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Autore: ILove_Animals    11/06/2013    1 recensioni
il telefono vibra.
lo cerco.
vibra ancora.
vado nella direzione di quel 'brr. brr'
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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mi sveglio.
mamma mi prepara la colazione, prima di uscire per andare a lavorare in ufficio.
'io vado, ci vediamo dopo'
mi alzo dal letto, ma rimango seduta per qualche istante.
sento la porta d'ingresso chiudersi.
sono sola.
mi alzo e con passo ancora barcollante arrivo davanti alla rampa di scale.
sbadiglio.
mi strofino gli occhi e inizio la discesa.
con la sinistra mi tengo stretta alla ringhiera, per non perdere l'equilibrio.
arrivata alla fine, mi siedo a tavola.
'perchè mi ha preparato tutta questa roba? lo sa benissimo che non faccio colazione.' penso ad alta voce.
mi sforzo a bere il latte caldo e mangio qualche biscotto per riempirmi un po.
il telefono vibra.
lo cerco.
vibra ancora.
vado nella direzione di quel 'brr. brr'
vibra di nuovo.
trovato! come è finito sotto al divano?
non ricordo quello che è successo ieri sera. strano, la mia memoria ha sempre funzionato bene.
'ciao Anna, quando vieni a trovarmi al mare? mi manchi.'
leggo il nome: Lara.
mi ricordo di lei, benissimo.
Alta non più di 1.60, due belle guanciotte paffute, occhi da fare invidia al mondo e tanta allegria.
siamo state grandi amiche per tanto tempo.
ma parlo di 3 anni fa.
le rispondo: 'ehi. scusami sai, ma in questo periodo sono incasinata con la scuola e il lavoro.
faccio la cameriera nel bar, quà, vicino a casa mia.. mi faccio sentire presto. baci'


mi vesto velocemente con canotta e short, voglio fare un giro al mercato.
mi infilo dell'espadrillas azzurre e esco di casa.
in tasca: telefono, chiavi e qualche soldo per eventuali acquisti.
il sole è intenso. siamo al 13 luglio.
sono le 11:30.
in 5 minuti sono al mercato. faccio un giro veloce.
belle quelle scarpe.
oh, ma che carina quella maglietta.
anche questa non è male. me la provo. mi sta davvero bene!
no, dai non sono una che se la tira.. forse un pochino.. occhei, si.
decido di comprarla, pago e proseguo la passeggiata.
'è da tanto che cerco una borsetta. leggera. estiva. colorata. vediamo se la trovo..' ripeto nella mia testa
mentre camminavo e mi guardavo in giro.
eccola. dai, ci può stare..
si intona anche con le mie scarpe. compro anche questa.
dopo questo acquisto torno a casa.
sono le 13:00. la mamma non era ancora tornata. strano..
intanto apparecchio la tavola, per due.
bicchieri, tovaglioli, posate e piatto fondo. ho voglia di pasta.
13:30. non è ancora rientrata.
mi ha detto che ha molto lavoro.
prendo qualche stuzzichino. mi siedo sul divano e incrocio le gambe.
attendo.
accendo la tv e trovo un documentario interessante.
mi appassiono e perdo la cognizione del tempo.
finito di masticare l'ultimo grissino, il documentario finisce e guardo l'orologio al mio polso.
'cavolacci sono le 3 del pomeriggio! ma dov'è finita quella là!'
non ho molta simpatia per mia madre. in certi casi ci schifiamo a vicenda.
io le ricordo mio padre. e lei odia mio padre.
si sono separati un anno dopo la mia nascita.
ora vivo con mia madre. mio padre si è fatto un'altra vita, in brasile.
mi alzo di scatto dal divano e corro in cucina.
riempio la pentola di acqua, la salo. metto giù la pasta. scolo il contenuto. condisco con del pesto.
'buona!' mia madre non si è ancora fatta viva.
finisco tutto e caccio le stoviglie nella lavastoviglie.

*Mamma told me not to waste my life she said spread your wings my little butte..*
il cellulare sta squillando.
mentre mi avvicino canto quella canzone. la mia preferita.
'pronto?' 'salve lei è la figlia di Carolina Sian?' 'si certo, mi dica'
'sua madre ha avuto un incidente. se può raggiunger..'
'ARRIVO'!

riattacco il telefono.
esco dalla porta in lacrime.
non tengo a mia madre come una figlia dovrebbe, ma sono dispiaciuta. sono a pezzi.
i vicini mi sentono piangere e si affacciano dalle finestre.
arrivo di corsa e sudata all'ospedale della mia città. vivo a Bedford, in Inghilterra.
la dottoressa mi vede. capisce chi sono.
corre verso di me. l'anticipo io.
arrivo davanti a lei. mi prende le mani: 'non ce l'ha fatta.'
abbasso lo sguardo. triste.
mollo la presa e corro fuori.
esco dall'ospedale.
corro via, da tutti.
forse per vergogna, per paura. prendo il telefono.
ma non so che fare.
mi viene in mente una persona. a me cara.
che nei momenti di difficoltà c'era.
La chiamo.
'ciao Anna!' mi sente piangere. capisce tutto. sa già tutto senza che io le dica niente.
'ho bisogno di te.' singhiozzo 'sei la mia migliore amica. ti voglio ora qui. ti prego vieni. non ho più nessuno, ormai.'
piange anche lei. la sento. 'mi dispiace, mi dispiace tanto. ti voglio bene anna.'
mi asciugo le lacrime. la aspetto. immobile.
lei è l'unica persona che c'è sempre stata veramente. non mia madre non mio padre non le mie amiche di scuola.
ma Lara. non so perchè per tutti questi anni non ci siamo parlate, incontrate, ma so che io la amo. e non voglio perderla.
'sei l'angelo migliore del mondo. grazie.'
'ti giuro che quando arriverò lì non ti abbandonerò mai più. sarai solo mia. saremo solo io e te.'
  
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