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Autore: Invader_from_Hell    14/09/2004    8 recensioni
Ad un caro amico, per ringraziarlo e augurargli buona fortuna. Un dovuto omaggio ad un passato felice, ad un presente di cambiamento e ad un futuro che speriamo possa essere come l'abbiamo desiderato. Grattacieli e Film, alla ricerca di una parte di Tokyo che giace in tutti noi.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personal Tokyo

Personal Tokyo

 

A un caro amico, augurandogli buona fortuna e ringraziandolo di tutto. Perché entrambi possiamo brindare ai nostri successi.

 

Questa Firenze sembrava Tokyo allora, ricordi? Ricordate?

C’era tutto quello di cui potessimo aver bisogno per immaginare di essere là. La nostra pallida e ridotta varietà di manga e strane cibarie colorate sembrava davvero bastarci. Voi avete mai sentito il bisogno di qualcosa di più? Io no, stavo bene.

 

Ricordo strane jazz fantasies, uno strano aperitivo sul fare della sera, la premiazione del mio operato.

 

Quei film sembravano tutti veri. E arrivammo in fretta a credere che potessero esistere morti che camminano cantando, e che le bande yakuza fossero proprio dietro l’angolo, al primo bivio che avessimo incontrato saremmo riusciti a vedere una sparatoria o un inseguimento, un figlio che seppellisce il padre, un regolamento di conti.

Tu non lo puoi sapere, non arrivavi mai in tempo per potertene accorgere, ma il caro vecchio dottor D. ascoltava sempre dischi jazz prima delle proiezioni. E mi faceva sentire importante, mi faceva vestire nel modo più elegante che avessi potuto. Mi nutriva col suo jazz e con quelle assurde schede riassuntive. Ne hai mai capita una? Confessa, dai. Non ci sente più nessuno.

Io quella stanza l’ho amata.

I film, adesso, ci sono ancora.

Ma non c’è la sala. Si sono trasferiti, lo sai anche tu.

Quante parole capivi?

Io dicevo di capirne qualcuna di più di quante non ne capissi in realtà.

Spero che mi vorrai scusare per questo.

 

Ricordo caramelle in graziose scatolette metalliche. Ti avrei chiesto dove le avessi comprate. Non si trovano in tutti i bar, lo sai?

 

Quelle parole sembravano davvero nuove, sembravano dovermi ricordare chi ero sempre stato. Chi non avevo mai mostrato prima d’ora, se non in lampi di jazz-bebop fantasies. Non le riconoscevo, quelle parole, a lei dissi che erano nuove, che le volevo ascoltare, che mi sarei scottato con l’acqua che vedevo bollire su di te. Sono grato al caso, e questo lo sai, che all’inizio di Aprile con una meravigliosa sberla mi fece girare, e le piogge smisero di colpo. Non sono mai più ricominciate, anche tu hai visto che sono felice, che siamo felici. Deve averti messo fuori strada e sollevato, quel 3 Aprile del 2004. Dove eri mentre io rinascevo? Vedesti brillare la mia più grandiosa jazz fantasy, dall’alto delle Rampe? Dove sarai quest’anno? Non perderti, hai chi ti aspetta, anche tu.

Soprattutto, mostrami che è possibile.

 

Ricordo sorpresa nei tuoi e nei suoi occhi. La gioia nei miei ancora non mi abbandona.

 

Ah, quel ghiaccio. E tutto era ancora lontano dall’accadere.

 

Ah, quel silenzio. E tutto poteva ancora accadere.

 

Ah, quel pavimento. E potevo fissare solo quello.

 

Ah, quel nuovo arrivato. E potevi quasi ucciderlo.

 

Mi avevi chiesto di aiutarti, di non permettere che la tua natura influenzasse ancora le relazioni con le persone a cui tenevi. A quella richiesta, non seppi dire di no, non per amore, perché viviamo tutti in questo mondo fluttuante.

Ah, il mondo fluttuante. Quelle pitture le vedesti prima di me. Le vidi anch’io, ma in nome di un’altra persona. Quel giorno di verità e sincerità.

 

E questa Firenze divenne Firenze.

Non sentii i grattacieli di Tokyo crollare.

Credo che tu li abbia sentiti, però.

Triste.

Ti credei triste.

They fell short this time.

Non l’ho mai desiderato, e lo dico per tutti.

Per te, per te, per te. Proprio tutti.

 

Restano canzoni.

Un tuo ultimo slancio, che mi pare dolce

Disincantato.

Triste, ma ci credi.

 

Sai, io credo che

Non siamo soli, io e te

Amico mio.

 

Hai visto che

Non sono più

Solo?

E che

All’amore

Ci ho creduto?

Capisci perchè

Cadono i grattacieli?

 

Siamo in salvo, lo sai?

 

E adesso,

ti prego di continuare.

 

Non siamo soli

L’amore ci accompagna

Il mio è giovane ed esuberante,

il tuo avanza stabile e costante.

 

Adesso raggiungi i moli

Vedrai, l’acqua non stagna.

La mia laguna è prosciugata.

Qualcuno l’ha resa un oceano.

 

Se ce la fai

Se ce la faccio io

E se ce la faranno anche loro

Sai, io credo

Che non sia impossibile

Riavere… pensaci…

La nostra Tokyo.

 

 

  
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