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Autore: Lucash99    11/06/2013    0 recensioni
Giv é un ragazzo di 1° media, un giorno viene a scoprire dai suoi amici cosa sono le Cuballs e si appassiona alla cosa. Insieme ai compagni di classe vivrà emozionanti avventure, sfidando avversari sempre nuovi e diventando ogni volta più forte. Nel rispetto dei lettori cercherò di non fermarmi mai per periodi troppo lunghi, dopo avervi detto questo vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuballs'
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In quel gruppo, ormai, sembrava di essere sull'orlo del precipizio, un precipizio dove qualcuno si sarebbe anche gettato pur di non rivedere quelli che una volta erano i suoi “amici”; nell'arco di pochi giorni era stata distrutta un'amicizia durata mesi, un declino fin troppo veloce per essere sopportato da ragazzi così giovani ed inesperti, che si sono lasciati travolgere dall'onda dello sconforto o della rabbia, chi da uno, chi dall'altra; tra di loro non si erano mai notate una situazione così critica ed un distacco così grande, sembravano non conoscersi più, oppure, più precisamente, non volevano conoscersi più; Zadi e Neiv erano, probabilmente, gli unici che cercavano di risollevare la faccenda, ma nemmeno loro erano intenzionati a collaborare, in particolare per quanto riguardava il ragazzo. Tra i due chi si trovava più avanti era proprio Neiv, Zadi, visto il suo carattere, non riusciva più a resistere, anche se fino ad un certo punto aveva tenuto duro, aveva cercato, più che altro, di placare le acque, senza riuscirci però. Al contrario, quest'ultima, in cuor suo, pensava di essere stata la maggior responsabile dei dissidi avvenuti nella squadra; adesso chi aveva bisogno d'aiuto non era più solamente Giv, ma anche lei, lei che poteva rivelarsi essere una pedina di fondamentale importanza nel raggiungimento dello scopo comune: svelare il mistero che avvolgeva quel torneo e i suoi partecipanti e, con priorità ancor più assoluta, ripristinare la pace dell'insieme.

 

Zadi era immobile, ancora lì a riflettere, in quello stato non sarebbe stata d'aiuto né a Neiv, né a nessun altro; in quelle condizioni, con quell'umore non sarebbe servita neppure alla causa comune, aveva bisogno anch'essa di sostegno per procedere, ma chi sarebbe corso in suo aiuto?

Totu passò dinanzi a lei e si fermò, incuriosito, a guardarla, poi gli pose una domanda più che lecita:

«Perché sei così triste? Cosa é successo?»

La ragazza non aveva voglia di farsi vedere abbattuta da un bambino così piccolo, perciò provò a sorridere:

«No, non ti preoccupare, sto benissimo, non é successo nulla.»

Totu continuava a scrutarla, aveva capito che stava nascondendo il suo sconforto:

«Ne sei sicura? Oggi ti vedo un po' strana, sembra ti sia accaduto qualcosa di brutto, hai per caso litigato con i tuoi amici?»

Il bimbo, senza nemmeno saperlo, aveva colto nel segno con il primo esempio che gli era passato per mente, Zadi rimase interdetta; passarono alcuni secondi e poi:

«Va tutto bene con i miei amici, andiamo del tutto...»
Esitò per qualche istante, dato che stava per dire una bugia, e in seguito completò la frase:

«...d'accordo.»*

Il piccolo la salutò con la mano e corse via allegro come al solito, aveva trasmesso, quantomeno, una parte della sua gioia in lei; forse, adesso, sarebbe andata da Giv a comunicargli la brutta notizia, stava per incamminarsi, ma... quando si trovò di fronte agli scalini si fermò e pensò alle conseguenze che quella sua azione poteva portare: “no, non devo farlo, combinerei soltanto altri guai... si ripeterebbe ciò che é accaduto con Grey, lui non si era mai comportato in quella maniera, era sempre stato il più tranquillo del gruppo, invece io... l'ho trasformato. Quindi no, no, non andrò da Giv, prenderà una decisione da solo, se ha scelto di arrendersi non potrò essere certo io a fargli cambiare idea.”

Infatti, altrove: “Zadi tarda ad arrivare, questo vuol dire che la storia che mi aveva raccontato sul conto di Neiv era fasulla, lui non si fida di me, crede ancora nella mia colpevolezza. Però, lo crederà ancora per poco, perché io dimostrerò il contrario... a lui... e a tutti.”

Si diresse verso un addetto alla sicurezza e gli chiese:

«Devo dare una comunicazione importante, a chi devo riferirmi?»

«Se é davvero così importante, allora ti accompagnerò nella stanza dove alloggia il presidente che ha organizzato l'intera competizione.»

L'uomo non ebbe problemi ad accogliere Giv e ad ascoltare la sua richiesta, però non poté accontentarlo:

«Mi dispiace dirlo, ma non possiamo accettare rese.»

Quel tono pacato fece in modo che nemmeno Giv si adirasse più di tanto, anche se glielo si leggeva in faccia che non era soddisfatto della sentenza emanata dal direttore del torneo, provò a persistere, ma in questo il presidente fu chiaro e fiscale:

«Mi rincresce non poter soddisfare le tue condizioni, ma é assolutamente impossibile permetterti di ritirarti, andrebbe contro il regolamento e come ben sai non si può infrangerlo.»

Il giovane, allora, si arrese alla realtà:

«Già, é così, la ringrazio, arrivederci.»

Ma prima che uscisse, l'uomo lo richiamò a sé con un gesto, poi gli sussurrò:

«Che rimanga tra me e te, altrimenti sono nei guai. Se hai intenzione di mollare basta usare un semplice trucchetto, lancia la tua Cuball e poi non lottare, lascia campo libero al tuo rivale e fallo vincere, se é questo che vuoi.»

Giv, tutto sommato, fu felice del verdetto finale, dato che la faccenda sembrava star andando molto peggio, per lo meno aveva tra le mani un piano per uscire dalla trappola che lo aveva incastrato.

Una volta che il ragazzo fu lontano e quindi non capace di sentire, il direttore sogghignò e disse soddisfatto alla sua guardia del corpo:

«Come previsto, é andato tutto alla perfezione.»

Aggiunse l'altro:

«Già, ci é cascato proprio in pieno.»

Cosa volevano dire quelle frasi, cosa c'era dietro quelle parole? Chi tramava alle spalle di Giv, c'entrava qualcosa Dortmund? Da chi era partito tutto? Aveva dei complici? Forse l'ultima giornata dedicata a semifinali e finale avrebbe chiarito tutti i dubbi, o forse no...

Fatto sta, che prima di questo, si doveva tornare a casa, il mistero stava per essere forse svelato, ma bisognava attendere pazientemente ancora un po'.

Ognuno tornò nella propria abitazione, incluso Grey, che però non si soffermò nel salutare i propri amici, solo Neiv rimase rintanato chissà dove nello stadio; Zadi, tornata a casa, dovette campare in aria una scusa per rassicurare i genitori del ragazzo:

«Non vi preoccupate, ha detto che questa notte dormirà a casa di uno dei nostri compagni di classe.»

«Come mai?»

«Ehm...»

Non era certa che funzionasse, ma riuscì comunque a concepire qualcosa di sufficientemente credibile:

«E' andato a casa sua per studiare assieme a lui.»

Purtroppo non funzionò a pieno:

«Ma oggi era l'ultimo giorno di scuola.»

Che pasticcio, e adesso cosa gli dico?”

«Beh... studia per prepararsi all'esame.»

Stava diventando man mano meno convincente, infatti:
«Esame? Quale esame? Frequentate ancora la prima media.»

«Già, proprio così, il famoso esame di prima media.»

«Esistono?»

«Nella nostra scuola sì, dato che é molto... come dire... particolare, già, particolare é proprio la parola giusta. E poi deve sapere, signora, che con questa nuova riforma del governo sono cambiate tantissime cose.»

Come recita un rinomato proverbio si stava arrampicando sugli specchi, e la madre di Neiv lo notò:

«Quale riforma? Ho parlato svariate volte con i vostri docenti, ma non mi hanno mai riferito di un esame di prima media.»

«Oh no, che peccato, la devo salutare, si é fatto davvero tardi, arrivederla.»
Ed attuò la mossa più adatta a quella situazione, cioè posare la cornetta.

Ah... guarda cosa sono costretta ad inventarmi, lei non sa certo che suo figlio é scomparso dalla vista di chiunque e passa intere notti all'interno di uno stadio, non sa neppure del fatto che sta indagando su di un folle che ha intenzione di bruciare una persona, e forse é meglio che non ne venga a conoscenza...”

Nel frattempo, dall'altra parte: “tardi? Ma se sono appena le 9 di sera, e poi quella storia dell'esame mi suona strana. Fa niente, mi fido di quella ragazzina, perché mai dovrebbe raccontarmi una bugia?”

Invece, le aveva raccontato proprio una bugia.

 

A dispetto delle apparenze, il finale di quella giornata aveva solamente giovato a Zadi: l'incontro con Totu, il divertente siparietto con la genitrice di Neiv, tutte cose che non potevano che fargli del bene. Dopo numerose disgrazie, il fato aveva deciso di passare dalla sua parte, anche se lei non se n'era nemmeno accorta..

 

Quanta pazienza bisogna avere...”

  
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