sink or swim.
kamikaze airplanes in the sky, are
we going down or will we fly?
this could be a ship wreck on the
shore, or we could sail away forevermore.
this time it's sink or swim.
Kogure dà un sorso al caffè, guardandosi
intorno e concedendosi uno sbuffo di tanto in tanto.
Si adagia allo schienale della sedia e
incrocia le braccia al petto, per poi cambiare posizione e leggere l’ora sul
suo nuovo Rolex; lo fa dieci volte, ad intervalli di tre o quattro minuti.
È impaziente, e forse anche più di quanto
non lo fosse da ragazzino.
E si maledice mentalmente per essere
arrivato presto, nonostante sia anche lui in ritardo -e ben di un quarto
d’ora!-, quando è ovvio che gli toccherà aspettare ancora una ventina di
minuti, come minimo, perché quel ragazzo è la persona più lenta che sia mai
esistita.
E in fondo il ventenne lo sa che prova un
certo gusto nel farsi aspettare, perciò non può fare a meno di sorridere quando
lo vede entrare dalla porta del piccolo locale nel centro di Inazuma-cho.
Ma Yuuya non sa che quella mattina il
rosso ha dovuto fare tutto di corsa perché, immerso nei preparativi, ha perso
la cognizione del tempo.
-Pronto?-
-Kogure?-
-Sì, chi parla?-
-Kogure, ciao, sono Hiroto.-
Quando Hiroto raggiunge il suo tavolo il ragazzo
si alza, lasciandosi sfuggire un “era
ora!” e uno sbuffo.
D’altra parte, il rosso è così
concentrato ad osservare il giovane uomo che ha davanti, che non si accorge
nemmeno quando questo lo abbraccia amichevolmente.
-Quanto tempo…- soffia Kiyama, una volta
seduto, appoggiando il viso su una mano e mescolando il caffè con l’altra -sei
cambiato tanto, Yuuya.-
E lo dice quasi con malinconia, oltre che
con sorpresa.
È cresciuto, Kogure, non è più il bambino
dispettoso e arrogante che sognava di fare il calciatore e si divertiva a fare scherzetti innocenti alla povera Haruna;
ora è grande -anche fisicamente- e ha un lavoro che lo tiene occupato la
maggior parte del tempo, che gli permette di viaggiare e di godere di piccole
ricchezze. E la sua passione per il calcio, beh, c’è ancora, ma l’ha
accantonata al momento.
-Già. Tu invece sei sempre il solito
ritardatario, Hiro.- risponde, ridacchiando, e la sua voce profonda e matura fa
per un attimo sussultare l’amico, ma poi questo si riprende, sentendosi un po’
sciocco: sono passati dieci anni, forse di più, dall’ultima volta che si sono
visti, era palese che sarebbe cambiato.
-Si fa quel che si può- afferma l’altro,
scrollando le spalle -in mia difesa, posso dire che non ho sentito la sveglia e
Mido non mi ha svegliato.-
È da molto tempo che Kogure non vede il
ragazzo dalla pelle ambrata e i capelli verdi, e delle volte sente la mancanza
dei suoi sorrisi dolci e comprensivi e dei suoi proverbi; ora muore dalla
voglia di chiedergli come sta, come vanno le cose fra loro, perché non è venuto
anche lui, ma si limita a domandare un semplice “Come fa ancora a sopportarti?” a cui segue in risposta un “Ma se sono meraviglioso!”
-A cosa devo questo onore, Hiro?-
-Vado di fretta adesso, devo sistemare alcune faccende con
Endou sulla storia del Fifth Sector,
ma possiamo vederci domani mattina alle dieci e mezza in
centro.-
-Okay, ma… è successo qualcosa?-
-No, tranquillo. Il fatto è che ho saputo che eri tornato
e avevo voglia di fare quattro chiacchere con un mio vecchio
amico, tutto qua.-
-Sii puntuale, Kiyama.-
-Sempre molto dolce, eh.-
Gli ha fatto piacere la chiamata
improvvisa di Hiroto ed ora è qui, davanti a lui, che ascolta i suoi discorsi
su com’è la sua vita, su quanto ama Midorikawa, su quanto è felice di poter
aiutare Endou… ed è contento di averlo rivisto, perché gli è mancato davvero.
Dopotutto, il rosso è stato uno dei suoi
migliori amici, se non il migliore,
come può non mancargli?
Kogure ha notato, sollevato, che è
rimasto più o meno lo stesso: i soliti modi ammalianti, lo sguardo attento e
brillante, anche se ora nascosto da un paio di occhiali, la risata chiassosa. È
rimasto lo stesso Kiyama di qualche anno fa, solo più adulto fisicamente, con i
capelli scompigliati e un cenno di barba, ma pur sempre bellissimo. Perché
oggettivamente, e Yuuya non lo ha mai negato -nonostante sia sempre stato
etero-, Hiroto Kiyama è sempre stato bellissimo. E al blu viene da ridere se
pensa che, la prima volta che gli si è avvicinato, è arrossito e ha balbettato
qualche frase disconnessa, troppo imbarazzato dal suo bell’aspetto per anche
solo pensare ad una conversazione intelligente.
-Comunque, non sono qui per parlare di
quanto io ami la mia vita e Midorikawa, ma ci tenevo a sapere di te invece.-
afferma Hiroto, interrompendo bruscamente il suo precedente discorso -Ho saputo
che ti fermerai qui qualche giorno… che fai nel weekend?-
-Beh, sì. Cioè, ho appena concluso un
importante affare e ora voglio riposarmi.- dice Kogure, accennando un sorriso
-Non ho impegni per questo fine settimana, Hiro, perché?-
-Così- risponde l’altro, con uno dei suoi
sorrisi.
E Yuuya li conosce bene, quei sorrisi, e
sa che la maggior parte delle volte non significano niente di buono, ma decide
di non farci caso.
-Come va con… quella faccenda- chiede, visibilmente curioso e preoccupato.
Endou gliene ha parlato, del piano per
far crollare il Fifth Sector, e lui avrebbe davvero voluto aiutarlo ma gli
impegni di lavoro non gliel’avrebbero permesso.
-Oh, non ti preoccupare, Endou sa bene
quello che fa e noi.. beh, noi cerchiamo di renderci utili come sempre. Inoltre
quei ragazzini sono bravi, non quanto lo eravamo noi, ma ce la faranno
sicuramente.-
Lo dice con una serenità e sicurezza
tale, che Kogure non riesce a dubitare minimamente delle sue parole; e poi li
ha visti giocare e lo ammette anche lui, che sono bravi.
-Quindi, sul serio, non preoccuparti: pensa
al viaggio piuttosto.-
-Cosa?-
-Ti sei già dimenticato che poco fa ti ho
chiesto se eri libero nel weekend e tu mi hai praticamente detto di sì?-
-Sì, ma non mi hai mai detto che dovevamo
partire! Senti, io sono stanco e…-
-Zitto, ho organizzato ogni cosa e, che
tu lo voglia o no, in campeggio ci andiamo.-
E forse questo il rosso non doveva dirlo,
ma è tardi perché Yuuya ha sentito tutto.
-Perché in campeggio?- chiede lui,
curioso.
-Perché te l’ho promesso, quella volta
che ci siamo persi nel bosco, ricordi? E io mantengo sempre le promesse.- dice
il maggiore semplicemente, sorridendo.
-Ecco, ora raccogliamo un po’ di questi rami per accendere
il fuoco…
sarà come in campeggio!-
-Com’è?-
-Com’è cosa, Kogure?-
-Il campeggio.-
-Non sei mai stato in campeggio?-
-No.-
-Beh, vorrà dire che un giorno ci andremo.-
-Davvero?-
-Promesso.-
Ora a Kogure viene quasi da piangere,
perché sono passati anni da quell’episodio e non si ricordava nemmeno più di
quella promessa, e tanto meno pensava che se ne fosse ricordato Hiroto.
Si sente un po’ stupido, e vorrebbe dire
qualcosa ma l’altro lo interrompe all’improvviso.
-Sai, Kogure, io l’ho sempre saputo.-
sorride -L’ho sempre saputo che sei
capace a nuotare.-
Kogure inarca un sopracciglio, confuso.
-Beh sì, devo ammettere che non sono
affatto male, anche se all’inizio non mi piaceva l’acqua. E poi è merito di un
mio senpai della Cloister: è stato lui ad insegnarmi…-
-Non intendevo questo, stupido.- dice
Hiroto, ridacchiando leggermente -Affogare
o nuotare: nuotare è prendere in mano la propria vita e farne ciò che si
vuole, mentre affogare è stare al gioco degli altri, farsi influenzare dalle
loro decisioni per poi arrivare ad odiarsi. Tu,
nonostante tutto, sei sempre stato tendente all’affogamento, lo sai, vero?-
Kiyama ha ragione, e il ventenne lo sa. E
sa anche che se in questo momento sta
nuotando è solo grazie ad Endou, alla squadra, a lui.
Quei ragazzi hanno fatto tanto per lui
quando era ancora un ragazzino, sono stati una vera e propria famiglia, la migliore che abbia mai potuto desiderare,
e solo ora si rende conto di non aver mai dimostrato apertamente la sua
gratitudine.
-Non mi devi ringraziare. Beh, se vuoi
fallo pure eh, ma tanto lo so benissimo che sono il migliore.- si vanta Hiroto,
facendolo ridere.
E Kogure si dice che lo farà, prima o
poi, lo ringrazierà per ogni cosa.
nda.
io..
non so. l’ho scritta di getto. sapete quando vi viene voglia di scrivere, così,
qualcosa a caso? beh, ecco, da quel “qualcosa a caso” è uscita questa ff.
e boh,
non so cosa dire sinceramente… cioè, si, una cosa la voglio dire: io amoamoamo kogure e kiyama insieme, la loro amicizia intendo. ed è un peccato
che nessuno abbia mai scritto qualche riga su loro due insieme, perché io, dall’episodio
in cui si perdono nel bosco, li ho sempre visti benissimo come migliori amici. li
trovo dolcissimi<33
e forse
inizierò a shipparli anche come pairing, giusto per
spezzare la monotonia della hiromido. e poi perché io
amo le crack e io può, gnè. (?)
spero
vi sia piaciuta almeno un pochino e grazie di aver letto<33
simo.