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Autore: Shark Attack    28/12/2007    6 recensioni
Ho tenuto la mano di tua sorella mentre moriva e ora, su questo freddo asfalto maledetto, ci sei tu.. Ai..
Un saluto fra i container. Perchè la storia si ripete.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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I ricordi di quella serata erano ormai molto lontani, sebbene fossero appena le undici di sera.
La scoperta, la fuga e la caccia all'uomo non erano che vaghi momenti di un altro giorno, non quello stesso in cui Conan cercava disperatamente la sua amica Ai fra i container del porto dopo aver udito un raggelante colpo di pistola. Vide uno dei loro mantelli sparire lontano, in fretta come ogni volta che li aveva incontrati. Il piede sinistro stava già partendo all'inseguimento quando un respiro affannoso lo bloccò.

«Sono qui Shinichi..»

Capelli castani chiari, corti e mossi. Viso in ombra, corpicino da bambina di otto anni.. Ai. Con la mano cercava di coprirsi la ferita allo stomaco, era stata colpita.

Una frazione di secondo spesa a controllare le sue condizioni e il giovane detective afferrò il microscopico cellulare dalla tasca e compose un numero. Ai non comprese bene ciò che aveva detto al telefono, ne le importava. Aveva captato solo alcune parole.. il suo nome, ambulanza, proiettile, svelta.. Doveva aver chiamato Ran, come al solito. Si scoprì a pensare che molte volte avrebbe voluto essere lei in cima ai suoi pensieri, la prima persona che gli veniva in mente, anche solo per aiutarlo a chiamare la polizia..

Conan le s'inginocchiò accanto e sollevò la sua mano, stringendola con avidità ma allo stesso tempo con dolcezza.
«Ai.. ho tenuto la mano di tua sorella mentre moriva e ora, su questo freddo asfalto maledetto, ci sei tu..»

« Inseguili finché non sono troppo lontani..»
« Come puoi pensare che ti lascerei qui in un momento come questo?»
« E che momento è questo?»

Ai..

« Finalmente è giunta la mia ora. In fondo non è questo quel che continuiamo a dirci da anni, ormai? Non è questo che temiamo dal primo momento che siamo venuti a contatto con l'Organizzazione?»
« ... perchè dici questo? Non sei tu quella che ha sempre detto che il destino è nelle mani degli uomini e che solo loro possono deciderlo?»
« Da quando i tuoi “uomini in nero” non sono più uomini tali da farlo?»
«Smettila con questo pessimismo! Non riesci a separartene neanche in un momento come questo?»
La sua mano ormai era del tutto insanguinata. Tossì e si strinse a lui per resistere al dolore.
«Ora meno che mai.»

« Io non la vedo come te..»
« Non l'hai mai fatto.»
Conan sorrise. Le era proprio impossibile non essere sempre così acida ed enigmatica. Lo avrebbe fatto per sempre.
« Se fosse stato per te, ora Mori e suo padre saprebbero già tutto, magari anche i bambini!»
«Beh.. qui non posso darti molto torto.. ma si risolverà tutto. Ran sta per arrivare, ti porteremo all'ospedale e poi riprenderemo le nostre ricerche. Tutto come sempre.»

«...»

Conan si morse il labbro inferiore e riprese con più determinazione, almeno per convincere se stesso. Strinse più forte anche la mano di Ai, inebriandola.

« Io li troverò, quei maledetti, e li sbatterò tutti in galera con un ergastolo sulla testa, se non riuscirò ad ucciderli.. e vendicherò tua sorella e tutti gli innocenti che sono rimasti coinvolti con questi mostri!»

«Ci vendicherai tutti?»

«Veramente no.. »

« Ah no?»
« Te non ti vendicherò.. »
« Grazie.»

«Voglio averti al mio fianco e non dover vendicare anche te..»

Gli occhi della bambina si posarono su di lui, lontani dal dolore del corpo. Shinichi..

«Se sono arrivato fin qui in parte lo devo anche a te»
«Non ti manca solo la dose di giusto pessimismo, allora.. Sei anche uno stupido illuso.»

Cominciarono a sentirsi passi lontani, non di una persona sola. C'erano anche delle ruote di un carrello. Probabilmente la barella per lei.
Ai cercò di respirare profondamente, ma il tentativo fallì miseramente con il suo rivoltarsi su un lato a sputar sangue. Mentre tornava sdraiata sentì le palpebre incredibilmente pesanti, e lei stessa si sentiva molto indebolita.

«Ma se ci lasciassimo tutti condizionare dai pensieri brutti.. non avremmo più la possibilità di vedere quelli belli, giusto? », riprese infine.

Conan si chiese cosa volesse dire quella frase, detta con la sua solita voce sentenziosa. Lei abbozzò un sorriso tirato dal dolore. Lui non riusciva a far altro che impallidire senza ritegno e a pregare che quello non fosse il loro addio.

«Non mollare mai e raggiungi il tuo scopo, Shinichi. »

« No Ai.. », sentì la sua mano non reggere più la presa. «No.. Ai, NO!»
Comparve Ran da dietro un container, ansimante e preoccupatissima. A malincuore di tutti, la scena si ripeté. Ai aveva gli occhi serrati.

Buona fortuna, giovane detective..

   
 
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