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Autore: bastille    10/06/2013    4 recensioni
[Kogure/Kiyama - !friendship] [Inazuma Eleven Go - missing moments]
-Sai, Kogure, io l’ho sempre saputo.- sorride -L’ho sempre saputo che sei capace a nuotare.-
Kogure inarca un sopracciglio, confuso.
-Beh sì, devo ammettere che non sono affatto male, anche se all’inizio non mi piaceva l’acqua.
E poi è merito di un mio senpai della Cloister: è stato lui ad insegnarmi…-
-Non intendevo questo, stupido.- dice Hiroto, ridacchiando leggermente -Affogare o nuotare: nuotare è prendere in mano la propria vita e farne ciò che si vuole, mentre affogare è stare al gioco degli altri, farsi influenzare dalle loro decisioni per poi arrivare ad odiarsi.
Tu, nonostante tutto, sei sempre stato tendente all’affogamento, lo sai, vero?-
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[Accenni alla HiroMido]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scott/Yuuya, Xavier/Hiroto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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sink or swim.

 

kamikaze airplanes in the sky, are we going down or will we fly?

this could be a ship wreck on the shore, or we could sail away forevermore.

this time it's sink or swim.

 

 

 

 

 

 

 

 

Kogure dà un sorso al caffè, guardandosi intorno e concedendosi uno sbuffo di tanto in tanto.

Si adagia allo schienale della sedia e incrocia le braccia al petto, per poi cambiare posizione e leggere l’ora sul suo nuovo Rolex; lo fa dieci volte, ad intervalli di tre o quattro minuti.

È impaziente, e forse anche più di quanto non lo fosse da ragazzino.

E si maledice mentalmente per essere arrivato presto, nonostante sia anche lui in ritardo -e ben di un quarto d’ora!-, quando è ovvio che gli toccherà aspettare ancora una ventina di minuti, come minimo, perché quel ragazzo è la persona più lenta che sia mai esistita.

E in fondo il ventenne lo sa che prova un certo gusto nel farsi aspettare, perciò non può fare a meno di sorridere quando lo vede entrare dalla porta del piccolo locale nel centro di Inazuma-cho.

Ma Yuuya non sa che quella mattina il rosso ha dovuto fare tutto di corsa perché, immerso nei preparativi, ha perso la cognizione del tempo.

 

 

-Pronto?-

-Kogure?-

-Sì, chi parla?-

-Kogure, ciao, sono Hiroto.-

 

 

Quando Hiroto raggiunge il suo tavolo il ragazzo si alza, lasciandosi sfuggire un “era ora!” e uno sbuffo.

D’altra parte, il rosso è così concentrato ad osservare il giovane uomo che ha davanti, che non si accorge nemmeno quando questo lo abbraccia amichevolmente.

-Quanto tempo…- soffia Kiyama, una volta seduto, appoggiando il viso su una mano e mescolando il caffè con l’altra -sei cambiato tanto, Yuuya.-

E lo dice quasi con malinconia, oltre che con sorpresa.

È cresciuto, Kogure, non è più il bambino dispettoso e arrogante che sognava di fare il calciatore e si divertiva a fare scherzetti innocenti alla povera Haruna; ora è grande -anche fisicamente- e ha un lavoro che lo tiene occupato la maggior parte del tempo, che gli permette di viaggiare e di godere di piccole ricchezze. E la sua passione per il calcio, beh, c’è ancora, ma l’ha accantonata al momento.

-Già. Tu invece sei sempre il solito ritardatario, Hiro.- risponde, ridacchiando, e la sua voce profonda e matura fa per un attimo sussultare l’amico, ma poi questo si riprende, sentendosi un po’ sciocco: sono passati dieci anni, forse di più, dall’ultima volta che si sono visti, era palese che sarebbe cambiato.

-Si fa quel che si può- afferma l’altro, scrollando le spalle -in mia difesa, posso dire che non ho sentito la sveglia e Mido non mi ha svegliato.-

È da molto tempo che Kogure non vede il ragazzo dalla pelle ambrata e i capelli verdi, e delle volte sente la mancanza dei suoi sorrisi dolci e comprensivi e dei suoi proverbi; ora muore dalla voglia di chiedergli come sta, come vanno le cose fra loro, perché non è venuto anche lui, ma si limita a domandare un semplice “Come fa ancora a sopportarti?” a cui segue in risposta un “Ma se sono meraviglioso!”

 

 

-A cosa devo questo onore, Hiro?-

-Vado di fretta adesso, devo sistemare alcune faccende con Endou sulla storia del Fifth Sector,

ma possiamo vederci domani mattina alle dieci e mezza in centro.-

-Okay, ma… è successo qualcosa?-

-No, tranquillo. Il fatto è che ho saputo che eri tornato

e avevo voglia di fare quattro chiacchere con un mio vecchio amico, tutto qua.-

-Sii puntuale, Kiyama.-

-Sempre molto dolce, eh.-

 

 

Gli ha fatto piacere la chiamata improvvisa di Hiroto ed ora è qui, davanti a lui, che ascolta i suoi discorsi su com’è la sua vita, su quanto ama Midorikawa, su quanto è felice di poter aiutare Endou… ed è contento di averlo rivisto, perché gli è mancato davvero.

Dopotutto, il rosso è stato uno dei suoi migliori amici, se non il migliore, come può non mancargli?

Kogure ha notato, sollevato, che è rimasto più o meno lo stesso: i soliti modi ammalianti, lo sguardo attento e brillante, anche se ora nascosto da un paio di occhiali, la risata chiassosa. È rimasto lo stesso Kiyama di qualche anno fa, solo più adulto fisicamente, con i capelli scompigliati e un cenno di barba, ma pur sempre bellissimo. Perché oggettivamente, e Yuuya non lo ha mai negato -nonostante sia sempre stato etero-, Hiroto Kiyama è sempre stato bellissimo. E al blu viene da ridere se pensa che, la prima volta che gli si è avvicinato, è arrossito e ha balbettato qualche frase disconnessa, troppo imbarazzato dal suo bell’aspetto per anche solo pensare ad una conversazione intelligente.

-Comunque, non sono qui per parlare di quanto io ami la mia vita e Midorikawa, ma ci tenevo a sapere di te invece.- afferma Hiroto, interrompendo bruscamente il suo precedente discorso -Ho saputo che ti fermerai qui qualche giorno… che fai nel weekend?-

-Beh, sì. Cioè, ho appena concluso un importante affare e ora voglio riposarmi.- dice Kogure, accennando un sorriso -Non ho impegni per questo fine settimana, Hiro, perché?-

-Così- risponde l’altro, con uno dei suoi sorrisi.

E Yuuya li conosce bene, quei sorrisi, e sa che la maggior parte delle volte non significano niente di buono, ma decide di non farci caso.

-Come va con… quella faccenda- chiede, visibilmente curioso e preoccupato.

Endou gliene ha parlato, del piano per far crollare il Fifth Sector, e lui avrebbe davvero voluto aiutarlo ma gli impegni di lavoro non gliel’avrebbero permesso.

-Oh, non ti preoccupare, Endou sa bene quello che fa e noi.. beh, noi cerchiamo di renderci utili come sempre. Inoltre quei ragazzini sono bravi, non quanto lo eravamo noi, ma ce la faranno sicuramente.-

Lo dice con una serenità e sicurezza tale, che Kogure non riesce a dubitare minimamente delle sue parole; e poi li ha visti giocare e lo ammette anche lui, che sono bravi.

-Quindi, sul serio, non preoccuparti: pensa al viaggio piuttosto.-

-Cosa?-

-Ti sei già dimenticato che poco fa ti ho chiesto se eri libero nel weekend e tu mi hai praticamente detto di sì?-

-Sì, ma non mi hai mai detto che dovevamo partire! Senti, io sono stanco e…-

-Zitto, ho organizzato ogni cosa e, che tu lo voglia o no, in campeggio ci andiamo.-

E forse questo il rosso non doveva dirlo, ma è tardi perché Yuuya ha sentito tutto.

-Perché in campeggio?- chiede lui, curioso.

-Perché te l’ho promesso, quella volta che ci siamo persi nel bosco, ricordi? E io mantengo sempre le promesse.- dice il maggiore semplicemente, sorridendo.

 

 

-Ecco, ora raccogliamo un po’ di questi rami per accendere il fuoco…

sarà come in campeggio!-

-Com’è?-

-Com’è cosa, Kogure?-

-Il campeggio.-

-Non sei mai stato in campeggio?-

-No.-

-Beh, vorrà dire che un giorno ci andremo.-

-Davvero?-

-Promesso.-

 

 

 

Ora a Kogure viene quasi da piangere, perché sono passati anni da quell’episodio e non si ricordava nemmeno più di quella promessa, e tanto meno pensava che se ne fosse ricordato Hiroto.

Si sente un po’ stupido, e vorrebbe dire qualcosa ma l’altro lo interrompe all’improvviso.

-Sai, Kogure, io l’ho sempre saputo.- sorride -L’ho sempre saputo che sei capace a nuotare.-

Kogure inarca un sopracciglio, confuso.

-Beh sì, devo ammettere che non sono affatto male, anche se all’inizio non mi piaceva l’acqua. E poi è merito di un mio senpai della Cloister: è stato lui ad insegnarmi…-

-Non intendevo questo, stupido.- dice Hiroto, ridacchiando leggermente -Affogare o nuotare: nuotare è prendere in mano la propria vita e farne ciò che si vuole, mentre affogare è stare al gioco degli altri, farsi influenzare dalle loro decisioni per poi arrivare ad odiarsi. Tu, nonostante tutto, sei sempre stato tendente all’affogamento, lo sai, vero?-

Kiyama ha ragione, e il ventenne lo sa. E sa anche che se in questo momento sta nuotando è solo grazie ad Endou, alla squadra, a lui.

Quei ragazzi hanno fatto tanto per lui quando era ancora un ragazzino, sono stati una vera e propria famiglia, la migliore che abbia mai potuto desiderare, e solo ora si rende conto di non aver mai dimostrato apertamente la sua gratitudine.

-Non mi devi ringraziare. Beh, se vuoi fallo pure eh, ma tanto lo so benissimo che sono il migliore.- si vanta Hiroto, facendolo ridere.

E Kogure si dice che lo farà, prima o poi, lo ringrazierà per ogni cosa.

 

 

 

 

nda.

io.. non so. l’ho scritta di getto. sapete quando vi viene voglia di scrivere, così, qualcosa a caso? beh, ecco, da quel “qualcosa a caso” è uscita questa ff.

e boh, non so cosa dire sinceramente… cioè, si, una cosa la voglio dire: io amoamoamo kogure e kiyama insieme, la loro amicizia intendo. ed è un peccato che nessuno abbia mai scritto qualche riga su loro due insieme, perché io, dall’episodio in cui si perdono nel bosco, li ho sempre visti benissimo come migliori amici. li trovo dolcissimi<33

e forse inizierò a shipparli anche come pairing, giusto per spezzare la monotonia della hiromido. e poi perché io amo le crack e io può, gnè. (?)

spero vi sia piaciuta almeno un pochino e grazie di aver letto<33

simo.

  
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