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Autore: hazzasrayban    11/06/2013    16 recensioni
"Ma quando le cose sembravano andare per il meglio, arrivò la brutta notizia.
Lui sarebbe dovuto tornare in Texas, mentre la sottoscritta sarebbe dovuta trasferirsi a New York, come aveva progettato all’inizio.
Eccolo il destino, prima si diverte a farti trovare l’anima gemella, e poi a fartela perdere, per sempre."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Can we go back?

 

 

 

 

Salii con fatica anche l’ultimo gradino di quella vecchia scala in marmo, i tempi erano cambiati. Una figura minuta, piuttosto bassa, ma abbastanza veloce e rapida, sfrecciò accanto a me superandomi. Quando si fermò riconobbi i lineamenti dolci e rotondeggianti del suo viso, gli occhi verdi che brillavano di energia, la bocca rosea e carnosa e i capelli biondi che le incorniciavano il volto; quella meravigliosa bambina era la mia piccola Juliet, mia nipote.

Le sorrisi, per poi andare alla ricerca degli ultimi oggetti rimasti, in quella grande soffitta polverosa, di un color bianco sbiadito, che il tempo non aveva di certo aiutato.

-Nonna, penso di averne trovato uno!- esclamò la mia principessina.

-Brava tesoro!- mi avvicinai a lei, e le accarezzai la guancia.

Guardai quello che era riuscita a scoprire. Era un vecchio scatolone malridotto che certamente aveva visto periodi migliori. Strabboccava di roba, ma una cosa in particolare colpì la mia attenzione. Mi allungai ed estrassi la piccola foto ormai ingiallita.

Raffigurava una me stessa più giovane di una cinquantina di anni, su una piccola spiaggia deserta che la mia mente collegò subito a Miami, con addosso un costume a due pezzi, la parte superiore era a fascia di un giallo fosforescente, mentre quella sotto era di un semplice e banale nero; ma non ero sola, infatti le mie braccia magre ed abbronzate erano avvolte attorno al bacino di un ragazzo castano scuro quasi moro, piuttosto muscoloso, con le iridi di un colore non molto definito tra il verde e il marrone, che a sua volta circondava il mio collo con un braccio*

Pur essendo passati molti anni da quando fu scattata quella foto, in un lampo tutta la nostra storia mi passò davanti agli occhi.

Ricordai fosse un lontano 2013, avevo appena diciassette anni, ma avevo già una gran voglia di esplorare il mondo. E fu proprio così che lo conobbi.

Avevo preso in affitto un appartamento nel sud della Florida, mi sarebbe servito per cinque anni, giusto il tempo per completare gli studi, e poi mi sarei trasferita a New York, la città dove i sogni diventano realtà, ma non sapevo che il mio sogno d’amore si trovava già in quella piccola cittadina.

Conobbi Austin, così si chiamava, a metà anno scolastico, quando facemmo il ballo scolastico aperto a più college. Indossavo un abito rosso, corto e mediamente aderente, con dei tacchi piuttosto alti sempre della stessa tonalità; lui invece aveva uno smoking che lo rendeva tremendamente sexy. Lo osservai tutta la notte, ignorando il mio accompagnatore che, invano, cercava di farsi notare da me. Verso la fine mi feci coraggio e andai a parlargli, forse anche aiutata dal bicchiere di vodka che avevo bevuto precedentemente. Non chiacchierammo molto, ma riuscì a convincerlo a scambiarci i numeri. Le settimane che seguirono nessuno dei due si fece sentire, finche non ci incontrammo da Starbucks, il destino ci aveva chiamati.

Ci conoscemmo veramente in quella occasione, e ben presto diventammo amici.

Era il ragazzo perfetto che volevano tutte: bello, simpatico, intelligente e perfino talentuoso, aveva una voce meravigliosa, ma non inseguì mai la strada del cantante.   Ogni giorno che passava sentivo che i miei sentimenti verso di lui divenivano sempre più forti, e mi accorsi che non riuscivo più ad essere solamente sua amica.

Nel lontano dicembre del 2012, decisi finalmente di confessargli tutto.

Nelle ore precedenti al nostro appuntamento mi preparai a lungo, e il risultato fu piuttosto notevole. Mi venne a prendere a casa con la sua Range Rover rosso fuoco, amava quel colore. Andammo in un ristorante italiano, il suo preferito. Avevo provato di tutto per conquistarlo se non ce l’avrei fatta con la pizza, non ci sarebbe stato nulla da fare.

Durante tutta la cena continuavo a ripetermi che quello era il momento giusto per dirgli tutto, ma non lo feci. Stupida la mia timidezza.

Il momento giusto arrivò quando tornati al mio appartamento mi accompagnò alla porta.

Gli annunciai che gli dovevo dire qualcosa di veramente importante. Lui ridacchiò e annuii, noncurante del fatto che io ero parecchio agitata, e con quel suo gesto non fece altro che impaurirmi ancora di più. Ci accomodammo su una panchina verde e fredda che si trovava nel giardino condominiale. Girai il mio viso per incontrare il suo sguardo, ennesimo passo falso della serata perché per mia sfortuna, mi incantai ad osservare i suoi occhi. Dovetti rimanere a lungo a scrutarlo perché infine scosse la sua mano davanti alla mia faccia. Ridacchiai, gli chiesi scusa e pronunciai ogni singola cosa che mi ero tenuta dentro per mesi, sul fatto che ero pazza di lui dalla prima volta che l’avevo visto al fatto che amavo ogni cosa di lui, dalla sua ossessione per il rosso al fatto che fosse così gentile e premuroso, ma non feci in tempo ad esprimere tutto ciò che si avvicinò e posò le sue labbra sulle mie. In quel momento trovai stupido il detto ‘sentire le farfalle nello stomaco’, perché con lui sentii miriadi di mastodontici elefanti.

La nostra divenne una relazione molto stabile, quello che provavamo l’uno nei confronti dell’altro sembrava non finire o nemmeno ridursi, ogni volta che stavamo l’uno con l’altro, eravamo letteralmente in paradiso.

Fummo entrambi la prima volta dell’altro, ma non era sesso, era solo un gesto per portare il nostro amore ad un livello superiore.

Ma quando le cose sembravano andare per il meglio, arrivò la brutta notizia.

Lui sarebbe dovuto tornare in Texas, mentre la sottoscritta sarebbe dovuta trasferirsi a New York, come aveva progettato all’inizio.

Eccolo il destino, prima si diverte a farti trovare l’anima gemella, e poi a fartela perdere, per sempre.

Quella che avevo tra le mani fu la nostra ultima foto insieme, da quel giorno in poi Austin e Grace** non sarebbero più stati una cosa sola, ma due persone diverse. 

Non trovai mai più nessuno come lui.

Molti anni più tardi mi sposai con George, il padre dei miei due figli, perché non ne potevo più di soffrire.

-Nonna! Nonna!- mi sentì chiamare da Juliet.

Tornai al 2067, avevo gli occhi lucidi e voglia di piangere, ma promisi a me stessa di non farlo.

-Cosa c’è tesoro?- mi strofinai gli occhi con il grembiule da cucina che indossavo in quel momento.

-Ho fame, mi prepari qualcosa di buono?- sorrise, massaggiandosi la pancia per farmi notare che il suo stomaco doveva essere vuoto.

-Certo, aspettami giù che arrivo.- ridacchiai, per il suo gesto insolito.

Quando sentii dei piccoli passi agili sulle scale, capii che potevo finalmente rimanere sola per un minuto abbondante.

Riguardai la foto, e mi maledissi mentalmente per averlo lasciato andare, per non essere andata con lui a San Antonio.

Per sbaglio, la foto mi cadde dalle mani e si girò.

Solo allora notai, la dedica che doveva essere stata scritta da lui in velocità prima di dirci addio.

 

 

 

 

“Cara Grace,

grazie per essere stata il mio passato e ora, il mio presente.

Perché non puoi essere anche il mio futuro?

Ti sto lasciando andare e non immagini per me quanto sia dura.

Vorrei solo poter tornare indietro nel tempo per rivivere questi cinque anni di te e di me.

Chissà, magari fra cinquant’anni inventeranno una macchina del tempo che ci riporterà insieme.

D’ora in poi vivrò solamente in attesa del giorno in cui ci rivedremo.

 

 

Ti amo.

 

 

 

Per sempre tuo,

                 Austin.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao belle!

Questa è la mia prima os su efp

(però ho una fanfic ‘Innamorata del ragazzo sbagliato’ sempre su Austin)

e devo dire che non mi dispiace.

E’ diversa dalle altre, perché è un lontano flashback.

Se vi è piaciuta recensite, perché potrei farla diventare

una raccolta di os!

 

 

 

 

 

Alla prossima,

 

 

 

 

-Sofia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*scusatemi per la ripetizione, ma non penso esitano altri sinonimi della parola braccio lol

**se non avete capito, è il nome della narratrice.

   
 
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