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Autore: Princess Kurenai    11/06/2013    4 recensioni
« Come puoi desiderare una certa vita, se non ne hai mai vissuta un’altra?», gli aveva detto una volta per motivare il suo rifiuto, ed era sfortunatamente la verità.
Perché per tutti quegli anni l’esistenza di Nicolas si era sempre e solo basata attorno alle salde mura del convento, e secondo Padre Michael lui doveva vivere la tentazione carnale, vedere il Nuovo Mondo, e tornare indietro con la stessa sicurezza e purezza con la quale era partito.
Erano state quelle esatte parole, insieme alla stima e all’affetto che provava per quell’uomo, ad indurlo ad accettare quella bizzarra proposta - soprattutto quando Padre Michael aggiunse che si trattava di una prova per la sua fede.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Titolo: Losing Faith in the Storm
Capitolo: Prologo
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: (per il futuro) Slash, Sesso Descrittivo, Dub-Con
Conteggio Parole: 1500
Note: 1. Ho raccolto più informazioni possibili sul periodo e sulla pirateria pur di rendere la storia più verosimile possibile - lasciando ovviamente spazio anche al “fattore romanzo”, perché diciamocelo: per quanto affascinanti i pirati veri non sono Johnny Deep!
2. Dedicata a Thomas, l’amore della mia vita che mi ha incoraggiata tantissimo durante la stesura di questa storia!

Nicolas Linwood ricordava ben poco del suo breve viaggio sulla nave mercantile Saint Margaret, se non il malore - causato dalla sua scarsa esperienza in mare - che sin dall’inizio lo aveva costretto nella cabina che gli era stata riservata.
In vita sua, se proprio doveva essere sincero, non aveva mai espresso il desiderio di affrontare una traversata in mare aperto, né aveva mai sentito la necessità di salpare verso il Nuovo Mondo alla ricerca dell'avventura. La sua cara e vecchia Penarth, la piccola Chiesa ed il convento nel quale viveva sin da bambino, erano quanto di meglio avesse mai desiderato in vita sua.
Infatti, Nicolas era rimasto orfano sia di padre che di madre in giovanissima età, e non avrebbe mai avuto un futuro senza l’aiuto di Padre Michael, che lo aveva accolto all’interno del convento.
Grazie al buon cuore di quell’uomo, aveva avuto l’opportunità di raggiungere quasi la trentina d’anni, durante i quali aveva lavorato come garzone all’interno di quelle sacre mura poi, crescendo sempre in quell’ambiente, gli era stata addirittura data la possibilità di studiare quando aveva espresso il desiderio di prendere i voti secondo la Chiesa cattolica.
Voleva semplicemente continuare la sua esistenza con semplicità, senza avventure e sotto la guida del Signore. Nient’altro, anche perché a dirla tutta non aveva nessunissima capacità particolare né aveva mai vagliato altre prospettive di vita. Era cresciuto in quel luogo e lì desiderava restare... ma Padre Michael non era mai stato del suo stesso avviso.
Il suo ‘mentore’ era un uomo buono e comprensivo che, tuttavia, aveva sempre mostrato un certo rifiuto davanti alla sua scelta di prendere i voti, rimandando ogni singola volta l’inizio del suo vero e proprio cammino tra gli uomini del Signore. Non ne era contrario - su quello era sempre stato chiaro -, voleva semplicemente il meglio per il suo ‘figliolo’ - lo chiamava in quel modo affettuoso da sempre.
« Come puoi desiderare una certa vita, se non ne hai mai vissuta un’altra?», gli aveva detto una volta per motivare il suo rifiuto, ed era sfortunatamente la verità.
Perché per tutti quegli anni l’esistenza di Nicolas si era sempre e solo basata attorno alle salde mura del convento, e secondo Padre Michael lui doveva vivere la tentazione carnale, vedere il Nuovo Mondo, e tornare indietro con la stessa sicurezza e purezza con la quale era partito.
Erano state quelle esatte parole, insieme alla stima e all’affetto che provava per quell’uomo, ad indurlo ad accettare quella bizzarra proposta - soprattutto quando Padre Michael aggiunse che si trattava di una prova per la sua fede.
Gli aveva quindi preparato una sacca con pochi indumenti, donato un rosario e lo aveva spedito su una nave mercantile senza troppi complimenti... e come risultato si era risvegliato legato ad un palo, dentro una prigione di legno che puzzava di birra e legna bagnata.
Avrebbe dovuto chiedersi che fine avesse fatto l'equipaggio della Saint Margaret, ed anche come fosse finito lì imprigionato - era nella sua cabina quando si era addormentato in preda alla nausea -, ma la crescente paura iniziò ben presto ad impedirgli di ragionare lucidamente, inducendolo a tentare solamente di liberarsi - ovviamente senza alcun risultato.
Rimpiangeva più che mai la sua Penarth, ed iniziò a carezzare con terrore l'idea che non l'avrebbe mai più rivista.
Represse a fatica un singhiozzo, inclinando il capo in avanti come se volesse nascondersi, ma le lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso senza neanche darli la possibilità di fermarle.
« Ehi! Ti sei svegliato finalmente!», una voce profonda ma allegra lo fece sussultare.
Rialzò il viso di scatto, e socchiudendo gli occhi velati dalle lacrime, riuscì ad incrociare una figura a lui sconosciuta, quella di un giovane uomo dai capelli castani, raccolti sotto una sporca bandana grigia.
Lo guardò confuso, scrutandone il viso alla ricerca di qualcosa di familiare, ma i ricordi che affiorarono nella sua mente non avevano niente a che fare con gli occhi chiari e la mascella leggermente squadrata del giovane.
Riguardavano il destino della Saint Margaret. Ricordava di essere stato risvegliato da un forte trambusto, e tra i concitati commenti dell’equipaggio aveva sentito che erano stati affiancati e attaccati da una nave che portava con sé un nero vessillo.
Non sapeva esattamente che fare - le sue gambe faticavano addirittura a reggerlo in piedi a causa del suo malore -, ed alla fine era solamente riuscito a perdere i sensi e a risvegliarsi in quella cella.
« Sei un tipo fortunato, amico mio», continuò il ragazzo, appoggiandosi alle sbarre della prigione per osservarlo come se fosse un animale alquanto raro, « Il Capitano è un tipo superstizioso, non ucciderebbe mai sulla sua nave un uomo di chiesa».
« Io non…», aprì bocca ancor prima di riuscire a collegare la lingua al cervello - non era ancora un vero e proprio ‘uomo di chiesa’ -, ma il pirata continuò a parlare interrompendolo.
« Avresti fatto una bruttissima fine, credi a me», commentò sincero, grattandosi il collo.
Nicolas sentì improvvisamente la bocca secca davanti a quell’affermazione che lo portò ad interrogarsi ancora riguardo la sorte dei marinai della Saint Margaret.
« La fine... dell'equipaggio?», esalò qualche attimo dopo con tono incerto.
« Sai come funziona!», il giovane scrollò le spalle con noncuranza, assumendo poi un'espressione basita davanti allo sguardo confuso e spaventato che Nicolas gli rivolse, « Non lo sai, vero?».
Scosse il capo in risposta, anche se non era ben certo di volerlo realmente scoprire - era la fine che avrebbe potuto fare lui stesso se si fosse scoperto che non era ancora un prete.
« Prega per le loro anime!», tagliò corto l’altro, come se volesse risparmiargli chissà quale crudeltà, « Ci si vede più tardi per la cena, fratello!», e con quelle parole il giovane pirata si arrampicò su una scala.
Nicolas ci mise qualche istante prima di riprendersi dallo stupore, e quando vide il pirata allontanarsi cercò di richiamarlo a sé.
« R-ragazzo! Per l’amor di Dio! N-non lasciami solo!», lo pregò preoccupato, cercando di strattonare le funi che lo tenevano bloccato al palo, « P-potrei sapere il tuo nome?», chiese cercando di mantenere almeno un po’ di dialogo.
Era terrorizzato e l’idea di restare solo, legato dentro quella cella, lo spaventava ulteriormente.
“ Come si comportano i pirati?”, si chiese, “ Che cosa posso chiedergli per non farlo andare via?”.
Quel giovane sembrava innocuo e buono, ma il Diavolo era noto per assumere degli aspetti volutamente innocenti ed ingannevoli, e Nicolas aveva sentito delle voci alquanto spiacevoli riguardanti la fama dei pirati.
Predoni del mare, crudeli fuorilegge che lasciavano al loro passaggio solo una striscia di sangue. Non facevano prigionieri se non per il proprio tornaconto, e se era vivo lo doveva solamente al rosario che Padre Michael gli aveva donato e al suo abbigliamento - per il viaggio si era vestito come un novizio, una sorta di monito per ricordargli la sua scelta anche nei momenti più difficili.
Cercò quindi di appellarsi al buon senso e alla necessità di sopravvivere - voleva tornare nel suo piccolo convento, non voleva nient’altro!
« Mike», rispose il giovane, sedendosi sulla scala, « tu?».
« N-Nicolas...», si presentò a sua volta, cercando poi un argomento di dialogo, « Non... tutti qui s-seguono la strada del Signore, vero?».
« Dio non ha motivo di essere qui», ridacchiò il pirata.
« Mike... Dio si trova in ogni luogo se c’è fede...».
« Per questo motivo il Capitano ti ha lasciato in vita», ribatté furbo Mike.
« Lo... v-vorrei ringraziare per la sua... b-benevolenza... n-non potresti li-liberarmi?», domandò Nicolas, sperando di non aver fatto il passo più lungo della gamba.
Il pirata non rispose, grattandosi ancora il collo - non sembrava a suo agio.
« A-almeno le f-funi... sono proprio necessarie? Non posso scappare... e...», continuò, cercando di insistere e di convincere Mike.
« Non posso», rispose il giovane qualche momento dopo, sforzando un mezzo sorriso, « ma chiederò al Capitano o a Jack. Lo prometto, Padre Nicolas», aggiunse subito come per rassicurarlo e, agitando la mano, sparì sulla scala lasciandolo solo.
Nicolas emise un sospiro, spezzato da un piccolo singhiozzo, evitando di controbattere quando si sentì chiamare ‘Padre’. Era abituato ad essere sincero, ma se voleva sperare di arrivare alla fine di quel viaggio, doveva mentire! Nonostante fosse un comportamento poco nobile.
Giunto a quel punto, non poteva non rimpiangere il malore che lo aveva colto all’inizio del viaggio nella Saint Margaret. Tutte le sue incertezze sembravano ormai solo un lontano ricordo, così come la sua adorata Penarth ed il piccolo convento.
Tuttavia, rinchiuso in quella cella, non poteva fare niente per cambiare il suo destino.
Però poteva pregare e sperare che Dio lo assistesse anche in quel viaggio che gli avrebbe fatto scoprire, suo malgrado, un nuovo mondo, proprio come aveva desiderato Padre Michael. Di certo il suo ‘mentore’ non si sarebbe mai aspettato che Nicolas finisse nelle mani dei pirati, ma in ogni azione c’era la mano del Signore e lui non poteva far altro che affidarsi ad essa.
« Pater noster, qui es in cælis...», esordì piano, cercando di trattenere le lacrime e di trarre invece forza e coraggio da quella preghiera, « Sanctificétur Nomen Tuum; advéniat Regnum Tuum; fiat volúntas Tua, sicut in cælo, et in terra...».

 

   
 
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