Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Cat_    10/06/2013    2 recensioni
Dalla Shot:
Ci sono storie d’amore che nascono per caso, quando nessuno se le aspetta. Saltano fuori e ti travolgono come un fiume in piena. E tu puoi decidere: puoi risalire la corrente e perdere tutto; oppure puoi lasciarti avvolgere e trovare il coraggio di lasciare entrare in te quella marea.
[...]
- È un po’ da… femmine – sorride.
- E allora? Quanto sei stupida.
Sorride anche Leo. È come una catena: se sorride lei, sorride anche lui.
- E tu sei buffo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All that green {I'll be with you}






Ci sono storie d’amore che nascono per caso, da uno sguardo timido e un sorriso sincero.
Ci sono storie d’amore che si nascondono dietro a un bacio rubato, a un sospiro non colto, a una frase mai detta.
Ma ci sono anche storie d’amore che rimangono sepolte sotto strati di “non possiamo”, “è sbagliato”, “cambierà tutto”, “ho paura”.
Esistono storie d’amore belle e irreali come le favole, senza lieto fine e senza alcun cavallo bianco.
Ci sono persone che si ameranno sempre, disperatamente, senza riuscire a stare insieme, senza abbracciarsi nemmeno una volta.
Perché il rumore sordo di un cuore che va in pezzi fa paura; perché il terrore del rifiuto ci acceca e ci rende stupidi.
Se l’unica cosa che vorremmo fare è baciare una persona, allora dovremmo avere il coraggio di buttarci davvero, chiudendo gli occhi e sperando che l’impatto non sia poi così traumatico.
Perché se si ama qualcuno, lo si ama davvero. Senza “se” e senza “ma”,  che sembrano creati appositamente per incasinare qualcosa che di essere incasinato non ne ha affatto bisogno.


§


Otto anni lui, sei anni lei.
Leo ha osservato Daisy da lontano, a scuola.
Ha pensato che Daisy è un nome strano per quella bambina dalle lunghe trecce rosse e una spruzzata di lentiggini sul naso all’insù.
Daisy ha gli occhi verdi, un verde intenso e luminoso e bello e sincero.
Il verde è un colore sincero? Leo se lo è chiesto tante volte.
Daisy ha gli occhi verdi, un verde che Leo un po’ soffre a guardare.
Daisy ha il colore degli occhi della mamma di Leo, ma quegli occhi si sono chiusi per sempre. E allora Leo ha deciso che il verde è un colore cattivo e bugiardo.
Poi però ha incontrato gli occhi di Daisy e un po’ ci ha ripensato. Forse non tutto il verde del mondo è da buttare; magari qualche sfumatura ancora si salva.




Daisy ha visto Leo nel cortile della scuola.
Lei è nuova, e tante cose ancora non le conosce, non le capisce.
Non capisce perché Leo si nasconda dietro a quel grande cespuglio verde, mentre lei raccoglie le margherite che tanto piacciono a sua nonna.
A Daisy piace raccogliere mazzi e mazzi di quei fiori bianchi e gialli da regalare alla nonna. Lei le conserva tutte nel suo armadio blu alto alto, dove nessuno le può prendere; e Daisy è contenta, perché almeno le sue collane sono al sicuro e nessuno le può rubare. Mica come le persone, che vanno e vengono, vengono e vanno. E ti rubano tutto, anche i sorrisi.
Ma Daisy è troppo buona, troppo curiosa.
Così si avvicina al cespuglio e fa spaventare Leo, che per poco non cade a terra battendo il sedere.
- Mi spii? – Chiede Daisy.
- Io non spio proprio nessuno – è la risposta di Leo. È indispettito perché nessuno lo hai mai scoperto prima d’ora.
- Vuoi raccogliere le margherite con me? – Gli domanda allora. Perché Leo è buffo e a lei non è mai piaciuto raccogliere i fiori da sola.
- Ma è da femmine - ribatte Leo sorpreso - e io sono un maschio.
- E allora? Che differenza c’è? – È stupita, Daisy. Non capisce, di nuovo.
- Possiamo essere amici anche se non faccio le cose da femmine con te? – Leo non si capacita. Vede solo verde, tanto verde. Intenso e luminoso e bello e sincero.
- Sì, però sei buffo – risponde Daisy, mentre lo prende per mano.



§



Daisy ha sempre gli stessi occhi verdi e i capelli rossi, solo un po’ più corti di quando era bambina.
Daisy è quasi una donna, e le trecce le ha sciolte a malincuore da tanto tempo. Ora porta sempre i capelli legati in una elegante coda di cavallo che le solletica il collo. Dice che così si sente libera di creare e può sentire i propri pensieri intraprendere viaggi per posti lontani.
Daisy è una pittrice. Dipinge l’armadio blu alto alto di una nonna che non c’è più, un prato trapunto di fiori bianchi, gli occhi grandi di Leo, le sue mani forti e i suoi riccioli neri.
Ma Daisy dipinge anche le spalle larghe di Mirko, il suo collo pallido, le sue dita affusolate che lei ama tanto.
Daisy indossa la salopette di jeans sporca di blu cobalto e rosso vermiglio e ha i capelli raccolti più disordinatamente del solito quando Mirko entra in casa.
Leo si alza dallo sgabello scheggiato e va in cucina, perché sa che Daisy e Mirko devono parlare, ma lei gli ha chiesto di rimanere, di non lasciarla sola.
Allora Leo si fa da parte, ma sente tutto. È ancora piuttosto bravo a nascondersi senza farsi notare.
Sente Mirko arrabbiarsi, sente che a Daisy si incrina la voce quando, urlando, gli giura che quel figlio è suo, e suo soltanto.
Ma Mirko non le crede e urla più forte; perché un figlio non lo vuole, perché non la ama abbastanza. Non quanto Daisy ami lui, almeno.
Daisy piange e urla e non capisce.
Ancora, di nuovo.
Allora Leo è costretto a mettersi in mezzo, a cacciare Mirko da quella casa, dalla vita di Daisy.
La tiene abbracciata tutta la notte, le dice che lui non la lascerà sola, che sarà sempre al suo fianco.
- Non sono un po’ troppo sdolcinate queste cose che mi hai detto, Leo? - 
La voce ancora scossa di Daisy sembra ad un tratto quasi allegra.
- È un po’ da… femmine – sorride.
- E allora? Quanto sei stupida. 
Sorride anche Leo. È come una catena: se sorride lei, sorride anche lui.
- E tu sei buffo.


§



Leo e Daisy ci hanno messo un po’ per capire di amarsi.
Forse lo avevano sempre saputo; forse lo avevano sempre negato, nascosto, sepolto.
Ma lo hanno scoperto, finalmente, e adesso insieme condividono tutto con la stessa diversa luce negli occhi.
Si amano senza “se” e senza “ma”, in quella piccola mansarda affacciata sulla piazza del paese di montagna che a Daisy piace tanto.
Amanda, che è nata da poco più di un anno, sgambetta felice tra i colori della mamma e ogni volta che cade chiama “papà!”, con la sua ancora così piccola voce.
E Leo è sempre pronto a prenderla in braccio e a darle un bacio sulle manine paffute.
Amanda ha gli occhi verdi di Daisy e i capelli neri come quelli di Leo, e la cosa che la diverte di più è nascondersi.
Daisy è felice. Pensa che, per una volta, il destino ha voluto regalarle qualcosa. Ha capito che la vita di rado ti concede una seconda possibilità, e se non sei pronta a coglierla te ne pentirai per sempre.
Leo è felice. Ha tutto quello che aveva sempre desiderato. Ogni sera può stringere a sé la donna che ama; ha una figlia che adora come fosse sua, sangue del suo sangue.
Il futuro è sempre qualcosa di incerto, ma Leo sa che siamo noi gli artefici del nostro destino, sa che se non avesse avuto il coraggio di baciare Daisy, quella notte, l’avrebbe persa per sempre.

Ci sono storie d’amore che nascono per caso, quando nessuno se le aspetta. Saltano fuori e ti travolgono come un fiume in piena. E tu puoi decidere: puoi risalire la corrente e perdere tutto; oppure puoi lasciarti avvolgere e trovare il coraggio di lasciare entrare in te quella marea.

- Sai, quel libro che hai scritto mi piace da morire, - sussurra Daisy tra le lenzuola, le braccia attorno alla vita di Leo, i suoi capelli neri che le solleticano il volto - però… non so. Mi pare un po’ una cosa da femmine.
Sorride.
- Sei sempre la solita stupida – le risponde Leo, girandosi e baciandole la fronte.
- Sì, ma tu sei buffo.









  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Cat_