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Autore: Feel Good Inc    28/12/2007    6 recensioni
Ecco, questa è la nostra storia. L'ho scritta e l'affido al vento perché la porti nel mondo. Perché non sia solo una storia passata e vissuta e finita. E perché, se può, la porti da te.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naozumi Kamura/Charles Lones | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra cielo e cuore

Tra cielo e cuore

 

 

 

Ciao, principessa.

È notte fonda e io sono qui a pensare a te. Di nuovo. Perché non posso fare altrimenti.

E scrivo parole che affiderò al vento, a questo vento freddo di novembre, perché solo lui potrà portarle da te.

Mi manchi moltissimo, sai. A volte è proprio dura. Sento che non posso farcela. Però il tuo pensiero e il tuo ricordo mi danno forza. È questo che ho sempre ricevuto da te: tanto coraggio, tanta forza di andare avanti, tanto ottimismo. È questo che tu hai sempre donato a chi ti stava intorno, a tutti, me compreso. È questo che mi ha sempre stregato di te.

E così, racimolando questa forza, quella che ancora mi resta, questa notte ho deciso di raccontarti una storia, principessa.

La nostra storia comincia così.

C’era una volta una ragazza dagli occhi bruni e caldi e dai lunghi capelli castani, una ragazza capace di infondere la sua meravigliosa spensieratezza a tutto il mondo, una ragazza in grado di manifestare sentimenti profondi e mostrarli senza paura, una ragazza che per questo era diventata un’attrice. Una principessa.

Un giorno la ragazza incontrò un principe dagli occhi cupi e, piena di quella sua insaziabile voglia di vita e di dare, decise di cancellare la malinconia di quegli occhi scuri. Fu così che riuscì a cambiare l’animo di quel ragazzo così chiuso e freddo, trasformandolo in un vero principe, capace finalmente di amare e sentire e vivere e confrontarsi. E fu così che il ragazzo si innamorò di lei.

Ma un giorno davanti alla principessa apparve inaspettatamente un altro ragazzo, uno che da sempre l’ammirava da lontano, uno che cullava i suoi stessi sogni, un attore dagli occhi azzurri che anche prima di parlarle per la prima volta l’amava già.

La principessa iniziava a vivere e scrivere la sua storia insieme al principe dagli occhi cupi, che le strappò il suo primo bacio e cercò pian piano di conquistare il suo cuore, ma presto il giovane intruso scoprì di non poter restare a guardare, perché anche il suo cuore apparteneva a quella ragazza solare e felice di vivere. E così iniziò a farglielo capire, in quei momenti che passava con lei, quando si ritrovavano insieme a dar vita a personaggi fittizi dinanzi ad obiettivi e luci in quella recitazione che era la loro passione. E la ragazza capì, ma non gli disse mai nulla, evitando di soffrire o di farlo soffrire, perché in cuor suo sapeva bene di non ricambiare quei sentimenti. E anche lui lo capì.

Accadde che la bella principessa si allontanò per qualche tempo dal suo principe, di cui però non aveva ancora capito di essere innamorata. Proprio in quel tempo in cui ne fu lontana scoprì di amarlo, ma purtroppo il destino le giocò un gran brutto scherzo: il principe ora aveva iniziato a scrivere una storia nuova, e la scriveva insieme alla migliore amica della principessa.

Lei si disperò. Perse quella sua voglia di vita. Perse quel sorriso che tutti tanto amavano. Semplicemente, perse un amore. Il suo primo grande amore.

E allora il ragazzo dagli occhi blu, l’intruso, che era rimasto a guardare da fuori, le rimase accanto, le dimostrò la sua amicizia, le mostrò di capirla. E pian piano i due si avvicinarono.

Ma al ritorno a casa della principessa, il principe dagli occhi cupi capì di essere stato stupido. Capì che l’unica ragazza nel suo cuore era lei che l’aveva cambiato, lei che per prima gli aveva fatto battere il cuore più forte. Capì che l’amava e l’avrebbe sempre amata.

E alla fine i sentimenti dei due ragazzi si chiarirono, e la loro storia riprese a scorrere, più fluida, dolce e avvincente che mai.

E il ragazzo dagli occhi blu si ritrasse nell’angolo più buio del suo cuore, si convinse ad essere felice della loro felicità e si allontanò dalla ragazza che amava.

Da allora per lui vivere divenne solo un semplice, tecnico, freddo fatto di respirare e muoversi e vedere e toccare e ascoltare senza davvero sentire. Da allora visse a metà.

E ben presto, per via di una stupida lettera da lontano, per via di uno stupido destino crudele, capì che la sua vita e la sua storia avevano raggiunto la parola fine.

Conoscevi questa storia, mia principessa?

Mi manchi così tanto. Eppure, mi ripeto a volte quando la notte mi impedisce di vedere la realtà, avrebbe potuto funzionare. Io ero lì, accanto a te, e ti amavo in silenzio e disperatamente, e tu sapevi e io sapevo che sapevi. E speravo, stupidamente, di essere per te più importante di lui. Ma tu amavi lui, non me. E mi rifiutavo di accettarlo. Almeno finché non ho deciso di essere sincero con me stesso, dividere la mia strada dalla tua e augurarti buona fortuna e buona vita. Con lui.

Ma nemmeno quella speranza, quella che tu fossi felice, che amassi lui come non avevi amato me, era destinata a vivere, principessa. La vita se l’è portata via insieme a te.

Quella lettera di un anno fa mi ha distrutto l’anima.

Non potevo accettare che tu te ne fossi semplicemente andata. Non potevo credere che una cosa banale come un incidente potesse colpire te, te così inafferrabile e irraggiungibile. Non potevo sopportare di averti persa un’altra volta, stavolta per sempre.

Non sai com’è stato, principessa, e non potrai mai saperlo. Le lacrime, le grida, gli strepiti, i pugni sui muri, il tentativo di distruggere tutto, così come il dolore stava distruggendo me.

All’inizio avevo voglia di mollare tutto, sai. Mollare quella vita che mi aveva voltato le spalle, che anche nel momento in cui ero sereno, pensandoti felice sebbene con un altro, mi colpiva dritto al cuore spezzando tutti i miei sogni e le mie illusioni. Mollare quella vita che aveva cancellato te. E ho cercato di raggiungerti, in quel posto indeterminato tra cielo e cuore, lì dove tutti andranno e da dove nessuno tornerà, lì dove il destino ti aveva rinchiuso, tu sempre così libera. Non avevo altra idea che quella di morire. Per illudermi di poterti ancora, in qualche assurdo e impensabile modo, raggiungere con tutto il mio amore mai spento.

Ma non l’ho fatto. Non ho ceduto all’impulso di farla finita.

E sai perché?

Perché tu mi hai insegnato ad affrontare il mondo con un sorriso, sperando, senza mai lasciarsi abbattere, perché la vita può essere una cosa davvero meravigliosa se tu la vivi così, se vivi per vivere, senza chiedere nulla ma dando tanto, dando tutto quello che puoi, perché non c’è nulla come dare un sorriso a chi ti sta intorno.

Questa eri tu, principessa.

E ancora soffro quando penso che proprio tu, con quella tua irrefrenabile risata, con quella tua inesauribile energia, hai lasciato la vita che tanto amavi così, senza nemmeno il tempo di fermarti a salutarla, a guardarla andare via, travolta da un attimo doloroso e da una sorte crudele. Soffro perché tu, principessa, meritavi di andartene in un modo diverso, e solo dopo aver vissuto tanti, tanti, tanti anni di quella tua vita. Meritavi di viverla fino in fondo, così come mostravi di voler fare giorno per giorno, secondo per secondo.

Ma anche se sto ancora male, mi convinco a seguire il tuo esempio, a dare alla vita tutto me stesso, cercando di assaporare il più possibile del bello che c’è al mondo. E pensando a te sono riuscito ad andare avanti, a voltare pagina, a ricominciare daccapo, e anche ad innamorarmi di nuovo.

Lei è speciale, sai.

Quando le parlo di te i suoi grandi occhi bruni brillano di comprensione e commozione, e tante volte voltandomi all’improvviso verso di lei l’ho sorpresa a piangere per te, per me, per noi, per quello che è stato, per quello che avrebbe potuto essere. E non sopporto di parlarle di te, perché non so che dirle, non mi va di dirle che ti ho amato in un modo che neanche credevo possibile, che ancora piango per te, che ancora la notte mi sveglio e ti penso e mi riaddormento e ti sogno e mi sveglio ancora e non riesco più a dormire. E ancora meno sopporto di vederla piangere, perché allora anch’io ho voglia di piangere, di pensarti, e so che non dovrei perché, come mi ha insegnato il tuo ricordo, la vita va avanti. Ma al tempo stesso so che non può essere altrimenti, perché tu sei in me, sei la parte migliore di me, quella che ha trovato il coraggio di vivere dopo aver cercato la fievole promessa di pace data dall’impulsivo desiderio di raggiungerti là dove sei.

Lei è davvero speciale, principessa, perché sa, capisce, non giudica. E mi fa stare bene. Proprio come mi facevi star bene tu.

A volte mi chiedo dove sei, se mi vedi, se sai quello che ho passato in questo lungo anno. E mi aspetto quasi di vederti, nascosta tra i raggi del sole o seduta su una stella, con il tuo immancabile sorriso, guardando la vita sotto di te. Qualche volta, in un momento di particolare depressione, ho immaginato che il tuo sorriso fosse rivolto a lui, a lui che come me soffre e cerca di andare avanti e vivere con il ricordo di te e la consapevolezza che niente sarà più come prima. E mi dico che anche ora è lui il personaggio principale di questa storia, e io non sono che una comparsa, una comparsa che si è innamorata stupidamente e disperatamente di una protagonista perduta. E sto male perché vorrei che tu sapessi che il dolore che provo è di certo superiore a quello di lui, lui che già una volta ha tradito la tua fiducia e il tuo giovane amore, lui e quella che era la tua migliore amica. E subito dopo mi odio per pensare di poter soffrire più di lui, perché so che nonostante tutto lui ti amava ed è cambiato per te e per questo ti amerà sempre. Ma non posso impedirmi di ignorare il dolore degli altri, perché il mio è fin troppo forte, e mi acceca come una lunga notte scura senza luna.

Mi chiedo dove sei, se mi vedi, se sai. E ti immagino in quel posto lontano, tra cielo e cuore, e ti vedo sempre più bella e dolce, e ti sento come un caldo abbraccio ogni volta che il tuo ricordo mi fa piangere.

Scusami se una lacrima ha appena bagnato questa lettera, principessa.

Ti chiedo scusa perché so che tu non vorresti vedere il mio pianto. Tu vorresti vedermi sorridere ancora. Lo so, perché era questo che tu ti aspettavi dal mondo. Un sorriso e niente più.

Io quel sorriso l’ho cercato e lo sto ancora cercando, ma per molto tempo mi è sfuggito come acqua dalle dita.

Tutto sembrava così vuoto, inutile, difficile. Odiavo il cielo e il mare e il sole e la luna e il mondo intero, perché tu non eri più qui per ammirarlo e perché lui non aveva più te da ammirare. E ho chiuso tutte le porte e le finestre, ho impedito a quel mondo di entrare a ricordarmi che il suo corso continuava, che la vita andava avanti. Perché mi sembrava così falso. Nulla poteva continuare, non come prima. Non come con te. E non sapevo più vivere, e non sapevo dove andare a cercare quella serenità che sapevo tu avresti voluto per me. Mi sentivo incapace di sorridere, e sentivo che non avrei sorriso mai più.

Poi è arrivata lei.

Lei con la sua freschezza, lei con i suoi occhi buoni, lei con il suo sorriso timido, lei con un libro in mano e i sogni nel cassetto, lei che mi ha detto di voler passare la vita a scrivere, perché le parole scritte sono l’unica cosa che non passa mai, specie se esprimono un sentimento, un’emozione, una vita intera.

E un po’ mi ha ricordato te.

Ho capito che ha ragione. Mi sono fatto coraggio e ho iniziato a scrivere la tua storia, principessa, perché non diventi mai una storia passata e vissuta e finita. E soprattutto per poter immaginare di parlarti ancora, rivolgendomi a te sulla carta, l’unico posto dove la fantasia non ha limiti e la vita non finisce.

E vorrei dirti ancora tante cose e non so più cosa dire.

E vorrei parlarti di lei e intanto penso che sia inadeguato.

Perché lei è davvero speciale. È stata l’unica ad avermi ascoltato senza interrompermi mai, nei momenti peggiori, senza mai ricorrere a stupide frasi di circostanza per sollevarmi e placare la mia disperazione, senza intervenire in ciò che riguardava me e te, mia principessa. Lei ha capito e ha sofferto per me e non ha detto nulla ma mi ha offerto le sue lacrime. Ed è stato il più bel dono e il più bel conforto.

Allora ho ripensato a te. E mi sono detto che tu mi avresti consigliato di non restare immerso nel mio dolore, quando solo un passo più in là c’era una persona in grado di capirmi e forse di aiutarmi. E così ho iniziato a rialzarmi, sempre pensando a te, lentamente, e sono arrivato al punto in cui sono ora.

E non riesco a smettere di soffrire, però ho ricominciato a sorridere.

Non ho superato il dolore, principessa. Ho ancora bisogno di te, della tua presenza reale, di qualcosa che trascenda il ricordo, del tuo sorriso, della tua risata, della tua amicizia, dei tuoi occhi, delle tue parole, della tua voce. E so che è stupido dire che ti porto dentro, che non posso dimenticarti, che sarai sempre parte di me, perché è inutile dirlo ora che non ci sei più. E so che non tornerai, principessa, perché il tempo non può piegarsi ai desideri degli esseri umani, non può restituire niente e nessuno. E così so che non ci sarai quando riuscirò ad amare di nuovo la vita, che non mi farai ridere quando mi sentirò ancora giù, che non sarai più materialmente nella mia vita quando ti penserò con rimpianto e nostalgia. Ma so anche che dal mio cuore non te ne potrai andare mai, e mi illudo che il tuo ricordo mi basti, e ti immagino lì, tra cielo e cuore, ad un passo o un mondo di distanza da qui.

E a volte, forse ingenuamente, penso che forse sei stata tu a mettere lei sulla mia strada, lei che può essere quella giusta. Mi aspetto quasi che me lo dica: sono qui perché è lei ad averlo voluto.

Forse è impossibile. Eppure mi piace pensare che tu ti preoccupi della mia felicità.

Perché ho capito che con lei potrei essere felice.

Un po’ mi fa paura l’idea. Per questo non riesco a parlarle di me. Le parlo di te, solo di te, o le chiedo di lei. Mi dico che forse, esponendomi il meno possibile, stavolta eviterò di soffrire per qualcun altro. Un po’ come faceva il tuo principe, mia principessa. È buffo: lui è cambiato perché sei arrivata tu, io voglio cambiare perché tu te ne sei andata.

Però so che devo vincere quella paura. Era il tuo messaggio: vivi sempre e comunque, senza timore né riserve, o non troverai la felicità di aver davvero vissuto. E io voglio vivere, voglio vivere come mi hai insegnato tu.

Per questo le ho chiesto di aiutarmi a scrivere la nostra storia.

Sai, lei per un attimo ha sorriso, poi ha scosso la testa. E ha detto che questa storia era solo mia e tua. Che lei non poteva entrare a farne parte, perché doveva riguardare solo me e te.

E allora ho capito che era davvero speciale.

E così te l’ho detto, mia bella principessa. Ti ho detto che non voglio più abbattermi, che voglio essere come eri tu, che voglio amare ancora e ancora, e che ti voglio ricordare per sempre perché mi hai insegnato la vita e l’amore. E ti ho detto che grazie a te posso farcela, posso riuscire a rialzarmi dopo una caduta, posso andare avanti e voltare pagina e ricominciare e amare ancora. E ti ho detto che, anche se non ci sei più, e anche se ancora sto male e starò male per sempre per averti perso senza mai poter averti avuta, tu sei stata la più bella cosa nella mia vita, la parte migliore di me, il mio sogno per sempre e la mia realtà perduta ma viva nel cuore. E ti ricorderò lì, tra cielo e cuore, dove la vita non ha confini, dove il tempo non esiste, dove l’amore vince sempre.

Grazie, principessa, per essere entrata nella mia vita e averla segnata per sempre.

E scusa se ancora un’altra lacrima ha bagnato questa lettera.

Ecco, questa è la nostra storia. L’ho scritta e l’affido al vento perché la porti nel mondo. Perché non sia solo una storia passata e vissuta e finita. E perché, se può, la porti da te.

Ora non mi resta che continuare a vivere.

Vivrò nel tuo ricordo.

Ti amo, Sana.

Charles

   
 
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