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Autore: Delyassodicuori    12/06/2013    0 recensioni
“E se l’imprinting non fosse mai esistito? Come sarebbero messi ora i nostri lupi?
Le relazioni cambieranno, o rimarranno integre? “
Fanfiction incentrata per l’ennesima volta sulla coppia Leah/Jacob.
In un certo senso mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se quel tipo di legame, anche magia, non fosse mai esistito.
Ed ecco che mi sbuca fuori questa idea.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Seth Clearwater, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Leah
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
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 I’Il Protect You 

 
 
1.prologo
 
Correvo. Correvo a perdifiato. Le mie zampe acceleravano sempre più. Il fiato cominciava a mancare. Da quante ore correvo?
Non sapevo dirlo.
Sapevo però da quando correvo. Ovvero… da quando una stupida me aveva detto ciò che pensava ad un lupo rosso e testardo.
Ma perché gli avevo rivelato ciò? Perché gli avevo detto queste cose?
Stava già male di per sé…
La mia mente venne trascinata via all’indietro, ai primi giorni da lupa.
Lo spiavo continuamente. Non perché fossi una stalker o cosa, ma… perché ero preoccupata. Già, Leah Clearwater, la lupa più acida che si conosca, si preoccupava per Jacob.
Perché poi andava dietro a lei? Non lo ricambiava, diamine, che si dia un contegno.
Aveva scelto la sanguisuga, ma Jacob non voleva darsela vinta. Mi salì l’amaro in bocca… era uguale a me.
Ritornai ancor più indietro, a quando quel coglione mi aveva mollata. Perché? Semplice. Andava dietro a mia cugina da anni! Per essere precisi, da quando ci eravamo messi insieme.
tutti quei “Ti amo” erano solo puttanate. Non erano per me. E intanto si divertiva a giocarci sulla cosa.
Mi aveva presa in giro.
Mi ha umiliata.
Tutti dicono che sia dispiaciuto, ma io la conosco la verità: non mi sopportava, anzi, faceva di tutto per farmi sentire una merda!
Tratteneva i suoi veri pensieri agli altri, nascondendoli dietro a quelli falsi.
Ci sono cascati tutti. Ma non io. non la sottoscritta!
Ci vuole ben altro per prendermi per il culo! Dopo la separazione, avevo imparato a non cascarci più in tranelli simili.
“Leah!” mi chiamò Seth “Jake è tornato!”.
Mi bloccai di colpo, affondando le unghie sul terreno fangoso.
“Dice che la prossima volta è meglio se ne stai fuori”.
Cazzo! La sanguisuga glielo aveva riferito, alla fine.
Beh, non è mica colpa mia, se una certa Bella Cullen non fa altro che tormentarlo. Una strigliata non le farà mica male. Anzi, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare, se la meritava!
Ma perché poi continuava a torturarsi in quel modo? Almeno io cercavo di stare alla larga dal mio ex per quanto mi è possibile. Invece Jacob… non ce la faceva…
Ripresi la corsa, cercando di concentrarmi su altro. Ma perché mi preoccupavo per lui?
La risposta era chiara e ci avevo pensato pure prima: mi vedevo in lui. Eravamo… come lo specchio dell’altro.
Continuai a correre, arrivando vicino alle vetrate di casa Cullen, finché un urlo terrificante non si alzò dalla casa per tutto il monte Olimpia.
Mi fermai nuovamente. Ma cosa…?
Mi avvicinai alla porta. Si sentivano voci agitate, passi veloci e pesanti ed urla. Sentivo persino odore di sangue, un fortissimo odore di sangue.
Cavolo! Non poteva partorire proprio ora!
Mi nascosi dietro ad un albero e mi trasformai. Indossai i miei stracci e provai a raggiungere la porta, finché un lupacchiotto color sabbia non guai alle mie spalle. Mi voltai, irritata.
Aveva uno sguardo molto preoccupato.
-Vado a vedere apposta, no?- feci. Lui scosse la testa e con l’orecchio indicò la foresta. Non capì.
Mosse allora il muso sempre nella stessa direzione, per poi calpestare due volte il terreno con una zampa.
Annusai l’aria. Lupi. Decine di lupi si stavano avvicinando.
-Cazzo!- sbraitai. Corsi con Seth verso quel punto. Ci arrestammo quando notammo sei lupi in riga che ci squadravano da un rialzamento roccioso.
Sam, il più grosso e minaccioso, ringhiava. Ringhiai a mia volta, sfidandolo.
Altre urla, poi delle ossa rompersi, ed infine… un pianto? Un neonato che piange?
Voltammo tutti le teste verso la casa. La creatura era nata.
Tornai a guardare i lupi. Ora erano decisamente furiosi.
Nemmeno il tempo di reagire che tre vampiri si presentarono subito ai nostri occhi, ringhiando.
-E’ nato, vero?- chiese Carlisle.
-Si- risposi. Cosa dovevo fare? Rimanere per lottare, o andare a vedere come stava Jacob?
-Tu va!- urlò dalla finestra Edward –Meglio se lo controlli. A loro ci pensiamo noi!-
“Bene, ho capito” pensai. Gli altri vampiri tranne la bionda uscirono, raggiungendo gli altri.
Tornai in quella casa enorme quanto un palazzo in un istante.
Aprì la porta, ritrovandomi in salotto.
Jacob era lì, in piedi, dietro alla bionda che, seduta su un divano ormai sporco di sangue, stringeva a sé un fagotto.
Notai il mio amico stringere i pugni molto forte, le vene del braccio ben visibili.
Un idea terrificante mi balenò per la testa: voleva uccidere il piccolo?
Rosalie fece alzare un poco il bebè. Era una femminuccia.
Aveva dei riccioli corti e rossi, e i suoi occhi erano color cioccolato.
Jacob ringhiò, forte. Lo vidi ghignare, ormai pronto ad attaccare…
-NO!- urlai. Prima che potesse muoversi, lo strinsi forte da dietro, circondando il petto con le braccia, impedendogli di muoversi.
Smise di ringhiare. Lui e la bionda si voltarono. Lei confusa, lui incredulo e con lo sguardo fuori dal comune. Mi fissava con aria omicida…
-Cosa… Vuoi…?- domandò, freddo. Da quando era così? Da quando il suo cuore si stava macchiando?
Strinsi i denti e lo fissai a mia volta, sfidandolo.
-Non puoi, razza di stupido!- dissi, mentre la bionda se ne andava di sopra con la bambina.
-Come non posso?- chiese lui, acido –L’ha uccisa!-.
-No, invece!- dissi, alzando la voce –Non lo senti? Il suo cuore sta tornando a battere, ma presto… presto sarà una di loro!-.
Jacob deglutì. Ascoltò i battiti che provenivano dal piano superiore, che ben presto cessarono. Il silenzio più totale.
Abbassò la testa, il volto più scuro del solito, cominciando a singhiozzare.
Lo strinsi ancor più forte, poggiando la testa sulla sua spalla. Lui sfiorò le mie mani e le mie braccia, come a cercare un appoggio. Sciolse il mio abbraccio, voltandosi verso di me.
Lo fissai. Il suo viso era ricoperto di lacrime, gli angoli della bocca piegati in un ringhio silenzioso.
Con l’indice asciugai il suo occhio sinistro. Afferrò la mia mano, poggiandola sulla sua guancia. Fu allora che si lasciò cadere, con la testa sulla mia spalla, piangendo più forte. Lo strinsi di nuovo a me, mentre una lacrima mi scendeva lungo la guancia destra. Per quanto ancora questo ragazzo doveva soffrire? Perché il mondo era tanto crudele?
Con le braccia mi strinse forte per la schiena. I nostri petti si incollarono. Potei sentire il battito del suo cuore, quasi morto.
Accarezzai la sua nuca, affondando le dita tra i suoi capelli, corti e selvaggi, che a me erano sempre piaciuti.
Avvicinai le mie labbra al suo orecchio, cantando una canzone tipica dei Quileutes.
Finalmente stava cominciando a calmarsi. Smise di piangere, iniziando a respirare. Continuai a cantare, sperando di calmarlo ancor di più.
Mi accarezzò la schiena, mettendo per sbaglio la mano sotto la canottiera.
Non dissi nulla, anzi, glielo lasciai fare. Ora come ora aveva bisogno di calmarsi, non di essere sgridato. Socchiusi gli occhi. Sembrava un bambino triste che non sapeva più a chi abbracciare.
-Leah…- disse, calmo, ma con la voce ancora strozzata.
-Si?- chiesi, con un tono stranamente dolce, che pensavo di aver perso.
-Grazie- fece, stringendomi ancor più forte, continuando ad accarezzarmi la schiena.
-Tranquillo- dissi, calma.
Sciolse un poco l’abbraccio, senza però staccarsi definitivamente da me. mi guardò in faccia, accorgendosi solo ora che avevo pianto anche io, per lui.
Mi asciugò la guancia con l’indice e disse, azzardando un sorriso malinconico:-Scusa, sono patetico-.
-Non lo sei- risposi –E’ normale. E poi… se ti tieni tutto dentro finisci per impazzire. Se ti sfoghi ogni tanto non fa male, anzi, ti sentirai un poco più leggero-.
Mi fissò, incredulo, per poi ridere:-In effetti mi sento un po’ meglio-
-Visto?- dissi, sorridendo. Mi guardò, incantato, per poi scuotere la testa, stranamente imbarazzato.
-Perché sono tutti fuori?- chiese.
Mi bloccai.
-O Cazzo!- dissi, sciogliendo definitivamente l’abbraccio, dirigendomi verso la porta.
Uscimmo nel momento esatto in cui i lupi si allontanarono. Erano tutti interi, per fortuna.
-Siamo riusciti a convincerli, per ora- spiegò Carlisle –Ma non si sa per quanto resteranno buoni-.
-Almeno per adesso abbiamo un problema in meno- disse il rosso, tornando dentro assieme agli altri.
Nel mentre lui e Jacob si squadravano. Ringhiai contro la sanguisuga, pensando: “Senti, vedi di startene buono! Sta già male di per sé!”.
-Ok- rispose lui, entrando.
-“OK” cosa?- chiese il lupo. Scossi le spalle, fingendo di non capire.



Angolo Autrice: tatatatannnnn!! rieccomi qui, la solita matta fanatica della coppia Leah/Jacob è tornata XD 
ok, ora parliamoci seriamente. 
questa è una fanfiction diversa dalle altre (se le avete già lette, saprete di che parlo), molto "What if?". Già, perchè mi sono spesso chiesta cosa sarebbe successo se la Meyer non avesse mai scritto dell'imprinting. insomma, non posso essere l'unica che se lo è chiesto. 
ed ecco qui la storia. spero solo che vi piaccia. aspetto i costri commenti (accetto anche consigli ed insulti)
Delyassodicuori
   
 
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