Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |      
Autore: taylorswjft    12/06/2013    2 recensioni
Helen Bass riceve un messaggio che minaccia di rivelare il suo segreto più grande. A firmarsi è "-D". Ma chi è D? E come fa a sapere qualcosa che Helen non ha mai rivelato a nessuno?
----------------------------------
-Neanche io sono felice di essere qui, okay? Non voglio ascoltare la storia triste di una ragazzina autolesionista, ma fatto stà che oggi mia madre ha deciso di farmi venire con lei.- le rispose senza l'accenno di un sorriso.
-Che peccato.-disse a denti stretti Helen.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Keep a secret.

Helen lesse nuovamente d'un fiato il messaggio. Il cuore le batteva come mai prima e il terrore le attanagliava l'animo. “So il tuo segreto, piccola Helen. D.”recitava. Nessuno sapeva il suo segreto, nessuno li ad Atlanta poteva saperlo. Si era lasciata il passato alle spalle, i suoi scheletri risiedevano a Stratford.
Quella, era la sua nuova vita. La nuova Helen.
Una lacrima le sgorgò dall'occhio quando andò in bagno e accese il rubinetto della vasca. Si sedette sul water fissando il livello dell'acqua che continuava a salire e a salire. Chi poteva sapere quello che lei non aveva mai rivelato a nessuno?
Non poteva sopportare che qualcuno le stesse rovinando nuovamente la vita, quindi decise che a rovinarla sarebbe stata lei e nessun altro.
Si spogliò completamente e si immerse nell'acqua calda, che scottava.
E pensò a sua madre che non c'era più e a suo padre che era come se non ci fosse e tutto ebbe senso nella sua mente.
Prese la lametta e si tagliò i polsi, senza ripensarci una seconda volta. Se non si fosse uccisa lei ad ucciderla sarebbe stato il suo segreto. Sorrise iniziando a perdere i sensi,capendo che stava per morire.
L'acqua si tinse di rosso e poi fu il buio.

 

* * * * * * * * * * * * * *

 

Un ronzio elettrico la fece svegliare. La vista, ancora sfocata, le permise di capire che si trovava in una stanza d' ospedale. Il letto era bianco, l'armadio era bianco, le pareti erano bianche. Anche le garze che le ricoprivano i polsi erano bianche, con delle striature rosse.
Sbattè le palpebre per qualche secondo, poi mise a fuoco la sagoma di una donna dai lunghi capelli biondi e due occhi azzurri come l'oceano. Accanto a lei sedeva un ragazzo dai capelli color grano e gli occhi color nocciola. Helen ipotizzò che fossero madre e figlio, per l'acuta somiglianza. Ma chi erano? E perchè erano li?
-Ciao.-le sorrise la donna, carezzandole le fronte e scosatandole un ciuffo di capelli bruni dal volto. Helen fece uno scatto indietro, come spaventata da qual tocco.
-Chi è lei?- chiese sospettosa.- E chi mi ha portata qui?-
-Io sono la signora Granger e sono la psicologa dell'ospedale. E lui è mio figlio, Justin.-le rispose con il sorriso più incoraggiante che le fosse mai stato rivolto.-A portarti qui è stato tuo padre. Dice di averti trovata a casa, nella vasca.-aggiunse.
-Ah, quindi non era fatto.-commentò Helen con tono piatto, che non esprimeva alcun sentimento.-Lei cosa vuole da me?-
Indicò i polsi fasciati.
-Voglio capire cosa ti ha portato a farti questo.-
Helen sbuffò. Nessuno si era mai preoccupato di lei, adesso cosa voleva quell'estranea? Non le avrebbe raccontato la storia della sua vita, né le avrebbe detto del messaggio.
La mora stava per risponderle quando un telefono vibrò in tasca della psicologa, costringendola ad alzarsi.
-Torno fra un attimo e ne parliamo.-disse e poi uscì dalla stanza.
Non doveva trovarsi li. Perchè suo padre non era sballato come al solito e non l'aveva lasciata morire, come desiderava?
Il ragazzo biondì tossì un paio di volte ed Helen portò la sua attenzione a lui.
-E tu perchè sei qui? Dovrebbe essere tua madre ad aiutarmi.-sibilò diffidente.
-Neanche io sono felice di essere qui, okay? Non voglio ascoltare la storia triste di una ragazzina autolesionista, ma fatto stà che oggi mia madre ha deciso di farmi venire con lei.- le rispose senza l'accenno di un sorriso.
-Che peccato.-disse a denti stretti Helen.
Avrebbe tanto voluto dirgli che se voleva andarsene avrebbe potuto farlo, che non voleva la pietà di sua madre, che non voleva disturbarlo e rovinargli il pomeriggio. Avrebbe tanto voluto spaccargli la faccia.
La signora Granger entrò giusto in tempo per evitare un litigio.
-Rieccomi.-disse andandosi a sedere di nuovo accanto ad Helen.
Justin, al contrario, si alzò e uscì dalla stanza, mormorando seccato: “vado a prendere un caffè”.
La ragazza sospirò di sollievo. Conosceva quel tipo da neanche mezz'ora e già lo odiava.
-Vuoi parlarmi di qualcosa? Qualsiasi cosa.- la incoraggiò la psicologa carezzandole una spalla.
Helen ci pensò qualche minuto. Magari avrebbe potuto parlarle di sua madre.
-Mia mamma. Aveva i capelli rossi, gli occhi azzurri e pelle color del latte. Papà mi dice sempre che era bellissima. Tutto il contrario di me.-iniziò Helen.
-Perchè parli al passato?- le chiese la bionda.
-E' morta quando avevo otto anni.- le disse semplicemente, tralasciando la parte nella quale lei e sua madre erano state travolte da un camion e solo lei si
era salvata, per miracolo.
-Ti manca ogni tanto?-
-Mi manca ogni secondo di ogni giorno. Mi manca il suo modo di camminare, il suo profumo, il suo modo di farmi sorridere. Mi fa male la sua mancanza.-sussurrò Helen, guardandosi le punte dei piedi nudi, verognandosi della confessione così intemia che aveva fatto a quella perfetta sconosciuta.
-Hai provato ad ammazzarti per questo?- chiese la psicologa senza mezzi termini.Fredda come il ghiaccio e tagliente come una lama quella domanda gelò Helen.
-No, certo che no! Lei mi ripeteva che ero un dono nella sua vita e anche se non lo pensa nessun altro a me basta sapere che lei lo pensava. E che lo avrebbe pensato anche adesso. Semplicemente ho fatto l'abitudine alla sua assenza.-disse coincitatamente Helen, il cuore che le bruciava per l'emozione.
Sono un dono, pensò troppo tardi. Stava per togliersi la vita e solo ora si ricordava le parole di sua madre.
-E allora perchè sei qui?-le chiese, gli occhi le si addolcirono.
In quel moemnto a salvarla fu un infermiere che disse alla bionda che Helen aveva bisogno di riposo.
La seduta terminò così, senza un vero risultato.
-Ci vediamo giovedì.-la salutò la signora Granger, uscendo dalla stanza.

 

 

Justin sorseggiava il suo caffè, quando vide arrivare la madre dal corridoio che si dirigeva apasso spedito verso di lui.
-Non vuole dirmi niente. E' come se avesse paura di dirmi qualcosa.-gli sussurrò sua madre non appena lo raggiunse.
-Mamma, è una svitata. Non ti dirà mai qualcosa se non sei tu a doverglielo strappare duori dalla bocca.Oppure le diventi amica.-suggerì suo figlio, gettando il bicchiere del caffè nella pattumiera che si trovava accanto alla macchinetta.
Gli occhi azzurri della madre si illuminarono di luce nuova.
-Ottimo, Justin. Diventerai suo amico.-

















----------------------------------------------
Buonasera!
Che ve ne pare? In questo momento sono molto ispirata.  
Bhè, che dirvi, questo è solo l'inizio, andnado più avanti si 
capiranno molte altre cose.                                                
Se volete lasciate una recensione, sia positiva che negativa.
Alla prossima, Eli. <3

----------------------------------------------
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: taylorswjft