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Autore: Allison_Dramy    12/06/2013    1 recensioni
Il guerriero continua a correre, diretto dall’altra parte della valle. L’armatura gli impedisce di muoversi agilmente e gli appesantisce la corsa.
Continuando a correre si ritrova sull’orlo di un burlone e dietro di lui l’orso ora è felice, felice di poterlo finalmente affrontare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il guerriero continua a correre, diretto dall’altra parte della valle.

L’armatura gli impedisce di muoversi agilmente e gli appesantisce la corsa.
Vorrebbe poter lasciare quei pezzi di ferro sulla terra senza vita, ma non può farlo, se l’orso lo raggiunge l’armatura potrebbe salvagli la vita.
La stanchezza comincia ad impossessarsi del suo corpo e lui la sente, un formicolio parte dall’alluce del piede e piano piano si espande in tutta la gamba fino ad arrivare alla punta del dito della mano.
Il formicolio è spazzato via dal dolore, struggente dolore, insopportabile dolore, incontenibile dolore, esplosivo dolore.
Il Guerriero geme e comincia a rallentare la sua corsa, l’orso dietro di lui, sebbene stanco e ferito, continua a correre.
Il guerriero si gira verso la bestia, basta quell’attimo per fargli capire di essere spacciato, quell’attimo in cui incontra gli occhi dell’orso e quello che vi legge dentro lo strazia profondamente.
Una scintilla risplende negli occhi dell’animale, la sua anima brucia all’interno, l’orso è pronto a vendicare la sua famiglia, è pronto ad appiccare anche il fuco se necessario.
Non sembra neanche più un animale ed il guerriero, per la prima volta in vita sua, prova paura, una folle paura, così forte da far tremare la terra, la paura di morire.
Si sente spacciato il guerriero e guardando il lontano bosco si rende conto di quanto sia piccolo e impotente lui, in confronto all’immensità del mondo che lo circonda.
Ormai non gli rimane più niente da fare e rallenta sempre di più la sua corsa mentre copiose lacrime gli scivolano sulle guance.
Chiude gli occhi e ripensa, ripensa ai pochi momenti di felicità della sua vita e si rende conto di quanto sia stato stupido, così accecato dal potere e dalla vendetta verso il padre da diventare proprio come le persone che più odiava in principio.
Questa volta il panico si impossessa del suo corpo, il panico perché non si riconosce più. Si chiede dove sia finito quel ragazzino che giocava nei fienili, e spensierato correva nei verdi prati.
La solitudine scaccia via il panico. Solitudine di quei tempi ormai passati, volati via insieme alla persona che un tempo era.
Si gira ancora il guerriero, per guardare negli occhi la bestia.
L’orso è ormai sfinito e quasi dissanguato a causa di una ferita. Arranca dietro al guerriero, sempre animato da quella forza di prima, ma adesso questa non sembra più bastargli.
Una piccola scintilla di speranza si accende nell’animo del guerriero, che deve decidere se alimentarla, rischiando tutto, oppure lasciarsi morire.
Il profumo di libertà dei suoi giorni più belli lo induce a provarci, e a scegliere di rischiare.
Accelerando la corsa slaccia le cinghie che legano la sua armatura e si libera da ogni costrizione fisica e morale.
Si sente più leggero il guerriero, si sente di nuovo bambino, e continuando a correre si distanzia dall’orso.
Entra nella foresta e senza cedere mai arriva in uno spiazzo senza alberi.
Davanti a lui non vede il bosco, ma i prati della sua lontana casa. Non sente più il suo corpo, si sente libero da ogni dolore, sente dentro di lui una forza crescere, potrebbe volare se anche lo volesse.
L’orso è sempre dietro di lui, ma il guerriero non gli da peso.
Continuando a correre si ritrova sull’orlo di un burrone e dietro di lui l’orso ora è felice, felice di poterlo finalmente affrontare.
Il guerriero si gira e carico di tutte quelle emozioni estrae il coltello dai pantaloni e affronta l’orso in un corpo a corpo.
Da una parte, il fuoco che arde vivo nel cuore dell’orso, non gli permette di soccombere, dall’altra, la speranza e la gioia di vivere di un bambino intrappolato nel corpo di un adulto.
La lotta continua per diversi minuti, se prima sembra avere la meglio l’orso, poi la situazione si capovolge.
Le zampe dell’animale cedono e il guerriero, prima di infliggere il colpo letale, fissa i suoi occhi in quelli dell’orso, consapevole della sua imminente morte.
Il suo cuore emette un ultimo battito, poi tace insieme alla foresta, e tutto è silenzio.
Il guerriero sente il cuore scoppiargli, è vivo.
Finalmente si lascia andare a una risata liberatoria, di nuovo sente la capacità di poter fare qualsiasi cosa, lui lo sa, vuole e può fare tutto.
Fissa il burrone e una strana idea passa nella sua mente.
Lui vuole volare, vuole e può farlo.
Prende la carica e si lancia nel vuoto, finalmente libera la sua anima da bambino.
E questa, mentre il corpo continua a precipitare, sale gioiosa verso il cielo e spera, spera in un avvenire migliore.



Il Mio Spazio
Se siete arrivati a leggere questo mio "spazio", significa che qualcosa di questa storia vi ha colpito, attirato, ha rapito la vostra attenzione, o almeno lo spero. 
Come potrebbe anche essere che, trovando questa storia patetica, noiosa, scontata, o quasi divertente per la trama o per il modo in cui è scritta, abbiate pensato di continuare a leggere fino alla fine per capire, vedere, fino a che punto mi possa essere spinta scrivendola. 
Oppure, e penso che la maggior parte di voi si possa riconoscere in questa mie parole, sentendo la noia incombere su di voi abbiate deciso di leggere qualche storia da un capitolo. E trovando questa, non troppo lunga e stancante, abbiate deciso di leggere fino alla fine. E' anche probabile che voi, dopo aver letto l'ultima riga, parola, punto, della mia storia, siate passati direttamente ad altro senza vedere queste mie parole.
Volevo aggiungere che, la trama di questa storia l'ho avuta a scuola. Più precisamente sotto forma di traccia di un tema che avrei dovuto svolgere come compito in classe. C'era scritto qualcosa come " un guerriero da una strana armatura sta scappando da un orso, continua tu la storia, usando i tempi verbali al presente" questo perchè la nostra professoressa di italiano, credendoci dei bambini delle elementari, pensa che sia meglio darci dei temi di questo genere invece che dei saggi su qualcosa di più serio.

Devo però ringraziarla perchè, senza questa sua traccia, non credo che avrei trovato il tempo per scrivere qualcosa. Ma penso che questo non vi interessi, era comunque solo per informazione.
Ed ora pregerei voi, quei pochi che sono arrivati fin qui, e hanno letto queste mie parole credendomi una matta, di lasciare una piccola recensione per farmi capire cosa ne avete pensato di questa piccola storia. 
Capire se vi è piaciuta oppure no, magari scrivendomi dov'è che ho sbagliato.
Grazie a tutti per aver avuto la pazienza di arrivare fin qui.
Alla prossima
-A

  
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