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Autore: Esse_Edward    11/06/2013    8 recensioni
'Perché dimenticare la persona che hai amato è più doloroso della morte stessa.'
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva luminoso come a farsi perdonare per tutti quei giorni cupi e grigi di pioggia.
Rose si svegliò tranquillamente, come ogni mattina fino a quella parte.
Con la sola differenza che non ricordava nulla. Ogni giorno era fermo, immobile, cupo.
Rose sorrise anche se le ossa, ormai vecchie e consumate, le facevano male.
Si alzò dal letto e si avviò alla finestra, guardando il cielo con nostalgia.
Chissà quante altre volte aveva guardato il cielo ed ora non se lo ricordava.
Chissà quante altre volte si era sentita quella sensazione di nostalgia perforarle l’anima.
Annie entrò dentro la stanza con un bicchiere stracolmo d’acqua e due pasticche nella mano destra.
Portava i capelli raccolti, due grosse occhiaie le circondavano gli occhi ed il suo sorriso era tutt’altro che vivace ed allegro.
Non era facile occuparsi di una settantenne malata di Alzheimer ormai da diverso tempo, di cui l’unica cosa che ricordava erano due occhi marroni di qualcuno che ormai il viso era scomparso già da tempo.
- Prenda signora Williams, è la sua medicina – si sforzò di sorriderle ed allungò la mano verso di lei.
Rose sorrise teneramente e mise in bocca la pasticca, guardando poco dopo l’infermiera allontanarsi.
La sputò subito e la buttò via con un gesto secco.
Era stufa.
 Anche se aveva l’Alzheimer molto momenti li ricordava benissimo ed erano ancora intatti sulla sua testa.
Ma altri rimanevano oscurati, come il viso di qualcuno che molto probabilmente doveva avere un ruolo importante per lei.
Ma ricordava quegli occhi, quegli occhi color ambra che la guardavano con amore e tenerezza.
Oh, eccome se se li ricordava.
Non avrebbe mai potuto dimenticarsi di loro.
Ma molto presto l’avrebbe fatto. Sarebbe successo.
La malattia cresceva dentro di lei sempre più velocemente e molto presto non si sarebbe nemmeno ricordata il nome dei suoi figli o dell’infermiera.
Ed allora sarebbe veramente morta.
Sia dentro che fuori.
Perché dimenticare la persona che hai amato è più doloroso della morte stessa.
Ancora assorta tra i suoi pensieri, Rose non si accorse che la porta era stata aperta con gentilezza e la figura minuta di Annie fece di nuovo capolino nella stanza.
E l’anziana la guardava con disagio, non riuscendo più a ricordare chi fosse.
- C’è una visita per lei – la informò la donna, cercando il consenso nella donna di fronte.
Rose si schiarì la voce e le sorrise – Certo cara – le disse, fingendosi disinvolta.
Annie la guardò con angoscia, sapendo benissimo come si potesse sentire, ma lasciò comunque passare l’ospite che aspettava fuori dalla porta.
E quando Rose incontrò quegli occhi color ambra che aveva atteso da così troppo tempo, e trattenne il respiro.
Il fiato le mancò per un secondo, gli occhi erano sgranati e non sapeva che pensare.
La cosa buffa di tutta quella situazione era che non aveva la ben che minima idea di chi fosse quell’uomo.
Rose fece un passo avanti, tenendosi appoggiata alla ringhiera del letto per aiutarsi con le gambe e gli andò vicino.
- Ciao Rose – le disse dolcemente, afferrandole le mani ed attirandola a se per abbracciarla.
Rose si irrigidì sotto il suo tocco che la faceva sentire al sicuro dopo settant’anni di vita.
Era come se quell’uomo che ora non riconosceva una volta fosse stata la sua vita.
Lo strinse forte come se fosse tutta la vita e gliela volessero portar via.
Lo strinse sentendo che lui era tutta la vita che potesse esserci per lei.
Lo strinse con le lacrime agli occhi malgrado non riuscisse a ricordarlo.
Rose si staccò sentendo la nostalgia pervaderle l’anima, ma appena incrociò gli occhi color ambra di lui si sentì bene di colpo.
- Ciao..- disse, cercando di ricordare il suo nome.
L’uomo, che aveva su per giù una settantina d’anni, la guardò rammaricato – Justin – parlò.
Rose svoltò lo sguardo e si allontanò andando verso la finestra – Lo sapevo – mentì.
Quella mattina, quando si era svegliata, aveva sognato di essere a casa.
Aveva sognato i suoi genitori e la sua casa che tanto le mancava.
Ed infine aveva sognato anche Justin, solo i suoi occhi a dir il vero, che si divertiva a parlare con i suoi genitori.
- Come stanno mamma e papà ? è riuscito a trovare lavoro ? – domandò di punto in bianco l’anziana donna, staccando il suo campo visivo dal paesaggio monotono di tutti i giorni.
Justin si sedette sul letto e sospirò – Non ci sono più Rose -
Cercò di trovare le parole adeguate, ma sapeva che sarebbe stato impossibile.
Come si fa a spiegare ad una persona che i propri genitori sono morti perché sono ebrei?
Rose si voltò sconvolta in volto – Che significa ? Sono andati da qualche parte ? -
E Justin le sorrise con gli occhi lucidi alzandosi dal letto.
Non era lì per renderla triste, ora che l’aveva ritrovata.
Non era lì per renderle la vita difficile, ora che era di nuovo con lei.
Aveva atteso cinquant’anni ma alla fine l’aveva ritrovata.
Non avrebbe rovinato tutto di nuovo.
Perché lei era una di quelle persone per cui vale la pena correre e rischiare. Sempre.
L’olocausto, la guerra, l’essere ebrei, tutto l’aveva portata via.
E lei nemmeno lo ricordava.
E Justin in quel momento fece una cosa surreale, una cosa che lasciò Rose sbalordita.
La baciò.
Assaporò quelle labbra dopo cinquantanni. Le assaporò per bene e riconobbe il magnifico sapore di ciliegia che aveva sempre avuto.
E Rose in quel momento chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dal cuore come aveva sempre fatto.
Ed in quel momento ricordò tutto.
Ricordò di essersi rifugiata in Spagna, poi in Italia ed infine a Parigi per sfuggire allo sterminio degli ebrei.
Ricordò il nome del suo cibo preferito, le tortine a forma di stella che sua mamma le faceva da bambina.
Ricordò di come tutti i suoi cari furono sterminati e di come si sentì morire anche lei.
Ricordò la promessa fatta a Justin anni prima ‘Il nostro amore continuerà finché le stelle saranno in cielo. È una promessa’.
Ricordò il nome delle sue bambine, Charlie e Lana, e di come tutte le volte fossero venute a trovarla.
Ricordò ogni particolare della sua vita, si ricordò persino di Ted, suo marito, e di come qualche anno prima fosse morto a causa di una malattia.
Rose si ricordò tutto, e si sentì mancare il fiato.
Tutto quello che per anni aveva dimenticato ora la stava assillando.
Ora riconosceva Justin, e desiderava solo ricordarsi di lui per sempre.
Rose si allontanò da quel bacio, aprii gli occhi lentamente, e si dimenticò di tutto. 
  
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