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Autore: _Alezzzandra    10/06/2013    0 recensioni
Hope è una ragazza di diciotto anni che subisce violenze da parte del compagno della mamma, e un giorno viene cacciata di casa. Con se porta solo qualche vestito, pochi soldi e un Ipod. Varcata la soglia di casa, decide di iniziare una nuova vita e non avrebbe potuto iniziarla meglio di così..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

 
'Vattene da questa casa' mi disse lui. 
'Mamma,tu la pensi come lui?' chiesi a mia madre.
'Sì Hope, meglio se te ne vada' mi rispose lei. 
Senza rispondere,andai in camera mia e iniziai a preparare la valigia: ci misi dentro i vestiti necessari e le cose più care che avevo; presi il mio salvadanaio dove avevo messo tutti i miei risparmi, i documenti, l'Ipod e un paio di cuffie. Guardai l'ultima volta la mia stanza. La stanza in cui ho vissuto per diciannove lunghi anni, dove ascoltavo la musica, dove piangevo, dove sognavo, dove ascoltavo le favole raccontate da mio padre, dove giocavo con mio fratello. Una lacrima mi scese sul viso, ma la asciugai subito. Mi incamminai con le mie cose verso la porta dove c'era mia madre che piangeva, ma non le diedi peso. Perché piangeva se era stata lei a dirmi che era meglio se me ne fossi andata? La superai e senza dire niente, aprii la porta, uscii e la sbattei. 
 
'Hope sei pronta per iniziare una nuova vita?' dissi tra me e me mentre mi allontanavo da casa. Non avevo abbastanza soldi per comprare un appartamento né per prendere in affitto una stanza, non avevo un lavoro dato che avevo finito da poco scuola. A Londra non avevo parenti dato che erano tutti a Glasgow. Non avevo nessun amica poiché non sono mai stata una 'popolare' a scuola e non volevo assolutamente cercare degli amici, ero dell'opinione che gli amici non vanno cercati, ma prima o poi arrivano. 
Prima di cercare un tetto sotto il quale dormire, decisi di andare al cimitero da mio padre.
 
"Papà, perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciato da sola con la mamma e con quell'uomo schifoso che le sta accanto? Papà, se solo ci fossi stato tu, adesso saremmo a casa a guardarci un bel film tutti e tre insieme. E invece io sono qui,con una valigia in mano sulla tua tomba mentre mia madre si starà divertendo con quel mostro" dissi rivolta verso la tomba di papà, mentre piangevo. Mi misi sdraiai a terra con la testa appoggiata sulla valigia vicino alla lastra di marmo che mi separava da mio padre, chiusi gli occhi e mi addormentai.
 
'ehi! ehi svegliati!' sentii una voce insistente che mi tartassava, quindi decisi di aprire gli occhi e vidi un ragazzo con degli occhiali scuri,una sciarpa che gli copriva mezzo viso e un ombrello che gli copriva la testa.  'E' meglio che ti alzi, altrimenti rischierai di prenderti una polmonite' continuò il tizio. 
'Devo essermi addormentata e non mi sono accorta che pioveva' dissi io.
Il ragazzo mi aiutò ad alzarmi, presi da terra la valigia e non resistei nel chiedergli il motivo per cui portava gli occhiali da sole, dato che pioveva e il cielo era totalmente grigio. Mentre stavo per finire la domanda, il ragazzo abbassò la sciarpa che gli copriva la bocca in modo da scoprirla e parlare meglio,ma non appena la vidi iniziai a sorridere come una cogliona. Rimasi immobile ad aspettare che lui rispondesse alla mia domanda, volevo essere sicura che fosse la persona che avevo pensato prima di fare una figuraccia. 
'forse mi hai riconosciuto' si limitò a rispondere lui.
'Sei per caso, Niall..?' gli chiesi, e lui acconsentì con la testa. 
Scoppiai a piangere. Seguivo gli One Direction da prima che diventassero una band, dalle prime audizioni che avevano fatto. Ero andata ad un loro concerto, ma non li avevo mai visti da vicino, non ne ho mai avuto la possibilità dato che mia madre me lo vietava. Loro mi hanno aiutata tantissimo: quando il compagno di mia madre mi picchiava,mi rinchiudevo in camera,li ascoltavo e mi sentivo meglio. Non ho mai avuto molti amici ma quando conobbi loro è stato come se improvvisamente ne avevo cinque che mi conoscevano da sempre. Loro erano diventati fondamentali per me, erano la ragione del mio sorriso, la ragione per cui in qualche modo riuscivo a resistere a tutto quello che mi accadeva.
Il biondo mi abbracciò ed io iniziai a piangere ancora più forte. 
'ehi stai tranquilla' mi disse, poi continuò 'ora è meglio se ti porto a casa, non puoi partire in queste condizioni'
Non appena mi disse che mi avrebbe riportato a casa, lo strinsi ancora di più ed iniziai a tremare, poi con un filo di voce gli dissi: 'No Niall,ti prego. Non mi lasciare. Ora ho bisogno di voi più che mai, ti prego' 
'che succede?' mi domandò lui.
'Il compagno di mia madre mi ha cacciata di casa,non ho un posto in cui stare e mio padre è morto' risposi io mentre le lacrime continuavano a scendere sul mio viso pallido.
'Stanotte vieni da noi' mi disse lui staccandosi da me e guardandomi. 
'Veramente faresti questo per una come me?' gli chiesi stupita. 
'Sì. Non posso lasciarti in mezzo ad una strada. Sei debole ora,hai preso molta acqua e non hai le forze per cercarti un posto in cui stare' mi disse lui, e questa volta si tolse gli occhiali. Vidi quegli occhi azzurri, azzurri come il cielo in piena estate. Quegli occhi che mi davano la forza di tenere duro ed andare avanti, quegli occhi che non avevo mai visto prima d'ora.
Lo ringraziai,ma lui mi bloccò e lo abbracciai e lui ricambiò l'abbraccio.
'Adesso però sta iniziando a grandinare, andiamo' mi disse lui.
Mi voltai verso la tomba di papà e sussurai 'grazie papà', poi mi incamminai alla macchina con il biondo. 
'parlami un po' di te' mi propose lui, poi si girò verso di me e notò che ero tesissima, così aggiunse 'rilassati,fai finta che sei con i tuoi amici. Sono un essere umano. Anche quando arriviamo a casa, stai tranquilla, non succederà niente
'Niall non è facile stare tranquilli o comportarsi come fosse niente davanti ai tuoi idoli, davanti a coloro che ti hanno salvata' lui mi guardò con aria interrogativa, e decisi di raccontargli tutta la mia storia. Non era da me parlare di quello che avevo passato, ma sapevo che di Lui, di Loro potevo fidarmi: 'Mi chiamo Hope e ho 18 anni. Sono nata a Londra ma i miei parenti abitano tutti a Glasgow; ero qui perché mio padre è morto cinque anni fa per un tumore in testa. Mia madre dopo tre anni si è innamorata di un altro uomo, il quale con lei è gentile mentre con me si comporta da mostro: mi picchia e litighiamo in continuazione. Oggi mi ha cacciato di casa e mia madre non gli ha detto nulla
'Mi dispiace tanto Hope. Se non hai un posto in cui stare, puoi stare da noi tutto il tempo che vuoi. Ora stiamo qui per un mese perché abbiamo degli incontri e dei concerti' mi disse mentre salivamo in macchina.
'Niall, ho aspettato questo momento da tantissimo tempo. Mi sono persino preparata un discorso ma ora non ricordo neanche una parola' dissi io sorridendo, poi lo guardai e dissi: 'Grazie Niall' 
Lui mi guardò, mi sorrise e iniziò a guidare.
 
L'auto si fermò davanti ad una casa un po' isolata rispetto alle altre. Era veramente carina: aveva un piccolo giardino davanti ben curato, dall'esterno sembrava avere due piani. 
Scendemmo dalla macchina e ci incamminammo verso l'entrata. Ero nervosa, non sapevo come comportarmi e Niall sembrò notarlo, infatti mi disse:'Hope, tranquilla! Starai benissimo qui con noi. Ti faremo subito sentire a tuo agio' 
Sorrisi al biondo, che mi guardò e poi ci incamminammo verso il portone di casa. 
 
 
 
 
-Buona sera a tutti/e c:
alloora mi chiamo Alessandra e questa è la mia prima vera e propria ff,mi scuso per gli errori che troverete e se non è perfetta (?)
spero che vi piaccia e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate c:
Ale.
  
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