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Autore: itsonedsoath    10/06/2013    18 recensioni
Grace, una studentessa diciassettenne, è costretta a lasciare la sua città natale, Doncaster, per trasferirsi a casa della nuova compagna del padre negli Stati Uniti, a Los Angeles.
Lì farà nuovi incontri, nuove amicizie e, ahimè, conoscenze indesiderate...
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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capitolo uno.



«Avanti Grace. Svegliati o perderemo l'aereo.» urlò qualcuno nel mio orecchio sinistro.
Mi voltai verso il muro «Magari fosse vero.»
«E va bene, lo dico a papà.» sbuffò una vocina irritante.
Mi girai verso mio fratello William e lo presi per il colletto della maglia «Provaci e sei morto scricciolo.»
Quest'ultimo si immobilizzò alle mie parole e come per magia stette in silenzio.
«Vedo che impari in fretta.» lasciai la presa e mi alzai soddisfatta.
Egli corse in cucina e si voltò verso di me squadrandomi dalla testa ai piedi mentre scendevo le scale con nonchalance. 
«Allora? Che hai da guardare?» mi sedetti vicino a lui.
Alzò un sopracciglio «Siamo tutti pronti, tranne te.» e aggiunse un sorrisetto beffardo.
«E ciò cosa dovrebbe significare?» chiesi versando il latte nella ciotola.
Mio fratello si guardò intorno nella speranza di trovare mio padre ma lo interruppi «E' inutile William. Abbiamo ben cinque anni di differenza, e tu non sarai mai più furbo di me.» sorrisi «e ora passami i cereali.. grazie.»
Mi porse la scatola con molta gentilezza. «Questo lo dici tu.. Grace.»
Sentii dei passi piuttosto pesanti: mio padre stava scendendo le scale.
«Lo dico perchè lo so.» mi alzai e mi girai verso il bagno. Prima di incamminarmi del tutto verso i servizi presi la ciotola e guardai mio fratello. «Mi vuoi sfidare?» 
Annuì «I piccoli sono sempre i più furbi.»
Mio padre stava arrivando e, dal momento che la mia vita sarebbe finita se mi avesse trovata ancora in pigiama, lasciai la presa e la ciotola si ruppe in mille pezzi sul pavimento. 
«Ops. E adesso chi è più furbo?» corsi in bagno e mi chiusi dentro.
Appoggiai un orecchio alla porta per sentire la reazione di mio padre e.. credetemi, è meglio se non lo scrivo.
Mi feci una doccia fredda, giusto per svegliarmi, poi mi infilai una t-shirt, un paio di jeans e le mie comodissime scarpe da ginnastica. 
"Finalmente" ero pronta per uscire dal bagno. Aprii la porta e vidi mio fratello accasciato per terra con la spugna in mano che puliva il pavimento.
Mi avvicinai a lui sussurrando «Uno a zero per la volpe.» e mi avviai verso camera mia per preparare la valigia.
Mio padre mi vide e mi venne incontro «Avanti Grace. Ti avevo detto di farla ieri la valigia.»
Non lo degnai di uno sguardo e continuai a salire le scale «Se tu non mi avessi messo così tanta fretta, probabilmente sarebbe già pronta.»
Mi seguì «Cosa vuoi dire con questo? E guardami mentre ti parlo.» alzò il tono della voce.
Mi fermai e lo guardai «Ci hai messo poco a dimenticare la mamma.»
Mio fratello si alzò e mi guardò stupito, proprio come mio padre. «N-non hai risposto alla mia domanda.» 
Accennai una risata «E cosa ti dovrei dire? Grazie papà per averci portato via dall'unico ricordo che abbiamo della mamma?» e corsi in camera mia.
Mio padre rimase fermo sulle scale, dopodichè si giro verso mio fratello «Cosa c'è? Continua a pulire il pasticcio che hai combinato.»
Entrai in camera e presi un borsone dove misi computer, iPod, piastra per capelli, libri.. insomma, tutte le cose che mi servivano. Poi riempii la valigia di vestiti e scesi.
«Sono pronta.» sbuffai.
Arrivò mio fratello, anche lui entusiasta di partire «Eccomi papà..»
Ci guardò «Avanti ragazzi.. vi piacerà Cheril.» 
Chiusi gli occhi per un secondo, poi li riaprii «Certo papà.»
«E poi potrai fare amicizia con sua figlia: Hope. E' un'ottima cuoca.» aggiunse sorridendo.
Indietreggiai «S-scusa? Ha una figlia?»
Mio padre annuì «Sì.. Hope. Ha la tua stessa età.»
Abbassai lo sguardo per non dare all'occhio la mia rabbia «Non me ne hai mai parlato.»
Mi guardò «Suvvia Grace, non..» 
«E' già abbastanza difficile non pensare alla mamma. Come puoi pretendere che io condivida la casa con due estranee negli Stati Uniti?» alzai il tono di voce.
«Questa casa è piena di oggetti che ve la faranno ricordare. Sarà impossibile non pensarci.. io lo faccio per voi Grace.» si avvicinò a me.
Alzai lo sguardo «Sì, hai ragione.»
Era evidente che non avevo più voglia di discutere con mio padre, così gli diedi ragione.
Mio fratello era troppo fifone per poter affrontare un discorso del genere, così ogni volta toccava a me parlarne. 


SPAZIO AUTRICE:
Eccomi qui con la mia prima storia, spero che come inizio vi piaccia.
Come mai inizio così? Beh, non volevo soffermarmi troppo su Doncaster, così ho deciso di farli partire subito.
Se non avete ancora capito di che parla la storia troverete tutto nella trama, così vi saranno chiare molte più cose...
Vi lascio, buona lettura! :)

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