It
was just a bet
Una
risata, nel buio della
stanza.
Ridi,
ridi amaramente.
Ridi
mentre fumi, anche se erano
anni che avevi smesso.
Ridi
e ti chiedi perché.
Perché,
cazzo.
Perché
a te?
Ridi
e sorridi, Cooper, mentre
fumi. Mentre lasci che quella nebbia impalbabile scivoli via tra i tuoi
denti,
dalle tue narici.
Abbassi
il viso e vedi qualcosa
bagnare il pavimento.
Stai
piangendo, Cooper? Non ci
avevi nemmeno fatto caso.
Senti
il telefono squillare, ma
lo ignori. Ignori l’ennesimo messaggio alla segreteria,
l’ennesima voce
allarmata che ti chiama.
Ti
passi una mano e stringi con
rabbia i capelli ormai corti, con quella cresta così
atipica, estranea ad
un’acconciatura più consona ad una persona come
te.
Prendi
il bicchiere di brandy accanto
a te e lo lanci contro il muro, o forse lo lanci e basta, non volendone
più
sapere.
Non
è possibile.
Si
che lo è.
Chissà
se tra le chiamate c’è
anche quella di Connor, chissà. Ti rivogliono al lavoro, e
tu ci andrai, anche
se nessuno ti riconoscerà.
Qualcuno
lascerà cadere dei
fottuti fascicoli, altri rimarranno a bocca aperta, ma tu appenderai
tranquillamente la tua giacca di pelle all’appendiabiti
all’entrata e guarderai
la tua scrivania, unica tua meta per tutte le mattine da quel
pomeriggio in cui
hai schiacciato il telefono sotto il tacco ed infranto un bicchiere di
brandy
in mille pezzettini.
Proprio
come è successo al tuo
cuore, o sbaglio?
Stringi
le gambe al petto mentre
spegni la sigaretta, mentre chiudi gli occhi e non ti prendi nemmeno la
briga
di tergerti le lacrime.
Fa
male.
Cosa?
Tutto.
La
stanza piena di lui, di voi.
Ti fa male quello che sei.
Avevi
tagliato i capelli, per la
vostra ultima scommessa – quella che hai perso Ryan, proprio
quella.
Avevi
riso così tanto.
Ora
piangi e ti penti di non
poterti strappare quei capelli che ormai non ci sono più.
Tutto
di te ti ricorda lui.
Non
tocchi nulla, non vuoi
pentirti di aver rotto qualcosa, roba della quale potresti vivere.
Perché
ormai non hai più lui.
Eppure
non ti è mai sembrato
banale un suo sguardo, una sua parola. Perché proprio tu hai
dovuto perderlo?
Tu che preservavi la sua vita più che la tua.
Ti
metti a gridare, oh se non lo
fai.
Ti
sembra che qualcuno abbia
preso il tuo cuore e lo stia stringendo, eppure non riesce ad ucciderti.
Vorresti
alzarti, andare al bagno
a farti una doccia, magari.
Però
il tuo corpo si oppone, ti
chiede ancora un po’ tregua, ancora un momento per
riprendersi.
Ma
prima che ti alzi passeranno
ore, anche se non ti importa più, ormai.
Nella
tua mente si infrangono
tanti ricordi, tanti progetti e desideri incompiuti.
E
proprio mentre vorresti
abbandonarti tra le sue braccia ti rendi conto che non ci saranno
più.
Ti
rendi conto anche del fatto
che fino ad adesso non lo avevi realmente capito.
Quasi
ti sembra ironia, e ridi
ancora, come se la pazzia ormai si fosse mischiata al dolore.
Proprio
quando ne hai più
bisogno, lo capisci.
Capisci
che ormai dovrai sentirti
abbracciata da un ricordo, cercando di evocarlo, sperando che non si
consumi e
non si perda.
Pregando
che non sfumi.
Ed
il terrore s’insinua – il
terrore di dimenticarlo.
Di
dimenticare com’era la tua
vita prima.
Prima
dell’incidente, prima
dell’ambulanza.
Prima
dell’arrivo di un cadevere
in un ospedale ormai inutile.
Non
sai cosa fare se non startene
lì a sperare di morire.
Senza
di lui ti senti inutile,
vero?
E
poi così, improvvisamente, un
ricordo cala sui tuoi occhi arrossati.
Ricordi
i tuoi capelli, così
lunghi, anche se a lui non piacevano così.
Ricordi
la scommessa, si, è quello il
ricordo.
Però
tu non vuoi ricordare.
Non
ci vuoi pensare, ti vuoi trattenere.
Ma
tu non lo fai, il tuo
cervello, la tua mente, tutto ti
è
avverso.
E
ti perdi. Ti perdi in quel
lontano, ma così recente passato pieno di parole, sguardi
d’intesa, sorrisi e
felicità.
Felicità
che non avrai mai più,
perché hai perso tutto il resto.
Lo
guardi con gli occhi sgranati, prima impegnati in uno sguardo perso al
di là
del mondo – mh?- lui ti sorride e fa finta di lanciare una
moneta – un penny
per i tuoi pensieri!- scivoli sull’erba accanto a lui e
ridacchi, spensierata,
raccogliendoti i capelli da un lato per non calpestarli – non
so, avevo la
testa un po’ vuota- replichi, carezzandogli quella barba che
non si fa da un
po’. A lui piace, dice che lo rende più uomo, ma
tu proprio non la sopporti. –
Ryan, quando ti deciderai a raderti questa cavolo di barba?- arricci il
naso,
quasi ricacciando indietro uno starnuto dovuto a
quell’irritante solletico –
quando tu finalmente taglierai i capelli!- ribatte, fingendosi offeso.
E tu
cedi. Con uno sbuffo, ma cedi. – facciamo così!-
esordisci, rivolgendogli uno
sguardo furbesco. – io mi taglio i capelli corti quanto i
tuoi se tu finalmente
ti fai la barba!- aggrotta le sopracciglia, con il sorriso che ancora
non è
scemato. – non ci credo, non lo faresti mai!- gli dai un
pugno scherzoso su una
spalla – andiamo, che c’è? Non ti fidi?-
rotola e si stende sopra di te,
lasciandoti un dolce bacio sulle labbra – non dico questo,
Char, ma ami troppo
i tuoi capelli.- e svanisce tutta l’ironia, in quel bacio
carico di dolcezza. L’ultimo,
anche se non lo sai. E scommettete. Chi non fa la sua parte paga pegno.
Eppure
tu non lo saprai mai, chi
ha vinto quella stupida scommessa.
Okay,
volevo solo
ringraziare la mia adorata ScarlettIvyCH
per
aver letto e dunque automaticamente obbligato le mie
pesantissime chiappe a pubblicare ><
Miss
BloodyFangs