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Autore: Xarel    11/06/2013    4 recensioni
T-shirt, maglioncini, jeans e pantaloni ovunque, tutti i suoi vestiti sparsi sul pavimento della loro camera da letto. Il suo profumo che inondava l’intera camera, una valigia aperta, sul letto sfatto, semi vuota in attesa di essere riempita. E due ragazzi.
it's Larry Stylinson!!
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shadow

 



T-shirt, maglioncini, jeans e pantaloni ovunque, tutti i suoi vestiti sparsi sul pavimento della loro camera da letto. Il suo profumo che inondava l’intera camera,  una valigia aperta, sul letto sfatto, semi vuota in attesa di essere riempita. E due ragazzi. Uno dei due era completamente perso nei ricordi mentre camminava velocemente da una parte all’altra della camera raccattando vestiti random per riempire la valigia. L’altro se ne stava zitto, in un angolo della camera, osservando le azioni del ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi.
-Non stiamo andando da nessuna parte.- disse quello dagli occhi blu.
No, non stavano andando da nessuna parte insieme, ma uno dei due doveva andarsene. E sapevano entrambi  di chi si trattava.


    *                                      


                                                                      
“Harry?” sussurrò appena Louis ancora abbracciato al suo amante. Quest’ultimo si mosse impercettibilmente stringendo un po’ più a sé il ragazzo circondato dalle sue braccia. “Mh, direi che sei sveglio..” ridacchiò Louis inspirando il profumo penetrante di Harry. “Lou..cosa vuoi?” mormorò il riccio rimanendo comunque avvinghiato al più grande. “Usciamo da qui.” Disse soltanto. “No aspetta, cosa vuoi fare tu alle..” sussurrò Harry girandosi a controllare l’orario sul cellulare “ ..alle 4 di mattina?” chiese incredulo e ormai completamente sveglio tornando ad abbracciare Louis. “E dai Harry, io non riesco a dormire, tu sei praticamente sveglio..” “ Già, chissà a causa di chi!” sbottò sarcastico Harry. “ Si si, non farmi la paternale e non interrompermi” disse con tono autoritario poco serio facendo comparire un sorrisetto sulle labbra del riccio. “Dicevo, visto che siamo entrambi svegli, perché non usciamo un po’? Lo hai detto tu, sono le 4 di notte, non penso ci siano paparazzi in giro per Parigi a quest’ora e nessuno si accorgerebbe di noi e della nostra assenza!” continuò lui accompagnando le proprie parole con gesti enfatici fissando insistentemente gli occhi di Harry. Sapeva che per il più piccolo era difficile digli di no guardandolo dritto negli occhi. “Torneremo in tempo, promesso!” Esclamò, ostinato nel raggiungere il suo obbiettivo. E così fu. Sbuffando Harry si alzò dal letto , e buttandogli addosso vestiti presi a caso dall’armadio, rise di gusto osservando il suo ragazzo saltellare sul letto come un bambino, felice di averla vinta.

 

*



Harry ricordava bene quella sera, si divertirono parecchio. Ricordava la spensieratezza nel correre per le strade desolate del centro di Parigi , la libertà provata nel stringere la mano di Louis quando voleva senza nessun giudizio pronto ad attenderli , la libertà di baciarlo quando e come voleva, e di stringerlo a sé fino a togliergli il respiro. In quella notte contava soltanto l’amore intenso che entrambi provavano l’uno per l’altro. Amore che continuava ad essere incompreso, ma che continuava soprattutto a vivere nel corpo, nell’anima e nel cuore del riccio.
Era la sua unica certezza, quella di amare Louis Tomlinson.
-Resteremo vicini, non conta quanto siamo lontani.- Lo rassicurò Harry annuendo, tentando forse di convincere più sé stesso che l’altro.
Louis si limitò ad annuire, consapevole che Harry, che gli dava le spalle, non lo avrebbe visto e avrebbe accolto quel silenzio, come puro silenzio, come quello che di li a pochi minuti si sarebbe insidiato con forza della vita del minore. Questo, avvicinandosi alla cassettiera ed aprendola violentemente, fece cadere a terra un piccolo stereo che si accese riempiendo la stanza con quelle note dolorose, alle quali Harry reagì mostrando una smorfia che aveva diverse sfumature.


 *



Seduto sul letto di una suite di un ennesimo albergo, Harry guardava Louis che si scatenava, che ballava come un dannato una delle sue canzoni preferite , messa precedentemente allo stereo proprio dal più grande. “Vieni a ballare!” disse piazzandosi davanti al riccio porgendogli una mano.
“ No dai, è tardi e magari diamo fastidio agli altri ospiti e..” rispose ridacchiando, ma venne interrotto dalla voce stridula e a tratti femminile del maggiore.
“Oooh Harreh, chi se ne frega dei tizi che alloggiano qui.. Divertiti, balla con me!” e detto questo lo fece alzare con la forza dal letto mentre l’altro rideva a crepapelle tra le braccia di Louis.


*



 Finita la canzone, seguì un momento di silenzio assoluto, rotto talvolta da qualche singhiozzo del riccio, che se ne stava girato di spalle, evitando così di essere visto da Louis.
-Balla con me.- disse ad un tratto quest’ultimo, usando un tono di voce abbastanza dolce, come se gli avesse letto nel pensiero. E Harry non seppe che fare, se non rifugiarsi tra le braccia del maggiore e lasciarsi cullare sulle note di una musica inesistente  immergersi nei ricordi, e nel calore che quelle braccia inesistenti gli donavano, perché dopotutto, in quel momento lui era letteralmente circondato ed avvinghiato al suo ricordo migliore.


*



Da diversi giorni, i tre restanti componenti della band , si preoccupavano dello stato mentale del più piccolo, che stava elaborando l’accaduto in un modo assai bizzarro. Se ne stava chiuso in casa tutto il giorno, tutti i giorni, e spesso e volentieri lo si poteva sentire impegnato a conversare con qualcun altro nella sua camera, nonostante si trovasse in completa solitudine. Gli consigliarono di parlarne con qualcuno, qualcuno che non fosse nessuno dei tre, qualcuno di più qualificato. Fu così che conobbe il Dr. Pierce, e fu altrettanto così che venne a sapere cose che sicuramente avrebbe voluto evitare di sapere, e ancora,  fu così che scoprì di essere diventato schizofrenico e di essere soggetto ad allucinazioni post trauma.


*



- Lou..devo lasciarti andare. Tu sei morto, e..e io sono diventato pazzo.
E ancora Louis accolse con il silenzio quelle parole, dette nel tentativo di allontanarsi e reprimere un  singhiozzo mosso da quel grosso groppo che gli bloccava le vie respiratorie. Perché nonostante Harry sapesse di non poter vivere ancora per molto in quel modo, non voleva rimanere solo, non voleva separarsi da Louis, non voleva assolutamente vivere senza l’amore della sua vita. Era consapevole che senza Louis avrebbe tentato solamente di sopravvivere, nient’altro.


*



Si trovavano in un appartamento di un condominio non propriamente tranquillo,  nella periferia non troppo lontana di Londra. Lo chiamavano “rifugio”. Era l’unico posto che nessuno, tranne i due, conosceva. Quando non avevano voglia di stare a contatto con il mondo, quando avevano voglia di fuggire dalla realtà ormai troppo asfissiante per entrambi, si ritiravano in quel luogo, sicuri di non essere trovati o disturbati da nessuno.
“Styles, alza quelle tue chiappette d’oro e vieni a dormire.” Urlò il maggiore dal bagno, intento a lavarsi i denti. Harry non diede peso all’ordine di Louis e continuò imperterrito a leggere e memorizzare le righe di un’ennesima canzone con ovvi riferimenti alla coppia.
“Sono le tre di notte, non riusciresti a memorizzarle tutte neanche con l’aiuto di tremila caffè.” Continuò l’altro tentando di dissuaderlo.
“Louis, altri dieci minuti e arr…” urlò di rimando alzandosi dalla poltrona. Ma non gli fu concesso di completare la frase. Un’esplosione, potente quanto basta, aveva sbalzato Harry all’indietro facendolo cadere rovinosamente al suolo. Alzando lo sguardo si rese conto che gran parte dell’appartamento era ormai ricoperto di detriti, calcinacci, vetri e.. “Harry!” urlò spaventato Louis tentando di avvicinarsi a quest’ultimo superando gran parte dei mobili riversati a terra. Harry, che era ancora a terra, non potè non reprimere un sospiro di sollievo nel sentire la voce del maggiore constatando che fosse vivo, ma, dopo aver dato un fugace sguardo al soffitto, con orrore gridò a Louis di tornare indietro intuendo quello che di li a poco sarebbe successo. Ma Louis non lo ascoltò, com’era solito fare, e il piano superiore collassò su se stesso e sul ragazzo dagli occhi blu. E allora Harry urlò, urlò così forte il suo nome che fu sicuro che se avesse continuato si sarebbe “rotto” le corde vocali e pianse, lacrime amare che accompagnarono  quelle urla disperate accasciandosi completamente al suolo .
Continuò a piangere e urlare fin quando non sentì qualcuno picchiettare sulla sua spalla. Alzò subito lo sguardo sul tipo e, non si diede nemmeno il tempo di realizzare l’accaduto , che si buttò tra le braccia dell’altro singhiozzando e sussurrando parole sconnesse, parole che Louis capì essere le sue paure attuali. “Ho temuto di averti perso per sempre” disse.

*


 
E Harry aveva realmente perso Louis quella notte, aveva realmente perso la persona che amava in quello squallido appartamento, e aveva perso definitivamente anche se stesso. “Una perdita di gas al piano superiore. Louis è rimasto schiacciato dalle macerie. Era già morto all’arrivo dei soccorsi.” Questa fu la risposta secca e senza un minimo di tatto che il Dr. Pierce gli rivolse quando Harry lo inondò di domande.
Ma era arrivato il momento di dire addio. Addio a Louis, addio al suo amore, addio all’unica cosa realmente importante nella sua stupida e misera vita.
Dopo un tempo che sembrò infinito, Harry si separò da Louis di malavoglia e si avvicinò al letto chiudendo la valigia ormai piena. Aiutò Louis a indossare il capotto e silenziosamente lo accompagnò alla porta di casa. –Non doveva andare così Lou..- disse sospirando stanco. L’altro gli sorrise amorevolmente carezzandogli la guancia. -Ti amo..-. disse solamente.
-Si, anche io ti amo..troppo.- rispose Harry in un mezzo mormorio mordendosi le labbra per non crollare definitivamente, per mantenere alta quel po’ di dignità che gli rimaneva.
Ma quando Louis varcò la soglia senza girarsi indietro , sentì una morsa stringergli lo stomaco, morsa che lo costrinse ad urlare il suo nome dicendogli di tornare indietro, che senza di lui sarebbe rimasto da solo, perso, che lo amava. Ma Louis non si voltò, se non un ultima volta prima di finire il suo cammino. Gli sorrise tranquillo e  – Te la caverai Harry, come hai sempre fatto.-
E con quelle parole che gli ronzavano nella mente, Harry chiuse la porta, tornando nella confusione che era diventata la camera da letto. Afferrò uno dei maglioncini di Louis che non erano entrati nella valigia e lo indossò. Così, inspirando il suo profumo Harry andò a dormire con la consapevolezza di essere ormai completamente e totalmente solo. 


Ok ehm.. salve a tutti :3 Si sono nuova, cioè non proprio nuova, sono qui da mooolto tempo, ma non ho mai pubblicato qualcosa di mio quindi, da questo punto di vista sono nuova, sssi. Beene passiamo avanti.. So, Tadàààà, la mia prima os. Spero vivamente che vi piaccia, e se vi piace, magari me lo farete sapere in una mini recensione, magari eh :3 Alla prossima!! Peace, love and Larryindahart.
  
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