Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Diamante Narcissa Uchiha    12/06/2013    1 recensioni
One-Shot ispirata dalla canzone degli Evanescence, Lost In Paradise.
Seguendo il testo della canzone ho voluto creare una situazione un po' drammatica: Grell ha commesso degli errori e, stranamente, anche William. Ora ne pagano le conseguenze.
La storia non finisce bene come, immagino, possa capire chi la canzone la conosce.
Bhè, vi lascio alla lettura di questa storia, a mio parere, innovativa.
Genere: Drammatico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'God save the Grelliam'
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Lost in paradise

 

I've been believing in something so distant
As if I was human
And I've been denying this feeling of hopelessness
In me, in me

 
Aveva creduto in quel sogno che ora era così distante.
Il suo cuore aveva sempre battuto per William, solo lui aveva avuto l’opportunità di possederlo interamente. Aveva sperato con tutto se stesso che il moro prima o poi si fosse lasciato andare ai desideri impellenti che vedeva agitarsi, ogni volta che i loro sguardi s’incontravano, nei suoi occhi dal verde un po’ più accennato.
Ci aveva creduto come fosse stato una stupida ragazzina umana legata al mito del principe azzurro.
Poi era rimasto con il senso di disperazione. Aveva provato a cancellarlo in ogni maniera: non pensandoci e concentrandosi solo sui suoi istinti. Ma quello restava lì, pur avendo cercato di negarlo a se stesso.
 

All the promises I made
Just to let you down
You believed in me, but I'm broken

 
Tutto era successo perchè non aveva mantenuto le parole date a Will: gli aveva detto che non sarebbe più scappato, che avrebbe svolto il suo lavoro con la serietà che gli si concerneva, che l’avrebbe piantata con le sue assurde manie… Un cambiamento davvero radicale per il rosso che, però, avrebbe fatto di tutto per ricevere l’amore pieno dell’altro.
In cambio, infatti, il moro gli aveva promesso di non lasciarlo mai più.
Con quei giuramenti Will si era sentito più tranquillo, con la situazione di nuovo stretta tra le mani diligentemente guantate.
Grell, come ogni volta però, alla fine aveva sfidato la sorte, facendo di testa propria, e aveva spezzato il patto che avevano stipulato tra loro.
Si era convinto che William lo amasse troppo per lasciarlo, che una piccola fuga per un nuovo paio di scarpe e una trousse non avrebbe causato nulla.
Quanto si era sbagliato… Il moro si era sentito tradito: lo shinigami dal viso sempre serio aveva riposto tutta la fiducia che possedeva in ciò che il rosso gli aveva detto e quando questi aveva rotto le sue promesse, ogni sentimento positivo lo aveva abbandonato come fosse stata una foglia nel vento.
 

I have nothing left
And all I feel is this cruel wanting
We've been falling for all this time
And now I'm lost in paradise


Ora si ritrovava senza nulla: William l’aveva lasciato insieme alla propria dignità di prima donna e, infine, anche il lavoro.
L’avevano licenziato per un errore. Lo avevano accusato di aver aiutato alcuni demoni a rubargli delle anime, solo perché sapevano quanto spalleggiasse per loro, niente prove, solo quel dannato cliché.
I capi e, di conseguenza, Will erano stati irremovibili: aveva cercato di spiegare, di risolvere quel pasticcio ma nulla.
Il moro, con un’espressione serissima in volto e lo sguardo più freddo che avesse mai visto, gli aveva strappato dalle mani tremanti la falce e tolto con stizza gli occhiali.
Grell era sicuro che se non fosse stato per il fatto che quegli occhiali li aveva creati il padre in persona li avrebbe frantumati con tutta la forza che aveva, nel pugno già abbastanza stretto.
Non aveva più nulla e quella mancanza crudele gli stringeva il cuore in una morsa che gli mozzava il fiato insieme a quel bianco accecante che lo circondava.
Era scappato lontano dalla Dispatch Society ma, dopo alcuni kilometri, gli angeli lo avevano raggiunto per portarlo in paradiso.
Quella era la sua punizione: restare per sempre in esilio, lontano dagli shinigami e dai demoni.
Mentre cadeva nel vuoto della volta astrale, dopo un tempo indeterminato, aveva intravisto una macchia nera spezzare il candore di quel luogo.
Quello che, inizialmente, era solo un puntino, piano piano era diventata una figura non ben definita, a causa della sua miopia, ma, infine, aveva distinto tra il nero, un ovale rosa e due punti di un verde brillante.
-Will…- la sua voce uscì in un sussurro roco causato dal fatto che non parlasse da chissà quanto.
La figura non rispose, ancora troppo lontana per poterlo sentire.
Non seppe mai per quanto caddero, quello che sapeva era che, ora, era perso in paradiso.
 

As much as I'd like the past not too exist
It still does
And as much as I like to feel like I belong here
I'm just as scared as you

 
Chiuse gli occhi e i ricordi del suo ultimo giorno nel mondo degli shinigami gli si affacciarono alla mente.
Quei frammenti di memorie iniziarono a procurargli delle fitte di dolore al cuore: quanto avrebbe voluto che quel passato non fosse mai esistito.
Eppure lui era lì proprio a causa di quel passato che non voleva saperne di lasciarlo andare.
Forse, però, doveva ringraziarlo: era l’unica cosa che ancora lo teneva sano di mente.
A volte si chiedeva perché fosse lì e, addirittura, chi fosse. Quel tempo andato era sempre lì pronto a ricordarglielo.
Spesso avrebbe voluto con tutto se stesso appartenere a quel paradiso dove ora si stava perdendo, per sapere dove stava andando e se mai ci fosse stata una via di uscita.
La figura intanto si era avvicinata ancora, l’aveva raggiunto.
-Ho paura quanto te.- un sussurro, non capì neanche chi lo disse.
Si lasciò solamente circondare la vita da due braccia forti e dalla temperatura tiepida.
 

I have nothing left
And all I feel is this cruel wanting

 
Non aveva più nulla, solo quel sentimento di crudele mancanza.
Ma ora c’era qualcuno, c’era Will, accanto a lui.
-Ci siamo sbagliati e ciò è imperdonabile.- gli aveva sussurrato all’orecchio la sua voce calda, mentre socchiudeva gli occhi per scacciare il troppo bianco.
Era venuto a portarlo indietro ma c’era un problema: gli angeli non ammettevano sbagli, se la sentenza era l’esilio, così doveva essere. Nessuno avrebbe dovuto interferire perché altrimenti sarebbe stato punito con la morte.
 

We've been falling for all this time
And now I'm lost in paradise


-Dobbiamo andarcene, prima che arrivino gli angeli.- disse ancora William.
Grell lo ascoltava ma non rispondeva, non ne aveva la forza.
Erano caduti per un tempo troppo lungo per essere stimato e ora la sua mente era persa in paradiso.
 

Run away, run away
One day we won't feel this pain anymore


A un certo punto senti le scarpe di William toccare qualcosa di solido. Il suo peso tra le braccia del moro si fece sentire e, se prima lo teneva solo con un arto per la vita, ora lo prese letteralmente in braccio passandogliene uno attorno le spalle e uno sotto le gambe.
Aprì gli occhi e, al posto del solito bianco, uno sfondo d’oro andò ad accecarlo.
Probabilmente erano arrivati nel posto in cui agli angeli venivano assegnati i vari compiti.
Lì, tra le varie porte in avorio c’era quella che dava sul mondo umano. L’avrebbero oltrepassata per poi ritornare nel loro mondo.
William iniziò a camminare, dapprima con passo incerto, poi sempre più sicuro e veloce verso l’uscita.
Sapeva perfettamente dov’era: il capo supremo degli shinigami lo aveva informato della sua locazione.
Finalmente, dopo alcuni metri percorsi nei lunghi corridoi di quel palazzo, la vide.
Accelerò ancora.
Appena stava per aprirla, le lance di alcuni angeli gli si pararono davanti.
Il moro li guardò con odio e si tirò indietro. Appoggiò Grell alla parete alla sua destra ed estrasse la falce.
La puntò verso gli esseri alati con cui ingaggiò un combattimento.
Il rosso, sentiti i suoni metallici delle armi in collisione tra loro, aprì le palpebre: ancora una volta il panorama che gli si presentò di fronte era sfocato.
Impiegò poco, però, a capire che William stava combattendo per salvarlo, per portarlo via da quel luogo.
Lo shinigami, intento nella lotta, si girò verso l’altro e, vedendolo sveglio, gli lanciò gli occhiali che conservava in una tasca della giacca.
Grell, di riflesso, vedendo una chiazza rossa avvicinarglisi, alzò la mano per prenderli.
Appena li ebbe nel palmo andò a sistemarli dopo tanto tempo sul naso.
Le figure finalmente si fecero definite.
La necessità della sua falce si fece impellente e, come se quella avesse sentito il suo appello disperato, gli apparve tra le mani.
Si alzò e, con passo traballante, corse verso gli angeli.
Il fatto che fosse rimasto tanto a cadere nel bianco del paradiso non aveva cancellato la sua precisione nel colpire il bersaglio.
Gli esseri dalle ali argentee caddero in una pozza di sangue.
William lo prese per le spalle, tirandolo verso la porta ma altri angeli li raggiunsero. Due andarono a prendere il rosso, bloccandogli le braccia, mentre altri due andarono verso il moro con l’intento di eliminarlo.
Will puntò i propri occhi in quelli di Grell che riuscì a leggervi tutta l’indecisione di cui lo shinigami era capace.
Il rosso abbassò il capo, coprendosi il viso con i capelli rossi.
-Scappa Will, scappa.- le uniche parole che riuscì a urlare.
“Un giorno mi dimenticherai, lo farò anch’io. Non proveremo più dolore, Will.” pensò intanto.
 

Take it all away
Shadows of you
Cause they won't let me go


Il moro esitò a quelle parole ma quando gli angeli gli furono a pochi passì di distanza, iniziò a correre verso la porta.
Grell, liberò un braccio e gli lanciò sia motosega che occhiali.
-Portati via tutto.- gli disse il rosso.
William prese i due oggetti, guardandoli con confusione.
Non c’era tempo per le spiegazioni però.
-Mi dispiace.- disse solo, infatti, prima di sparire dietro la superficie d’avorio.
Grell fu imprigionato in una delle carceri di vetro del palazzo.
Un vetro speciale che lentamente ti risucchiava tutta la forza che avevi in corpo.
Dopo alcune ore il rosso si addormentò.
Nel sonno delle ombre andarono ad avvolgergli la mente e l’immagine del volto di William mentre si scusava lo tormentò per tutto il tempo.
“Non ti avevo detto di portarti via tutto”.
 

So I have nothing left
And all I feel is this cruel wanting


Così, ancora una volta, si ritrovava senza Will, il suo amore e tutto il suo essere, con solo il senso di vuoto e di abbandono.

We've been falling for all this time
And now I'm lost in paradise


Erano caduti per tutto quel tempo, e ora la sua forza e la sua mente si stavano perdendo in paradiso.
 

Alone, I'm lost in paradise


 
   
 
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