e portarla a casa.
«Ciao Harry» mi salutò mentre faceva la valigia. Andai ad aiutarla
«Caitlin…sei sicura di voler venire con me?» domandai piano
«Si, ho parlato con mio fratello e mi ha suggerito di venire. Insomma,a quanto sembra siamo sposati..no? E poi da come George parlava di te, ho capito che gli piaci. Andavate d’accordo?»
«Si, è stato il primo a cui ha detto che ci saremo sposati. Mi ricorderò, penso per sempre, che venne a casa nostra e mi fece un discorso degno di un padre iper-geloso.» ridacchiai al ricordo di George che si precepitava a casa nostra, pensavo mi volesse uccidere..invece no, mi diede la ‘benedizione’ per il matrimonio. Cosi come per il fidanzamento cinque anni prima.
«Piuttosto..tu sei sicuro?» mi chiese improvvisamente
«Eh?!?»
«Ho perso la memoria non l’intelligenza…non penso tu sia sicuro al cento percento, di volermi portare a casa con te» esclamò leggermente adirata.
«Si sono sicuro. Sai com’è…vorrei che mia moglie si ricordasse di me, e l’unico modo per farlo a quanto pare è portarla con me nella casa che abbiamo condiviso per 4 anni, e provare a farla reinnamorare di me.» sbottai alzando la voce. Presi la valigia e a grandi passi uscì dall’edificio, seguito da lei che entrò in auto sbattendo la portiera. Ah, adesso è lei quella incazzata. Arrivati a casa nessuno pronunciò mezza parola, la tensione si tagliava con un coltello e Niall se ne accorse, appena misi piede in casa subito dopo Cait
«Che è successo?» domandò stancamente
«Abbiamo discusso, abbiamo alzato la voce e ora è lei quella incazzata. Lasciamo perdere. Dove cazzo è andata? Perché cazzo questa cosa non passa?» sbraitai, urlando di tutto alla povera valigia che non riuscivo a far passare dalla porta. Niall accortosi del mio nervosismo non disse altro e fece entrare la valigia, che, ci passava benissimo.
«SONO AL PIANO DI SOPRA DOVE MI HA DETTO DI ANDARE NIALL, PIRLA» la sentì gridare dal piano superiore, mi trattenni dal correre per le scale e mi sedetti sul divano
«Io vi lascio alla vita ‘matrimoniale’ parte seconda…d’accordo? CIAO CAIT.» Niall uscì, o meglio, scappò da casa lasciandomi solo con me stesso, e con Caitlin al piano di sopra. Per circa una settimana le uniche parole che ci scambiavamo erano: ‘buongiorno’, ‘buonanotte’, ‘dammi il telecomando che tocca a me oggi’, ‘passami il sale’. Stop.
«Ehy-» mi sollevai dal divano e la vidi avvicinarsi e sedersi sul bracciolo accanto a me «-a volte mi dimentico che è tanto difficile per te quanto lo è per me. Mi dispiace, mettiti nei miei panni. Se ti fossi svegliato dopo un mese di coma, pensando di essere sette anni prima, quando ancora studiavi all’Università, per poi scoprire che la tua vita è cambiata radicalmente, sei sposato con una moglie di cui non ti ricordi…come avresti reagito?» non seppi cosa rispondere «-è quello che pensavo» fece per andarsene ma la fermai per un polso
«Aspetta…voglio farti vedere una cosa» le afferrai la mano facendo combaciare le nostre dita, e la condussi in giardino nella casetta di legno sul retro. «-l’abbiamo costruita insieme circa tre mesi prima di sposarci. Ci abbiamo impiegato circa tre giorni, ma ne è valsa la pena. Qui dentro hai tutto il tuo occorrente per la Fotografia. Libri, macchine fotografiche, obbiettivi di diversi tipi.» aprì la porta e la feci entrare. Accesi la luce e con lei si accesero anche gli occhi di Caitlin, sembrava che fosse rinata. «Ecco una tua foto che ti scattò mia sorella poco prima di entrare in chiesa. Eri perfetta.» le porsi la foto e la vidi accennare un sorriso. Il vestitole stava che una meraviglia, il corpetto le fasciava perfettamente i fianchi e l’ampia gonna le scendeva perfettamente. Ricordo che con le scarpeche indossava quel giorno era alta quasi quanto me. Fu decisamente il giorno più bello della mia vita.
«Che bello…. Ma veramente? È tutto mio…wow» disse soltanto prima di staccarsi da me e cominciare a toccare ogni cosa che riusciva a sfiorare.
«Si, ecco questa-» presi La Polaroid dallo scaffale più in alto «-te la regalai io per il nostro primo anniversario. Ti portai a Parigi e la acquistai li. Mi ricordo che mi saltai addosso, facendomi quasi finire di sotto. E, essendo sulla Torre Eiffel, non era una buona cosa» le spiegai ridacchiando
«Oddio…mi scuso con sei anni di ritardo…ah è bellissima» se la rigirò tra le mani. Lo sguardo concentrato di chi provava a ricordare e poi un ‘click’ e un rumore di stampa. Mi aveva fatto una foto a tradimento, come faceva, del resto, sempre. «-Ti piace? A me si…si vedono i tuoi occhi verdi brillare. Sono veramente splendidi»
«È la stessa cosa che mi dissi appena te la regalai.» dissi sorridendo. Senza nemmeno accorgermene un minuto dopo le sue labbra si unirono con le mie in un bacio. Un bacio che aspettavo da settimane. La presi in braccio e le feci sedere sul tavolo dietro di lei. Le sue mani erano fra i miei capelli, amavo quando me li toccava. Restammo così per circa dieci minuti, poi si staccò di colpo e scese dal tavolo aggiustandosi la maglietta
«Cosa…cosa ho fatto? No no no» la sentì mormorare
«Caitlin…sul serio ti stai pentendo di cosa hai fatto? Mi hai baciato, hai baciato tuo marito? Tanto sconvolgente?»
«Cosa? No…solo che non dovevi farmi venire qui. Non ci tenevo a vedere il regalo del primo anniversario o le foto nostre o tutti questi fottuti ricordi»
«FOTTUTI RICORDI? CAITLIN..STO CERCANDO DI AIUTARTI. PENSI CHE SIA FACILE VISTA DAL MIO PUNTO DI VISTA? PENSI CHE SIA FACILE AVERE LA PROPRIA MOGLIE PER CASA, SENZA CHE LEI SI RICORDI DI TE, SENZA POTERLA BACIARE A TRADIMENTO O POTERC FARE L’AMORE. CREDI SIA FACILE? BENE, PERCHE’ NON LO E’…NO, NON LO E’. FA FOTTUTAMENTE MALE, OGNI VOLTA CHE TI RACCONTO QUALCOSA CHE ABBIAMO VISSUTO INSIEME MA CHE TU NON RICORDI, MI SENTO MORIRE. NON SOLO LE DONNE SOFFRONO, ANCHE GLI UOMINI. NEL NOSTRO CASO, PROBABILMENTE, QUELLO CHE STA SOFFRENDO DI PIU’, QUI, SONO IO» tirai fuori tutto quello che pensavo. Prima di correre in casa e preparare un borsone, e correre via. La sentì singhiozzare…o forse erano i miei di singhiozzi. Andai da Niall che, comprensivo, mi ospitò per due giorni. Poi andai a Holmes Chapel, da mia madre. Le spiegai tutto, e dire che era scioccata, è dire poco. Da quel che so Caitlin andò da suo fratello. Erano ormai sei mesi che stavo con mia madre, la quale era visibilmente preoccupata. Quel giorno ero a casa da solo, nevicava e minimo fuori facevano 2 gradi. Mamma e Robin lavoravano, Gemma era uscita per andare a prendere Lily, figlia sua e di suo marito Liam, all’asilo. Mi alzai dal divano solo per andare ad aprire alla porta.
«Chi cazzo è che suona cos…Cait?» quasi gridai vedendo ‘mia moglie’ sulla soglia della porta, infreddolita e con le guancie rosse
«Vieni con me» disse soltanto. Presi la giacca e la seguì. Mi portò nel parco comunale di Holmes Chapel. Lì festeggiammo il nostro nono mesiversario. Come faceva a ricordarsi la strada?
«Fermati. Cosa vuoi?» domandai brusco
«Cercare di ricordare. Ho letto nel mio diario, che qui festeggiammo il nostro nono mesiversario. Solo…baciami.» restai sorpreso dall’ultima esclamazione. Rimasi immobile probabilmente, perché poco dopo sentì le sue labbra premere sulle mie. Per la seconda volta era lei a baciarmi. Ricambiai il bacio solo dopo aver realizzato cosa stava succedendo. Capì che mi era mancata più di qualunque altra cosa.
«Tra due giorni è il tuo compleanno…come vuoi festeggiare?» chiesi una volta staccatomi dalla sue labbra rosee.
«Con mio marito a casa nostra nella casetta in giardino. Cenare con il Cinese, e poi fare l’amore, per tutta la notte» mi si aprì un sorriso grande quanto la Francia, era il modo in cui avevamo festeggiato il compleanno dell’anno precedente. Non ci fu bisogno di dire nulla, la memoria era tornata, e io mi sentivo di nuovo completo. L’altra parte del mio cuore era tornata al suo posto, e ci sarebbe rimasta fino alla morte. Come si dice ‘la memoria del cuore, è l’unica che non potrà mai essere cancellata.’ 

 



MY CORNER...

Starete pensando: 'ancora qui sta cogliona?' EBBENE SI MIE PRODI(?) sono ancora qui...
Ho scritto questa os in circa tre giorni, ci tengo particolarmente, e non so nemmeno perchè lol.
Se avete visto il film 'La memoria del cuore' potete ben capire che mi sono ispirata a quello...solo, con un finale differente. Nel film lei si reinnamora ma la memoria NON la recupera. Qui si reinnamora e LA recupera. VE PIASE? A me piasa... ouo 
Spero sia di vostro gradimento. Le altre storie le continuerò quando aumenteranno le
recensioni...mi spiace ma vorrei che le leggeste....ps se volete mi trovate qui:

TWITTER: @jamiesarms

ASK: jamiesarms ASK

PAGINA FB: drewswings PAGE



PERSONAGES(?) 
 

Caitlin:                                                                                                                               Harry:

            


Niall:                                                              Liam:                                                                                               
 
              


Zayn:                                                                                                                          Louis: 

       



Marie:                                                            Devonne:                                                                 Jessica:

               



 

  
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