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Autore: ginny090    13/06/2013    2 recensioni
Seconda storia dopo “Il Perdono Definitivo” in cui affronto il rapporto fraterno tra Ginny e Percy, ma tratto anche quello tra Bill e Charlie. Nella storia è presente un po' tutta la famiglia Weasley e ci sono momenti della coppia Harry/Ginny, di quella Percy/Audrey e uno della coppia Bill/Fleur. Scusate per il titolo, ma non sapevo proprio come chiamarla.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy, Bill/Fleur, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Damigella o Testimone?
 

“Sai Percy…” Disse Audrey alzando la testa per poter guardare il ragazzo in viso. I due era sdraiati l’uno nelle braccia dell’altro, a casa di quest’ultimo a Londra.
“Si che c’è?” Chiese lui.
“Pensavo, che ora che ci sposiamo avremo bisogno di una casa più grande. Voglio dire, so che questa è la tua prima casa in cui sei andato a vivere da solo e ne sarai affezionato eccetera, eccetera. Però ha una sola stanza da letto.”
“Si hai ragione, ce ne serve una più grande.”

“Beh… E’ stato facile convincertici.” Disse la ragazza con un sorriso.
“No, è solo che so ammettere quanto hai ragione e in questo caso ce l’hai.” Rispose Percy. Audrey alzò gli occhi al cielo a quel commento.
“Cosa significa in questo caso? Io ho sempre ragione. Ah…Già dimenticavo che tu sei il signor so tutto io.”
“Non sono il signore so tutto io. So molte cose, ma di certo non pretendo di saperle tutte inoltre io…”

“Percy?” Lo chiamò lei cercando di farlo tacere.
“E so ammettere quando qualcuno dice qualcosa di giusto e se dopo il matrimonio pensiamo di mettere su famiglia allora c'è bisogno che…” Ma egli non riuscì a finire di parlare, che Audrey cominciò a baciarlo e la cosa andò avanti per parecchio, anche perché, in quei casi, persino uno come Percy si guardava bene dal protestare.

“Quando hai intenzione di informare i tuoi che ci sposiamo?” Chiese Audrey una volta staccatasi da lui.
“Pensavo a Pasqua, quando anche Ginny sarà tornata da scuola.”
“Mi sembra un’ottima idea.” Rispose lei.
“Si perché sai stavo pensavo di chiedere a Ginny…”
“Si, si me lo dici dopo, Percy. Questo non mi sembra proprio il momento.” Disse lei prendendogli il viso tra le mani e ricominciando a baciarlo, sperando così di poter porre fine una volta per tutte a quella loro piccola conversazione. La cosa parve funzionare.

Le vacanze di Pasqua arrivarono presto. Quell’anno, persino Charlie era tornato a casa per le feste. D’altronde, quella era la prima Pasqua, che la famiglia Weasley, avrebbe festeggiato dalla morte di Fred, e così come era già successo a Natale tutti volevano essere insieme. Con il ritorno di Charlie e il fatto che George, nonostante avesse ripreso a lavorare, vivesse ancora alla Tana, la casa almeno per quelle feste, era tornata ad essere affollata, come un tempo. Tuttavia, quella mattina, in cucina a far colazione c’erano solo Harry e Ginny. Molly si trovava in giardino, a raccogliere alcune verdure dall’orto. Ron dormiva ancora. Hermione si era appena decisa, ad andare a svegliarlo. Mentre il signor Weasley e George, avevano fatto entrambi un salto al lavoro.

“Oh…No.” Disse Ginny, osservando la lettera che aveva in mano. Hermes il gufo di Percy, era entrato da poco, con una busta. Il gufo si era diretto subito dalla Rossa, probabilmente Percy voleva, che fosse proprio lei a leggerla per prima.
“Cosa?” Chiese Harry.
“E’ ufficiale.” Disse ancora la ragazza tetra.
“Ma di che stai parlando?”
“Percy e Audrey si sposano quest’estate.”

“E questa non è una bella notizia? Credevo ti piacesse Audrey. Parli sempre di lei e poi non gli hai ancora trovato un soprannome.” Come se, il fatto che non le avesse trovato un nomignolo, bastasse a far capire quanto Audrey le piacesse, pensò Ginny. Anche se, il quel caso, Harry aveva ragione. D’altronde la ragazza aveva conquistato tutti. L’unica persona in famiglia, che ancora non la sopportava era Flebo, troppo infastidita che Audrey, a differenza sua, fosse stata subito accolta bene.
“Si infatti mi piace. E sono molto contenta per loro.”

“Allora qual è il problema?”
“Il problema è che io odio fare la damigella! Detesto di non potermi scegliere il vestito da sola e non sopporto tutte quelle stupide prove.” Esclamò la Rossa. Harry sorrise a quella risposta.
“Devi ammettere però, che il vestito scelto da Fleur l’anno scorso, non era così male.” Disse Harry.
“In effetti il cugino Barny sembrava averlo apprezzato parecchio. Non la smetteva di fissarmi, sopratutto in zina scollatura.” Il ragazzo arrossì a quella frase. “Ma questo non cambia niente, odio far da damigella.”


“Non è detto che te lo chieda.” A quella frase Ginny lo guardò male.
“Harry sono l’unica ragazza di casa Weasley. Certo che me lo chiederà! Tutti me lo chiederanno. Me lo chiederà anche Charlie, se mai un giorno si interesserà a qualcuno che non sia una drago.” Disse Ginny, sarcasticamente. Improvvisamente Harry si bloccò.
“Oh, non ti preoccupare per me sorellina, il fatto non mi voglia sposare, non significa, che la mia vita sessuale non sia piena e soddisfacente.” Disse una voce maschile alle sue spalle. “Quella cos’è?” Chiese Charlie alla sorella, indicando la lettera che aveva in mano.
“L’invito di nozze di Audrey e Percy. Sai, la tua vita sessuale potrà pur andare a gonfi vele, ma non credo che a mamma importi. Già mi immagino quello che potrebbe dire sul fatto che Percy si sposa prima di te.” Rispose Ginny e con grande soddisfazione di quest’ultima, Charlie impallidì a quella prospettiva.

“Mamma ha già visto la lettera?” Chiese lui.
“No, è appena arrivata, ma la vedrà presto. Hai già detto a mamma del tuo terzo tatuaggio?” Chiese poi la Rossa, sempre con un sorrisetto divertito sul viso. Il ragazzo, dopo l’Ungaro Spinato sulla spalla sinistra e il boccino d’oro sul polso, si era fatto disegnare un nuovo drago alla caviglia.
“No, non c’è stata occasione.” Rispose Charlie, sempre più turbato.
“Beh…Io fossi in te aspetterei a dirglielo.”
“Dannato Percy! Questa è tutta colpa sua. Io vado a vedere se George non abbia bisogno di una mano al negozio di scherzi.” Borbottò il giovane uscendo dalla porta.

“Sei stata grande!” Disse Harry, ancora divertito per tutto il siparietto tra i due fratelli, ma Ginny non gli diede soddisfazione.
“Grazie tante per avermi avvertito che era arrivato Charlie.” Disse lei, lanciando un’occhiataccia al moro.
“Ehi non è colpa mia! Non ho avuto il tempo per avvisarti. Comunque tornando al discorso di prima, se proprio non vuoi fare di nuovo da damigella, puoi sempre rifiutare.” La ragazza scosse la testa a quella affermazione.
“Ma allora proprio non ci arrivi!” Esclamo Ginny, poi infuriata si alzò dal tavolo e si diresse di sopra, correndo. Come faceva a dire di no ad uno dei suoi fratelli per una cosa così importante? Non ci era riuscita con Bill, figuriamoci con Percy! Era chiaro che non avrebbe mai potuto rifiutare.

“Ehi, stai attenta!” Urlò una voce maschile. “Che gli è preso a Ginny?” Chiese Ron, apparendo in cucina ancora in pigiama.
“Boh… Sarà di quel periodo del mese. Si è infuriata all’improvviso.” Disse Harry alzando le spalle. In realtà al ragazzo dispiaceva averla fatta arrabbiare, sarebbe andato a parlargli più tardi. Avrebbero avuto pochi giorni, prima che lei ed Hermione ritornassero a scuola ed Harry, non aveva alcuna intenzione di passarli a litigare.
“Pure lei?” Chiese Ron, ripensando alla sua precedente litigata con Hermione. “Ah…Donne!”

La previsione di Ginny, sul fatto che il fratello, presto o tardi, gli avrebbe posto quella fatidica domanda, si avverò ancora prima di quanto ella stessa avesse immaginato. Era il girono di Pasqua e tutta la famiglia Weasley si era riunita per la cena.
"Si è mossa, si è mossa. L'ho sentito!" Disse George, la mano appoggia sul ventre arrotondato di Fluer.
"Si fantastico ora togli le tue manacce da mia moglie." Disse Bill irritato.
"Bill è tonto geloso!" Disse Fleur, alzando gli occhi al cielo. Il ragazzo a quel commento diventò dello stesso esatto colore dei suoi capelli. Charlie e George risero divertiti.
“Ed è tanto carino quando arrossisce. Vero Fluer?” Chiese George tra le risa.
“Oh Oui! Tonto!” Rispose Fleur, facendo arrossire ancora di più il povero Bill. Questo fece ridere anche tutti gli altri.
“A quanto pare l'essere gelosi è un tratto di famiglia.” Sussurrò Ginny a Hermione e sia lei che la riccia guardarono Ron.
“Ehi, che avete da guardare voi due?” Egli chiese.
“Oh, niente.” Disse subito Hermione sorridendogli ed intrecciando una mano con la sua, sotto il tavolo.

La cena, quella sera durò parecchio. La Signora Weasley, in cucina, come sempre aveva superato se stessa.
“A Percy e Audrey!” Disse Molly. Invitando tutti presenti a fare un brindisi, in onore della coppia. Fleur brindò con l'acqua. Sembravano proprio felici pensò Ginny.
“Grazie! A quanto pare non sono io il gay di famiglia.” Disse Percy, lanciando uno sguardo a Charlie.

“Ehi… Che cosa vorresti insinuare?” Chiese lui, alzandosi dalla seggiola, con aria minacciosa. Ma l’intera famiglia, non sembrò prendere sul serio le minacce di quest'ultimo, ancora tutta intenta a ridere per la battuta di Percy.
“Calmati Charlie! Percy cercava solo di essere spiritoso.” Disse Bill, l’unico a cui, insieme al padre, Charlie desse realmente ascolto.
“Già e questa volta pare esserci pure riuscito. Questa ragazza deve farti davvero bene!” Disse George, sorridendo a Audrey e a quel punto, anche Charlie si rilassò di nuovo. Un’ora dopo, quanto tutti i presenti avevano fatto il bis di torta e si erano alzati da tavola, Percy chiese a Ginny, se gli andasse di far due passi fuori.

“Ginny senti io volevo chiederti una cosa.” Iniziò Percy una volta usciti.
“Va bene Percy, lo faccio.” Disse lei non lasciandolo finire.
“Lo fai cosa?” Chiese Percy perplesso.
“Farò da damigella al tuo matrimonio.” Rispose Ginny mesta. “Non era questo che volevi chiedermi?”

“Veramente io volevo chiederti se ti piacerebbe essere la mia testimone, ma se preferisci far da damigella allora…”
“Testimone? Vuoi che io sia la tua testimone?” Chiese la ragazza alquanto sorpresa.
“Si, voglio che tu lo sia.” Improvvisamente Ginny commossa, abbracciò il fratello, stritolandolo.
“Grazie, grazie, grazie!” Urlò lei. Il fratello sorrise a quella sua reazione.

“Questo significa che accetti?” La sorella staccandosi da lui annuì.
“Ma perché proprio io?” Chiese lei. “Voglio dire so perché non l’hai chiesto a George o a Charlie. Già mi posso immaginare i loro discorsi, ma perché non lo hai chiesto a Ron o Bill.”
“Ron?” Chiese Percy cercando di essere sarcastico, ma fallendo miserabilmente. A quanto pare, il fatto che gli fosse riuscita già una battuta, era abbastanza per oggi.
“Si hai ragione, anche Ron è da scartare.” Concordò lei.

“Pensa a quando dovrà fare il discorso al tuo di matrimonio, perché sicuramente sarà lui il testimone di Harry.”
“Non voglio pensarci.” Rispose Ginny con un brivido. Harry farà meglio a trovarsi un nuovo migliore amico entro quella data. “Ma perché hai scelto me?” Domandò di nuovo, riemergendo dai suoi pensieri.
“Credevo lo sapessi ormai. Sei l’unica persona in questa famiglia con cui io abbia realmente legato. L’unica che mi abbia mai capito e dopo la morte di Connor, io non avrei potuto chiederlo a nessun’altro.” Disse Percy la voce leggermente più triste. Connor era l’unico amico che egli avesse mai avuto. Era del suo stesso anno, Grifondoro. I due si erano allontanati finita la scuola, ma la notizia della sua morte poche settimane prima della battaglia finale - lui era un Nato-Babbano in fuga - era una delle cose che avevano riportato Percy alla ragione.

“Già. E a quanto pare, anche tu sei l’unico ad avermi capito. Grazie per non avermi chiesto di farti da damigella!”

“Non avrei mai potuto. So quanto detesti esserlo. Ricordo ancora, quando da piccola era mamma, a scegliere i tuoi vestiti e a te non te ne piaceva mai uno. E poi non volevo rischiare di farti arrabbiare, ora che mi hai finalmente perdonato per avervi abbandonato.”
“Ma quello ormai è acqua passata e in ogni caso, ora non riusciresti a farmi arrabbiare neanche volendolo.” Disse la ragazza rassicurandolo.
“Inoltre sicuramente farai da damigella a tutti gli altri matrimoni a venire. Almeno al mio volevo risparmiartelo.”
“Grazie. Non ti offendi vero se ti dico, che per quanto riguarda il mio testimone di nozze, ho in mente un’altra persona?" Chiese ancora Ginny.
“No, non mi offendo.” Lo rassicurò Percy.   

“Ok, ok allora senti questa, che ne dici se per il tuo addio al celibato ingaggio il gruppo musicale delle Sorelle Stravagarie? Mi sembrava ti piacessero al Ballo del Ceppo.”
“Io credo che…” tentò Percy, ma la sorella non gli diede il tempo di finire.
“E che mi dici delle Danzaveela?”
“Ma non sono proprio il mio genere.” Provò ancora a dire lui.
“No hai ragione niente Danzaveela se no dovresti toglie Harry dalla lista della serata.” La ragazza continuò a proporre cose per almeno una quindicina di minuti buoni.

“Povero Percy sembra annaspando. Credi che sia il caso di intervenire?” Domandò Charlie al fratello Bill. I due stavano osservando la scena, da dietro un grosso albero, non molto distante dal punto dove si trovavano gli altri due.
“No, e poi ci ha già pensato qualcun altro.” Egli rispose indicando Harry, che si dirigeva verso Percy e Ginny. Charlie sbuffò. Vedere il ragazzo così attaccato a sua sorella era una cosa al cui non s'era ancora completamente abituato.

“Ehi che state facendo ancora qua fuori voi due?” Harry chiese, avvicinandosi a loro.
“Oh Harry, meno male che sei arrivato. Da quando le ho chiesto di diventare il mio testimone, non la smette più di propormi cose, senza contare che l’unica su cui finora si è decisa, è che al vostro matrimonio, sarà il suo testimone Neville a fare il discorso e non Ron. Non so più che inventarmi, per farla star zitta. Mi chiedo da chi abbia ereditato questa cosa!” Disse Percy esasperato. Chissà perché, ma egli un’idea ce l’aveva, ancora ricordava di quelle poche volte, in cui aveva osato chiedere qualcosa a Percy inerente al suo lavoro.
“Non ti preoccupare. Vai, Audrey ti stava cercando.” Disse lui.

“Ok. Sai Harry, sono davvero felice per te e Ginny.” Disse Percy.
“Grazie. Ma?”
“Nessun ma. E poi di minacce di morte, te ne avranno già fatte in abbondanza tutti gli altri miei fratelli.” Rispose prima di sparire.

“E stavo pensando…” Ma la Rossa si bloccò alla vista di Harry.
“Harry quando sei arrivato? E che fine ha fatto Percy?” La ragazza, era così presa dai suoi discorsi, che non si era nemmeno accorta, che il fratello fosse andato via.
“E’ andato dentro, Audrey lo cercava.” Egli rispose, poi prima che quest’ultima avesse il tempo di rispondergli, Harry la prese tra le braccia e la baciò. Per fortuna lui aveva un ottimo metodo, per farla stare zitta ed era sicuro che anche Audrey lo usasse spesso. Ginny rispose al bacio con ardore, premendo ulteriormente il suo corpo contro quello di Harry dimenticandosi di qualsiasi altra cosa.

“Forse adesso potremmo intervenire.” Disse Charlie, osservando Harry e Ginny che si baciavano.
“No, lasciamoli ancora qualche minuto da soli poi interveniamo.”
“Da quando Fleur è incinta ti sei rammollito. Ti sta anche venendo un po’ di pancetta.” Lo provocò il fratello.
“Affronta la realtà fratello. Ormai sono loro i giovani.” Disse indicando la sorella ed Harry che, mano nella mano, rientravano dentro casa.


 
  
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