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Autore: Spregias    11/06/2013    5 recensioni
Gwen è una delle top model del momento: ha fama, successo, bellezza e una vita che fa invidia. Eppure è una ragazza alla mano, benvoluta da tutti nel suo mondo.
Matt è un cantante che ha raggiunto successi incredibili ma che si comporta male: fuma, beve e soprattutto ogni sera è in un letto diverso e tutto questo non piace alle sue fans.
L'agente di Gwen e quello di Matt propongono ai due ragazzi di fingere di stare insieme, per pubblicità e per restaurare l'immagine del ragazzo. Ma Matt non è esattamente il principe azzurro: è arrogante, offensivo, stronzo, presuntuoso e tremendamente affascinante.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                  An honest liar
 
Capitolo 1- Il contratto
 
 
Il telefono squilla incessantemente da almeno trenta minuti, impedendomi di concentrare tutta la mia attenzione su ciò che sto facendo: una semplice doccia. Eppure è l’unica cosa che mi permette di stare sola con me stessa, e soprattutto, è uno dei pochi momenti in cui sono lasciata in pace.
Almeno, era ciò che succedeva fino a adesso, dato che l’assillante suoneria non cessa.
Mi alzo sbuffando, lasciando impronte dei miei piedi bagnati sul pavimento e raggiungo il telefono.
-Gwen, cazzo! Dove diavolo eri? Ti ho cercato ovunque!-
La voce irritata di Vincent mi perfora le orecchie, eliminando in un solo istante tutto il processo di rilassamento di poco prima.
-Vincent, ti prego. Ero sotto la doccia!- sbotto infastidita, come può pensare che io sia sempre a sua disposizione?
-Okay, scusa- dice calmandosi, -ma devi venire immediatamente qui, ho ricevuto una nuova offerta, che non posso farti rifiutare-.
Vincent è, infatti, il mio agente, un bell’uomo sui quaranta anni che mi ha preso sotto la sua ala protettiva solo alcuni anni fa, tre per la precisione, quando ero ancora una povera ragazza incapace e timida che non sapeva che farsene della propria bellezza che stava sbocciando.
È sicuramente grazie a lui, che ora, sono una delle modelle più richieste, anche se questo lavoro fatto di sacrifici e rinunce comincia un po’ a pesarmi.
-Non puoi parlarmene adesso?- chiedo, non avendo proprio voglia di uscire di casa.
-No, Gwen. Ti prego, è importante!- mi implora, così che riesce a convincermi.
Chissà questa volta che avrà da propormi? Di sicuro, è un’altra delle sue, penso infilandomi un paio di jeans chiari e strappati sulle ginocchia, una canottiera blu e un golf grigio. I tacchi grigi non mancano mai, quando indosso i miei jeans preferiti. Lego i capelli biondi in una coda di cavallo e indosso occhiali da sole, anche se penso che non serviranno: mi riconosceranno lo stesso.
 
 
Esco di casa velocemente, infilandomi nel primo taxi che vedo: naturalmente il tassista non manca di lanciarmi un’altra delle sue occhiate, tipico. Io non mi sono mai sentita una sex symbol, cioè, mi rendo conto di non essere brutta, ma vorrei che qualcuno vedesse oltre le mie lunghe gambe e i miei occhi da cerbiatta. Mi riscuoto dalle mie fantasie impossibili, rendendomi conto che sono arrivata.
Vincent mi aspetta sulla soglia, facendomi entrare velocemente e seminando i paparazzi.
-Potresti anche avere un outfit più cool, Gwen. Sei una top model- dice squadrandomi dalla testa ai piedi. In tutta risposta gli faccio una linguaccia, e lui ride.
-Di cosa dobbiamo parlare?- gli chiedo cercando di ottenere qualche informazione in più.
-E’ una cosa particolare, vieni- dice trascinandomi nel suo ufficio.
Appena entro, un profumo di buono mi colpisce, anche se non saprei proprio dire cosa sia.
Vincent prende posto nella sua sedia e noto che a sedere ci sono già due persone, il primo, un signore di mezza età barbuto e grinzoso, ma che emana ricchezza da tutti i pori, mi squadra con la stessa classica espressione da pesce lesso, mentre l’altro non si gira neanche.
-Gwen, cara, siediti-  dice Vincent, passando dal ruolo del mio manager, al ruolo del manager serio, carino e gentile. Trattengo la risatina che mi viene sempre, vedendolo recitare questo ruolo.
Mi siedo su una poltrona rossa, gettando un’occhiata al misterioso ragazzo abbastanza maleducato.
Rimango sorpresa, perché so di averlo già visto. Vestiti firmati dalla testa ai piedi: all star bianche, pantaloni neri abbastanza stretti, maglietta grigia di chissà quale stilista e una collanina tamarra a completare il tutto. Naso diritto, bocca carnosa e pelle bianca. Un belloccio, penso immediatamente.
I capelli neri sono pettinati accuratamente in un ciuffo che gli ricade in un modo abbastanza sexy sulla fronte, lasciando però scoperto il pezzo di forte: i suoi occhi. Niente di ciò che avevo visto in tutta la mia vita si avvicina lontanamente a quel colore: indescrivibile. Diciamo però che sono azzurri, anche se sembra una bestemmia.
Mi accorgo di essermi incantata guardando il sorrisino idiota che gli scappa sulle labbra.
-Quando la signorina ha finito di fissarmi, possiamo iniziare- dice lo sconosciuto facendomi avvampare. Ma come si permette? Chi si crede di essere questo pallone gonfiato?
Vincent ride, lanciandomi uno sguardo soddisfatto. Mah..
-Gwen, sono qui per parlarti, o meglio per proporti una cosa, che spero tu accetterai- dice l’uomo di mezza età.
-Comunque non ci siamo presentati, io sono Alan Kovalopous, e sono un agente, come avrai certamente immaginato- dice l’uomo sorridendomi, poi stringendomi con decisione la mano.
- Io sono Gwen White- dico, sorridendo a mia volta, ricambiando la stretta.
-Io non ho bisogno di presentazione, saprai sicuramente chi sono- aggiunge altezzosamente il ragazzo, dandomi sui nervi.
-Veramente non ne ho la più pallida idea- dico duramente, attirando però la sua attenzione. Mi sta fissando con uno sguardo omicida.
-Matt Spencer- dice seccamente, non porgendomi neanche la mano.
-Un vero piacere- mormoro ironicamente.
-Allora, Matt è un cantante molto famoso- dice Vincent, illuminandomi. Ecco perché l’avevo già visto: è famoso. Bene.
-Però ultimamente sta rovinando la sua carriera perché va a letto con una diversa ogni sera, e le fans non sembrano apprezzare- aggiunge Alan.
-Quindi?- chiedo perplessa, non individuando il mio ruolo in tutto questo.
-Beh, abbiamo bisogno di te. Tu sei famosa, bella e ben voluta. Dovresti fingere di essere la sua ragazza- dice Vincent, che io sto fissando allibita.
-Come scusa?- chiedo, anzi sbraito.
-Certamente, capisco che ti lasci perplessa. Ma ti pagheremo molto- dice Alan.
-Quanto?- chiedo curiosa.
- 500.000 dollari, se accetti- dice lasciandomi a bocca aperta. È una somma enorme, sarebbe stupido non accettare.
-Per quanto tempo?- chiedo ancora.
-Quattro mesi, per favore Gwen.- dice Vincent.
-Posso pensarci?- dico, anche se penso che accetterò.
-Certo, intanto vi lasciamo soli, così vi conoscete- dicono i due agenti, sgattaiolando fuori dalla stanza.
-Dovresti sentirti onorata- dice il ragazzo, girandosi verso di me con uno sguardo tutt’altro che simpatico. Ma come si permette, questo maleducato?
-Semmai quello sei tu- ribatto, ma lui non si scompone.
-No, in effetti non capisco come tu possa riscuotere tanto successo, sei abbastanza banale- dice ferendomi profondamente.
-Stronzo- dico a denti stretti.
-Mi piace, gli stronzi vanno di moda- dice ridendo.
-Ti prego, non accettare.- dice dopo qualche minuto.
-Perché?-
-Beh, ne voglio una migliore- dice poggiando la sua mano sulle mie gambe e facendomi inalberare.
-Sei un pervertito! Allora accetto, stronzo- dico sfidandolo.
In quel momento, i due agenti irrompono nella stanza.
-Bene,bene, bene. Firma qui!- mi dice Vincent battendo le mani, entusiasta.
 
 
                                             *          *           *
 
 
Sono passate solo poche ore da quando per fare un dispetto a quel pallone gonfiato di Matt, e già me ne sono pentita. Come faccio a passare quattro mesi a fingere di essere la ragazza di quel maleducato? Ma chi si crede di essere poi? Però tutti quei soldi mi fanno davvero comodo e poi, che sarà mai, alla fine. È solo in pubblico, e in pubblico certamente non può essere così odioso.
Sono rientrata in casa da appena un minuto, quando il telefono comincia a squillare.
-Pronto?- rispondo, sperando che sia una voce simpatica. Purtroppo no.
-Sono io- dice una voce bellissima, che però è resa antipatica dal tono del suo possessore.
-Che vuoi?- chiedo malamente, volendo riattaccare.
-Dobbiamo fare la nostra prima uscita- dice con tono di sufficienza.
-Non sei contento?- gli chiedo, provocandolo.
-Mah, farmi vedere con una biondina svampita non è il massimo- dice offensivo.
-E io, che mi faccio vedere con un puttaniere? Passerò per cornuta- 
Mentre dico ciò, realizzo che farò una grande figura di merda.
-Non me ne frega niente. Scendi, che è già due minuti che aspetto e troppa gente può riconoscermi.-
Dice con tono arrogante e maleducato.
-Ti odio- mormoro alla cornetta muta, dato che ha riattaccato.
Non faccio in tempo a sistemarmi, solo a cambiare abbigliamento: sciolgo i capelli e mi infilo un tubino nero e tacchi in tinta.
Una limo nera mi sta aspettando fuori dal portone, e per fortuna stasera niente paparazzi.
Salgo in macchina, pronta ad affrontare l’arrogante cafone stronzo presuntuoso e maleducato,
Matt Spencer.
 
 
 
 
 
 
 
Allora ragazzi, sto provando a scrivere questa storia che mi è venuta stanotte.
Ditemi se come inizio vi piace, ci tengo! Un bacione,
recensite in molte! J
  
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