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Autore: oOLeylaOo    26/12/2007    2 recensioni
Fanfiction su sweep, la serie di Cate Tiernan. La storia è ambientata dopo l'ultimo libro uscito in italia. Visto che sto scrivendo anche un altra storia l'aggiornamento sarà un pò lento! Scusate in anticipo.
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-Preparativi-

C’era un bel sole, cosa non insolita per aprile, che entrava gentilmente dalla finestra che avevo appena svogliatamente, finito di pulire. Spalancai le ante facendo entrare l’aria fredda e sperando che questo bastasse a svegliarmi: pulire la vecchia stanza degli ospiti, ormai usata come sgabuzzino, non era esattamente la mia idea di un buon fine settimana! D’altra parte mia cugina sarebbe arrivata quel pomeriggio e di certo non potevamo metterla a dormire sul divano per tutta la settimana che sarebbe rimasta.
-Morgan vieni a darmi una mano con questo affare!- mi chiamò mia sorella Mary K., decisamente più sveglia di me a quell’ora della mattina!
Mary K. era molto diversa da me: nonostante avesse solo quattordici anni era molto matura, aveva un corpo formoso e somigliava molto a nostra madre, era carina e molto attraente. Anche con la i pantaloni grigi di una tuta e una maglietta verde scolorita stava molto bene. Io invece indossavo una maglietta gialla e una salopette, nonostante i miei diciotto anni ero piatta come una tavola e con un naso “importante”, i miei occhi erano nerissimi e avevo iniziato a odiali quando avevo scoperto che li avevo ereditato dal mio padre biologico.
Gia, il mio padre biologico … Quando ero stata adottata avevo sollevato un putiferio con i miei genitori adottivi perché volevo sapere chi fossero i miei genitori naturali, nonostante li amassi molto per me era importante conoscerli. Inseguito a delle ricerche avevo scoperto che mi madre era Mave Riordan, una strega appartenente alla congrega di Bellweeket che era formata per la maggior parte da streghe Woodbane che avevano rifiutato l’uso della magia nera, che era stata uccisa, per la precisione bruciata viva, insieme a suo marito dal suo ex amate Ciaran, che per l’appunto era il mio padre biologico. Mi sentivo male al solo pensiero, non riuscivo ad accettare ancora pienamente che metà dei miei geni venissero da un uomo tanto malvagio da arrivare addirittura ad uccidere l’unica donna che aveva mai amato davvero.
-Accidenti quanto è grande!-si lamentò Mary K. mentre tentava di spostare il gigantesco quadro che era stato riposto nella stanza. Mi decisi a muovermi e andai ad aiutarla, afferrai l’altra estremità e insieme lo portammo in cantina, mentre nostra madre saliva con la biancheria per il letto. Nella stanza erano rimasti ancora un paio di scatoloni, però era stata completamente spolverata, rivelando in quel modo l’esistenza di una scrivania di legno, di un piccolo comodino intarsiato e di una lampada anni ’70.
Lasciammo il quadro in cantina, accanto ad alti due e a non so bene quanti scatoloni, mentre salivamo le scale il telefono iniziò a suonare: era Hunter, lo sapevo ancora prima di andare a rispondere. Mi precipitai all’apparecchio, Hunter era un cacciatore di streghe oscure e lavorava per il Concilio internazionale delle streghe che più di una settimana fa lo aveva spedito a Brooklin a investigare su Amiranth, la congrega di cui faceva parte anche Ciaran.
Afferrai il telefono e esordii con un preoccupatissimo –Come stai?-
-Bene, sto tornando a casa.- mi rassicurò con il suo solito accento inglese, il tono caldo.
Da quando mi aveva confessato di amarmi e ci eravamo lasciati e rimessi insieme era diventato molto più dolce di prima, meno freddo.
A quelle parole mi sentii incredibilmente sollevata e sospirai di sollievo.
-Quando sarai a casa?- domandai felice.
-Per le quattro di oggi pomeriggio dovrei essere a Window’s Vale. Sei libera?-
Mi bloccai, il primo impulso era di dire di si, ma mia cugina sarebbe arrivata in giornata e io dovevo restare ad aspettarla, i miei genitori non sarebbero stati contenti se me ne fossi andata per stare con il mio ragazzo.
-No.- risposi, la mia voce era carica di rammarico –Arriva mia cugina, devo restare ad aspettarla.-
Mi mancava, mi era mancato tanto, non vedevo l’ora di rivedere il suo viso dai tratti eleganti, i suoi capelli biondi e i suoi bellissimi occhi azzurri, il cui colore sembrava variare da quello blu del cielo a quello turchese del mare. Avevo voglia di rivederlo, di riabbracciarlo, di baciarlo; per tutta la settimana ero stata in ansia, avevo passato i primi giorni quasi insonne, continuavo a temere che gli accadesse qualcosa di brutto.
-Tua cugina?- domandò sorpreso –Che tipo è? Non mi hai mai parlato di lei.-
-Non l’ho mai vista.- confessai –Abita a Los Angeles ed è una lontana parente di mio padre, viene a trovarci e resta da noi per un paio di settimane perché i suoi vanno in Europa per una seconda luna di miele: è il loro trentesimo anniversario di nozze.-
-Quindi tua cugina resta da te finché non tornano?-chiese lui pensieroso.
-Gia. E se ci vedessimo stasera? O forse sarai troppo stanco…-riflettei.
-No stasera va bene. Ma non preferisci stare con tua cugina?- domandò curioso.
Arrossi –Veramente no-
-Morgan! Non disertare! Mancano ancora un paio di scatoloni!- mi chiamò Mary K. mentre portava in cantina uno scatolone, sembrava sul punto di cadere.
-Devo andare.- dissi con tristezza.
-A stasera-concluse lui riappendendo.
Niente mi sei mancata, o non vedo l’ora di vederti o ti amo. Bè, non si può cambiare tutto in un solo colpo.
Andai a finire di mettere a posto la stanza degli ospiti, i preparativi non erano ancora terminati.

  
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