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Autore: Mapiamica    12/06/2013    4 recensioni
E se Candy fosse fuggita con Terence dal collegio', verso l'America? Cosa sarebbe successo?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LA FUGA

Capitolo I

 

Il senso di solitudine invadeva il suo animo come la nebbia fitta nei più grigi giorni di Londra. La sua tristezza le era insopportabile, lei sempre così solare, allegra e sorridente, eppure non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione di opprimente malinconia che le era compagna ormai da giorni.

Ripensava a tutto quello che era successo. All’infido tranello di Iriza, alla reazione brusca, esagerata di suor Grace, alla sua punizione ingiusta, alle urla disperate quanto inascoltate di Terence. E ripensava a quanto fosse stato dolce sentire la musica della sua armonica mentre lei era confinata in quella lugubre, tetra, orribile prigione.

Ad un tratto sentì il rumore della serratura della porta che si apriva e apparve suor Margaret che le disse: - Signorina Andrews, presto, si sbrighi. La madre superiora ha deciso che può tornare nella sua stanza.

 

 

  • Ma… come mai? Non dovevo restare qui finché non fosse venuto qualcuno a prendermi e portarmi via? – chiese Candy sorpresa.
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  • Non so… io eseguo solo gli ordini. Su, ora mi segua. La porterò nella sua stanza e domani tornerà a scuola.
  •  

     

    La ragazza seguì la suora con aria perplessa. Si chiedeva chi o cosa avesse fatto cambiare idea alla madre superiora, le pareva impossibile che ci avesse ripensato così repentinamente.

    Finalmente raggiunse la sua camera e improvvisamente una profonda stanchezza la invase. Decise di fare una doccia e di riposarsi un po’ prima di cena.

    Stava per sdraiarsi sul letto quando qualcosa attirò la sua attenzione. Il suo sguardo si posò su un foglio di carta bianco posato a terra sotto la porta d’entrata della stanza.

     

    Lo prese e subito riconobbe la calligrafia minuta, nervosa ma elegante di Terence. c’era scritto: "Cara Candy. Ho deciso di partire per New York per trovare il mio futuro. Non posso più restare qui al college. Spero che sarai felice. Addio. Terence."

    Appena letto il biglietto sentì le lagrime sgorgare dagli occhi. Lasciò cadere il messaggio e si nascose il viso tra le mani, singhiozzando. Fino ad allora non si era resa conto di quanto fosse importante per lei, di come si sentisse sola e persa senza di lui. Lo amava, questa era l’unica cosa che riusciva a capire, e non poteva permettere che se ne andasse così, senza parlargli, senza avergli confessato i suoi sentimenti, ciò che sentiva nel suo cuore.

     

    Decise di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Le venne in mente un’idea, era più una speranza, una sottile speranza a cui si aggrappava disperatamente. Prese la corda sul balcone della sua stanza, ne legò un’estremità ad un albero vicino, salì sul parapetto e tenendosi con tutte e due le mani si lanciò in aria verso la stanza di Terence e atterrò sul davanzale di fronte camera sua. Sbirciò dentro la stanza, vide la luce filtrare dalle tende. Sospirò speranzosa. Forse il ragazzo era ancora là. Prese coraggio e bussò al vetro della porta-finestra.

     

     

  • Terence! Terence! Sono io, Candy. Aprimi, presto! –
  •  

     

    Vide il viso sorpreso di Terence che si affacciava, per poi aprire e chiederle: - Ehi, Tuttalentiggini! Che ci fai qui? Non hai paura che ti vedano le suore…? –

     

     

  • Non m’importa nulla di essere scoperta! Dimmi piuttosto perché vuoi partire, lasciare il college? ? –
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    Il ragazzo si fece da parte per farla entrare e poi chiuse la porta-finestra tirando le tende. I due si guardarono per un tempo indefinito, poi Terence si girò e continuando a fare la valigia le disse: - Non ho più nulla da fare qui. Ho deciso di seguire il mio istinto, la mia vocazione e diventare un attore. - le spiegò, non potendole svelare il patto che aveva fatto con suor Grace. Infatti non poteva dirle che aveva promesso di andarsene se la superiora avesse lasciato Candy al college. Si sentiva morire al pensiero di lasciarla ma non poteva fare altrimenti, non poteva permettere che la espellessero dalla scuola, lei sola e troppo giovane per cavarsela con le sue sole forze.

     

    Candy non riusciva a capire, si sentiva smarrita e disperata, doveva convincerlo a rimanere a qualunque costo!

     

     

  • Aspetta… io… io non voglio che tu vada via! Non pensi a me? Cosa farò da sola in questa scuola… -
  •  

    -

    Sola??? Ma tu non sei sola! Hai i tuoi amici, hai Albert… - la interruppe lui girandosi sorpreso a guardarla. Davanti a sé vedeva una ragazzina impaurita, confusa, con una gran voglia di piangere e non capiva perché. Perché voleva che restasse? Dopotutto, quando l’aveva baciata qualche giorno prima, lei aveva reagito malissimo, schiaffeggiandolo.

     

    Candy gli si avvicinò e gli prese una mano. Si guardarono, come per annullarsi reciprocamente l’uno nell’altra, poi lui le chiese sommessamente: - Ti dispiace così tanto che io vada via? Cosa vuoi veramente da me, Candy? –

     

     

  • Venire con te – gli rispose d’impeto. Si sorprese lei stessa delle sue parole ma ormai l’aveva dette, lasciando Terence basito, non potendo credere a quanto aveva sentito. Dopo un momento di silenzio le disse: - Come pensi ce la caveremmo? Io ho solo diciassette anni, non ho niente da offrirti, non ho un lavoro, ho rinunciato all’aiuto e al nome di mio padre… e tu sei troppo giovane per affrontare la vita…
  •  

     

     

     

  • - Io ho sempre affrontato la vita da sola e non ho paura di fare una traversata per mare. Se è per il biglietto del viaggio non preoccuparti, ho qualcosa da parte… - lo interruppe lei convinta. – Una volta arrivati ci cercheremo un lavoro, almeno i primi tempi… e poi c’è sempre tua madre, sicuramente ci darà una mano… -
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    - Hai pensato a tutto, eh? Mi spieghi però perché dovrei portarti? A che titolo? Non certo come mia sorella… o forse vorresti essere la mia fidanzata? – la canzonò Terence, strizzandole l’occhio. Aveva capito i reali sentimenti della ragazza ma voleva che fosse lei a confessarglieli.

     

    Candy arrossì violentemente e fu tentata di sferrargli un pugno sul viso ma poi vide che si era fatto serio e si stava avvicinando pericolosamente a lei. Poi, con un gesto improvviso, le mise un braccio intorno alla vita, appoggiò le sue labbra sulle sue e iniziò a baciarla. Prima fu uno sfiorare delicato, uno sfarfallio delizioso di labbra, poi lui divenne più incisivo, più incalzante, come se avesse atteso quel momento da lungo tempo. I suoi baci diventavano sempre più passionali e irruenti, Candy fu travolta da un turbinio di sensazioni mai provate, incapace di resistere a quel fiume in piena lo lasciava fare, sentendosi come una farfalla che svolazzava felice tra i fiori.

     

    Poi Terence si fermò, spaventato dalle emozioni che stava provando, da quello che poteva succedere. La guardò e sorrise per l’aria sognante che aveva lei. Infine le disse: - Ascolta piccola testarda. Io ti porterò con me ma ad una condizione; che manterremo le distanze, ci comporteremo come due fratelli, almeno fino a quando non ci sistemeremo… -.

    Qualche ora dopo salivano sulla nave che li avrebbe portati verso una nuova vita insieme o così speravano.

     

     

     
      
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