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Autore: thegalwithmuffins    10/06/2013    3 recensioni
C’è un ragazzo, che sembra abbastanza assorto nella lettura di un libro di… geografia, sì, a giudicare dal mappamondo sulla copertina.
Stando attenta a non disturbarlo mi accascio sbuffando, desiderando come non mai il mio lettuccio, e facendolo colpisco involontariamente il piede del mio vicino, che mi rivolge uno sguardo di fuoco.
“ Scusa… “ mormoro, un po’ imbarazzata.
Sempre a me le figure di merda, eh?
Prendo l’iPod, e mentre cerco di sbrogliare il nodo delle cuffiette, mi assale un presentimento.
Sapete, uno di quelli che ti colpiscono all’improvviso, e di cui sei certa.
Bene, in quel momento mi venne il presentimento che ora sapevo qualcosa che prima ignoravo.
Che fosse legato al fatto che il ragazzo prima seduto a fianco a me ora mi sorrideva e mi teneva aperta, per quanto possibile, la porta dell’autobus affinchè scendessi?
O al “ Ciao “ che mi aveva appena rivolto?
Oppure ancora al fatto che volevo che sapesse quanto erano belli per me i suoi occhi verdi?
No, sicuramente no.
“ Cogliona “.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Everything has changed

 

 

 

a te, mi manchi

 

 

 

 

 

 

 

Mi aggiusto la cartella sulle spalle.

O almeno, ci provo.

Non ho mai capito come vanno aggiustate le spalline del mio Eastpack, le metto sempre o troppo basse o troppo alte, ed è sempre così scomodo.

“ E dai… “ dico al mio zaino, sperando che grazie a qualche miracolo si aggiusti da solo.

Sono quasi tentata di lasciarlo là, sul marciapiede consumato della settima fermata di un autobus di una via sconosciuta di una altrettanto sconosciuta città, Holmes Chapel.

Ma senza il mio vecchio e distrutto zaino di jeans mi rifiuterei di andare a scuola, così scarto l’idea.

E faccio appena in tempo ad alzare gli occhi per vedere che il minuscolo bus che mi dovrebbe portare a scuola sta passando avanti a me.

Alzo un braccio, sperando che mi abbia visto e si fermi, e incredibile ma vero, lo fa.

Con una corsa raggiungo le porte scorrevoli e salgo sotto gli sguardi di rimprovero di certe vecchiette con la borsa della spesa e di alcuni ragazzi e ragazze che come me si stanno dirigendo verso l’edificio di pietra in centro alla città.

E, cosa che odio, non ci sono posti a sedere.

Che stress, voglio sedermi, più tempo sto in piedi più l’umanità è a rischio.

Per fortuna una di quelle vecchiette si sta alzando dal suo posto.

La raggiungo prima che qualcuno mi possa fregare il sedile di plastica.

“ No ma faccia con calma, in fondo sono solo le otto di mattina, ho tutto il tempo di aspettare che lei si alzi… “ borbotto, non molto tra me e me visto che la diretta interessata mi sente e inzia a farmi una ramanzina.

Le rivolgo un sorriso di scuse e finalmente mi siedo.

Quello che non avevo notato è che uno di quei posti a due, e sfortunatamente non sono sola.

C’è un ragazzo, che sembra abbastanza assorto nella lettura di un libro di… geografia, sì, a giudicare dal mappamondo sulla copertina.

Stando attenta a non disturbarlo mi accascio sbuffando, desiderando come non mai il mio lettuccio, e facendolo colpisco involontariamente il piede del mio vicino, che mi rivolge uno sguardo di fuoco.

“ Scusa… “ mormoro, un po’ imbarazzata.

Sempre a me le figure di merda, eh?

Prendo l’iPod, e mentre cerco di sbrogliare il nodo delle cuffiette, mi assale un presentimento.

Sapete, uno di quelli che ti colpiscono all’improvviso, e di cui sei certa.

Bene, in quel momento mi venne il presentimento che ora sapevo qualcosa che prima ignoravo.

Che fosse legato al fatto che il ragazzo prima seduto a fianco a me ora mi sorrideva e mi teneva aperta, per quanto possibile, la porta dell’autobus affinchè scendessi?
O al “ Ciao “ che mi aveva appena rivolto?

Oppure ancora al fatto che volevo che sapesse quanto erano belli per me i suoi occhi verdi?

No, sicuramente no.

“ Cogliona “.

 

 

 

 

All I knew is the morning when I woke
Is I know something now, something now I didn’t before
And all I’ve seen since eighteen hours ago
Is green eyes and freckles in your smile
In the back of my mind making me feel rightI just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you know you know you

‘Cause all I know is we said “Hello”
And your eyes look like coming home
All I know it’s simple ain’t it? Everything has changed
All I know is you held the door
You’ll be mine and I’ll be yours
All I know since yesterday is everything has changed



 

 

“ Therese, vieni qua… “

Mi giro.

“ Un secondo, finisco di appendere ques… Ciao! “ esclamo stupita.

Il ragazzo accenna un sorriso e si gira nervoso verso Mrs. Collins, l’insegnante di educazione fisica.

Sembra preoccupato, si tortura le mani e ha la fronte piena di rughe dovute all’ansia.

“ Harry lei è Therese, la mia alunna peggiore. “  mi presenta la donna.

No ma grazie, e io che cerco da due mesi di fare bella figura con lui, adesso arrivi tu e rovini tutto.

Ma Harry , finalmente ho scoperto come si chiama, non sembra aver sentito, perso in chissà quali pensieri.

Metto da parte la timidezza e avanzo verso di lui, con la mano tesa.

“ Beh non sono proprio la sua alunna peggiore, diciamo solo la più… ecco… insomma… “

Perfetto, mi sono impappinata.

Sospiro, grande sospiro.

“ Lascia perdere, sono Therese. “

Lui ridacchia leggermente, e finalmente posso vedere i suoi occhi verdi, che cerco sempre di incontrare la mattina sull’autobus.

Sono circondati da due profonde occhiaie e sono un po’ umidi, come se avesse appena pianto, ma scarto subito quest’ipotesi.

“ Lo so “ dice.

“ Come? “ gli chiedo confusa.

“ L’altro giorno, la tua amica al telefono… “ risponde.

Ah sì, la figuraccia dell’altro giorno.

“ Oh insomma, mi stava rompendo da ore col suo nuovo ragazzo, se non stavo ascoltando è comprensibile! “

“ Ma non è comprensibile il fatto che la tua amica sia riuscita a farsi sentire da tutto il bus, Reese

Ossignore, mi ha chiamato Reese.

Come  mi chiamano tutti, certo, ma lui non è tutti.

Lui è quello che da quando mi ha detto “ Ciao “ ogni volta che mi guarda o sorride, oppure si appoggia al finestrino con lo sguardo perso mi provoca le farfalle nello stomaco.

Lui è stato il primo ragazzo che mi ha aperto solo la porta, non le gambe, come pensavano di fare i ragazzi nella mia vecchia città, Wolverhampton.

E non lo so, ma mi è rimasto in testa.

O meglio, mi è rimasto sullo stomaco.

Un peso che non riesco a togliere, io innamorata?

Ma per favore, e poi di chi? Di un ragazzo conosciuto soltanto diciotto ore dopo il mio trasferimento?

Pfff.

“ Sarebbe lei? “

Questa volta Harry si rivolge alla Collins, che annuisce.

“ E’ nuova, come te, sai come si dice, andando con lo zoppo si impara a zoppicare!  E magari riesci ad infonderle un po’ di sano amore per lo spor! Anche se temo sia impossibile… “

Interrompo quel fiume in piena.

“ Mi scusi, ma io sarei cosa? Perché mi ha chiamato? “

“ Non gliel’ha detto? “ fa il riccio, se possibile ancora più preoccupato.

“ Giusto, giusto, adesso te lo dico Tomlinson… “

Alzo gli occhi al cielo, sia per avermi chiamato col cognome di mio padre, sia per la sbadatezza di questa donna.

“ Beh mia cara alunna sfaticata, come vedi questo ragazzo è nuovo qui, e il tuo ocmpito è di fargli tornare il sorriso e liberarlo dalle sue paure! “

“ Cioè dovrei renderlo più espansivo? Meno timido? “ chiedo, non capendo bene la sua richiesta.

I due si guardano, gli occhi di lui che chiedono qualcosa e quelli di lei che cercano di rassicurarlo.

Alla fine lei distoglie lo sguardo.

“ Sì, una cosa del genere. Tutti i pomeriggi da qua alla fine del quadrimestre passerete due ore supplementari insieme, facendo quel che vi pare, basta che questo ometto ritorni spensierato come prima, okay? “

Faccio un cenno.

Che bello, che bellissima cosa.

Poter recuperare tutto il tempo perduto a trovare il coraggio di parlargli e a guardarlo di sottecchi, stando insieme, anche se a scuola, anche se obbligati.

“ Ti dispiace farmi da… babysitter? “ mi chiede, nei corridoi.

Rido per il termine che ha usato.

“ No, anzi, mi sono sempre piaciuti i bambini! “ gli rispondo scherzando, e facendogli una linguaccia.

Al contrario di quanto mi aspetto, la ricambia, per poi scoppiare a ridere.

 

E poter vedere il suo sorriso ogni giorno, perdermi nei suoi occhi, prendere il volo verso una meta dettata dal cuore.

Che bello, che bellissima cosa, stare con qualcuno che finalmente mi fa sentire bene, ma veramente bene, anche se non ci siamo solo parlati, sfiorati, o altro.

 

“ Sai, sei una delle persone che mi fa ridere di più. Tra le tue figuracce in autobus, quelle della tua amica per cui paghi tu, e le tue battute squallide… Dio, mi fa male la pancia solo a pensarci! “

Gli sorrido, ma dentro di me mi maledico, pensando a tutte le cazzate che ho fatto, facendomi classificare come la pazza di turno.

Ci separiamo, andiamo nelle nostre classi, e alla fine della quarta ora, quando apro l’armadietto per prendere un libro cade un bigliettino.

“ Credo che tu riuscirai a farti strada tra le mura di malinconia che mi sono costruito, credo che grazie a te li abbatterò, uno ad uno, solo per farti entrare. Grazie per avermi fatto sorridere. “

Forse no, forse non è lui.

Ma sì, forse mi sto innamorando del ragazzo dell’autobus.

E vorrei che lo sapesse, sarebbe meglio che lo sapesse.

Cosicchè troncherebbe sul nascere questo mio sentimento.

 

 

And all my walls stand tall painted blue
And I’ll take them down, take them down and open up the door for you
And all I feel in my stomach is butterflies
The beautiful kind, making up for lost time,
Taking flight, making me feel right

I just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you know you know you

‘Cause all I know is we said “Hello”
And your eyes look like coming home
All I know it’s simple ain’t it? Everything has changed
All I know is you held the door
You’ll be mine and I’ll be yours
All I know since yesterday is everything has changed

 

 

 

Mi affaccio dalla finestra della mia camera.

“ Vieni qui, cazzo! “ le urlo.

Lei interrompe la sua corsa.

“ Perché Harry, perché? Dimmelo, vorrei tanto saperlo! “ mi urla a rimando.

E’ arrabbiata, tanto.

Lo capisco da come le si alza e abbassa il petto, sta respirando troppo in fretta.

“ Dobbiamo parlare! “ le dico.

Per tutta risposta si gira e mi alza il dito medio.

Cammina in avanti, a passo spedito.

Sto per richiamarla, quando inciampa su un sassolino.

Non riesco a trattenermi e rido.

Due dita in aria, stavolta.

“ Therese! “

Non si volta.

“ Eddai, Reese, lasciami spiegare! L’ho fatto per te! “

Pianta le All Star distrutte in mezzo alla strada e urla.

Urla di rabbia, e di non so cos’altro.

“ Per me?!  Stai scherzando, vero? Quando te l’avrei chiesto, sentiamo! “

Alza il capo, guardandomi con aria di sfida.

Non mi trattengo più.

“ Mai, Therese, mai, ed è proprio per questo che l’ho fatto! Vuoi fare tutto da sola? Benissimo! Non vuoi essere aiutata? Benissimo ancora! “ grido incazzato.

“ Questo sarebbe il tuo aiuto?! Rintracciare mio fratello?! Farmi trovare fuori da scuola, in un giorno in cui tu non ci sei, da quello stesso ragazzo che si ubriacava e ha alzato le mani su di me?! Grazie, veramente bell’aiuto! “ si sposta più vicina, in modo che la possa sentire meglio.

“ No, io ti ho fatto trovare un ragazzo pentito, che ti vuole un bene dell’anima, porca puttana! Ha girato mezza Inghilterra per ritrovarvi! “

Come fa a non capirlo? E’ venuto per scusarsi, non per altro.

“ E non lo avrebbe fatto, se non fossi arrivato tu! Non capisci che mi fa solo paura, che io voglia solo scappare ogni volta che lo vedo? Che voglio stare da sola? “ mi incolpa.

Non ci vedo più.

Ho cercato di aiutarla, e lei se ne frega, non vuole uscire dalle sue convinzioni, non vuole vedere cosa c’è veramente.

“ Vuoi essere lasciata sola? Perfetto, è quello che farò! Non tornare da me! “ e chiudo la finestra.

Nonostante il vetro, riesco a sentire la sua debole risposta.

“ … okay… “

Non fa che aumentare la mia rabbia.

Anche se detto con voce rotta, okay è tutto quello che sa dire?

“ Vaffanculo, Therese “ sussurro.

Spalanco di nuovo la finestra, e vedo che è ancora là sotto.

“ La vuoi sapere una cosa?  “ le urlo.

Alza la testa. E posso vedere con chiarezza il poco mascara, unico trucco che usa, che le ha lasciato delle sottili righe nere sulle guance, ma faccio finta che non sia per le lacrime, le stesse che le bagnano ora il viso.

“ Sono passati tre fottutissimi mesi da quando sei salita su quell’autobus  per la prima volta, e ti sei seduta affianco a me , e mi hai pestato il piede, e io per farmi perdonare per l’occhiataccia che ti avevo lanciato ti ho tenuto aperta la porta e ti ho detto ciao. Un fottutissimo mese da quell’assurdo progetto della Collins, e la tua battutaccia sulla babysitter. Due fottutissime settimane e mezzo da quando tuo fratello Louis mi ha chiamato e mi ha detto che voleva incontrarti, e io ho acconsentito perché avevo capito che era cambiato, ma l’ho anche avvertito che se ti avesse fatto del male l’avrei ammazzato. E sai perché? Per lo stesso fottutissimo motivo per cui diciannove fottutissimi giorni fa a quella festa ti ho baciato e poi ho finto di essere ubriaco e non ricordarmi niente. Per lo stesso fottutissimo motivo per cui non ti ho detto che Tom voleva uscire con te, per lo stesso fottutissimo motivo per cui quel giorno ti ho infilato nell’armadietto quel bigliettino così sciocco, eppure così vero, perché mi fai sorridere, mi fai ridere, mi fai sentire vivo e dio, quanto ne avevo bisogno. Perché non so spiegarmi il motivo per cui ogni volta ch ti vedo il cuore non batte più. Per lo stesso fottutissimo motivo per cui ogni volta  affianco a te mi sento uno stupido e mi torturo i capelli, nella speranza che ciò mi calmi dall’ansia, che impiego un ora e quarantacinque minuti per prepararmi la mattina, solo perché so che sei la prima persona che vedrò e voglio sembrarti perfetto, bello, che ho sempre un libro di scuola in mano, perché voglio sembrarti intelligente, ecco perché guardo dalla finestra, voglio sembrarti misterioso e poetico.

Perché voglio leggere nei tuoi occhi che con me ti senti a casa, perché voglio che mi consideri irresistibile, perfetto. Ma non lo sono.

E ora tocca a te spiegarmi perché io voglio che tu torni indietro, perché anche se non siamo vicini da neanche venti minuti sento la tua mancanza in modo insopportabile e cazzo, dimmi perché sto facendo questo discorso ad alta voce e non solo nella mia mente, dimmi perché ti sto chiedendo di raggiungermi e vorrei solo che lo sapessi e… “

Una mano sulla spalla mi costringe a fermarmi e a girarmi.

“ Sono qui “ dice piano, quasi con la paura di essere sentita.

“ Sei qui “ ripeto, guardando i suoi occhi scuri, che ancora versano lacrime.

Poi le mie labbra sono sulle sue.

 

 

 

 

 

Come back and tell me why
I’m feeling like I’ve missed you all this time, oh, oh, oh
And meet me there tonight
And let me know that it’s not all in my mind
I just wanna know you better know you better know you better now
I just wanna know you know you know you

‘Cause all I know is we said “Hello”
And your eyes look like coming home
All I know it’s simple ain’t it? Everything has changed
All I know is you held the door
You’ll be mine and I’ll be yours
All I know since yesterday is everything has changed

 

 

 

 

 

Cammino sotto la pioggia.

Non è molto forte, ma abbastanza perché le sue gocce mi diano fastidio.

Finalmente raggiungo l’alto cancello di ferro.

Mi guardo intorno e non c’è neanche il ragazzo pakistano che di solito vende i fiori, perfetto.

Entro e cammino lungo lo stradone.

E’ in fondo la sua, proprio in fondo, e per arrivarci devo passare avanti tutte le altre, di persone che non conoscevo.

Quando ci arrivo, respiro.

Un bel respiro.

“ Ciao “ dico.

Nessuna risposta.

Era ovvio, cosa mi aspettavo?

Tiro fuori il cellulare e le cuffiette, metto una canzone, che non gli piaceva.

Mi siedo davanti, a gambe incrociate.

“ Ciao “ ripeto.

“ Come stai? Io sto. “

Alzo gli occhi verso il cielo, nella speranza che lacrime non scendano.

“ E’ un po’ confuso questo periodo, non so più niente. “

Riporto lo sguardo sulle mani, che torturo, mordendo le unghie, togliendo pellicine, scrocchiando dita.

“ Cioè, qualcosa la so… “

Faccio una pausa per togliere un po’ di terra.

“ So che piove a dirotto e questa pioggia mi ha rovinato i capelli, che palle.  So che grazie a te ho ripreso a far danza, e ho ritrovato la mia grazie e la mia femminilità, pfff, come no, sono sempre la stessa scaricatrice di porto. So che ci siamo detti ciao un po’ di volte, e questa cosa mi solleva un po’,  so che ho cominciato a vivere tredici anni fa, da quanto ho conosciuto il tuo volto. So che ci sono certi momenti che non so cosa mi prende, ma mi viene da piangere e non riesco a smettere. So che la notte cerco di non svegliarmi più. “

Lo guardo.

“ Ma che cazzo sto dicendo? Ti prego, non darmi retta. “

Rido tra me e me.

Mi guardo attorno, e il mio sguardo cade sui cipressi.

Porto una mano sulla tasca e ne estraggo un rettangolino di carta.

“ Guarda cosa ti ho portato? E’ un biglietto del nostro autobus, e dietro c’è scritto ciao…  ti piace? “

Mi sporgo per metterlo nella cassettina.

E nell’esatto momento in cui l’ho messo, scoppio a piangere.

E non ho le forze per fermarmi,  per dirmi basta, non ce le ho neanche per  assicurarmi che nessuno mi veda in quello stato.

Mi lascio cadere sulla ghiaia, con la testa nascosta tra le ginocchia, e con una mano accarezzo il terriccio che lo copre, tra un po’ di tempo dovrebbero mettere la pietra, e allora sarà più facile, penso.

La musica intanto va avanti.

“ Tutto quello che so è che da ieri è cambiato tutto. “

 

 

All I know is we said “Hello”
So dust off the highest hopes
All I know is pouring rain and everything has changed
All I know is the new found grace
All my days I know your face
All I know since yesterday is everything has changed

 

 

 

…………………………………………………………….....

 

Ho riscritto una canzone, si può dire.

Ho preso spunto dalla mia vita, soprattutto per l’ultima parte, e ho trasformato le parole in immagini, e poi di nuovo in parole.

L’ho anche dedicata a qualcuno.

Non so se l’ho scritta bene, se si capiva qualcosa, ma non importa, scrivere questa cosa serviva a me, per sentirmi meglio.

Scusate, so che non ve ne frega un cazzo, siete qua solo per leggere qualche storia decente…

Se siete riusciti a leggerla tutta… beh, complimenti.

Solo una cosa.

Non so se si capisce bene, ma nell’ ultima parte Therese va a trovare Harry, sì, ma non a casa sua.

E’ in un cimitero.

Vi voglio bene, a presto









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