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Autore: itsRori    12/06/2013    5 recensioni
Eccoti,stai bussando in lacrime alla mia porta.
Continui a ripetere quei finti 'ti amo' che da giorni,
mesi o forse anni continui a dirmi cercando di nascondere la pura ed essenziale verità.
Tu non sei più mia.
Siamo due destini rimasti uniti per troppo tempo.
Siamo due spiriti che vagano nel purgatorio in attesa del loro processo.
Siamo due goccie di pioggia che precipitano l'una prima dell'altra.
Ci mimetizziamo fra la folla di persone rovinate dal loro stesso amore.
Ci mimetizziamo fra la folla di persone distrutta dai loro stessi sentimenti.
Siamo camaleonti,con sembianze umane.
Genere: Drammatico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jay McGuiness
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fresca sera di maggio,Londra era illuminata da centinaia di lampioni che impedivano ai raggi lunari di arrivare fino a terra.
Presi la scorciatoia che portava a dei palazzi disabitati,poco distante da lì,c'era casa mia.
Forse neanche casa mia era abitata,se non dai ricordi.
Mi soffermai nell'udire due voci fin troppo familiari. Doveva essere un'illusione. Non potevano essere realmente loro. Mi nascosi dietro un muro,cercando di captare le figure che dialogavano fra di loro. Il mio cuore cessò di battere,non potevo e non volevo credere a quello che i miei occhi stavano vedendo.
Era lei,la mia ragazza,insieme a lui,il mio migliore amico.

 

-Ti amo Terence.-disse lei ad un soffio dalle sue labbra.
-Ti amo anche io Cher.-rispose lui impadronendosene.”

 

Scappai,non avrei potuto rimanere ancora per molto nelmio nascondiglio.
La ragazza dei miei sogni mi stava tradendo.
La voragine che mi hai lasciato nel cuore,era di una dimensione inspiegabile,innaturale,quasi paragonabile alla fossa delle Marianne.
Mi sono sentito morire dentro.
Ti farò rimpiangere quella notte. Sarò il tuo peggior incubo.
E' incredibile il modo in cui io ti senta vicina,sento perfino il flebile rumore del tuo respiro.
Ti sento qua,al mio fianco.
Sei una persecuzione continua.
E' inaccettabile il fatto che io pensi ancora a te.
Voglio eliminarti dalla mia vista,devo farlo.
Sei la ragione per cui qualcuno si farà del male.

 

So che avrei dovuto lasciarti andare,prima o poi,ma speravo che quel momento non arrivasse mai. Come invece è successo.
Avrei dovuto capire il tuo gioco,fin dall'inizio.
Devo imparare a dirti 'addio',una volta per tutte.
Ho abbandonato la mia armatura,diventata troppo piccola per contenere il dolore che sto provandoa causa tua.
Ho lasciato che la nostra storia si sgretolasse come sabbia fra le tue mani.
Mi sono lasciato travolgere dalla folla di soldati urlanti in cerca di libertà,o vendetta.
E' l'ultima volta che scappo da una zona di guerra.

 

Sono a casa,casa nostra. Sto cominciando ad odiare quel posto.
Vedo i tuoi luminosi occhi verdi,i tuoi capelli rossi,le tue guance addolcite da migliaia di lentiggini e le tue labbra perfette su ogni parete.
Devo bruciare ogni ricordo di te con una fiamma ardente,così da diventare cenere insieme a loro,sperando di non vedere mai più la fote della mia distruzione.
Sto bruciando,insieme a questa stanza.
Adesso comincio a capire le tue menzogne.
Mi sono lasciato morire dopo tante ferite letali.

 

Eccoti,stai bussando in lacrime alla mia porta.
Continui a ripetere quei finti 'ti amo' che da giorni,mesi o forse anni continui a dirmi cercando di nascondere la pura ed essenziale verità. Tu non sei più mia.
Siamo due destini rimasti uniti per troppo tempo.
Siamo due spiriti che vagano nel purgatorio in attesa del loro processo.
Siamo due goccie di pioggia che precipitano l'una prima dell'altra.
Ci mimetizziamo fra la folla di persone rovinate dal loro stesso amore.
Ci mimetizziamo fra la folla di persone distrutta dai loro stessi sentimenti.
Siamo camaleonti,con sembianze umane.
Ci impersonifichiamo nel dolore ,mentre delle fitte al cuore ed alla bocca dello stomaco fanno si che le nostre lacrime abbiano il sopravvento,rendendoci deboli,vulnerabili.
Continui a parlare mentre le lacrime non cessano di scendere dai tuoi occhi.
Non avrei più ascoltato nessuna tua parola,sarebbero state altre cicatrici aperte nel mio cuore ormai tenuto insieme da punti di sutura messi a caso e pezzi di garza imbevuta di disinfettante dall'odore nauseabondo.
Non avrei retto il contatto con i tuoi occhi ipnotici colore del prato in primavera che risplendono illuminati dalle lampada del soggiorno.
Non avrei reagito nel modo migliore,come facevo sempre.
Avrei portato dolore all'interno del tuo corpo.
Avrei portato
altre lacrime fuori dai tuoi occhi.
Avrei portato
urla strazianti all'esterno della tua bocca.
Avrei portato
rimorso nella tua psiche danneggiata da eventi contrastanti da quelli a cui eri abituata a vivere.
-Jay,ascoltami,posso spiegarti.-eri ostinata a farti perdonare.
Non volevo sentirti parlare,mai più.
Dovevo conoscere la causa del tuo tradimento prima di sparire dal circondario londinese diventato sofferente e trppo stretto perché tpotessimo vivere entrambi al suo interno.
Reggevi la testa fra le mani mentre sprofondavi nel divano a 'L' appoggiato alla parete destra del salotto. Ogni oggetto di questa casa mi lega a te.
La televisione era il nostro passatempo preferito.

La guardavamo insieme,sempre,ad ogni ora del giorno o della notte.
Le fotografie appese al muro erano momenti indimenticabili che abbiamo vissuto l'uno con l'altro.
La camera da letto era la culla dei nostri momenti più intimi.
Ricordo ancora quella notte.

La prima notte che passammo insieme,quella che precedeva gli esami di maturità.
Quella notte,facemmo l'amore. Eravamo solo io e te,nessun altro.
Eravamo solo io e te,e la voglia reciproca che avevamo l'uno dell'altra.
Eravamo solo io e te,ed i raggi lunari che filtravano attraverso le persiane verde scuro.
Eravamo solo io e te,agitati e spaventati dal giorno che avrebbe seguito quello che stavamo vivendo.
-Io ti amo,-ecco un'altra bugia-solo che,non so per quale irrazionale motivo,amo anche lui.-le lacrime avevano smesso di mescolarsi al tuo mascara evitando di creare altre righe nere che tagliavano le tue guance.
Come potevano amarsi due persone contemporaneamente?
Era scientificamente provato che le relazioni erano formate da due persone,non da tre, come spesso succedeva.
-Non puoi amare due persone diverse come se fossero una sola.-ti dissi cercando di mantenere la calma. Era difficile farlo.

 

Continuavi a spiegarmi come potevi amare due persone diverse.

Non avevo più voglia di ascoltarti,stavi riaprendo le voragini del mio cuore,ancora una volta.
Ti urlai contro la mia ira,le tue lacrime non smettevano di scendere mescolandosi al mascara formando righe ancora più marcate.
I miei occhi pungevano,erano lacrime.
Tensione e nervosismo si erano impadroniti del mio corpo impedendomi un regolare flusso dei pensieri.
-Sei l'unica che io abbia mai amato più di me stesso.-ti dissi fra le lacrime.
Quelle parole uscirono dalle mie labbra in modo quasi involontario,accusatorio.
Volevo farti sentire in colpa per tutto quello che mi hai fatto.
Ferirti,era il mio unico intento. Volevo farti provare almeno una parte del dolore che ho provato io.
Sentivo il corpo stapparsi come un foglio di carta.
I nervi annodati erano l'unica cosa che mi permettava di rimanere intero.

 

Non avrei sopportato di sentire ancora le tue bugie. Me ne andai.
Uscii da quella casa incendiata dalle lacrime.
Uscii da quella casa impregnata di emozioni.
Uscii da quella casa marchiata dalla sofferenza.
Scappai dai fantasmi che continuavano a perseguitarmi costringendomi a rivivere ogni istante di quel momento in cui ogni certezza che avevo di 'noi' è svanita.
Continuavo a camminare per le strade deserte di una Londra,triste e buia.
Tutto,intorno a me,rifletteva le emozioni che stavo provando in quel momento.
Mi hai seguito fino qua,adesso cosa hai bisogno di dirmi?
Ridacchiavi mentre ti asciugavi alcune lacrime.
-Sembriamo Ginevra e Re Artù.-avevi detto mentre,lentamente,ti avvicinavi a me.
Avevi preso i miei sentimenti come un gioco. Ti odio,per questo.
-Speravo che Lancillotto,almeno in questa storia,non esistesse.-sputai queste parole con rabbia e cattiveria.
Altre lacrime bagnavano le tue guance,dovevi soffrire. Come ho fatto io.
Urlavi le tue scuse con tutto il fiato presente nel tuo corpo mentre i singhiozzi,fra una frase e l'altra,ti permettavano di riprendere fiato.
Scappai ancora.
Dovevo andarmene,per sempre.
Camminavo distrattamente sul ciglio della strada,ero convinto di voler sparire.
L'occasione era arrivata.
Due fari si avvicinavano a me con grande velocità.
Mi allungai,distrattamente verso la mia fine.
Lo scricchiolio delle ossa che si rompono come pezzi di vetro scagliati a terra.
Il volo del mio corpo 'morto' per oltre venti metri.
La vista completamente offuscata per colpa delle lacrime.
E' giunto il momento.
Gli occhi si chiudono.

Il cuore smette di battere .

Ed il respiro si spezza nella mia gola.
Sono morto.
Tutto di me è morto.
Non è rimasto niente di me,se non le mie urla strazianti durante quella notte del 7 maggio.

  
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