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Autore: Craud    12/06/2013    1 recensioni
(LARRY)
Alcune ragazze mi avevano già riconosciuto tra sorrisi e gridolini soffocati.
Proprio una di quelle si avvicinò al nostro tavolo e tremando mi chiese l'autografo.
Con svogliatezza scribacchiai la mia firma su un foglio con una penna prestatami dalla stessa e tutta contenta mi abbracciò dicendomi:
«Louis Tomlinson, non cambiare mai»
Mi stupì. Perché fino a quel momento mi avevano sempre detto di dover fare l'esatto opposto: cambiare.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Dove diamine sei? L'uscita è programmata per le otto, i fotografi già sono pronti sul posto e tu arrivi anche in ritardo? .... No, Gretchen, così non va bene. ... Non ho intenzione di stare ai comodi tuoi! ... Nessuna scusa, io ti pago, hai l'obbligo di stare qui puntuale.»
Dei brusii non molto chiari arrivavano al mio orecchio. Paul stava ancora discutendo al telefono con Gretchen.
Lei era in ritardo, di nuovo.
E infondo speravo che lo fosse stata più volte possibili, così da farsi licenziare e non complicarmi ancora di più la vita.
Però, un dubbio invase la mia mente già estremamente occupata da altro: quel giorno non era il turno di Tina? 
Sbuffai. 
La porta sul retro si aprì e, finalmente, la figura della ragazza con cui stava parlando il mio manager a telefono apparì di fronte ai miei occhi.
Aveva i capelli sciolti, le ciocche che le cadevano libere sulle spalle, gli occhi contornati dalla matita e le labbra lucide. Le gambe fin troppo magre, scheletriche quasi, venivano fasciate da una gonna lunga dietro e di media lunghezza avanti, sopra era presente una maglietta semplice sbuffata all'interno del capo sottostante. Il fisico slanciato e sottile le permetteva di indossare qualunque tipo di capo d'abbigliamento. Le sarebbe stato bene anche un sacco della spazzatura già usato e preso da un cassonetto. 
Era davvero molto bella. 
Ma non potevo fare a meno di pensare a quanto sembrasse patetica.
«Finalmente! Quanto ci hai messo Gretchen, cazzo. Giuro che la prossima volta che ritardi, ti licenzio.» grugnì Paul.
«Non puoi, caro. Le altre due non ce la farebbero a sopportare anche il mio di turno, quindi devi sopportarmi.» rispose di rimando la ragazza.
«E tu?» disse guardando il sottoscritto «Come mai quella faccia?»
E me lo chiedi pure.
«Niente. Andiamo, prima facciamo e prima me ne ritorno a casa» dissi con una certa malinconia nella voce.
Lei prese la mia mano e la strinse.
Ricambiai svogliatamente il gesto. La sua mano era molto più piccola della mia, e non più grande. Come quella di Har-
Il rumore della porta aperta da Gretchen interruppe i miei pensieri, Paul mi fece voltare e mi sistemó il colletto della camicia.
«Meglio. Un' ultima cosa, Louis...» sollevó con le dita entrambi i lati della mia bocca verso l'alto.
«...sorridi.»
Lo accontentai, ma probabilmente quello fu uno dei sorrisi più falsi e inutili che una persona possa fare.
Nessuno lo notó, anche perché l'uomo di fronte a me mi guardó con un sorriso soddisfatto.
Uscimmo da casa di Paul e ci recammo verso l'auto parcheggiata lungo il viale adiacente.
Nessuno dei due proferì parola durante il viaggio verso il ristorante.
Appena intravidi il locale, fermai l'auto ed entrammo.
Ci diedero subito un tavolo. Beh, chi potrebbe mai far aspettare il membro di una boyband famosa in tutti il mondo, sostenuta da milioni di fan?!
Perciò, io, Gretchen e una miriade di sguardi e frecciatine inviateci da vecchietti ancora in attesa (i quali probabilmente non sapevano neanche cosa fosse una boyband) ci recammo al tavolo a noi predestinato. 
Ordinammo velocemente e lo sguardo della mia accompagnatrice non accennava ad allontanarsi da me.
«Cazzo mi fissi?»
«Sei così bello stasera.»
«Oh, andiamo, non fare la finta tonta, tutti qui sappiamo che sei lesbica» dissi io con tono ironico.
Non era la verità, dato che Gretchen appariva all'intero come la mia presunta fidanzata etero.
«Beh, se proprio la vogliamo mettere in questo modo, tutti qui sappiamo che sei gay» 
"Non esattamente tutti" avrei voluto dire in una risata isterica.
Le feci una linguaccia e la mandai a fanculo in silenzio.
«Lou, oggi sei particolarmente stronzo. Voglio dire...più del solito» puntualizzó lei.
«Senti, non è che io sia così propenso ad uscire con una lesbica e fingere pure di stare assieme a lei da un anno» sputai io.
«Non credere che io sia contenta di stare sempre ai comodi tuoi, fingere che tu sia il mio ragazzo e altre stronzate del genere» rispose lei alzando di qualche decibel la voce. 
Non volevo desse spettacolo, anche perché nella sala, alcune ragazze mi avevano già riconosciuto tra sorrisi e gridolini soffocati. 
Proprio una di quelle si avvicinò al nostro tavolo e tremando mi chiese l'autografo.
Con svogliatezza scribacchiai la mia firma su un foglio con una penna prestatami dalla stessa e tutta contenta mi abbracciò dicendomi:
«Louis Tomlinson, non cambiare mai»
Mi stupì. Perché fino a quel momento mi avevano sempre detto di dover fare l'opposto: cambiare.




My corner:
La mia prima fanfiction Larry!

So perfettamente che il testo sovrastante è una cosa patetica e scritta male, però don't worry, questo prologo è solo per introdurre la situazione in cui la storia prederà forma, anche se in seguito si aggiungeranno altre persone mooolto importanti.
Spero che vi piaccia :) 
   
 
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