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Autore: Rota    12/06/2013    2 recensioni
-Per ogni cinese che si ritenga tale, la Storia è la concretizzazione della volontà del Cielo. Ed è in questo progetto che non conosce tempo che ognuno di noi deve trovare il proprio posto, anche a costo di usare la forza per ottenerlo.
Passavano gli anni e i secoli, le voci che pronunciavano imperi e sentenze, persino intere dinastie tra vita e morte e crescita, eppure l'elemento davvero immortale e imperituro non era tanto l'esistenza di Yao Wang quanto il credo che aveva assunto come verità propria – e nella sua essenza più intima e concreta, la moralità di ogni capo umano che ne componeva l'anima interna. Dalla pianura distesa dello Henan, dove la placida e lucente nuova capitale risplendeva della bellezza dell'odierna Dinastia, ai monti più remoti del meridionale Hunan il medesimo pensiero, il medesimo sentimento, il medesimo sentire.

[Seconda classificata al "ΑΩ -from alfa to omega" indetto da betacchi sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cina/Yao Wang, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Nome autore: Rota
*Nazione scelta + personaggio storico: Cina/Yao Wang – Sima Qian
*Titolo storia: Tutto ciò che sta sotto il cielo
*Avvertimenti + rating: One shot, Missing moment – Verde
*Note personali ed avvertimenti generali: Ho voluto prendere in esame il personaggio di Sima Qian perché all'interno della storia antica della Cina ha avuto un ruolo molto importante, sul piano prettamente culturale, essendo l'autore della storiografia più nota della sua epoca, lo “Shiji”, ovvero “Memorie di uno storico”. Studiando un poco di cultura cinese, ho appreso come Storia, Cultura e Letteratura sono in questo popolo in fattispecie strettamente collegate tra di loro, in special modo se si parla dei tempi antichi: la Letteratura, con la L maiuscola, deve raccontare solo il Vero, ovvero “Tutto ciò che sta sotto il cielo” - essendo il Cielo dimora delle divinità e quindi estraneo alla natura umana e all'umanità tutta – e non c'è niente di più vero della Storia, composta quindi solo da fatti che moralmente si ritengono validi e giustissimi; quindi, per dirla in parole povere, la figura del Letterato non poteva che coincidere con quella dello Storico. Sima Qian, essendo uno storico e avendo composto quella che, anche al di fuori del proprio contesto, è considerata una delle opere letterarie di più alto valore, sia per contenuto sia per la forma, per me è una personalità simbolica ed esplicativa di tutto questo, senza contare che ha una storia personale affascinante e davvero interessante.
Ho aggiunto diverse note storiche e/o di approfondimento al mio testo. I testi da cui prendo le informazioni per le mie note sono “Storia della Cina” - M. Sabattini/P. Santangelo [GLF Editori Laterza] e “Letteratura cinese” - W. Idema/L. Haft.





Seconda classificata al contest indetto da betacchi sul forum di EFP "ΑΩ -from alfa to omega"

 

 

 

Testo α

 

 

-Per ogni cinese che si ritenga tale, la Storia è la concretizzazione della volontà del Cielo. Ed è in questo progetto che non conosce tempo che ognuno di noi deve trovare il proprio posto, anche a costo di usare la forza per ottenerlo.(1)

Passavano gli anni e i secoli, le voci che pronunciavano imperi e sentenze, persino intere dinastie tra vita e morte e crescita, eppure l'elemento davvero immortale e imperituro non era tanto l'esistenza di Yao Wang quanto il credo che aveva assunto come verità propria – e nella sua essenza più intima e concreta, la moralità di ogni capo umano che ne componeva l'anima interna. Dalla pianura distesa dello Henan, dove la placida e lucente nuova capitale risplendeva della bellezza dell'odierna Dinastia, ai monti più remoti del meridionale Hunan il medesimo pensiero, il medesimo sentimento, il medesimo sentire.(2)(3)

L'Immortale, dopo aver trovato in quella breve affermazione la risposta alla propria domanda circa una dimostrazione, quanto più sincera, della devozione degli uomini al proprio ruolo, continuò a osservare la schiena immobile del funzionario, fermo nel corpo nell'attimo della sua dichiarazione come quell'umile e orgoglioso lavoratore colto quasi all'improvviso dall'evidenza dei frutti del lavoro di sempre, taciuti alla coscienza perché ritenuti scontati, banali, presenti ugualmente che una seconda pelle che rivestiva ogni debolezza effimera. Erano concetti, quelli, che ogni cinese ripeteva ed esplicava nelle parole e nei gesti dell'abitudine di ogni giorno, e risultavano strani all'udito in quanto per la prima volta ascoltati davvero attraverso una coscienza vigile.

Sima Qian toccò con i polpastrelli della mano, dai recettori impreziositi di una nuova sensibilità, i pochi e pregiatissimi fogli di carta che aveva sparsi sul ripiano della scrivania e guardò, con aria assorta, la pila dei rotoli morbidi di seta che aveva rilegati in un angolo, tutti i dati raccolti da una vita e mezza di esperienza e studio. Ma trovare il filo conduttore a quel tutto lo rallentò solo di poco, e le sue mani tornarono laboriose subito dopo, i suoi occhi vigili e veloci nel giro di qualche istante. Respirò pesantemente l'aria appena fresca, pregna di umidità e dell'odore carico di inchiostro vecchio e nuovo, chinò il mento e aggrottò le sopracciglia, non ancora del tutto abituato alla luce della lampada che rischiarava i giorni sempre più corti e bui di quell'inizio di Autunno. La concentrazione lo isolò nuovamente dal resto dell'universo, dai pensiero e da ogni segno leggero di fatica – il graffiare sul grezzo materiale ruvido tornò a essere l'unico rumore che riempiva la piccola stanza, assieme all'aroma di acqua sporca e il chiacchiericcio stanco degli ultimi grilli, fuori dalla finestra.

Yao Wang restò nel proprio angolo, non troppo preoccupato dell'ombra sempre più pressante che conformava i contorni delle lastre legnose e li oscurava, gradualmente, nel nero della notte che dalle ante appena aperte si disperdeva in ogni angolo del piccolo luogo.(4)

Sulla Cina era scesa un'altra bella sera, rossa nelle nuvole rade a Ovest e accompagnata da un dolce vento leggero proveniente dal Nord. Nel vecchio palazzo imperiale, ormai sede sempre fausta e sfarzosa di ogni diligente amministrazione di funzionari di più o meno alto lignaggio e compito, si sentivano le eco lontane di quelli che furono i suoi antichi abitanti, qualche dinastia antica che aveva trovato conforme a propria dimora non alto che quei corridoi, quelle pareti e quei larghi e meravigliosi terrazzi. E il rimando chiaro, che scorre come il pensiero all'odierno, grandioso Imperatore, era immediato, e con l'immaginazione si poteva distinguere il silenzio sulle bocche sempre pronte alle chiacchiere di mogli e concubine, la tranquillità sulle vivaci ginocchia sempre atti al movimento degli infanti e dei giovani, la magnificenza del metallo che ricopriva gli uomini della notte nelle loro armature e nelle armi che scintillavano e tintinnavano a ogni gesto.

C'era una pace strana, piacevole, persino nel distendersi delle dita di Yao Wang che passarono, come un pettine morbido dai larghi denti, tra i ciuffi della fluente chioma scura. Assaporò, senza lo sfondo di borbottii molesti, quel momento di stasi, considerando di nessuna reale importanza presente le reminiscenze di cicli già vissuti in precedenza.(5)

Yao Wang tese appena i muscoli del viso quando lo colse la stanchezza di uno sbadiglio inaspettato, e quando tornò a guardare la schiena di Sima Qian notò di lui solo i movimenti continui e regolari del gomito e della sua spalla, sporgenti di poco dal bracciolo e dallo schienale della sedia riccamente decorata che la sua intera persona occupava, nel silenzio assorto che lo aveva sempre caratterizzato. Concreto e laborioso, non aveva che potuto trovare il proprio orgoglio nell'ereditare l'antico e sempre massimamente onorevole ruolo dell'Intellettuale, capace come pochi altri elementi di impreziosire di moralità attuale fatti passati, secondo quella giustizia che l'evidenza del tempo stesso aveva reso legittima nella forma concreta del suo avverarsi.(6)

E non c'era uomo, sul suo suolo, che avesse un carattere migliore del suo per adempiere a quel ruolo: non erano favole fantastiche ciò che Yao Wang voleva ricordare per sempre, ma solo la realtà dei fatti, così come doveva essere.

Sima Qian si interruppe una seconda volta e alzò lo sguardo a vuoto, recitando lunghe frasi già sentite, raccolte dalla bocca di un vecchio uomo lontano nel tempo, ormai, e sicuramente nello spazio. Dovette ripetere più volte un passaggio nel quale saltava qualche parola, dovette cercare e ripescare il senso della memoria in qualcosa di sfuggente e poco chiaro, che non gli tornava in mente ma rilasciava tracce di sé troppo labili per essere seguite. Allora si alzò dalla propria poltroncina, con un suono di legno strisciato, e con qualche passo raggiunse uno dei bauli che aveva deposto nella stanza al proprio arrivo e ne sollevò il ricco e decorato coperchio scuro, perché alla sua vista potessero mostrarsi i rotoli vecchi che aveva ereditato assieme all'incarico prestigioso che sempre, sempre gli occupava l'esistenza. Con gesti attenti e delicati, prelevò una striscia di tessuto giallastro che poco ricordava, nella consistenza e nel colore, il cotone su cui Sima Tan aveva inciso le proprie conoscenze non più di cinquant'anni prima, tornando da una delle regioni più a Sud dell'Impero. Con braccia aperte, la adagiò sui propri polsi e la distese, lasciando che la sua coda rotolasse a terra e si allungasse sul pavimento con un suono morbido e ovattato; dovette però avvicinarsi alla lampada, unica fonte di luce sicura, per poter leggere le scritte lì impresse. Il profumo quasi esotico che l'aveva accompagnata i primi tempi – l'aroma tipico dei viaggi lunghi, delle carovane e degli animali da soma che, come assistenti fedeli e laboriosi, paggi e intellettuali stessi con il giusto senso del dovere che sapevano più di polvere e sabbia delle strade che di corridoi di palazzo – aveva sbiadito nel tempo e nell'isolata cura l'interesse derivato dalla provenienza per diventare semplice documento, atto soltanto alla nobile funzione di garantire verità assoluta.(7)

L'aggrottare serio delle sopracciglia dell'uomo e l'estendersi della perplessità su tutta la sua fronte ampia dettero testimonianza che avesse trovato alcune inesattezze, nel proprio trattato, tanto da risultare turbato per qualche istante. Il Falso, l'errore, era come l'amoralità più profonda, e nel caso fosse stato protratto nel tempo come scritto immortale avrebbe generato solo disgrazie e terribili sciagure: questo era ciò che sapeva meglio di chiunque altro. Lesse attentamente buona parte del rotolo che aveva tra le mani prima di ripiegarlo e metterlo di nuovo al suo posto, tra tutto il resto.(8)

Cina si alzò a propria volta, quando le dita un poco stanche dell'uomo afferrarono il coltello del manico lucido e grattarono dal proprio foglio i caratteri di un'intera riga – Sima Qian si ricordò in tempo della fragilità del materiale su cui stava lavorando e con attenzione si guardò bene dall'esercitare troppa forza sulla punta del proprio strumento – e, da sopra la sua spalla, lo guardò lavorare con cura, com'era giusto che fosse. Battaglia sbagliata nella datazione e nel luogo. Muye vide la fine dell'onesto Di Xin, non altri luoghi, non altre regioni.

Yao Wang gli concesse un piccolo sorriso di commiserazione che non nascose, nemmeno quando l'altro voltò appena lo sguardo dal lavoro a lui. Era, dopotutto, un uomo, che abbassò subito gli occhi in un gesto di evidente sottomissione nel momento in cui si rese conto di chi stava guardando in maniera così diretta. Sporgendosi in avanti col busto e allungando la mano oltre il suo corpo, fece scorrere l'orlo dell'ampia e ricca manica del suo abito regale, da palazzo, contro la sua spalla, e prese con la propria mano la stecca di inchiostro puro che ancora doveva essere sciolto, la sollevò e cominciò a sfregarla contro la piccola pietra che era riposta sul tavolo di quella scrivania; lasciatala nell'acqua già sporca, appoggiata di lato, prelevò il pennello abbandonato e lo intinse di liquido per incidere, piano, tutti i tratti di un carattere fin troppo riconoscibile. La Dinastia Zhou, origine di ogni giustizia e di ogni legittima morale, ora brillava di nero lucente.

Scrittura: arte nobilissima e immortale.(9)(10)

Distolse lo sguardo solo quando sentì passi estranei avvicinarsi all'ingresso della stanza – un piccolo sguattero della cucina reggeva un piatto tra le proprie mani e con parole assonnate annunciò se stesso e il discreto pasto che portava; si dileguò con un inchino quando Yao, lasciato anche il pennello all'uomo, andò a prelevare lo spuntino. Un mucchio di piccoli ravioli profumati si presentò agli occhi incuriositi di Sima Qian.

-Ho pensato che potesse aiutarti nel lavoro. Il cuoco ha seguito una ricetta che gli ho dato io, sono buoni!

Yao Wang sorrideva mentre si avvicinava a lui; prese uno dei piccoli fagotti e gli diede il resto, appoggiando il piatto sul tavolo. Quindi tornò a occupare il proprio posto, sulla sedia dietro la scrivania, con la schiena dell'uomo ben visibile.

Quello, dopo essersi concesso l'assaggio di un primo raviolo, sorrise appena non visto, e tornò al proprio lavoro. Recitò carattere dopo carattere il proprio poetico componimento, per trovare nell'oralità stessa il giusto ritmo e la giusta poesia – mai che le gesta dei grandi Di potessero essere tramandate da parole grette e misere: anche il Vero esigeva la forma adeguata.

Yao Wang accompagnò, assieme all'ennesimo sorriso delle labbra, il verso melodico dell'uomo, con il piede battente e il pensiero leggero. Tracciava in aria, come il pennello nero sulla carta, linee e curve dal significato concreto o allusivo, condensando sempre più nella sostanza del corpo ogni concetto appreso in tanto tempo. Il giovane Impero gettò la testa all'indietro e lasciò che i pochi ciuffi liberi dell'acconciatura regale che aveva sul capo, come anche la coda corposa alla base della nuca, scivolassero verso il basso, accarezzando appena nel mentre la cornice del suo viso; c'erano Imperatori, mogli virtuose e generali vittoriosi accanto a lui, vivi ancora una volta e per sempre nell'impronta scura che quelle mani mortali stavano lasciando impressa.

Schiuse le palpebre al buio e, con la coscienza appena presente nell'animo, si interrogò su quali fossero la grandezza e la previdenza del Cielo perché si scegliessero tali uomini per determinati e determinanti compiti. Neanche a lui la risposta di un tale quesito era concessa, neppure a lui e alla sua immortale età.

La luce della lampada brillò più forte a un lieve soffio di vento e la mano di Sima Qian andò veloce a proteggerne la flebile fiamma, perché non si spegnesse del tutto. Yao Wang, quindi, lo guardò di lato con un solo occhio – e si convinse che la soluzione fosse proprio il movimento di quelle mani e l'impegno che colorava quello sguardo tutto. L'umanità stessa, alla fine, valeva bene ogni perfetta speranza.

Sima Qian prese un altro raviolo e lo portò alla bocca, si girò verso di lui e, posandogli lo sguardo addosso solo nel dubbio che fosse sopito per colpa del sonno, si fermò sulla sua figura qualche istante – per ammirarlo, forse, come sempre aveva fatto amorevolmente con la totalità della Cina stessa.

Yao Wang si addormentò cullato dai canti dell'uomo.(11)

 

























 

Note storiche

  1. Secondo la Tradizione Centrale cinese, che segue in larga parte la scuola di pensiero del Neo Confucianesimo, ogni rapporto sociale è stabilito attraverso precise gerarchie e precisi ruoli di dovere e diritto; “stare ognuno al proprio posto” rientra quindi in questo concetto, così anche come quello di, tutto occidentale, di “realizzazione personale”. Inoltre, la Tradizione Centrale viene a conformarsi prettamente, nelle sue linee generali, sotto gli Han, la dinastia presso la cui corte Sima Qian viveva, ma aveva radici ben più antiche. Tanto per dare un'idea, quello che per gli occidentali è Confucio ha vissuto quasi quattro secoli prima.

  2. Una cosa che accomuna tutti i cinesi e che li fa davvero un unico Popolo è l'attaccamento alla Tradizione Centrale, persino nei periodi di più profonda divisione geografica e culturale. Questo per ribadire il senso di unità a cui si appellano sempre loro stessi.

  3. Breve descrizione geografica di quella che era all'epoca l'Impero della Cina.

  4. Sempre sotto la dinastia Han non solo si scoprì l'uso della carta ma si arrivò ad una diffusione della tale davvero alta. Sima Qian visse a cavallo di questi due passaggi, quindi ho ipotizzato che, essendo un funzionario di corte, potesse disporre della pregiatissima e preziosa carta, ma avesse fatto anche uso di vecchi materiali di scrittura, quali la seta e le lastre di legno.

  5. Nel periodo antico, era solito per le dinastie imperiali cinesi spostare, abbastanza frequentemente, la capitale dell'Impero. Gli Han non furono da meno, e sposarono la propria sede in una zona più a Nord che in precedenza.

  6. Sima Qian in realtà non iniziò lo Shiji di propria mano, ma ereditò il compito dal padre Sima Tan, funzionario di corte e storico esattamente come il figlio.

  7. Ovviamente, essendo la scrittura praticamente agli esordi, molto dello Shiji si basa su testimonianze orali, raccolte durante i lunghi viaggi dei due uomini e riportati, quando e quanto possibile possibile, su strumenti quasi d'occasione.

  8. Il concetto di Storia, per i cinesi, si lega a innumerevoli cose, prima di tutto la morale e la Tradizione. Lo Shiji è una testimonianza diretta della cosa: viene riportato solo ciò che è “giusto” riportare, specialmente nella parte delle biografie che l'opera racchiude, ovvero quegli episodi specifici che possono fungere da modello per una corretta etica per i posteri ed esempi di spiccata virtù. In più, lo storico cinese si pone di scrivere solo il “vero”, non solo il giusto, e il vero è tutto ciò che di concreto la Storia può fornire al sapere umano – in concreto, i fatti e non tanto la psicologia, gli avvenimenti e non la mitologia o cose simili, fermo restando che il cinese tipo credeva senza problemi all'esistenza di entità quali demoni e affini. In tutto questo, inizialmente si concepiva la “Letteratura” come una descrizione dei “fatti” e nessuna invenzione, di alcun genere; per questo motivo, la Letteratura in senso più puro del termine non era considerata un'occupazione nobile.

  9. Descrizione breve e piuttosto sommaria su come veniva fabbricato, manualmente, l'inchiostro per la scrittura su carta.

  10. La scrittura è strettamente legata alla funzione dello storico, in quanto simbolica e rappresentatrice del “vero” e quindi anche del “giusto”.

  11. Lo Shiji è prima di tutto un componimento poetico, di raffinata letteratura, che andava recitato e cantato – viene considerata una delle opere più belle, culturalmente parlando, dell'epoca antica.

   
 
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